Bimbo 5 mesi

Buongiorno,

ho un bimbo di 5 mesi che durante il giorno è attivo e vitale. A parte quando ha problemi di fame/raffreddore/denti ecc.. è sempre sorridente con tutti. Sta anche volentieri in collo a tutti, alle persone che conosce e pure a chi non conosce. Però la notte ogni ora, massimo due, si sveglia disperato. Tipicamente si calma solo dopo che lo abbiamo preso in braccio e ninnato un po'. Spesso basta poco, massimo 10 minuti, altre volte ci può volere anche un ora per riaddormentarlo. Lui dorme nella sua cullina, accanto al nostro letto. Io cerco di non accorrere al primo vagito, per vedere se si riaddormenta da solo. Raramente funziona, ma molto spesso il pianto peggiora e poi ci vuole molto di più a calmarlo. Avrei voluto portarlo già da tempo nella sua camerina, ma fino a che la situazione rimane questa desisto,non ce la farei a fare tutta la notte avanti e indietro.

La mia domanda è questa: è possibile, come sostiene mio marito, che lo faccia perchè sente il bisogno della presenza dei genitori? A me sembra strano, dato che il giorno non manifesta questo bisogno. E' vero però che da solo non rimane mai più di 10 minuti: anche se non ci siamo noi, qualcuno c'è sempre. Inoltre qualche mattina, non spesso purtroppo, si sveglia tranquillo nella sua culla (dopo x risvegli notturni!) e gioca silenzioso e tranquillo finchè non lo prendiamo per la colazione! Possibile che in quel caso non ha bisogno della nostra presenza e in altri si?
Tra l'altro, io da piccola ho sofferto di pavor nocturnus, fino alla pubertà (non diagnosticato: i miei genitori pensavano fossero bizze. Solo da grande, documentandomi, ho capito cosa era stato!), ma non credo sia possibile, in un bimbo così piccolo.

In ogni caso, come mi devo comportare? come capire se questo continuo svegliarsi deriva da motivazioni psicologiche, da cattive abitudini apprese o se piuttosto ha qualcosa di fisico? Come magari il latte che scarseggia, o dolorini di pancia notturni? E in ogni caso, come comportarsi per non minare la sicurezza del bimbo, per non creare traumi? (mi vergogno a dirlo, ma un paio di notti ho provato pure a lasciarlo piangere per quasi un ora, ma non mi sembra di aver risolto niente!)

Spero di risolvere questa situazione, altrimenti il prossimo consulto che dovrò richiedere sarà per me, dato che la mancanza di sonno mi sta facendo impazzire!!!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
ne ha parlato anche con il pediatra del suo bimbo? Prima di tutto è davvero necessario escludere problemi di tipo fisico. Ad esempio, non è chiaro se il suo piccolo effettua ancora poppate notturne.
Riuscite a rispettare una certa regolarità nei ritmi? Mettete in atto delle routines quotidiane rispetto alla messa a letto?
Comprensibilmente la mancanza di sonno la sta esasperando, ma ogni bambino è diverso dagli altri e, in particolare quando sono così piccini e non hanno la possibiità di esprimere verbalmente il loro disagio, si deve inevitabilmente procedere per "prove ed errori".
Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la prontezza nella risposta.

Il bimbo fa ancora poppate notturne. Il mio pediatra dice che cresce bene (lo vede una volta al mese) e quindi è improbabile che sia fame, e in effetti anche alle uniche due poppate notturne che gli ho lasciato (intorno a mezzanotte/ l'una e intorno alle 4/5) il bimbo poppa tranquillo e poi si riaddormenta, o se non si riaddormenta si stacca sereno, non arrabbiato. Per cui mi viene da pensare che il latte ci sia, anche se da tempo ho eliminato lo stress della doppia pesata per conferma. Per quanto riguarda i risvegli notturni, l'unica considerazione che mi ha fatto il pediatra è stata: "ci sono bimbi che dormono di più e bimbi che dormono di meno".

Non mi è chiaro cosa intende in 'regolarità nei ritmi'. Se intende durante la giornata, a grandi linee l'unica regolarità che ha è che, più o meno quando ha sonno, senza un orario preciso, mi fa un sonnellino nell'arco della mattinata di circa un oretta, più o meno sempre intorno alla tarda mattinata, e poi nel pomeriggio, ma non a un orario proprio preciso. A volte poi si riassopisce la sera intorno alle 6 o le 7. Per quanto riguarda la messa a letto, ho povato a dare al piccolo una routine: quando si assopisce, ma prima che dorma seriamente, (con gli occhietti semiaperti, per intenderci) cerco di metterlo a letto, e gli dico sempre una piccola filastrocca tutta nostra quando lo sistemo nella cullina. Dopo di che lo lascio, standogli accanto ma senza farmi vedere, fino a che lui non prende sonno (quasi subito). Si addormenta anche serenamente, è per questo che non capisco poi il perchè di tutti questi risvegli.

Sono daccordo con Lei nel dover procedere per 'prove ed errori', ma il mio problema è che mi sembra che le prove siano state fatte tutte, e ho sempre paura di sbagliare, dato che non ottengo mai nessun risultato. Mio marito questa notte voleva provare con il metodo Ferber. Lei che ne pensa? Se quello del bimbo fosse bisogno dei genitori, non è che lo traumatizzo ancora di più?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
so bene che ora vi può sembrare un "tunnel senza uscita", ma in realtà si tratta di un periodo che inevitabilmente supererete. Finirà: anche se può risultare difficile pensarlo, può essere d'aiuto nel tollerare meglio la situazione nel presente.

Certo è un momento molto delicato, in cui dovete attingere a tutte le vostre risorse (fisiche e psicologiche) per far fronte alla situazione e in cui certe scelte (ad esempio, come purtroppo spesso accade, decidere di accogliere il bambino nel lettone) rischiano di presentare il conto successivamente.

Inoltre filosofie di intervento differenti rischiano di procurare conflitti tra voi genitori e acuire il disagio che già vivete, invece di sostenervi a vicenda.
Personalmente ritengo un po' troppo drastico il metodo che cita: avete pur sempre a che fare con una personcina che, anche se non dorme serenamente di suo, non mi pare giusto lo debba fare solo per sfinimento dal pianto e per di più non sentendo corrisposta la sua richiesta di accudimento.

D'altro canto, però, è necessario mantenere comunque un certo equilibrio e non incappare nel rischio di dargli abitudini scorrette: dormire deve essere qualcosa che riguarda il bambino, non spetta all'adulto "farlo" addormentare, soprattutto andando avanti con l'età.
Ad esempio, meglio cercare di calmarlo con parole dolci sussurrate e qualche carezza, ma evitando di prenderlo in braccio.
Si tratta di dosare con il buon senso (nessun manuale o nessuna ricetta vi può aiutare!) vicinanza e lontananza, stando attenti a distinguere i suoi reali bisogni dai vostri. Un modo di fargli sentire vicinanza protettiva può essere quello di mettere nella culla un pupazzo morbido che diventerà col tempo il suo "amico di nanna", oppure un indumento della mamma con il suo profumo.

Altrettanto importante è imparare a distinguere i suoi vari tipi di pianto, in modo da rispondervi adeguatamente: a volte il pianto è una sorta di "lamento" che funge da ninna nanna, altre volte è più disperato...
Effettivamente se è nutrito, pulito, ad una giusta temperatura, dopo una ragionevole dose di coccole, lo si può anche lasciar piangere un po' e non accade nulla di irreparabile.
Cercate di supportarvi l'un con l'altro, decidendo in accordo se e quando intervenire e facendolo in modo alternato.

Cari auguri.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
come capire se questo continuo svegliarsi deriva da motivazioni psicologiche, da cattive abitudini apprese o se piuttosto ha qualcosa di fisico? Come magari il latte che scarseggia, o dolorini di pancia notturni?

Gentile signora,
come le ha suggerito la collega è bene consultare in primo luogo il pediatra, tra l'altro il suo bimbo potrebbe essere alle prese con la dentizione che può appunto ripercuotersi sul sonno.
Il pianto di dolore dei bimbi è inoltre con un po' di pratica riconoscibile poiché si tratta di strilli acuti che vanno via via crescendo di intensità e nei primi mesi potrebbe essere causato da coliche, si distingue anche perchè in questo caso il bimbo non si calma, è inconsolabile e ritrae le gambe.

Esclusi motivi fisiologici attraverso un'accurata visita pediatrica, è necessario armarsi di pazienza.Le routine possono aiutare,così come momenti piacevoli condivisi con i genitori prima della nanna. Sul metodo Ferber le opinioni sono contrastanti.

Dal mio punto di vista è bene essere presenti quando il bimbo piange e consolarlo fino a che si calma o si riaddormenta. Non è necessario prenderlo in braccio e sconsigliato metterlo nel lettone.
E'quindi corretto farlo dormire nel suo lettino, ma anche essere una presenza calda e rassicurante quando ne ha bisogno.
Per i bimbi lasciarsi andare al sonno notturno significa abbandonare le certezze.

Tutto questo è naturalmente da intendersi in senso generale.

Molti auguri


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio delle informazioni. Mi avete chiarito molto, e sto riacquistando un po' di sicurezza: dalle vostre parole ho capito che, almeno, mi sto muovendo nella giusta direzione (no categorico al lettone, cercare di insistere ma con dolcezza, routine della buona notte...). Anche io ero molto scettica su questo metodo Ferber e sono contenta che la mia posizione non fosse solo una 'posizione di comodo', ma che in fondo avevo ragione.

Tra l'altro stanotte è andata molto meglio, non so se per merito della favola che ho aggiunto alla routine della buona notte, così da far sentire al bimbo la mia voce finchè non è addormentato per bene, o se perchè aveva lo stomachino bello pieno dato che ieri gli ho aggiunto del biscotto alla fruttina della sera. In ogni caso credo che continuerò anche con la favola: sicuramente non gli farà male.

Grazie ancora!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Sono contenta per Lei...
Aggiunga pure all'elenco il fatto che la sua maggior serenità contribuisce a far andar meglio le cose o per lo meno a vederle con occhi diversi.
Se le fa piacere ci tenga aggiornati su come procede.
Cordialità.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Bene signora, tenga presente che diventare madre comporta spesso qualche incertezza e apprensione, con il passare del tempo avrà modo di conoscere sempre più il suo bimbo, rispondere in modo ancor più soddisfacente alle sue richieste e acquisire fiducia e sicurezza nelle sue capacità materne.

Inoltre gli stati emotivi della mamma, e non solo, si riverberano sul bimbo. Come ha detto la collega, la sua tranquillità riveste un ruolo importante.

Auguri!
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

Come richiesto dalla dottoressa Scalco aggiorno la situazione, per dovere di completezza. Ora il bimbo ha 9 mesi e mezzo, la situazione è decisamente migliorata. A volte riusciamo anche a dormire dalla mezzanotte/l'una fino la mattina alle 6 senza risvegli. (tralasciando le notti in bianco degli ultimi giorni causa caldo!). A volte la stanchezza prende il sopravvento e me lo porto nel lettone, ma molto molto di rado (circa una volta o due ogni 15 giorni). Nel frattempo quando aveva 6 mesi circa lo abbiamo trasferito in camerina sua, senza miglioramenti ma neppure peggioramenti. Devo dire che ora sono molto più serena, e non so se questa serenità sia causa o conseguenza del fatto che il bimbo dorme un po' meglio.

L'unico problema che mi rimane è che continua ad addormentarsi sempre e solo in braccio (o nel passeggino se siamo a passeggio). Il bimbo pesa 'ancora' solo 8,5 kg (forse qualcosa di più ormai). Mi chiedo cosa farò quando sarà più grande, senza contare che a breve avrei piacere di procedere con il secondo figlio! E' un abitudine sbagliata?

Visto che sono qui, e che mi è venuto in mente, vi faccio un altra domanda: se faccio un altro figlio a breve, è meglio se stacco dalla tetta il primo (ancora allatto almeno 2 volte al giorno, anche più a volte). Non vorrei che vedesse il fratellino come quello che gli ruba il posto tutto suo tra le braccia della mamma, ma non vorrei neppure staccarlo se non ce ne è bisogno...

Grazie ancora per la vostra disponibilità.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
se, nonostante tutto, ha già voglia di pensare ad un secondo figlio, significa davvero che il peggio è passato! Sono molto contenta per voi.

<<E' un abitudine sbagliata?>>

Come già dicevamo mesi fa, pian piano sarebbe meglio (soprattutto per lui, ma anche per voi) che il bambino riuscisse ad addormentarsi per conto suo, abituandosi a passare dalla veglia al sonno nel suo lettino, senza l'intervento o la vicinanza di un adulto.
Certo anche questa è un'abitudine da fargli acquisire gradatamente, magari aspettando condizioni climatiche migliori, in modo che non gli risulti troppo difficile farlo.

Per quanto riguarda l'allattamento, le consiglierei di chiedere anche al pediatra che segue il bambino, indipendentemente dall'arrivo o no di un nuovo "cucciolo".
Secondo me, per qualche mese (magari fino all'anno d'età) potrebbe proseguire, avendo già in mente una graduale sospensione, tenendo conto del fatto che non è detto che il secondo figlio possa essere programmato a piacere e arrivare quando lo decidiate voi.

Restando disponibile per ulteriori chiarimenti, vi porgo cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.

Ovviamente il secondo figlio non è programmabile a piacere. Ma già il fatto che ci stiamo provando ci apre di più a questa possibilità. Volevo solo cercare di capire cosa fare nel caso in cui.

Nel caso, è comunque indicata una graduale sospensione? Certo, fino all'anno vado sul tranquillo: arrivasse anche subito il secondo, ho ancora 9 mesi di tempo. Ma dopo l'anno è indicata una graduale sospensione a prescindere o solo con l'arrivo di un eventuale nuovo bebè?

La ringrazio per i chiarimenti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Ribadendo il consiglio di consultare il suo pediatra per una risposta veramente individualizzata, le posso dire che l'OMS raccomanda l'allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita e il mantenimento del latte materno come alimento principale fino all'anno d'età. Parallelamente è necessario iniziare lo svezzamento, introducendo cibi complementari al latte.
Da lì in poi si tratta di una scelta individuale, tenendo conto anche dei propri impegni e dei propri ritmi, così come di quelli del bambino.
Così come per le varie teorie da Lei citate sull'addormentamento, altrettante ne esistono riguardo l'allattamento.
La mia idea è che, spesso, interrompere l'allattamento al seno è più difficile per le mamme di quanto non lo sia per i piccoli. Io non sono una sostenitrice dell'allattamento al seno a lunga scadenza (a volte si vedono bimbi di 4-5 anni reclamare il seno e non lo ritengo affatto adeguato): mi pare che 12 mesi siano già un bel traguardo.
Nel caso di una gravidanza, solitamente al quarto/quinto mese c'è comunque una diminuzione nella produzione di latte, che a volte assume anche un sapore differente, che induce il bimbo a rinunciarvi da solo.

Saluti.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Quest'ultima informazione che mi ha dato mi rasserena molto! Se il bimbo fosse indotto a staccarsi da se dal seno mi toglierei un bel fardello e mille dubbi. Quindi continuo per la mia strada, nel caso vedrò il da farsi se non succede nulla nei primi mesi di gravidanza.

Mi trova daccordo sul limite all'anno di età, ma latte permettendo, non volevo mettere paletti fissi: non un divieto categorico dopo l'anno, ma comunque una limitazione per esempio alla sola colazione e solo se siamo a casa. Penso che poi da questo sia facile poi il totale distacco nell'arco di poco tempo.

grazie delle informazioni,

Cordiali saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Spero di risolvere questa situazione, altrimenti il prossimo consulto che dovrò richiedere sarà per me, dato che la mancanza di sonno mi sta facendo impazzire!!!
>>>

Riprendendo questa sua frase in apertura del consulto e rileggendo tutto, potrei dirle che questo consulto è già per lei! Non per il bambino, che a quanto pare sta bene ed è un normalissimo bambino che piange e si dispera come tutti i bambini.

L'ipotesi del pavor nocturnus mesi fa è quella più probabile, escluso tutto ciò che c'era da escludere. Oltretutto ne ha sofferto anche lei, quindi sembra proprio un "marchio di fabbrica".

Riguardo ai "vizi" comportamentali che descrive adesso, potrebbero essere stati indotti involontariamente per abitudine. L'ansia e l'apprensione verso suo figlio rischiano di trasformarsi in una profezia che si autorealizza: mio figlio ha bisogno della mia attenzione costante, altrimenti è in difficoltà. E quando poi l'attenzione viene ritirata, il bambino naturalmente si dispera, perché a quel punto ha "capito" che l'allontanamento dalla madre è pericoloso.

Perciò ritengo che sarebbe utile che consultaste, insieme a suo marito, uno psicologo per farvi consigliare i comportamenti più opportuni da tenere o non tenere con il vostro bambino. Da qui è difficile valutare in modo preciso ed esauriente.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Concordo con Lei: nella vita, e in particolare con i bambini, la rigidità non è una buona consigliera.

In bocca al lupo anche per la nuova "caccia al tesoro"!
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio ancora delle preziose informazioni. Ne farò tesoro.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
ho letto lo storico del suo consulto e, credo che le ansie genitotiali appartengano al ruolo del genitore, nel suo caso però mi sembrano eccedere ed intralciare la capacità di un accudimento sereno e soprattutto ludico.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu per lei con uno psicologo, con cui condividere ansie, preoccupazioni e paure, per evitare che queste passino al piccolo.
Un percorso di sostegno alla genitorialità le sarebbe di grande aiuto
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Salve.

Credo di aver dato un impressione del tutto errata di me. Non credo di essere una mamma ansiosa, non quanto altre mamme che conosco, almeno. La disperazione dell'inizio del consulto (che si riferisce a più di 4 mesi fa!) era dettata da notti e notti insonni. Non ero preoccupata tanto per lo sviluppo del bimbo, quanto del mio equilibrio psico-fisico per cui cercavo soluzioni al mio problema.

Ora ovviamente le cose si sono sistemate, o almeno si stanno sistemando, Gli ultimi miei post non erano altro che richiesta di informazioni.

Poi ovviamente resta il fatto che nel caso mi trovassi in difficoltà chiederei aiuto. Probabilmente lo farò a prescindere quando arriverà il secondo bimbo, Se non altro per farmi dare qualche consiglio. Sono già a conoscenza del fatto che c'è una psicologa 'della famiglia' nel consultorio di zona.