Disturbi del comportamento

Mio figlio di 8 anni, classe seconda, a scuola corre per tutto il tempo senza partecipare alle lezioni.Questo problema probabilmente esiste fin dall'asilo ma noi ce ne siamo resi conto solo dall'anno scorso su segnalazione delle insegnanti.A casa il fenomeno esiste ma è limitato e il bambino riesce a fare i compiti e recuperare il lavoro non svolto a scuola con facilità. A 7 anni l'ha visitato la neuropsichiatra infantile dell'ASL e per un anno, con visite troppo sporadiche, è stato tenuto sotto osservazione non rilevando niente di anomalo (?).Attualmente, dopo un consulto c/o psicologa,è in terapia c/o un centro di psicomotricità da circa un anno senza risultati(anzi da due mesi è peggiorato). Il test d'intelligenza dimostra le sue notevoli capacità, i voti, quando effettua le verifiche sono ottimi soprattutto ove si richiede capacità logiche.Ha difficoltà nell'esercizio grafico, scrive male ed è poco coordinato, riesce poco negli sport. I test hanno messo in evidenza problemi di psicomotricità e di disgrafia, sui quali stiamo lavorando con delle esperte logopediste e con un programma specifico a casa. Nonostante tutto il bambino non migliora, corre per tutto il tempo a scuola. Vorrei sapere a chi posso rivolgermi per avere risposte più concrete, magari sottoponendolo ad encefalogramma o altri test.
Le maestre sono impotenti e a volte anche noi genitori ci sentiamo impotenti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Le visite alle quali ha sottoposto suo figlio sono appropriate. Pertanto il suggerimento può essere solo quello di far vedere il bambino a un differente neuropsichiatra e/o a un differente psicologo, per ricevere dei secondi pareri.

Elettroencefalogrammi o altri tipi di test, esami o accertamenti devono essere richiesti dai curanti, a loro discrezione.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
in situazioni come queste, è molto importante una buona "alleanza" tra famiglia e insegnanti, proprio per evitare che le cose sfuggano di mano: il bambino deve rendersi conto che genitori e insegnanti la pensano allo stesso modo e adottano le medesime regole di comportamento.

Le osservazioni di cui ha parlato sono state effettuate in ambulatorio o nel contesto scolastico?
Dal momento che è a scuola che si presenta in modo peculiare il problema, è lì che il bambino andrebbe osservato...
Spesso i bambini che hanno problemi di coordinazione motoria presentano bassi livelli di autostima, anche perchè magari gli altri li prendono in giro o ridono delle loro goffaggini. Oppure in seguito alle loro difficoltà si sentono in qualche modo "diversi" e si difendono cercando di attirare l'attenzione come possono (anche in senso negativo) o ancora risultano aggressivi con i compagni.

La disgrafia rientra tra i Disturbi Specifici di Apprendimento, perciò il suo bambino dovrebbe essere aiutato a scuola attraverso gli strumenti compensativi e/o dispensativi previsti dalla recente normativa italiana.

Come ha già scritto il collega, il percorso che ha effettuato è corretto e la psicomotricità in linea generale assolutamente indicata, magari meglio in piccolo gruppo.

Ci aggiorni, se lo desidera, sugli sviluppi della situazione.
Auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

oltre a quanto già evidenziato dai colleghi le suggerisco anche di riflettere sui possibili motivi d'ansia o di disagio che il bambino potrebbe vivere sia in famiglia, sia a scuola, e di considerare anche la possibilità di intraprendere una psicoterapia familiare, che interverrebbe sulle dinamiche relazionali che possono aver determinato o fatto peggiorare i disturbi del bambino.
Se il medico neuropsichiatra non ha ravvisato alcun disturbo organico battere ulteriormente questa pista sarebbe infruttuoso, mentre iniziare a considerare il bambino come individuo inserito in un ambiente con il quale interagisce più o meno serenamente sarebbe sicuramente utile a intervenire almeno su parte del disagio che manifesta.

Cordiali saluti,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
come sono le relazioni di suo figlio con gli altri bambini? Sa quali tipi di test ha fatto oltre a quelli di intelligenza? A casa fa i compiti perché seguito? Ha argomenti preferiti di particolare interesse?

Concordo comunque con il collega dott.Santonocito sull'opportunità di un ulteriore parere da parte di un neuropsichiatra infantile.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Gent.le Signora,
a quanto scritto dai colleghi, a cui mi associo, vorrei aggiungere una riflessione.
Lei parla di notevoli capacità rilevate dal test di intelligenza (sa indicarci il valore del Q.I.?): talvolta i bambini molto intelligenti presentano dei comportamenti problematici in classe, dovuti al poco interesse per le lezioni che trovano banali.
Le sembra che possa essere il caso di suo figlio?
Anche il vissuto di non riuscire a tradurre con adeguato gesto grafico (disgrafia) le sue capacità intellettive potrebbe spingerlo a distrasri e a scaricare con la corsa la frustrazione.

Un saluto.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it