Vulnerabilità..fragilità

"La fragilità del cristallo non è una debolezza,ma una raffinatezza".Gentili dottori,inizio così questo mio post,con una frase del film Into the wild.Frase in cui mi riconosco.Vi spiego il perchè e qual è o quali sono i miei quesiti.Ho 29 anni,sto bene(insomma..mia tròp) ma ho un problema che non si risolve.Un carattere trasparente,una lastra attraverso la quale vedere.Ho la necessità di esprimere le mie sensazioni,i miei stati d'animo.Tutti,soprattutto quelli che mi inducono ansia.Se mi sento bistrattata,se ho paura di fallire in qualche impresa,se ho paura del giudizio degli altri:lo devo dire.Appena entro un po' in confidenza con le persone,voglio raccontare di me.Solo che racconto anche le corde più scoperte,i passaggi dell'anima più nascosti e vulnerabili,come "per farmi aiutare".Mentre li dico,mi sento forte e invincibile,perchè mi sembra di aver descritto ad un amico o più amici il mio essere.Mi sento vulnerabile e forte,perchè è come se mi mostrassi a nudo,e più forte della fragilità nella sua verità non c'è nulla.Poi, passata la crisi o le crisi di inquietudine,vorrei riprendere le redini della mia vita,e mi sembra di non poterlo fare più,perchè ormai,agli altri, ho fotografato di me anche le ossa,le vene,tutto.Insomma,non che mi penta,ma è come se dicessi"Come cambio ora,se mi son descritta così con minuzia?"Se ho dato questo ritratto così dettagliato di me,come faccio poi a mettere una maschera che tuteli le mie paure?"Non so se riesco a spiegarmi.So che sbaglio a dire ciò che sento in modo così descrittivo,ma so anche che è il mio modo d'essere.Ho provato in alcuni periodi a controllarmi,ci son anche riuscita.Poi però la mia natura esce,come nella favola della rana e dello scorpione.So che mi si ritorce contro ma lo faccio.Mi sembra che descrivendo da Dio agli altri,loro possano capirmi/amarmi nella mia totalità e che io non lasci niente di intentato.A volte però capisco che il dettaglio analizzato,anche nell'animo umano,può essere sempre più scomponibile,e quindi mi sembra una confessione sempre più profonda.Ma gli altri non fanno così,non si mettono in croce per giustificarsi,farsi capire,accettare,amare.Vorrei rimanere come sono,con questa capacità di comunicare,ma anche essere più libera dal..boh, giudizio altrui?
va beh,ho scritto un papiro,vorrei sapere se avete dei consigli praticissimi,visto che da come si legge io sono l'antitesi del pratico..Ho parecchia voglia di metterli in pratica per star meglio.Grazie mille.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
non ci sono regole univoche di comportamento omologabile per tutti, forse lei si piace così com'è, citando la frase iniziale del suo consulto.
L'aspetto pratico della vita, si acquisisce nel tempo, senza per forza dovere rinunciare alla dialettica ed all'introspezione-
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Forse la possibilità di "riprendersi le redini della sua vita" esiste sempre, anche se ha raccontato molte cose di sè. Forse è lei che sente di aver "fissato" la sua immagine (per richiamare l'immagine di una pietra...) nella mente degli altri, ma potrebbe non essere che un suo timore: gli altri sono pronti ad accogliere anche delle smentite! Può essere che inconsciamente lo faccia proprio per impedirsi di esprimere altri parti di sè, diverse da quella che ha bisogno ed è fragile, che le fanno più paura... Provi lo stesso "a tutelare le sue paure", provi a sperimentarsi in altri modi, anche per capire se può essere ugualmente amata...
Tanti auguri