Abbuffate

Mi sembra strano ritornare a chiedere consiglio online per questo problema, oggi ho 25 anni e ne sono passati almeno otto da quando passavo le giornate a strafogarmi di qualunque cose ci fosse in casa, per poi piangere e ogni tanto vomitare. Al tempo ero triste, disperata, odiavo la mia vita (come tutte le adolescenti?!) e poi non so come ho smesso, ho iniziato a mangiare bene e a non odiarmi più così tanto. Ora sono felice, ho una vita che mi soddisfa, sto finendo l'università, ho un ragazzo che amo, eppure sono alcuni mesi che ho ricominciato a mangiare in modo sbagliato, non per fame ma per "riempirmi", a volte fino a scoppiare. E' addirittura capitato un paio di settimane fa che io vomitassi, cosa che mi ero ripromessa di non fare.. Sono ingrassata e il mio corpo non mi piace, il che mi porta in un circolo di malessere che si ricollega un pò a tutto, sono molto stressata per gli esami, la tesi, l'idea del futuro..
So che l'unica risposta sensata di un esperto a queste mie parole sgangerate sarà di rivolgermi ad uno psicologo, ma (a parte che non me lo posso proprio permettere) in questo momento vorrei trovare solo il modo per ritornare sulla retta via, per capire perché solo quando sono da sola in casa mi viene da mangiare in modo spropositato, mentre se sono in giro o con altre persone no.
Grazie
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Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia Psicologo, Psicoterapeuta 17
Gentile Utente,

alcune fasi della vita che sono di transizione, per esempio l'adolescenza ma anche un traguardo come la laurea sono considerati eventi critici.

Alcune persone hanno molta difficoltà e risorse non indirizzate nel modo giusto per affrontare tali momenti, ed è in questi momenti che un sintomo può riacutizzarsi.

Il consiglio, come lei già aveva anticipato, è quello di approfittare dell'aiuto di un esperto per meglio indirizzare queste risorse.

Ci parlava di un problema economico, ma esistono le strutture pubbliche specializzate nei disturbi dell'alimentazione con psicoterapia convenzionata che potrebbero aiutarla.

Le sue parole non mi sembrano affatto "sgangherate", piuttosto mi sembrano le parole di una persona che sta soffrendo e chiede giustamente aiuto.

Le chiedo di riflettere sulla possibilità di farsi aiutare piuttosto che continuare a soffrire.

La saluto Cordialmente.

Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia
www.giusiventimiglia.altervista.org

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Dr.ssa Patrizia Pezzella Psicologo, Psicoterapeuta 263 13 1


Gent.ma lettrice on line, per fortuna con il SSN esistono psicologi che esercitano la loro attività

nel servizio pubblico con costi contenuti (è mio dovere suggerirti ciò, anche se io svolgo attività

privata, ed a Roma esistono centri pubblici simili come probabilmente anche nella tua città).

I sintomi che descrivi possono essere inquadrati in un disturbo del comportamento alimentare

classificato come bulimia e le abbuffate sono la sua caratteristica con associazione del vomito.

Tali abbuffate avvengono, come da te descritte, in solitudine e di nascosto alle altre persone.

Per "ritornare" sulla retta via, così come scrivi nella tua lettera, inizia a lavorare sull'autocontrollo

e sulla osservazione di che cosa è accaduto prima di ogni abbuffata ovvero quali sono stati gli eventi,

i tuoi pensieri ed emozioni.

molti auguri.

dssa Patrizia Pezzella

Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile ragazza,
le suggerisco di non sottovalutare i suoi malesseri, è opportuno che inizi a prendersi cura di se stessa in modo appropriato chiedendo un aiuto specialistico, come le è già stato suggerito.

Ecco il link alla ASL della sua città
http://www.asl.varese.it/wai/admin/news/show.php#content

E se crede provi a leggere questo articolo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Non e' questione di retta via, lei non sta rubando o drogandosi, ne' questione di volonta', ma di comprendere cosa rappresenta per lei il cibo, quale ruolo ricopre, come e perche' lo adopera e tanto altro che ruota attorno al significato simbolico del cibo ed alla complessita' dei disturbi della sfera oro alimentare.
Il cibo, spesso rappresenta un sostituto amicale, un amante, una madre assente, un utero caldo dove rintanarsi, un fidanzato.......
comunque un sostituto, una " supplenza affettiva" .
Come ha risolto in passato?
E' stata aiutata da un professionista della salute?
Le difficota' non risolte ed accantonate, spesso alle prime difficolta' tendono a riproporsi, come antichi e dolorosi copioni.
Gli psicologi, li trova anche nelle strutture pubbliche o nei consultori, non obbligatoriamente a pagamento, a volte il " non poterselo permettere" , non e' sul piano economico, ma sul piano psichico.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Intanto vi ringrazio per le vostre risposte, sono consapevole che il problema non sia da sottovalutare ed è anche evidente che sia stano non risolto anche tempo fa, come invece credevo. Devo sicuramente ritrovare un buon rapporto con me stessa, col mio corpo, con la mia vita in generale. Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Il buon rapporto con se stessi lo si trova lavorandoci su, con aiuti specialistici, non con la volonta'.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Al tempo ero triste, disperata, odiavo la mia vita (come tutte le adolescenti?!)
>>>

No, non tutte, solo alcune.

Oltre ai suggerimenti delle colleghe, un primo passo che può fare è rivolgersi al centro ascolto psicologico per studenti, presente oggi in quasi tutte le facoltà.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com