Problemi erezione nel marito

Buongiorno, il mio compagno soffre da diverso tempo di problemi di erezione.
dopo consulti medici e vari esami è stato stabilito che non è nulla di "fisico".
qualche hanno fa si è rivolto ad uno specialista che con degli esercizi e terapia ha risolto il problema. negli anni a venire il problema si è ripresentato raramente. più di un anno fa ho avuto la malaugarta idea di dirgli che non lo sentivo naturale mentre eravamo insieme sessualmente e che sentivo sempre una certa tensione e degli "automatismi", il risultato è stato che non si è quasi più avvicinato, ne abbiamo parlato, sempre su mia insistenza.sembrava quasi risolto quando abbiamo deciso di avere un altro bambino ma.... è sparita l'erezione.si è rivolto di nuovo ad uno specialista percui diciamo che il consulto non è per lui perchè si spera lo aiuti questo psicologo.il problema è che ovviamente,oltre tutti i "problemi" che mi sono fatta io tipo non gli piaccio, non sono attraente, sbaglio qualche cosa, ha un'altra,che posso riuscire a superare con del buon lavoro su me stessa perchè so che mi ama,vorrei tanto sapere come dovrei comportarmi per cercare di mettergli meno ansia possibile.mea culpa nel dire che purtroppo dopo tanto tempo la mia reazione è diventata anche un pò nervosa(forse perchè vorrei un bambino e con questo suo atteggiamento non ci riuscirò) vorrei vivere il rapporto con mio marito con naturalezza e senza terrore.nervosa però perchè non vedo in lui la ricerca della tranquillità ma sembra che quando cerchiamo di avere rapporti lui non è naturale(lo so è difficile, ma lo è altrettanto x chi ti sta vicino ed ha paura di ciò che sta per accadere). è totalmente concentrato sull'erezione e non su noi 2, sta lì quasi passivo ed aspetta...beh non ci vuole molto a capire che così facdendo andrà male!al dunque come dovrei comportarmi x aiutare sia me che lui? devo tentare di avvicinarmi io o aspettare che lo faccia lui? devo far finta di niente se accade? allo stato attuale mi inizia a diventare difficoltoso quindi com e potrei aiutare me stessa? grazie mille per qualsiasi delucidazione in merito. ultima nota: sono una persona che riesce a lavorare molto su se stessa per non stare male ma ora...il rapprorto giornaliero della vita quotidiana al di fuori della sfera sessuale è da cosiderarsi normale, durante il giorno siamo una coppia felice ma la sera le cose cambiano radicalmente, questo anche perchè so benissimo che se così non fosse andrebbe sempre peggio perchè lui ne risentirebbe troppo e non potremmo mai uscirne. ancora grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
la questione, a mio parere, non si può esaurire nel dare consigli (per lo più inutili) al di fuori di una valutazione delle dinamiche della vostra coppia.
Se il problema di suo marito non è di tipo organico, a mio parere, appartiene alla coppia e non al singolo, come lei stessa lascia trasparire dalle sue osservazioni.
In questi casi sarebbe più utile rivolgersi in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta di coppia per avere un parere più circostanziato e un aiuto idoneo che da qui, nonostante gli elementi che lei ha fornito, non è possibile dare.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, concordo pienamente con la Collega.
Scoprire o ri-scoprire una sessualità fatta di complicità, aspetti ludici, piacere condiviso appartiene alla coppia ed è un obiettivo da raggiungere insieme.
Concentrarsi sull'erezione, come dice Lei stessa, fa sparire l'erezione: sarebbe importante, con l'aiuto di uno specialista, ritrovare prima il piacere insieme, cioè tutti i modi che vi fanno stare bene mentre fate l'amore. Questo non significa sempre la penetrazione.
Fermo restando che la visita di persona è indispensabile, una "reazione nervosa" può avere diversi significati: la ricerca di un altro figlio, un po' di sana competizione nella coppia, ecc...

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

vi consiglio anch'io di rivolgervi in coppia ad uno psicologo: escluse le cause organiche diventa controproducente che suo marito si faccia completamente carico del problema attribuendosene la "colpa" e facendosi seguire solo individualmente da uno psicologo.

Il risultato è che attribuendo a sè stesso tutta la responsabilità rimane concentrato sull'erezione, e che così fa anche lei perchè si aspetta di ottenere da lui qualcosa che desidera e cioè un figlio.

Lui è concentrato sull'erezione, lei sugli spermatozoi. Tanto che ci dice : "vorrei un bambino e con questo suo atteggiamento non ci riuscirò".
Suo marito lo vuole questo figlio?
Avendo scritto che il suo è un "atteggiamento" sembra che lei colga quali altri significati relazionali sottendono le difficoltà erettive: se ci lavorerete assieme penso che il vostro rapporto ne guadagnerà anche sotto altri punti di vista.

I miei migliori auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dr.sse, forse non sono stata abbastanza esaustiva nella mia richiesta di consulto. non chiedevo aiuto per il problema di mio marito dato che ci siamo rivolti ad uno specilaista, ma per quello che dopo diversi anni si sta manifestando in me e che se confidassi a mio marito (nella vita quotidiana siamo soliti confrontarci, supportarci ed aiutarci su moltissimi aspetti) non sarebbe affatto di aiuto. Farlo sentire in colpa del mio malessere credo gli porterebbe solo ulteriore ansia. Non credo di comportarmi in maniera tale da rendere il nostro problema solo un suo problema tanto più che in passato l'ho supportato nella terapia ogni qualvolta il medico a cui si era rivolto lo riteneva utile anche andando alle sedute insieme a lui.quando parlo di "atteggiamento" non mi riferisco al problema dell'erezione ma al terrore di farmi una semplice carezza, al distacco ed oltre a questo non sottointendo nulla! Il problema in questione esisteva già prima di conoscermi e razionalmente questo dovrebbe aiutarmi ma in questo preciso momento della mia vita non riesco a superare quello che potrebbe apparire come un rifiuto a me come persona e basta. E' così grave avere il terrore di essere amata a metà dal proprio marito? è così raro che una donna dopo diversi anni in cui ha mostrato sempre il pieno appoggio inizi a vacillare anche lei? ho sempre cercato di non fargli fare carico da solo del problema anzi in questo momento non voglio che lui si senta in colpa anche della mia di insicurezza. ho chiesto il consulto in un momento di assoluta "disperazione" e forse, anzi sicuramente, volevo solo essere rassicurata, cosa che molto probabilmente non può fare uno psicologo ma un'amica quindi chiedo venia per l'errore ma permettetemi di dire che da poche righe non si può arrivare a parlare di "competizione nella coppia" dove mi trovo in totale disaccordo, od arrivare a domandarsi " se anche lui vuole un figlio", che solo per essere esaustiva le dico che è stato proprio lui ad insistere sull'averne un altro e che io solo per lui e per il figlio che già c'è, ho deciso di averlo. Ora mi sono ultra convinta di volerlo. Ovviamente mio marito non ha mai saputo che la mia decisione è stata presa solo in base a cosa avrebbe fatto più felici loro due che sono il motivo della esistenza mettendo da parte le mie paure di mamma/donna.
Tutto ciò solo per dare delle delucidazioni in merito alla situazione esposta.
Cordialmente.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

lei è stata poco esaustiva e anche un po' confusiva nell'esporre la situazione, tanto che anche rileggendo entrambi i suoi post non si capisce bene cosa si aspetti da noi.

Possiamo risponderle in base a quello che ci espone, e sia per esigenze di brevità, sia per la natura di questo tipo di consulto, le risposte per essere utili devono avere un contenuto pregnante e significativo, sul quale può tranquillamente dissentire (anche perchè non la conosciamo, e possiamo certamente capire male e sbagliarci).

Il fatto che ora aggiunga anche che suo marito ha il "terrore di farmi una semplice carezza" per me rende ancor più confuso il quadro.
Forse le mie colleghe capiranno meglio e le sapranno rispondere.

Se però ha scritto qui per essere rassicurata non ha fatto bene perchè il nostro ruolo non è quello, ma è farla riflettere sulla situazione, porle delle domande e prospettarle delle possibili soluzioni.

Resto sempre dell'idea che in assenza di disturbi organici i problemi di erezione sono trattati molto meglio in coppia, in un contesto che permetterebbe anche a lei di parlare di come si sente, e che recandosi da solo da uno psicologo suo marito si prende implicitamente tutta la responsabilità della situazione.

Cordialmente,
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