Sono depressa, come chiedere aiuto agli altri?

Gentili medici,
mi dispiace dovervi disturbare, spero qualcuno di voi trovi 5 minuti di tempo per rispondermi. Cercherò di spiegare la mia situazione in breve (leggendo la mia storia clinica potreste saperne di più):25 anni, un lavoro che non mi piace per niente e per di più precario,ma che DEVO fare per motivi economici; non so se tornare a studiare o meno (sempre continuando a lavorare però); contesto familiare molto difficile (madre tirannica, padre assente, sorella egoista e menefreghista al massimo); un ragazzo a cui non so quanto importidi me; zero amici. Fino a 25 anni HO SEMPRE E SOLO PENSATO A STUDIARE E LAVORARE, per cui non so cosa siano amici, hobbies, divertimento...Per farla breve, da circa 3 mesi sono profondamente depressa. E' come se all'improvviso non ce la facessi più a non avere LA VITA NORMALE CHE TUTTI HANNO E CHE PER ME è SOLO UN SOGNO: intendo semplicemente avere una famiglia che sia un luogo in cui trovare affetto, qualche anmica o amico, uscire un po' divertirmi un po' (il divertimento...e chi lo conosce?), riuscire a capire se voglio continuare a studiare o meno, avere un ragazzo che mi volesse bene. Già, il mio ragazzo, uno dei miei tanti problemi...io vorrei convivere con lui, ma non se ne parla...e va beh, passi...sono talmente abituata ad ingoiare bocconi amari. Ora, da circa 3 mesi, la mia vita è: esco di casa solo per lavorare, parlo lo stretto indispensabile, non curo per niente il mio aspetto estetico, vado a dormire alle 9 e mezza-10, piango spesso pensando a quanto irrisolvibile sia la mia situazione. Ma, in mezzo a tutto questo, il dolore si aggiunge al dolore. Non riesco a non chiedermi infatti: come fanno gli altri a non accorgersi di quanto io stia male?Devo suicidarmi per far sì che i miei genitori, mia sorella o il mio ragazzo si dicano:"forse c'è qualcosa che non va?!?"Come posso far capire al mio ragazzo ad esempio che ora più che mai ho bisogno di lui e del suo amore,
a mia madre che isultandomi e chiamandomi "larva umana" quando vede come sto che non mi aiuta affatto, a mio padre che l'indifferenza non è una soluzione, a mia sorella che nella vita non esiste solo lei?Come fanno gli altri a fregarsene di me a tal punto?A vedermi ridotta uno straccio, muta, solitaria, trascurata, triste e a non fare niente? Va bene, non sanno che vado da psicologa e psichiatra, ma non credo ci voglia un genio a capire che STO MALE!!!
Io sarò troppo sensibile, ma mi basta molto meno dello stato in cui sto io per chidermi come aiutare una persona!Come posso far capire al mio ragazzo quanto ho bisogno di lui e che se non esco dalla depressione al più presto mi perderà e tra di noi finirà?(non posso stare con un ragazzo in questo stato, non ha senso né per lui né per me). Devo andare in giro con un cartello appeso al collo con scritto "Hey gente, ve ne siete accorti che sono depressa???Se ve ne frega un minimo di me aiutatemi"P.S. se no non venite neanche al mio funerale il giorno che mi butto sotto un tir! Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

se ha saggiamente deciso di chiedere aiuto ad una psicologa non è del tutto sola.
Certo, è un aiuto professionale e non un'amicizia, ma averlo chiesto significa che lei tiene a sè stessa ed è riuscita a trovare una soluzione senza che qualcun'altro gliela indicasse.

Non conosco la sua storia ma non è così strano che lei stia male vivendo in una famiglia indifferente alle sue condizioni, e che magari lo è stata anche in passato, e nel caso in cui i suoi problemi dipendessero proprio dal suo ambiente familiare (dalla storia della famiglia e delle relazioni fra i suoi membri) non potrebbe pretendere che questo stesso ambiente le fornisse calore umano e sostegno.
Non mi meraviglio che con questo background lei abbia un ragazzo del quale non riesce a valutare l'intensità dei sentimenti per lei, e che non abbia costruito amicizie significative.

Il mio consiglio è quello di non continuare ad osservare i suoi familiari per vedere se reagiscono e iniziano ad occuparsi di lei, perchè sa già che qualunque cosa lei facesse sarebbe inutile, ma di concentrarsi sulla terapia che ha iniziato e sulla speranza di cambiare e costruire un futuro migliore.
In caso contrario rischierà di farsi del male a solo scopo dimostrativo, e l'unica che ci perderà sarà solo lei. Non crede?

Inoltre non è affatto vero che tutti riescono a raggiungere gli obiettivi che ha lei, e come gli altri non si accorgono del suo stato d'animo anche lei potrebbe non accorgersi del malessere altrui, ma anzi sovrastimare la felicità degli altri.

Le auguro di risolvere i suoi problemi!

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Grzie di cuore dottoressa per avermi risposto.
Il mio vero problema è che non ho UN problema, ma che tutta la mia vita è uno sfacelo e non so da dove iniziare a metterla a posto, a renderla una vita normale. Lei dice "non è affatto vero che tutti riescono a raggiungere gli obiettivi che ha lei", ma che obiettivi avrei raggiunto io? Dal mio punto di vista, nessuno. Se in 25 anni non sono stata capace nemmeno di costruire UNA amicizia, di avere un VERO rapporto d'amore (come tale intendo un rapporto d'amore che dia gioia e porti alla convivenza o al matrimonio), di costruirmi una professione (sono laureata alla triennale alla scuola interpreti, ma di gente con il mio stesso pezzo di carta ce n'è a milioni)...che cosa posso aver mai realizzato?
Da dove posso partire, cosa posso fare per trasformare la mia "vita" nella Vita che vorrei?Io non pretendo mica di realizzare i miei sogni, no, quelli sono morti da un pezzo e so che mai potranno tornare...ma dato che purtroppo sono ancora viva e purtroppo in salute e non riesco nemmeno a suicidarmi, vorrei solo che:
1) le cose tra me e il mio ragazzo andassero bene come una volta (stiamo insieme da quasi 4 anni) e che il nostro rapporto mi riempisse d'amore...io vorrei sposarlo, vivere con lui, ma lui sostiene fermamente e irremovibilmente che non possiamo perchè non abbiamo soldi (1000 euro io, 1000 euro lui, ma entrambi molto precari...lui ha un contratto di lavoro a tempo determinato che viene rinnovato ogni anno, io un contratto di apprendistato per 4 anni, ma nella pratica possono sbattermi fuori anche domani)...lui è contrario ad andare a vivere in un monolocale in affitto, io sì...ma da alcuni mesi ormai (circa 8 mesi ormai) la nostra storia è diventata talmente piatta e monotona, priva di allegria...e non riesco a capire come ridare vita al nostro amore, una volta eravamo felici con niente(l'unica cosa di cui sono sicura e che io e il mio ragazzo ci amiamo...fare l'amore con lui è l'unica gioia della mia vita, l'unico momento in cui mi sento davvero amata, piena di forze e ottimismo...davvero l'unico, non so perchè...so solo che quando faccio l'amore con lui mi riempio di vita e sento tanto tanto amore da parte sua...peccato che dato che non viviamo insieme e le nostre famiglie si assentano da casa una volta al millennio possa succedere molto raramente)e poi non riesco a capire se l'andare a rotoli del nostro rapporto sia la causa scatenante della mia depressione attuale o se al contrario la mia depressione sia una conseguenza...
2)vorrei riuscire a capire se devo iscrivermi alla laurea specialistica o no...cambio idea 50 volte al giorno...ho 25 anni, mi sento vecchia, e poi penso che più passa più divento vecchia,che c'è gente della mia età sposata, con figli, che convive, che ha un vero lavoro (non un lavoro come il mio, da minorati mentali, che potrebbe fare anche una persona che sapesse a malapena leggere e scrivere e dove possono lasciarmi a casa dall'oggi al domani) e lavorando ci metterei il triplo del tempo a finire (la triennale l'ho finita in 5 e anni e mezzo,4 anni e mezzo se si considera che il primo anno l'ho perso perchè ho cambiato facoltà)...che me ne faccio di una laurea a 30 anni?Se poi penso che tutti gli altri avrebbero almeno 2 o 3 anni in meno di me al momento dell'iscrizione...e a tutti i sacrifici che dovrei fare per portare a termine un corso di laurea da non frequentante...e intanto il termine ultimo per decidere, il 31 dicembre, si avvicina e non so che fare...e anche qui, non capisco se la depressione sia la causa che non mi fa scegliere o se sia la mia incapacità di scegliere a deprimermi...
3)vorrei un gruppetto di amiche...2 o 3, mi bastano.Con cui parlare, andare al cinema, fare le cose che fanno le ragazze normali della mia età...che non so neanche quali siano...visto che io normale non lo sono mai stata...
4)vorrei semplicemente che in casa mia ci fosse meno odio nei miei confronti.Mia madre mi odia perchè con tutti i sacrifici che ha fatto per crescermi io poi non sono diventata un medico un avvocato un professore e non sono economicamente autonoma e quindi non me ne vado a vivere per i cavoli miei togliendomi dalle scatole con il mio ragazzo-marito a sua volta medico avvocato o professore...è talmente evidente che lo capirebbe anche un bambino, dai suoi discorsi è chiaro come la luce del giorno...mia sorella, di 22 anni, invece viene adorata perchè se va avanti così si laurea in medicina con tutti 30 e lode e in 6 anni netti e frequenta solo futuri medici avvocati e professori......
Come faccio io in mezzo a questo DISASTRO COSMICO che è la mia "vita" a vivere serenamente e a migliorare tutto?A ritrovare l'armonia con il mio amore non solo a letto, a trovare qualche amica, a capire cosa voglio fare con l'università? Da dove inizio? E come? grazie mille.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mi pare che lei stia ragionando come se non avesse iniziato una terapia e non sapesse appunto da che parte iniziare: ma lei ha GIA' iniziato a fare qualcosa per porre rimedio alla situazione!

Magari vorrebbe che le cose cambiassero più in fretta, ma più le condizioni sono negative e complesse, più il lavoro da fare per modificarle è impegnativo.
Ha parlato di questo con la psicologa?
E poi: se lo psichiatra le ha prescritto dei farmaci deve attendere che facciano effetto, oppure, se nulla cambia, riparlarne con lui.

Dal momento che lei si rende benissimo conto di essere depressa sa anche che la sua visione della realtà è deformata dalla "lente" attraverso cui la sta guardando, e che quindi i suoi pensieri non sono del tutto oggettivi.
Voglio dire: ci sono molti modi di guardare ad una stessa situazione.
Qualcun'altro ad esempio sarebbe contento di aver terminato con successo gli studi, di aver trovato un lavoro con uno stipendio tutto sommato non così basso, anche se precario, e di non avere dei genitori che pensano che, una volta laureati e avendo un lavoro, si debba levare le tende e arrangiarsi, e non sono più disposti ad avere il figlio in casa.

Il mio consiglio resta quello di avere pazienza e fiducia nelle terapie che sta seguendo, e di fare meno confronti con gli altri (che dall'esterno possono sembrarle tutti sereni e appagati, mentre così non è).
Non continui poi ad aspettarsi dalla sua famiglia quello che sa già che non può darle, se non vuole continuare a farsi del male.

I miei migliori auguri,
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille ancora di cuore....sono quasi tre ore che piango senza riuscire a smettere...meno male che sono completamente sola in ufficio... Vede, in realtà io ho iniziato ad andare dalla psicologa 1 anno e 9 mesi fa (febbraio 2009) perché avevo una problematica di tipo sessuale, ovvero non riuscivo ad avere rapporti completi con il mio ragazzo, pur amandolo moltissimo. Ogni volta provavo un dolore lancinante, insopportabile, e le visite ginecologiche alle quali mi sottoponevo non facevano che farmi sentire peggio, mi veniva diagnosticato di tutto: vestibolite vulvare, imene semi-imperforato, imene inspessito, vaginismo...per fortuna non ho dato retta a chi voleva tagliare e cucire e tutto si è risolto. E'vero, sono riuscita ad avere il mio primo rapporto MOLTO tardi, avevo 23 anni e 9 mesi(e soffrendo tantissimo proprio perché mi sentivo "diversa" dalle altre ragazze, avevo sviluppato attacchi di panico di fronte a scene d'amore, neanche di sesso), ma con 4 mesi di psicoterapia mirata durante i quale sono emersi tra l'altro abusi sessuali infantili che avevo rimosso e tanto tanto tanto amore da parte del mio ragazzo ce l'ho fatta e oggi riesco a fare l'amore con piacere. Poi è insorto il problema laurea, ovvero il fatto che non riuscivo a studiare, a concentrarmi su niente, stare seduta ad una sedia mi faceva sentire incatenata...proprio io, diplomata con 100 e lode e tutti 30 e 30 e lode agli esami...dopo aver cambiato facoltà e perso un anno (con tanto odio da parte di mia madre, che secondo me si è sentita "tradita"), essere stata in erasmus un altro anno (contro il volere dei miei genitori che lo hanno ritenuto uno spreco enorme), avevo impiegato un anno a dare 4 esami perché, semplicemente, non riuscivo ad aprire i libri e studiare, piuttosto andavo a raccogliere i pomodori e le pesche (non sto scherzando, l'ho fatto davvero e divertendomi, anche se mi alzavo alle 4). Mi mancavano quindi altri 4 esami alla laurea e nella migliore delle ipotesi mi sarei laureata (come poi è successo) in 5 anni e mezzo, considerando anche la prima facoltà. Ormai lavoricchiavo da tempo e quei 4 esami erano lì, solo pensare di dover studiare mi faceva star male. Ma, per non pagare un altro anno di tasse, dovevo farcela entro marzo. E così, mi sono ritrovata a dover affrontare una sfida per me durissima: sostenere 4 esami e preparare interamente la tesi in 3 mesi. Non so neanch'io come, ma ce l'ho fatta, e portando a casa 4 30 e lode e laureandomi con 110 e lode. La mia tesi è stata anche pubblicata. Avevo troppa paura di non farcela e di dovermi sentire, ancora una volta, un peso (economico) e una vergogna (in senso morale) per la mia famiglia. Per non parlare del fatto che mentre io finivo la triennale i miei coetanei erano già a buon punto, o finivano, la laurea magistrale. Nel frattempo, ho iniziato ad avere di tutto: avevo la tachicardia perenne, dormivo 3-4 ore per notte, vomitavo, ero dimagrita di 7 kili in poche settimane. Così la mia psicologa, una persona meravigliosa senza la quale secondo me non sarei mai riuscita a laurearmi, ha pensato di portarmi da una psichiatra (e mi ci ha portata lei, perché io non volevo andarci!). Diagnosi: grave disturbo ansioso depressivo e prescrizione di Ansiolin 10 gt la sera per andare a dormire e Xanax da 0,25mg durante il giorno quando gli attacchi d'ansia si facevano troppo forti. Gradualmente ho dovuto aumentare l'Ansiolin la sera, fino a portarlo a 35 gt. Nel frattempo leggo un annuncio fuori dalla porta di un ufficio a 400 m da casa: cercano un'impiegata. Vado al colloquio e dopo 2 giorni vengo chiamata: il posto è mio. Inizio a lavorare il 1 marzo, mi laureo il 18. Per 2 o 3 giorni, non di più, mi sembra di avere tutto quel che ho sempre desiderato e mi sembra di camminare a 3 metri da terra: un ragazzo che mi ama, sono bella (o almeno così dicono, il mio ragazzo mi iscrive a Miss Romagna e arrivo in finale...divertendomi tra l'altro) e in salute, sono finalmente riuscita a laurearmi e ho un lavoro. Ma la sera, per dormire, ho bisogno dell'Ansiolin...gradualmente riesco a sospenderlo, il 1 luglio smetto di prenderlo e riesco a dormire le mie belle 8 ore senza problemi. Da marzo fino ad agosto è stato per me un periodo monotono e tranquillo, ma nel quale hanno iniziato ad insidiarsi a poco a poco nella mia testolina e a scavare un dolorosissimo baratro nel mio cuore tutti i problemi che le raccontavo nel mio primo intervento: il mio ragazzo non è più quello di una volta, non mi ama più come prima (e da un lato inizio a vivere di ricordi, rimpianti, nostalgie; dall'altro il mio amore per lui mi porta a desiderare di convivere e il suo rifiuto mi provoca un enorme dolore), mia madre mi odia per tutto quel che sono e che ho fatto e mio padre mi ignora, non ho amiche e non so come farmene, non ho hobbies e non so cosa siano, il mio lavoro c'è (ma fa schifo e potrebbero lasciarmi a casa anche domani...e dove lo trovo un altro lavoro da 1000 euro e vicino casa?Ma anche solo un qualsiasi altro lavoro...io che non sono buona a niente e non so fare niente!). A fine agosto, al rientro dalle "ferie" (15 giorni di numero che trascorro in casa a causa del mal tempo invidiando le conoscenti, perché amiche non ne ho, che se ne vanno con il ragazzo in Grecia, Spagna, ecc...vado al mare 3 o 4 gg), il PRECIPIZIO. Provo il test d'ingresso per la laurea magistrale (come avevo peraltro deciso di fare già dopo la laurea con l'idea di studiare e lavorare), un corso per il quale ci sono pochissimi posti disponibili, e su 300 candidati arrivo quinta, ma non riesco a trovare il coraggio di iscrivermi. L'incubo in cui mi trovo ora prende sempre più forma...ritornano la tachicardia, i tremori, l'ansia, l'insonnia...e tutti i pensieri che turbinano velocemente nella mia testa...la psichiatra mi riprescrive lo Xanax, che mi aumenta sempre di più (attualmente 2 mg al giorno) e che mi fa diventare molto stitica (ormai sono sicura che è quello, perché è proprio da fine agosto che soffro di stitichezza e più ne prendo peggio è, nella prossima seduta chiederò alla psichiatra di ridarmi l'Ansiolin, che non mi dava effetti collaterali)e per di più sono ingrassata tanto...6 chili, che su di me che sono bassina e minuta sono tantissimi...e poi ho una pancia che sembro incinta di 6 mesi...ma mangiare mi fa stare meglio...e così mi abbuffo di cioccolatini, brioches al cioccolato, cornetti alla crema...dall'inizio del mese ho speso 150 euro in queste cose...e mi dico:"adesso basta, guardati, spendi soldi a vanvera e non ti entrano più i vestiti, vergognati!" (e infatti mi metto sempre le solite 3 o 4 maglie e lo stesso paio di pantaloni), ma dopo un po' ricomincio...mi perdoni per il lungo sfogo e se le ho raccontato tutta la mia vita, almeno ho smesso di piangere. La prego mi dia un parere, un suggerimento, mi dica qualcosa.Grazie di cuore, M.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Immagino che di tutto questo abbia parlato alla sua psicologa, e non posso dirle più di quanto ho già detto: può essere contenta dei suoi risultati, e cercando di non concentrarsi sulle altre persone starà sicuramente meglio.

A questo aggiungo che forse la terapia farmacologica attuale non fa al caso suo, ma deve essere ovviamente un medico a dirlo.
Può tornare dalla psichiatra e chiederle se non sia il caso di provare una terapia con antidepressivi della classe SSRI, che da anni vengono usati per curare anche diverse forme d'ansia (in genere integrando terapia farmacologica e psicologica), e può leggere questo articolo per saperne di più:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/243-depressione-cosa-sono-la-serotonina-e-gli-ssri.html

Le faccio tanti auguri, se vuole fra un po' mi aggiorni sulla situazione.