Sensi di colpa morte padre

gentili dottori ho bisogno di un consiglio relativamente a dei fortissimi sensi di colpa in seguito alla morte di mio padre avvenuta circa 2 mesi fa. Sono da sempre stata legatissima a mio padre, forse in modo un pò morboso e l'idea di perderlo ma ha da sempre terrorizzata. Circa un anno fa si è sentito male e dopo una serie di accertamenti gli hanno riscontrato un tumore benigno che andava tenuto sotto controllo perchè poteva trasformarsi in maligno. Da quel momento ho iniziato ad essere apprensiva nei suoi confronti e a farli fare esami del sangue ed ecografie, come mi avevano consigliato i medici, nella convinzione che sarei riuscita ad anticipare la malattia e a tenerla in qualche modo a bada. fino a maggio era tutto ok. mi padre a luglio cade e preoccupata gli rifaccio fare esami del sangue i cui valori risultano molto preoccupanti. Entro subito in grande ansia e non riuscendo a stare tranquilla decido di farli fare ecografia. Per essere sintetica è successo che ho dovuto somministrargli dei farmaci per l'eco che lo hanno fatto sentire male, di conseguenza si è ricoverato, hanno scoperto tumore, hanno deciso di operarlo e in circa 10 giorni è morto. Il mio senso di colpa non è x nulla per avere trascurato mio padre o la sua salute, ma al contrario, è x essergli stata troppo addosso. Perchè per colpa della mia ansia e della somministrazione dei farmaci (sempre prescritti dai medici) si è scoperto un tumore che altrimenti non si sarebbe scoperto e con il quale mio padre avrebbe potuto convivere per altri 2 anni almeno. Lo so perchè era a crescita molto lenta. Mentre io intervenendo per aiutarlo, ansiosa di allungargli la vita, in realtà gliel'ho accorciata, perchè ad ucciderlo poi non è stata la malattia, che non ha mai dato sintomi ( mio padre stava apparentemente benissimo), ma gli interventi chirurgici che ha dovuto subire per toglier il tumore. Non riesco a darmi pace, mi sembra di averlo ucciso io con la mia ansia. E soffro perchè so che mio padre anche quando era in vita mi aveva più volte detto che ero assillante. Per il resto il nostro era un rapporto di grandissimo amore e lui è stato sempre presente positivamente in tutta la mia vita.
Vi chiedo per favore: se anche ho veramente incosapevolemnte condotto mio padre sulla strada della morte, a casua della mia ansia, esiste un modo per ritrovare la pace e continuare a vivere come prima?
grazie mille per le risposte
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

mi spiace per la sua situazione e comprendo che sta provando tanti sentimenti contrastanti, visto che il tentativo di allungare la vita a suo padre "anticipando la malattia" ha invece portato a quello che ai suoi occhi è stato l'effetto contrario, con l'accorciamento dell'aspettativa teorica di vita.

Obiettivamente è difficile stimare quanto sarebbe vissuto senza gli interventi per asportare il secondo tumore, e soprattutto non può sapere in che condizioni sarebbe vissuto.
Avrebbe potuto soffrire molto e spegnersi fra atroci sofferenze, o magari avrebbe potuto scoprire comunque il secondo tumore poco tempo dopo, con identico esito.

Il suo desiderio di controllare la situazione è stato dettato da affetto e buona volontà, ma era irrealistico.
In questo momento non ha senso che consideri del tutto probabile e verosimile la stima che ha fatto su come sarebbero potute andare le cose, semplicemente perchè non può saperlo: le variabili in gioco erano molte e bisogna anche considerare che non è stata una sua decisione quella di operarlo, perchè non era lei il suo medico, e che questa scelta è stata ovviamente responsabilità di chi seguiva suo padre.

La sua perdita è recentissima e lei è nel pieno del lutto e non è in grado di ragionare lucidamente sull'accaduto nè di superarlo per riprendere la sua vita.
Ha qualcuno con cui parlare di come si sente?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
comprendo la sua forte sofferenza per la perdita di una persona così affettivamente significativa per lei come suo padre, con il quale aveva un rapporto particolarmente intenso.
I sensi di colpa fanno parte dei movimenti psichici che seguono a un lutto e dunque anche il tormentarsi per non aver fatto abbastanza, chiedersi cosa si sarebbe potuto fare di meglio e di più per salvare o prolungare la vita della persona amata.

<esiste un modo per ritrovare la pace e continuare a vivere come prima?>
Il lutto richiede un processo di elaborazione spontaneo che si svolge in un certo arco temporale e due mesi non sono un tempo sufficiente.

Tuttavia la qualità e i tempi di questo processo dipendono dalle risorse personali e ambientali che si hanno a disposizione e dalla significatività della relazione intrattenuta con chi ci ha lasciato. Poter parlare, sfogarsi e condividere il proprio dolore con persone affettivamente vicine è di aiuto.

Rivolgersi di persona a uno psicologo potrebbe però esserle molto utile per essere sostenuta emotivamente e nell'elaborazione di una perdita che le sta causando un così intenso dolore.

Cari saluti




Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr. Roberto Fantasia Psicologo, Psicoterapeuta 99 1 1
Gentilissima utente,
è un vero peccato che lei si addossi la responsabilità di quanto accaduto. Non può continuare a mantenere questa prospettiva, a maggior ragione dopo tutte le attenzioni che con amore gli ha dedicato. Lei si sta illudendo: i medici hanno scelto di intervenire e sia lei che loro siete esseri umani, impotenti come tutti di fronte alla morte.
Ricordi suo padre con amore. Credo che in questo momento così delicato abbia seriamente bisogno di un sostegno psicologico. E anche questa non è una sua colpa o una sua mancanza, ma semplicemente, a mio avviso, una sua necessità.
Come fa a sapere o a pensare che con un tumore, trovato ed asportato d'urgenza, sarebbe sopravvissuto altri due anni?
Recuperi la sua lucidità e piuttosto si informi, eventualmente con l'aiuto di un medico legale, se sono stati rispettati tutti i criteri del caso dai medici, o se al contrario ci sono responsabilità o irresponsabilità da parte loro, di cui a quel punto, sono tenuti a rispondere.
Il primo passo da fare è rivolgersi a uno psicologo. Sa come fare? Online non possiamo aiutarla.
In attesa di un suo eventuale riscontro, la saluto cordialmente.
Arrivederci

Dr. Roberto Fantasia
www.psicologo-fantasia.com

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
gentilissimi dottori vi ringrazio per la tempestività con cui mi avete risposto! E' veramente per me un grande aiuto poter parlare di queste cose con qualcuno in grado di comprendermi e dà comnque un pò di sollievo. In merito al fatto che non ho materialmente nè scelto nè operato mio padre, preciso che anche se questo è vero, perchè la decsione è stata dei medici e di tutti i parenti io l'ho indirettamente causata perchè se non fossi intevenuta con somministrazione di farmaci, non si sarebbe sentito male, non si sarebbe scoperto tumore e quindi non si sarebbe nemmeno operato! E poi i miei sensi di colpa nascono anche dal fatto di essere stata io a suggerire a mio padre di sentire altri pareri e di quindi di spostarsi per farsi operare in altro posto. E su questo non erano d'accordo i miei parenti, ma mio padre, che di me si fidava ed era in grado di decidere, ha scelto di farsi operare nel luogo da me consigliato ( in quanto sia io che lui conoscevamo medici. Quindi già quando le cose cominciavano a mettersi male per la sua salute ho dovuto sentirmi dire: ecco se non fossimo venuti qui le cose sarebbero andate bene, i medici hanno sbagliato e quindi iindirettamente io che li ho scelti! Non solo dopo esito tragico tutti amici e parenti: se non l'avessi operato a quest'ora era vivo con noi, lo avessi lasciato qui non ci sarebbero state complicazione etc...Certo è difficile sapere esattamente cosa sarebbe successo se avessi preso una strada invece di un'altra, ed è anche probabile che mio padre sarebbe ancora vivo, ma tutte queste cose purtroppo sono state scoperte dopo. Io ho agito solo perchè credevo di dargli il meglio e quindi anche se ho commesso degli errori , avrebbe potuto commetergli chiunque al mio posto! Avevo pensato di chiedere aiuto psicologo ma non so se riuscirei ad essere così spontanea come lo sono qui...
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Io ho agito solo perchè credevo di dargli il meglio e quindi anche se ho commesso degli errori , avrebbe potuto commetergli chiunque al mio posto! "

E' questo ciò che conta, proprio perchè gli esiti delle situazioni non possono mai essere dati per scontati e lei ha fatto tutto il possibile per suo padre.
Nessuno infatti potrebbe immaginare in anticipo una situazione in cui fare tutto il possibile per una persona malata porti incidentalmente ad abbreviarne l'esistenza (per quanto, come le ho detto, non può sapere come sarebbe andata e neanche se questo secondo tumore sarebbe stato lo stesso scoperto di lì a breve, visto che si sarebbe sottoposto comunque a cure ed altri esami).

Affidarsi ad uno psicologo sarebbe davvero un'ottima decisione, in questo momento per lei così difficile.
Perchè pensa che faticherebbe a dire anche di persona quello che ha già detto a noi?
[#6]
Dr. Roberto Fantasia Psicologo, Psicoterapeuta 99 1 1
Gentilissima utente,
si intuisce dal suo eloquio, che c'è in lei qualcosa di ossessivo, che non la fa vivere serenamente: prima era ossessivamente concentrata sulla salute di suo padre, oggi ossessivamente trova tutti i motivi per darsi una colpa che non ha...domani cosa farà?. E' su questo che dovrebbe lavorare con un terapeuta competente, che possa anche sostenerla, in questa delicata fase della sua vita.
La saluto nuovamente
[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie ancora per le risposte: mi dà molto conforto in particolare la risposta della dott.ssa Massaro che dice che nessuno potrebbe immaginare in anticipo....".
Mi dispiscerebbe invece, ed è quello che temo, se la mia ansia verso la salute di mio padre, sia stata così ossessiva da procurargli del male!
grazie e cordiali saluti
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