Il giorno dopo che litighiamo io ho la tachicardia, sto male, piango, mi sento

Buonasera,ho 30 anni e sono fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo stupendo, diciamo che non sono mai stata felice così in vita mia. Il fatto è che nonostante vada da uno psicoterapeuta da 2 anni (e i miglioramenti sono stati evidenti a detta di tutti) ancora sento di non stare bene come vorrei e dovrei. Il fatto è che il passato ogni tanto riemerge: mio padre ha sempre tradito mia madre, poi si sono separati ma rimasti sotto lo stesso tetto e le umiliazioni di lui verso mamma ( e verso noi figli) sono continuate negli anni(le assenze fino a notte fonda,le scuse per non partecipare ai momenti più importanti di noi figli) fino a che io cresciuta e 18 enne ho preso in mano la situazione e sono riuscita ad allontanarlo da casa. Noi non ci vediamo né parliamo da 5 anni, gli ho dato tante troppe possibilità…tutte bruciate, ho sempre sperato potesse tornare il padre affettuoso di una volta, premuroso invece i suoi unici svaghi erano i viaggi e le altre donne. Ho avuto una mma stupenda però che ha sempre trovato in me il sostegno e pilastro per tutto…2 anni fa sono esplosa non ne potevo più, mi sentivo stanca di essere sempre quella io a prendere le decisioni per tutti, di andare io contro mio padre per difendere mamma e fratello. Al di fuori sono sempre stata vista come la persona + soalre del mondo, dentro però piangevo tutti i giorni. Ho provato ad allontanarmi qualche mese per staccare ma quando sono tornata i problemi erano sempre là ad aspettarmi. Da quando ho ciuso con mio padre, sto meglio..Mi manca ma preferisco l’assenza ad altre delusioni. Ho sempre avuto storie tormentate, mi hanno lasciata tutti perché litigavo sempre…Da quasi 2 anni però mi è cambiata la vita: sono più serena perché ho imparato ad ascoltarmi e ad assecondare i miei bisogni, ho interrotto quel copione malato che mi portava ad essere “abbandonata”(mio padre da piccolo è stato abbandonato in un orfanotrofio). Con questo ragazzo sto bene, ho iniziato a perdonar il genere maschile…Ma tuttavia ci sono alcuni periodi come questo dove qualcosa riemerge ed io non riesco a non litigare. Lui mi capisce, mi sta dietro e mi rassicura, parliamo molto del mio modo di vedere le cose e delle mie paure.
Ma non riesco a gestire i conflitti: il giorno dopo che litighiamo io ho la tachicardia, sto male, piango, mi sento in colpa perché ho paura che l’abbandono si ripeta come hanno fatto tutti. Mi riprometto di stare zitta, ma poi se qualcosa non mi va bene la devo dire…e il giorno dopo quasi non respiro dall’affanno che mi viene, perché capisco che sbaglio io ad avere paura che lui possa capire che non osno io quella giusta. Lui ha lasciato una ragazza per me dopo 10 anni, ha rivoluzionato tutto e il ns rapporto è unico, ma poi quando si discute io penso di non essere “perfetta” come vorrei perché dentro di me ho l’idea che solo la perfezione possa farmi tenere stretto un uomo. Ho bisogno di capire come posso gestirmi dopo che litghiamo perché io sto male e soffro da morire.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile ragazza,
ne ha parlato con il suo terapeuta?
Che tipo di percorso terapeutico sta seguendo?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Faccio pscoterapia individuale, siamo partiti dalla preistoria parlando di me e soprattutto della mia famiglia e del rapporto dei miei genitori. Mia mamma è una buona ma ha assecondato eccessivamente mio padre, anzi lei di ce si a tutti questo porta inevitailmente qualcuno a soffrirne, proteggeva noi figli dandoci tanto amore ma allo stesso tempo permetteva a mio padre di imporre ordini su tutto e di andare ed usicre di casa con altre donne. Io sono decisamente migliroata, mi ascolto di più e faccio quello che mi piace, prima il mio cervello elettronico era mamma...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sembrerebbe che la sua terapia l'abbia aiutata a capire, ma non a gestire le reazioni ansiose e rabbiose. Tant'è vero che ancora rimugina su ciò che è stato e su come le cose avrebbero dovuto essere. È ancora alla ricerca del paradiso perduto, solo forse un po' più disillusa.

Mi sbaglio?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Diciamo che non riesco a scrollarmi di dosso l'idea di perfezione: se le cose non vanno "perfettamente" penso che le persone non si attaccano a me come vorrei, se sono perfetta allora la gente mi vuol bene, quindi quando litigo ovviamente sono "imperfetta" e come tale mi sentoin colpa perchè penso che a cusa del mio comportamente la persona mi abbandoni. Mio padre è sempre stato molto severo e c'è stato una sorta di ricatto morale: se sei brava a scuole allora ti voglio bene, se sei la migliore in questo allora sei meritevole d'amore...Mi sono sudata praticamente tutto e quando non ero perfetta mio padre mi puniva sevramente e la volta successiva pretendeva a tutti i costi che io la facessi bene al costo di privarmi della sua considerazione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
In questo caso il perfezionismo e le sue conseguenze potrebbero avere un ruolo decisivo nel determinare il malessere. Perfezionismo che andrebbe risolto nell'oggi, più che messo in correlazione con ciò che ha dovuto sopportare "nella preistoria". Lo state affrontando in terapia? Che cosa le dice il terapeuta al riguardo?

Cordiali saluti