In poche parole ero solita compiere atti autolesionistici quando frequentavo qualche ragazzo, sono

salve a tutti,
sono qui a chiedervi un consiglio, parere, un aiuto. Ho passato un brutto periodo della mia vita (chi non ne ha passati) da cui però sento di non esserne uscita a pieno. In poche parole ero solita compiere atti autolesionistici quando frequentavo qualche ragazzo, sono andata anche da uno psicologo a fare delle consulenze, mi sarebbe piaciuto continuare e intraprendere un percorso ma per diversi motivi non è stato possibile.
Adesso sono tornata in me, essenzialmente perchè è finita la storia con quel ragazzo, sono passati due anni, ma per quanto abbia cercato di evitare qualsiasi frequentazione ecco che mi ci ritorvo ora a sentirmi con un ragazzo, ed ecco che tutte quelle sensazioni che provavo allora riaffiorano, io non voglio sentirmi cosi ancora, sto troppo male, per adesso mi limito a piangere ogni volta che vediamo, ritornata a casa piango.. ed è meno di una settimana che stiamo uscendo.. ancora riesco a controllarmi ma sento si esplodere.
So che evitare il prob non mi aiuterà, ma ora come ora credo che non sono in grado di affrontarlo. Dallo psicologo da cui andavo prima con il quale mi sn trovata molto bene non ci posso andare perchè fa studio in un posto molto lontano da casa e i miei nn mi ci possono accompagnare, e inoltre andare da uno psicologo è una sorta di investimento di tempo e denaro, cosa che ora non ho. Non ho tempo perche devo preparare degli esami, gennaio e febbraio è il periodo piu tragico per me, perche devo dare diversi esami.
Quindi sono arrivata ad una conclusione, metto fine alla frequentazione! che ne pensate? faccio bene? e se ne riparlerà l' anno prossimo, l' anno prossimo dopo che mi sn laureata, è il mio terzo anno di università mi mancano 5 esami e la tesi, già mi porcura stress solo l' università ma è un qlcs che so reggere a differenza di una relazione sentimentale.
Perdonatemi lo sfogo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

sono d'accordo con te: andare da uno psicologo rappresenta un investimento sulla propria salute e benessere e anche un'azione di prevenzione del disagio psicologico.
Richiede tempo, denaro e impegno perchè è un lavoro serio.

Esattamente come non eviteresti di andare da un medico se soffrissi di qualche sintomo fisico preoccupante, è necessario che tu entri nell'ottica di farti aiutare da uno psicologo se vuoi che la situazioone cambi.
Non è infatti pensabile che tu rinunci ad una vita di relazione con l'altro sesso perchè quando sei fidanzata o frequenti un ragazzo emergono spinte a comportarti come ci hai descritto, non credi?

Puoi trovare qualcun'altro, se non riesci ad andare dal collega con cui hai già effettuato alcune sedute.
I tuoi che ne pensano?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
mio padre non ne sa niente, lui lavoro fuori, mentre mia mamma ne è a conoscenza, pero nn sa che è dovuto alla frequentazioni di ragazzi, sa che ho un brutto rapporto con l' altro sesso ma non ha collegato le due cose, sa semplicemente che era una reazione sbagliata a un periodo di stress.
Adesso non so che fare, perche vorrei tanto stare con questo ragazzo, frequentarlo ma non posso mica dire ad una persona che conosco appena quello che sto passando, d' altro canto mi domando come può una persona che mi fa sentire piu felice provocarmi tutto questo dolore.

Mi ci ritrovo nella stessa identica posizione di due anni fa, non volevo chiedere la storia , ma nn riuscivo nemmeno a viverla, ero in bilico ed anche adesso lo sono... non trovo il coraggio di dirgli restiamo solo amici.
Io d' altro canto gli avevo accennato che questo non è il periodo adatto per me per frequentare e conoscere qlcuno, che ho passato un brutto periodo.. e non so come lui abbia fatto a farmi uscire dal guscio. Ma adesso che fare? come comportarmi? dove trovo il coraggio per mollarlo?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In effetti sarebe difficile pensare che un ragazzo che ti conosce ancora poco possa capire cosa ti succede, e se lo capisse ti esorterebbe anche lui ad occuparti del problema.

Non credo che la soluzione sia allontanarti (o meno) da lui, ma lavorare su quello che ti provoca una simile reazione.

Lo psicologo che ti ha vista ha posto una diagnosi? Se sì, quale?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
lei mi disse che probabilmente reagivo cosi probabilmente perche era come se volessi creare una distanza.. cosi come l' epidermide si separava io cercavo di mettere distanza tra me e l' altro.

Lavorare con uno specialista.. ma ora non ne ho il tempo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Quindi non ti ha comunicato una diagnosi precisa.
Probabilmente le sedute sono state così poche da non permettere una valutazione approfondita della situazione.

Penso che il desiderio di rimandare un intervento serio (o l'incapacità di portarlo avanti senza abbandonarlo) sia parte del problema, che però potrai risolvere solo con una psicoterapia e non cercando "consigli" da parte di chi non ti conosce.

Del resto non farebbe alcuna differenza che ti "consigliassimo" di lasciarlo o di non lasciarlo, non credi?
E' una decisione che spetta a te, ma che nulla cambia per quanto riguarda la natura del problema che ci hai descritto e che, includendo anche comportamenti autolesionistici, non deve essere sottovalutato.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
si infatti glielo ho detto che le sedute erano poche, erano delle consulenze e che nn ho potuto intraprendere un percorso perche mia madre non se la sentiva di farsi carico delle spese (lasciando alla scuro mio padre).
Io avrei gia voluto risolvere la questione, ma non è stato possibile.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
so che cmq tutta la questione riguarda mio padre, il brutto rapporto con mio padre. Io sono molto legata a mia mamma e vedere loro due che nn sono andati mai d' accordo, mi fa male, mi fa soffrire e mi ha fatto perdere la fiducia nei rapporti sentimentali.
Infatti tendo a cercare negli uomini tutte le qualità che non vedo in mio padre. Apprezzò la sincerità, la coerenza, l' umiltà, e il rispetto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Questa analisi può essere valida e verosimile, ma non è sufficiente a risolvere il problema.
Quando se la sentirai riprenderai un percorso terapeutico, eventualmente recandoti al consultorio o presso le strutture dell'ASL (DSM).