Problema distacco

Salve.
Vi scrivo perchè non riesco a superare il problema della distanza dalla mia famiglia.
Non ci dividono moltissimi km ma l'idea di non poterli vedere tutti i giorni è per me un dolore incolmabile.
Vivo lontano dalla mia città di origine per amore di una persona con la quale ho uno splendido rapporto.
Il problema è che a causa di questa ferita che mi porto dentro sto minando anche il mio rapporto con lui.
All'inizio mi sono detta che mi sarei abituata ma sono passati quasi 5 anni ed il dolore non si attenua per niente.
Ovviamente lui vede che non sono felice e ne soffre ma non ha intenzione di trasferirsi.
Forse vi sembrerò eccessiva ma ci soffro davvero costantemente,non sono riuscita a costruirmi una nuova vita nella nuova città è vivo nel timore che possa accadere qualcosa e che in quel momento io non sia lì.
Sto provando di tutto ma senza risultati.
Vi prego di aiutarmi.come posso fare?
Vi ringrazio anticipatamente della risposta.
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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, se vivesse a pochi metri dalla sua famiglia in cosa sarebbe diversa la sua vita?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Amica,

mi sembra che lei soffra quasi più per il fatto che il suo compagno non la accontenta, e che mette al primo posto altro rispetto alle sue esigenze, piuttosto che per una lontananza dalla famiglia non geograficamente rilevante.
Pensava che se si fosse trovata male avrebbe potuto negoziare con lui un'altra soluzione?

Non è infrequente il fatto che staccandosi dalla famiglia d'origine si possa provare una sofferenza anche intensa, ma mi domando se tale sofferenza è alimentata anche da altro, come appunto il dispiacere per il fatto che non si sente capita fino in fondo dal suo compagno.

Queste osservazioni mi vengono in mente perchè lei dice di non essersi creata una vita nella nuova città che, non essendo molto lontana dal suo luogo d'origine, non penso le abbia presentato particolari difficoltà che potrebbero invece nascere quando i contesti sono molto diversi e lontani fra loro.
Come mai non ha stretto nuovi legami e amicizie, e non si è creata degli interessi dopo essersi trasferita?
Pensava che prima o poi avrebbe fatto cambiare idea al suo compagno o c'è dell'altro?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
lei parla di un distacco doloroso dalla sua famiglia di origine che ad oggi, a cinque anni di distanza, parrebbe ancora incidere sulla sua vita in modo consistente.

Bisognerebbe comprendere meglio come e se elementi riferibili al suo contesto famigliare originario si siano sommati e intrecciati nel tempo ad altri successivi al suo trasferimento - contesto di coppia e ambientale - dando luogo alle difficoltà che lei ha incontrato e incontra nel costruirsi una vita piena e soddisfacente (elementi che da qui non possono essere raccolti).

Una condizione non facile nella quale sperimenta limitazioni in vari settori della sua vita e difficoltà nella relazione di coppia.

Le opportunità che, a mio parere, potrebbe considerare per sbloccare la sua situazione sono due:
rivolgersi individualmente ad uno psicologo/psicoterapeuta per fare chiarezza in sé ed affrontare in modo efficace le sue difficoltà
- rivolgersi ad un terapeuta di coppia per affrontare insieme al suo partner le problematiche esposte che vi vedono comunque entrambi coinvolti.

Molti auguri


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
vi ringrazio tutti per le risposte.
Ho notato che entrambi pensate che il vero problema sia con il mio compagno, io non penso sia così ma non lo escludo del tutto.
Il mio problema è che li amo troppo e che sento troppo la loro mancanza anche se si tratta di 250 Km..
Mi chiedete che cosa cambierebbe se ci vivessi vicino?
solo il fatto che mi tranquillizzerei sul fatto che stanno bene in quanto li vedrei fisicamente davanti a me.
Ho sempre paura che gli possa accadere qualcosa e , casomai, mentre io sono distante.
Mi faccio avvertire quando rientrano e se squilla il telefono in orari non consueti mi metto in allarme e comincio a pensare che sia accaduto qualcosa di spiacevole.
Vivo nell' ansia continua di tutto cio.
Perchè ho quest'ansia? e soprattutto è normale?come si supera?
Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non penso che il problema sia solo con il suo compagno, penso che si tratti di una combinazione fra la difficoltà del distacco dalla famiglia e la difficoltà di accettare che lui non l'accontenti, acconsentendo a trasferirsi dalle parti dei suoi.
Credo infatti che lei non si sia creata una vita nella nuova città perchè aveva la segreta speranza che lui prima o poi acconsentisse a trasferirsi più vicino ai suoi. Non dico che lei l'abbia fatto consapevolmente, ma non costruendo nuovi legami ha reso un pessimo servizio a sè stessa perchè non ha trovato il modo di alleviare il disagio che prova.
Forse si sente anche sola, immagino sia così perchè se è rimasta piuttosto isolata questa è una conseguenza prevedibile.

C'è quindi un problema ad autonomizzarsi rispetto ai suoi genitori e un problema a gestire il distacco nella quotidianità che forse ha portato ad una comunicazione poco funzionale con il suo compagno.

Non so se lei è figlia unica, o se pur avendo dei fratelli ha un legame più intenso con i suoi genitori, fatto sta che reagisce come ci si potrebbe aspettare da parte di una bambina che deve separarsi dalla mamma: negli anni dovrebbe aver acquisito una certa sicurezza, ma si vede che questo non è avvenuto e lei si sente come se avesse molti anni di meno.

A questa situazione, peraltro non così rara, si può porre rimedio con una psicoterapia che la aiuti a sviluppare quegli aspetti di sè che evidentemente non hanno avuto ancora modo di "crescere", a sentirsi più sicura e a gestire in maniera meno dolorosa la fisiologico dispiacere per il distacco dai genitori.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Ho notato...pensate che il vero problema sia con il mio compagno>
nella mia risposta ho inteso sottolineare la possibile sovrapposizione, nel tempo, di elementi appartenenti a diversi contesti (ma sono solo ipotesi).

Tuttavia ciò preme mettere in rilievo qui è il come recuperare il suo benessere e sbloccare la sua vita.
Come già espresso in precedenza, rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta è l'indicazione suggerita.

I miei migliori auguri per un sereno futuro



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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi chiedete che cosa cambierebbe se ci vivessi vicino?
solo il fatto che mi tranquillizzerei sul fatto che stanno bene in quanto li vedrei fisicamente davanti a me.
Ho sempre paura che gli possa accadere qualcosa e , casomai, mentre io sono distante.

Gentile signora, cosa accadrebbe se i suoi cari stessero male e lei fosse distante?
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Dr.ssa Maria Cristina Bivona Psicologo, Psicoterapeuta 81 3
Gent.le utente
sembra proprio che viva con estrema preoccupazione questa lontananza dalla sua famiglia di origine, infatti questa distanza la fa stare nell'ansia di non essere d'aiuto nel caso succedesse qualcosa.
Dalle sue parole sembrerebbe quasi che lei sia il genitori che ha bisogno di tranquillizarsi nel constatre che ai propri figli non succeda nulla quando sono fuori di casa, con la variante che i suoi figli in questo caso sono la sua famiglia d'origine.
Se lei ne ha voglia, perchè è davvero stanca di vivere nell'ansia, può provare a contattare uno psicoterapeuta, per farsi aiutare a comprendere il senso di questa protezione e preoccupazione e magari ripercorrere i passi di questa scelta che 5 anni fa l'ha portata ad andare via di casa.
Ci pensi!!

Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
forse il problema non è la distanza di in sé ma il costante bisogno di rassicurazione che deriva dalla preoccupazione che possa accadere qualcosa di negativo ai suoi familiari che probabilmente avrebbe anche se vivesse nella stessa città.
Lo svincolo dal proprio nucleo familiare è un processo fisiologico che a volte può essere ostacolato da una sorta di dipendenza affettiva che si è instaurata precedentemente ma che sembra normale e non viene percepita come tale.
Come definirebbe il rapporto con i suoi familiari?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it