Bambina riservata

Sono la mamma di una bimba di sei anni, figlia unica, introversa e riservata. E’ molto tranquilla e fondamentalmente pigra: non ama attività sportive (frequenta un corso di nuoto, che ha iniziato “sotto imposizione” e poi ha scoperto piacerle moltissimo, mentre ha abbandonato dopo poche lezioni danza, karate, ginnastica artistica, ecc.) né giochi di movimento, passerebbe la giornata davanti alla tv (le viene concessa mezz’ora al giorno) o a leggere. Dato che sia io che mio marito lavoriamo a tempo pieno, ha iniziato a frequentare l’asilo nido a sei mesi, per poi passare alla materna a tempo pieno ed ora alla scuola elementare con gli stessi orari. I nonni, con cui ha/abbiamo un ottimo rapporto, vanno a prenderla al termine delle lezioni (16.30), e stanno con lei fino al nostro arrivo. Il nostro “problema” è essenzialmente uno: non riusciamo a farle manifestare i suoi sentimenti, né a farci raccontare nulla. Non sappiamo niente di quello che fa durante il giorno, di com’è andata a scuola, dei suoi problemi –se ne ha- né delle sue gioie. Lei si limita a “tutto bene”, salvo poi scoprire dalle insegnanti l’accaduto (sia le sgridate che le lodi, accompagnate in genere da un incredulo “ma non vi ha detto niente??”). Sicuramente sbagliamo in qualcosa, ma non riusciamo a capire dove. Solitamente durante la cena, l’unico momento in cui riusciamo ad essere tutti e tre insieme, abbiamo l’abitudine di parlare e raccontarci la giornata, e abbiamo provato in tanti modi a farla “aprire”, per esempio raccontando un fatto –inventato- accaduto a noi e chiedendole se anche a lei era mai successo, oppure lasciando cadere una domanda ogni tanto, chiedendole dei suoi compagni anziché direttamente di lei, ecc. ma senza risultati. Quando risponde, si limita ad esporre il più brevemente possibile il fatto per poi saltare immediatamente ad altri argomenti (sì, però… sai che ci sono due razze di zebre?) e se si prova ad agganciarsi (no, non lo sapevo… te l’ha detto oggi la tua maestra? L’avete studiato a scuola?) lei subito “rimpalla” (sì, però… il nonno non ha mangiato la frutta oggi, perché avevano finito l’uva). Abbiamo provato ad “escluderla” dalla conversazione (visto che tu non hai niente da dirci, parliamo noi): lei interrompe in continuazione, viene sgridata, piange dicendo che anche lei ha da raccontare…. E poi o non dice nulla, o la prima cosa che le viene in mente (che bella tovaglia hai messo sta sera mamma!) Lo stesso comportamento ha a scuola –le sue maestre non sanno nulla di quello che fa a casa- e con i nonni. Come possiamo comportarci? Adesso ha sei anni, in un modo o nell’altro “scopriamo” quello che fa… ma quando sarà più grande? Grazie mille per il vostro aiuto, e scusate la lungaggine!
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
<Adesso ha sei anni, in un modo o nell’altro “scopriamo” quello che fa… ma quando sarà più grande? >

Il problema che vi preoccupa non è la timidezza o la riservatezza della bambina, ma che non vi informi di quello che le capita in modo che voi possiate controllare che tutto vada bene.

Ma questa è un vostra esigenza, non della bambina. Forse vi percepisce troppo "intrusivi" o con una curiosità controllante, invece che semplicemente interessati a lei.

Provate ad ascoltare quello che vi dice e seguirla nel corso dei suoi pensieri, senza un'attitudine "indagatoria".
Può darsi che, un po' per volta, le venga voglia spontaneamente di raccontarvi anche gli eventi quotidiani.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile utente,
sarebbe interessante osservare come la bambina si rapporta con i pari, a volte tra coetanei la comunicazione è facilitata dal sentirsi sullo stesso piano, non giudicati.
Siate pazienti, stimolate vostra figlia con sensibilità.
Se in futuro dovesse permanere quella che per gli adulti può sembrare una difficoltà, ci contatti di nuovo.
Buon proseguimento,

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il nostro “problema” è essenzialmente uno: non riusciamo a farle manifestare i suoi sentimenti, né a farci raccontare nulla. Non sappiamo niente di quello che fa durante il giorno, di com’è andata a scuola, dei suoi problemi –se ne ha- né delle sue gioie. Lei si limita a “tutto bene”
>>>

E ha solo 6 anni. Immagini lei di quali mutismi e riservatezze è capace un adolescente "normale" di 15-17 anni.

Forse sarebbe il caso di ammorbidire questo ideale apparentemente rigido che avete, per non essere destinati a grosse delusioni e sofferenze fra qualche anno.

Anch'io ritengo che sia possibile che la bambina, con la sua sensibilità, stia interpretando come intrusivi i vostri continui tentativi di farla essere come voi vorreste, piuttosto che lasciarla esprimere in modo più autonomo.

Ritengo che una consulenza possa essere indicata per voi genitori, lasciando inizialmente fuori la bambina, per capire quanto possa essere sufficiente (di solito lo è) aggiustare il vostro comportamento per ottenere indirettamente che anche la bambina cambi. Ma i tentativi d'imposizione diretta e le forzature possono essere più controproducenti che altro.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentilissime Dottoresse, molte grazie per il Vostro immediato riscontro! Il nostro “indagare” non è per controllare, ma per aiutarla a superare –nel caso non ce la faccia da sola- gli scogli che incontra. Se non sappiamo quali sono, come facciamo a sostenerla? L’anno scorso ad esempio, ultimo anno di materna, siamo stati chiamati a colloquio dalle insegnanti: la bambina si “rifiutava” di eseguire i compiti che le davano; senza atteggiamenti aggressivi, che non sono da lei, e senza “sprecare parole”: semplicemente, quando le commissionavano un lavoro che non le piaceva, o che riteneva noioso, o che non aveva voglia di svolgere, si “auto puniva” (si metteva direttamente in castigo). Ovviamente, la bambina non ne ha mai parlato, né ha mai avuto comportamenti tali da farci supporre che ci fosse qualcosa che all’asilo “non andava” (la ascoltiamo durante i suoi giochi da sola... e non riusciamo mai a “carpire” nulla). Con i coetanei, ha un rapporto molto superficiale; diciamo che le sono per lo più indifferenti. Viene invitata a casa dei compagni, la portiamo al parco giochi: se c’è qualcuno con cui giocare, bene… altrimenti, bene lo stesso! Quando era piccolissima, l’avevamo soprannominata “l’alieno”… non piangeva mai! Ancora oggi, piange solo per dolore fisico (mai per rabbia, capricci, tristezza, ecc). Grazie ancora per i vostri preziosi consigli.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Capisco il vostro desiderio di aiutarla, ma questo continuo scrutarla diventa controproducente.
Forse questi suoi tratti che vi sono sembrati "alieni" vi hanno messo in apprensione e ora vi preoccupano, perchè ancora non siete riusciti a spiegarveli o a comprendere se sono normali o meno.

Per capirlo, la soluzione migliore è contattare uno psicologo dell'età evolutiva con il quale comprendere meglio la personalità di vostra figlia e tranquillizzarvi nel vostro rapporto con lei.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il nostro “indagare” non è per controllare, ma per aiutarla a superare –nel caso non ce la faccia da sola- gli scogli che incontra.
>>>

Benissimo, ma se non sapete nemmeno che scogli ha, che senso ha aiutarla lo stesso? Così facendo rischiate di crescere una bambina insicura, che non si sa risolvere da sola i problemi perché abituata a qualcun'altro che le dice sempre come fare. L'aiuto non richiesto si trasforma spesso in danno.

Lasciate che sia lei a farvi presente le difficoltà, se ne ha. A quel punto sarà un aiuto richiesto, cioè una cosa completamente diversa.

Cordiali saluti
[#7]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie per il Vostro interessamento; come ha giustamente sottolineato il Dr. Santonocito, non sappiamo neanche che scogli ha... perchè non li dice! Io non penso che non abbia mai avuto problemi, (all'asilo l'anno scorso ne ha avuti eccome!) ho il dubbio che tenti di dimenticarli, o di non percepirli come reali, non parlandone, -come quando si sveglia di notte chiamando perchè ha avuto un incubo, e mi dice che me lo racconta di giorno perchè al buio è "più vero". Il mio timore è che non riesca a chiedere aiuto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il mio timore è che non riesca a chiedere aiuto.
>>>

Appunto, come vede il problema certo è il suo timore, quello della riservatezza di sua figlia lo è di meno.

>>> mi dice che me lo racconta di giorno perchè al buio è "più vero"
>>>

Questo indica un'ottima capacità della bambina di far fronte all'ansia: se ne parlassi ora mi spaventerei ancora di più, quindi ne parliamo domani così sarò più distaccata. Perfetto! L'errore qui sarebbe costringerla a parlarne subito, perché si alimenterebbe un problema quando non ce n'è ancora uno.

>>> ho il dubbio che tenti di dimenticarli
>>>

Fino a un certo punto, dimenticare non è affatto un meccanismo disfunzionale, anzi è uno degli anticorpi che la mente ha per difendersi. Se glielo toglie, sta di nuovo alimentando un problema.

È ad ogni modo evidente che da qui non possiamo sapere se sua figlia abbia o no problemi veri, ma da ciò che ci sta dicendo sembra una bambina piuttosto sveglia e sensibile. Perciò se volete stare più tranquilli chiedete quella consulenza per voi, di persona. Se poi sarà necessario parlare della o con la bambina, sarà il collega a suggerirlo.

Cordiali saluti
[#9]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie mille! Sicuramente cercherò un professionista in zona per un consulto.... forse più per la mamma che per la figlia! Grazie ancora, cordiali saluti e buon lavoro!