Ansia e attacchi di panico

Salve a tutti, sono un ragazzo di 21 anni e vi scrivo in relazione a uno stato d'ansia con simil attacchi di panico che ho sviluppato ormai da 3 anni.

Dopo avere letto qualche libro sull'argomento credo di poter individuare le cause da un esperienza a livello sportivo durata circa un anno, durante la quale ho avuto molte esperienze negative(anche davanti a molte persone)che presumo mi abbiano fatto "convincere" di essere un incapace.
Precedentemente, anche se l'ho compreso solo ora, ho sofferto di un altro disturbo chiamato "disturbo da dismorfismo corporeo"cioè non mi piaccio come sono e tutta quella serie di comportamenti che ne conseguivano, credo però di aver risolto in parte questo problema.
Come si manifesta l'ansia: praticamente tutte le volte che mi confronto con persone con cui non ho confidenza e ragazze sudo copiosamente da ascelle,mani e piedi, battito leggermente accelerato e, in particolare nei momenti in cui ho conversazioni con persone che ritengo " ad un grado più alto" ho tutti questi sintomi accentuati e delle vampate di caldo.
Le specie di attacchi di panico succedono quando sono in particolare disagio e condizione sine qua non, qualcuno deve rivolgermi la parola con conseguente interlocuzione( vampate di caldo, battito accelerato e sudore su tutto il corpo).
Non ho queste specie di attacchi in altri casi e non ho neppure sintomi tipo svenimento, vertigini ecc ecc
Le mie richieste sono queste:
pensate sia una situazione molto seria?
credete che possa risolvere il problema in breve tempo?
pensate che possa essere sufficente un psicologo oppure debba rivolgermi ad un psichiatra?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile ragazzo,
il suo disagio è evidente: ritengo opportuno che si rivolga ad uno psicoterapeuta per cercare di farsi aiutare a superare il suo malessere.
Sarà poi lui che valuterà anche l'opportunità di un consulto presso uno psichiatra. A volte può essere utile, all'inizio di un percorso psicologico, assumere temporaneamente dei farmaci per riuscire a tenere a bada i sintomi e riuscire ad effettuare così un lavoro psicoterapeutico più efficace.
Cari auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Roberto Fantasia Psicologo, Psicoterapeuta 99 1 1
Credo nel suo caso sia molto indicata una Psicoterapia di gruppo da associare alle sedute individuali. Non abbia fretta di risolvere il problema, soluzioni magiche non esistono. Molto nella vita lo si apprende dai propri errori, lei dice: "presumo mi abbiano fatto "convincere" di essere un incapace"...su questo posso dirle che la vita è anche lotta...per affermarsi, bisogna difendersi e reagire quando occorre! Procrastinare, rimandare, significa creare situazioni "non risolte" che influenzano negativamente la nostra autostima. Le occorre un pò più di responsabilità, e un atteggiamento più morbido con sè stesso...essere troppo severi con sè a che serve? Cosa c'è da imparare da quella esperienza negativa? Cosa non è disposto più ad accettare? E' utile "ingoiarsi" la rabbia? Trovare una risposta interiore a queste domande è un primo passo. Coraggio. Un caro saluto e un grande in bocca al lupo!

Dr. Roberto Fantasia
www.psicologo-fantasia.com

[#3]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
condivido nella sostanza il parere dei colleghi, un percorso con uno psicologo psicoterapeuta le può essere molto utile, sarà questi a valutare se nel suo specifico caso è opportuno o meno un contemporaneo (iniziale) aiuto farmacologico (infatti, anche se da quello che dice il lavoro psicoterapeutico dovrebbe essere sufficiente non si possono certo fare valutazioni approfondite a distanza). Comunque nel suo caso la risoluzione definitiva del problema non può essere data dai farmaci, che possono costituire semmai un aiuto temporaneo. La sua sembra essere una forma di "ansia sociale", che a volte diviene così intensa da sfociare in sintomi panici. Dice che potrebbe essere stata determinata da una serie di insuccessi sportivi, avvenuti come lei spiega "anche davanti a molte persone", suppongo che in quei momenti lei deve aver sperimentato grande vergogna e senso di inadeguatezza, che a mio parere sono andati a rafforzare tuttavia una vulnerabilità psicologica preesistente, (infatti già precedentemente per lungo tempo lei non era riuscito ad apprezzarsi dal punto di vista fisico, tanto che lei arriva ad ipotizzare di aver sofferto di un disturbo da dismorfismo corporeo), è giunto così al punto di sentirsi "un'incapace". Ora, semplificando, direi che giudicando sé stesso negativamente si aspetta (e dunque teme fortemente) di risultare inadeguato anche agli occhi degli altri, di qui l'ansia sociale. Eppure se lei ha scritto qui è perchè desidera fortemente superare questa situazione di sofferenza ed esser più capace di relazionarsi serenamente agli altri.
Spero che lei onori questa sua voglia di serenità, sarebbe dunque importante per lei rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, così all'interno di una relazione terapeutica non giudicante potrà autoesplorarsi senza sentirsi minacciato: per approdare gradualmente attraverso la relazione terapeutica ad uno sviluppo delle sue risorse interiori, infine ad un miglior rapporto con sé stesso e con gli altri.
La saluto con cordialità e le faccio i miei migliori auguri!

Dr. Andrea Biserni
Psicologo Psicoterapeuta - Sessuologo Clinico
Terapia Rogersiana - www.sessuologia-psicologia.org

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Dopo avere letto qualche libro sull'argomento credo di poter individuare le cause da un esperienza a livello sportivo durata circa un anno
>>>

Spesso si vuol trovare una qualche "causa" nascosta dietro l'ansia. Ma ancora più spesso, dietro l'ansia c'è solo altra ansia.

Potrebbe benissimo darsi l'ipotesi opposta: lei è una persona di base ansiosa e quindi la sua ansia tende a esprimersi di volta in volta in modo diverso. Altrimenti dovremmo ipotizzare che chiunque, di fronte alla medesima esperienza sportiva, avrebbe sviluppato il panico.

>>> ho avuto molte esperienze negative(anche davanti a molte persone)che presumo mi abbiano fatto "convincere" di essere un incapace.
>>>

Idem come sopra. L'ipotesi opposta è più semplice: lei ha di base un'autostima scarsa e quindi ogni occasione dove essa tornerebbe necessaria mette a nudo il problema.

Ciò significa forse che chi è di base ansioso e ha una bassa autostima sia condannato a restare così? Assolutamente no. Ma il primo passo per risolvere un problema consiste nella sua corretta identificazione.

I farmaci potrebbero aiutarla, ma di per sé non le daranno più coraggio e più autostima, potrebbero solo favorire le condizioni perché, attraverso l'esperienza, lei possa ottenerne. Ma per fare le esperienze adatte è necessario che sia seguito da un bravo psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia.

Legga qui e si faccia un'idea su cosa aspettarsi da una psicoterapia e su alcuni dei più diffusi approcci psicoterapeutici:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, ringrazio tutti gli intervenuti per le risposte date e vi comunico che mi sono deciso a parlarne in famiglia e ho già fissato un appuntamento con un psicologo.
Voglio fare presente alcuni aspetti che forse possono esservi utili,durante gli ultimi mesi ho messo da parte alcuni tentennamenti che si possono ricondurre al disturbo da dismorfismo(credo) e sono ritornato ad uscire con gli amici come una persona normale e in generale ad avere una vita relazionale più aperta.
Non mi sono mai isolato totalmente dato che l'attività sportiva non l'ho abbandonata, mi sono diplomato e adesso frequento l'universita e sono quasi tutti i giorni a contatto con 50 e più persone( con spesso dei disagi,però).

L'autostima:ricordo che già a 11-12 anni un insegnante di scuola media individuò una mia bassa autostima, e pensandoci, molti miei comportamenti sono condizionati da questo aspetto(credo).
Riconosco tuttavia che sia spesso senza motivo perchè ora ho una media di 27 e per quello che riguarda lo sport ho giocato a calcio anche a livello professionistico e mi sento di dire, pure, che non sono affatto una brutta persona.
Tuttavia i miei ultimi 5 anni sono stati condizionati in maniera significativa da questi aspetti.

x il dottor. Santonocito:

Tutte le prestazioni erano ( e in parte, inferiore, sono) caratterizzate da ansia.
Riconosco che spesso era abnorme, eccessiva fino ad avere le gambe "molli".

Tuttavia non chiedo grandi cose, semplicemente di ritornare la persona che ero prima.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Quindi, se non capisco male, l'ansia è spesso presente e l'autostima bassa. Pur riconoscendo lei per primo che la media è buona e le prestazioni sportive pure. E che inoltre non è neppure una brutta persona.

Ma questo è in linea con quanto le stavo dicendo: l'ansia è un tratto che l'accompagna e, anche se si rende conto di valere qualcosa, non riesce a darselo, questo valore. Questo è appunto ciò che significa avere una bassa autostima: non *sentirsi* all'altezza anche se razionalmente si *saprebbe* di esserlo.

Sentire e capire sono due cose diverse, si può eccellere in una ma avere difficoltà nell'altra.

Inizi perciò con fiducia il suo percorso psicoterapeutico, poi potrà tornare qui per riferirci fra qualche tempo.

Cordiali saluti
[#7]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
ci dice che una bassa autostima ha condizionato molti suoi comportamenti fin da quando era ragazzino e che soprattutto negli "ultimi 5 anni" ha sofferto molto a causa di tale bassa autostima (a ciò mi riferivo parlando di senso di inadeguatezza) e ansia sociale. Tuttavia qualche cosa sta cambiando significativamente dentro di lei in questi ultimi mesi portandola a cambiamenti anche nella sua vita, infatti scrive: "durante gli ultimi mesi ho messo da parte alcuni tentennamenti che si possono ricondurre al disturbo da dismorfismo(credo) e sono ritornato ad uscire con gli amici come una persona normale e in generale ad avere una vita relazionale più aperta", e oggi stesso ha "deciso a parlarne in famiglia" e ha "già fissato un appuntamento con un psicologo": a me arriva che si stanno facendo sempre più pressanti in lei quelle risorse interiori e quelle forze che la spingono e la orientano verso la crescita interiore e la conquista di un maggior benessere psicologico e relazionale! queste risorse interiori le hanno già quindi permesso alcuni passi fondamentali nella direzione del benessere, sono preziose per lei e potranno essere facilitate adeguatamente e svilupparsi sempre più all'interno di una relazione terapeutica: costituiscono il suo <<potere personale>>.
Sono contento che le siamo stati utili,
le faccio i miei migliori auguri!
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