Paure

Buongiorno,
vi chiedo consulto perchè da più di 2 mesi sto vivendo dei momenti di paura a fasi alterne.
Tutto ha avuto inizio dopo un rapporto occasionale nel quale ho tradito la mia compagna. Da li sono entrato nel baratro, con la condizione di aver contratto l'hiv. Ho chiesto consulto al mio medico di base, al numero verde dell'ISS, mi sono iscritto a forum sull'argomento, ho avuto un colloquio con un infettivologo in ospedale, sono stato visitato da un venereologo e tutti mi hanno detto che non ho corso alcun rischio. Ho effettuato 2 test a 15 giorni e a 40 giorni, entrambi negativi.
Dopo questo secondo test sono stato tranquillo per un po', ma ora mi ritrovo in uno stato di ansia e di paura.
Faccio fatica ad addormentarmi perchè soprattutto alla sera i pensieri mi assalgono, al mattino mi sveglio presto e durante il giorno ho il pensiero fisso di essere contagiato.
E soprattutto ho paura di contagiare la mia compagna, e questo è il pensiero peggiore, ci penso di continuo e non sopporto l'idea di poter essere io a farle del male.
Ora vorrei fare un altro test, a 70 giorni dal fatto, ma non sarebbe comunque definitivo, e ho paura di poter leggere "positivo" sul referto.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, la invito a riflettere su quest'idea:

"E soprattutto ho paura di contagiare la mia compagna, e questo è il pensiero peggiore"

Non esiste esame che possa tranquillizzarla, a 70, 90 o 120 giorni. Potrà sempre pensare che ancora il contagio non si è manifestato, o che l'esame è sbagliato, e ripetere il test all'infinito.

"ci penso di continuo e non sopporto l'idea di poter essere io a farle del male"

Mi permetta una domanda un pò strana: perchè ha tanta paura di far del male alla sua compagna?
[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
la ringrazio per la risposta.
La mia paura è dovuta appunto alla convinzione di aver contratto l'hiv, e quindi poter infettare la mia compagna!
E' una cosa che non riesco ad accettare e che non riuscirei mai a perdonarmi!
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Sì, questa paura l'ha espressa con chiarezza nel suo consulto. Se ci pensa, di solito si sta male all'idea di "aver fatto" qualcosa, non di "poterla fare".

Nella sua mente, "poter fare del male alla sua compagna" equivale a "averle fatto del male"?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Calì, lei mi scrive:
Nella sua mente, "poter fare del male alla sua compagna" equivale a "averle fatto del male"?

Non credo sia così, la mia paura non è averle fatto del male, perlomeno non ancora, in quanto in questo perido l'ho "protetta" evitando comportamenti che potessero metterla a rischio.

Dott.ssa Torreggiani, lei scrive :in lei di sensi di colpa che si sono in quache modo espressi sulla paura di aver contratto hiv (pur realistica)

con realistica intende che è realistico aver contratto il virus e che faccio bene ad essere ancora preoccupato per la salute mia e della mia compagna??

Ciò che non capisco è perchè, nonostante continue rassicurazioni da parte di esperti, continuo a pensare di avere l'hiv.. a molte persone sarebbe bastato un semplice "non ha corso rischi" per chiudere la faccenda, invece io, nonostante mi sia stato detto e ripetuto più volte, nonostante mi sia stato ripetuto che i test fatti non sono necessari e inutili in quanto non ho corso alcun rischio, nonostante il test a 40 giorni dal fatto sia risultato negativo, torno con la mente al pensiero di avere l'hiv.

Mi rendo conto che però tutto questo rischia di rovinare il rapporto con la mia ragazza, in quanto non so ancora per quanto potrò tenere nascosta tutta questa storia.

Temo che riuscirò ad uscirne solamente al novantesimo giorno, quando finalmente potrò fare un test considerato definitivo, e poi potrò combattere solamente (spero) con il mio senso di colpa!
[#5]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Gentile Utente,
se gli specialisti, valutando la situazione di "rapporto occasionale" da lei sottoposta alla loro attenzione hanno escluso la possibilità di contagio, forse la sua paura che non si placa non è legata solamente alla condizione di salute.
Come lei evidenzia <Tutto ha avuto inizio dopo un rapporto occasionale nel quale HO TRADITO la mia compagna>
Il senso di colpa per il tradimento le fa dire: <non sopporto l'idea di poter essere io a farle del male>
riferendosi al contagio, ma forse, inconsapevolmente, pensa al dolore per il tradimento.

Talvolta la nostra mente sposta le preoccupazioni su un piano fisico, per non guardare a quelle più profonde che coinvolgono gli aspetti emotivi e relazionali.

Un saluto.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ciò che non capisco è perchè, nonostante continue rassicurazioni da parte di esperti, continuo a pensare di avere l'hiv..
>>>

Questa è una domanda alla quale rispondiamo continuamente, può dare un'occhiata agli altri consulti.

Le rassicurazioni non solo non attenuano l'ansia, ma la alimentano. Il fatto stesso di aver bisogno di rassicurazioni significa che lei è ansioso e più ne riceve, più sta in realtà ricevendo conferme silenziose del fatto che non può farne a meno. È come una droga, che lì per lì fa stare meglio ma che alla lunga alimenta il problema.

È probabile che quest'episodio che le è capitato e che la sta facendo fissare sull'Hiv, sia in realtà rivelatore di un'ansia di fondo, che andrebbe valutata ed eventualmente risolta.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
dopo
Utente
Utente
"più sta in realtà ricevendo conferme silenziose del fatto che non può farne a meno", quanto è vero!!

Una cosa però: Qualche anno fa ho avuto un'altro periodo simile, per altri motivi, ma riconducevo la causa di un'altra malattia che ho curato sempre all'hiv.alla fine anche in quel caso ho effettuato il test e, dopo aver ritirato l'esito negativo, non ci ho più pensato.

Quello che intendo è che sono praticamente sicuro di riuscire a tranquillizzarmi nel momento in cui avrò in mano un risultato definitivo, ma fino a quel momento, come faccio?
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Quindi, se non capisco male, sta confermando che anche in passato ha avuto paura di aver contratto l'Aids, per motivi stavolta legati non a un tradimento ma a cause diverse.

>>> Quello che intendo è che sono praticamente sicuro di riuscire a tranquillizzarmi nel momento in cui avrò in mano un risultato definitivo
>>>

Ma se questo fosse vero non avrebbe dovuto ricascarci una seconda volta, non le pare?

La mia impressione è che lei abbia una tendenza ansiosa di base, che si esprime di volta in volta a seconda delle circostanze e degli eventi, ma è quella tendenza che andrebbe considerata e non l'evento in sé.

Fare altri esami sarebbe come ricevere altre rassicurazioni. Se si riconosce in quanto le ho detto, pensi che anche fare un'esame, per una persona ansiosa, equivale a ricevere una rassicurazione.

Quello che deve imparare è a non averne più bisogno, perché è questo che significa uscire dall'ansia.

>>> fino a quel momento, come faccio?
>>>

Anche questa è una richiesta di rassicurazione e non le renderemmo un favore dicendole: "Non ci pensi, vedrà che tutto andrà a posto".

Cordiali saluti
[#9]
dopo
Utente
Utente
E' vero, ci sono ricascato, ma in passato era una paura infondata, mentre questa volta ho avuto io un comportamento del quale mi sono pentito.
Credo che la differenza sia tutta qui, che oltre al timore della malattia (a detta degli specialisti infondato),non mi perdono il tradimento. Credo che questa sia la causa di tutto!
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non mi perdono il tradimento. Credo che questa sia la causa di tutto!
>>>

E allora come mai già in passato è caduto preda della *identica* infondata paura, senza tradimento?

Potrebbe essere che l'ansia stia mascherando il suo senso di colpa. Ma potrebbe benissimo essere il contrario: lei non vuole ammettere a se stesso di soffrire d'ansia, quindi si cerca altre giustificazioni per spostare il problema sull'evento del momento, anziché sulla vera natura del suo problema: l'ansia.

Come stiano davvero le cose lo potrà verificare lei stesso, nel tempo: la prossima volta che ci ricascherà, saprà già cosa pensare! Ovviamente speriamo di no.

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Utente
Utente
Purtroppo ora il mio pensiero principale va appunto all'hiv..dovrò aspettare il risultato del test, sperando di poterci mettere una pietra sopra.
Credo che allora potrò rendermi conto in base alla mia reazione dei miei problemi riguardanti l'ansia!
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Purtroppo ora il mio pensiero principale va appunto all'hiv..dovrò aspettare il risultato del test, sperando di poterci mettere una pietra sopra.
Credo che allora potrò rendermi conto in base alla mia reazione dei miei problemi riguardanti l'ansia!

Se ho ben inteso, attenderà l'esito del test per valutare la sua reazione.

E' possibile che si tranquillizzi: in quel caso, verrebbe meno la preoccupazione e la motivazione ad affrontare le sue ansie.

Nel caso in cui non si dovesse tranquillizzare, prenda in considerazione l'idea di una consulenza psicoterapeutica. Il rischio è quello di concentrarsi sul test e perdere di vista il vissuto angoscioso che sta accompagnando questa ennesima richiesta di rassicurazione.

Cordialmente
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