Trauma psicologico

Buongiorno, da un mese ormai la mia ragazza non vuole più saperne di me. Da parte mia il sentimento è rimasto immutato. Abbiamo avuto un bimbo insieme che adesso è lontano da me. Non so come reagire a questa situazione. Mi sento sopraffatto dalla delusione e dalla tristezza. Emotivamente e fisicamente a pezzi non riesco a migliorare le cose. Cosa fare?
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, gli elementi per "essere giù" sono molto comprensibili: la rottura di una relazione sentimentale, la lontananza dal suo bimbo. Può descriverci brevemente cosa sia accaduto? Come mai una coppia con un bimbo improvvisamente "scoppia"? Come mai il bimbo è lontano da lei?

Prima della rottura, le cose andavano bene? E' stata cioè inaspettata o è stato l'esito di una storia "altalenante"?
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.

Una storia altalenante. Un amore sul quale ho investito tutto, lasciando la mia casa, la mia famiglia, i miei studi, d'un tratto. Quando lei è rimasta incinta, io innamorato ho scelto di prendermi le mie responsabilità. Lei mi ha rimproverato di non avere fatto abbastanza per trovare lavoro, di non andare d'accordo con la madre, mi ha detto di non riuscire ad instaurare un dialogo con me. Le ho sempre risposto che non avevo nulla contro sua madre che sono una persona riservata. Ad un anno esatto lei sceglie di non continuare, di volere stare sola. Il piccolo è lontano, lei lo sta allattanndo, tra un po' compirà 4 mesi. Torneranno in Italia a fine aprile. Mi mancano e mi manca il mio bambino. Sto cercando di stare sereno ma mentre le scrivo, sono a pezzi. I miei pensieri mi soffocano. Credo nel valore della famiglia e nell'amore e questo non fa che accrescere il disagio che sto provando. Questa situazione rappresenta per me un grande fallimento. Non faccio che pensare al mio piccolo. Non so come andare avanti. La mia vita si è fermata.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Un amore sul quale ho investito tutto, lasciando la mia casa, la mia famiglia, i miei studi, d'un tratto.

Quindi lei ha scelto di puntare tutto su questo amore, "sacrificandogli" tutti gli altri aspetti importanti della sua vita.

Quando ha effettuato questa scelta, il rapporto le sembrava solido? Era iniziato da molto tempo?

>>Lei mi ha rimproverato di non avere fatto abbastanza per trovare lavoro, di non andare d'accordo con la madre, mi ha detto di non riuscire ad instaurare un dialogo con me.

Cosa, esattamente, "non" le rimproverava?

In ogni coppia possono esserci aspetti di conflitto, di tensione, di disaccordo; ma se c'è una "relazione" di fondo, si possono considerare come piccole sfide che le coppie quotidianamente affrontano.

Nel vostro caso, cosa vi univa?

>>Torneranno in Italia a fine aprile. Mi mancano e mi manca il mio bambino.

Come mai si trovano fuori dall'Italia? La mamma del suo bambino vive all'estero?

Cosa le manca di questa relazione (a parte, comprensibilmente, il suo bambino)?

>>Credo nel valore della famiglia e nell'amore e questo non fa che accrescere il disagio che sto provando.

I valori possono essere come dei fari, che orientano il nostro comportamento verso una direzione.

Nel caso di questo rapporto, verso quale direzione avrebbe voluto che si orientasse?

>>Non faccio che pensare al mio piccolo. Non so come andare avanti. La mia vita si è fermata.

Ha tutta la mia personale comprensione. Pensare al proprio bambino lontano per tutto questo tempo dev'essere un tormento.

Da quanto tempo non vi vedete? Come mai?
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dopo
Utente
Utente
Non è stato semplice lasciare tutto in un attimo ma ho pensato che seguire il mio cuore mi avrebbe portato alla felicità. E così è stato sino a quando non ho saputo della gravidanza. Da quel momento in poi è cambiato l'atteggiamento di lei ed io mi sono paralizzato. La nostra storia dura da un anno esatto.

E' nata così: Ci siamo conosciuti di persona poi un mese di silenzi. Poi si è fatta viva lei e dopo un po' di conoscenza virtuale io me ne sono innamorato perdutamente. Ecco in quel momento è cambiata la mia vita, nell'istante in cui me ne sono innamorato è subentrata in me la necessità di partire. In questo ultimo anno lei è rimasta incinta e poi la felicità indescrivibile della nascita del piccolo. Vederla li in ospedale con il piccolo mi ha fatto sentire parte di qualcosa, mi ha fatto sentire una famiglia. Io la adoro. La sua freddezza oggi mi uccide. Il piccolo si trova lontano perchè lei ha seguito un mese fa la madre all'estero dopo l'ultimo litigio.Da quel momento in poi lei non vuole saperne più di me ed io soffro ed ho paura di questa sofferenza. Non ci vediamo dagli inizi di marzo. Il piccolo cresce e cambia e sto perdendo giorni importanti e ciò mi fa soffrire ancora di più. ,Mi scusi per la poca chiarezza.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Non è stato semplice lasciare tutto in un attimo ma ho pensato che seguire il mio cuore mi avrebbe portato alla felicità.

E' una idea molto romantica, che purtroppo si sta scontrando con una realtà ben diversa da come la desiderava lei.

>>E così è stato sino a quando non ho saputo della gravidanza. Da quel momento in poi è cambiato l'atteggiamento di lei ed io mi sono paralizzato.

Gentile ragazzo, se la vostra storia dura da un anno e l'atteggiamento della madre del suo bambino è cambiato subito dopo l'inizio della gravidanza, vuol dire che tra di voi l'intesa si è rotta pochissimi mesi dopo l'inizio della vostra storia. E' così?

>>Vederla li in ospedale con il piccolo mi ha fatto sentire parte di qualcosa, mi ha fatto sentire una famiglia. Io la adoro.

Nel leggere le sue parole immagino una relazione in cui lei adora un'idea di famiglia, di calore, di "far parte di qualcosa". Ma mi sembra anche che questa "idea", nella realtà, non si concretizzi in una famiglia in cui i suoi sentimenti siano ricambiati. Cioè, mi sembra che lei stia molto "idealizzando" un rapporto "a senso unico".

>>Il piccolo si trova lontano perchè lei ha seguito un mese fa la madre all'estero dopo l'ultimo litigio.Da quel momento in poi lei non vuole saperne più di me ed io soffro ed ho paura di questa sofferenza.

In questa vicenda due aspetti andrebbero valutati separatamente: i suoi diritti come padre naturale del bambino, regolamentati dalla Giurisprudenza, e che sono di competenza di un avvocato; e l'ipotesi di una possibile forma di "dipendenza affettiva" nei confronti di una persona che sembrerebbe non ricambiare i suoi sentimenti.

Forse, questo rapporto sembrava più solido quando era "virtuale", e, nel momento in cui si è "realizzato", si è mostrato molto più fragile di quanto lei non credesse.

Lei crede in questa relazione? Perchè?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
il suo dolore e sconforto, traspare anche dall'etere.
C'è un aspetto da non sottovalutare che sicuramente non le restituisce l'amore, ma può alleviare la sofferenza: i suoi diritti come genitore.
Una madre, anche se madre, non può portare via il piccolo all'estero enza un suo consenso o fare e disfare quello che crede, le responsabilità e le decisioni spettano ad entrambi.
Lei crede, che ci siano margini di recupero nella vostra relazione d'amore?
E' possibile, che il passaggio da due atre, da coppia afamiglia, abbia incrinato gli equilibri?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, ho cercato di contattare la ragazza che amo ma sembra decisa a non volere andare avanti, lei non mi cerca più. A Maggio lei tornerà in Italia ed io andrò in Veneto a trovare il mio piccolo. Ciò non mi fa stare meglio, l'idea che non sia più come prima mi fa stare molto male però rivedrò il mio bimbo, lo rivedrò per qualche giorno e ricomincio a stare male. Cosa devo fare? Credo che a determinare lo squilibrio sia stata la poca comunicazione tra noi.
Credo in questa relazione perchè sono sicuro dei miei sentimenti e farei di tutto per stare accanto a lei e a mio figlio. Probabilmente ho idealizzato tutto come scrive Lei e dovrei solo rassegnarmi all'idea di crescere mio figlio come in realtà non vorrei, cioè a distanza. In questa storia, sono passato dalla felicità assoluta ad una tristezza senza fine. Sto vivendo i momenti più brutti della mia vita. Uscire, fare lunghe passeggiate non mi aiuta più di tanto eppure rappresentano per me un piccolissimo sollievo e allora mi rendo conto di stare seriamente molto male.
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Utente
Utente
Per rispondere al Dottor Cali io credo il rapporto si sia incrinato nel momento in cui siamo entrati nell'ottica di diventare genitori ed è nata l'esigenza di trovare un lavoro.. L'ho cercato a lungo ed ho trovato poco, quasi niente, poi ho trovato qualcosa di più duraturo ma il contratto si è concluso a marzo. Non trovare lavoro o cercarlo senza impegnarmi seriamente a sua dire, alimentava i litigi ed il mio senso di inappropriatezza. Dentro di me pensavo -dovremmo stare uniti in questi momenti- ma nei fatti si traduceva tutto in un litigio a senso unico. Io sulla difensiva, cercavo di giustificarmi, lei delusa mi attaccava senza risparmiarsi. In tutto questo disagio la presenza silenziosa di sua madre non faceva che giustificare l'arrabbiatura della figlia invitandola ad avere pazienza -vedrai che si impegnerà di più nel cercare lavoro- Il suo intervento risolutore calmava gli animi ma rafforzava l'idea che io non facevo abbastanza.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Ciò non mi fa stare meglio, l'idea che non sia più come prima mi fa stare molto male però rivedrò il mio bimbo, lo rivedrò per qualche giorno e ricomincio a stare male. Cosa devo fare?

Questo può saperlo solo lei. Come già indicato in precedenza, un discorso è la coppia, un discorso sono i suoi diritti di padre. Le coppie possono "scoppiare", ma i genitori rimangono sempre genitori, ed hanno diritti inalienabili nei confronti dei loro piccoli.

Per cui, "Cosa devo fare?" diventa:

"Cosa devo fare con la madre del mio bambino?"
"Cosa devo fare con il mio bambino?"

Sono due problemi molto diversi, se ne rende conto?

>>Credo che a determinare lo squilibrio sia stata la poca comunicazione tra noi.

Da quello che descrive potrebbe anche darsi che lo squilibrio derivi da una coppia non solida che è diventata famiglia senza le basi di relazione abbastanza solide. Questo bambino lo avete voluto insieme? Avete scelto di averlo o "è capitato"?

>>Credo in questa relazione perchè sono sicuro dei miei sentimenti e farei di tutto per stare accanto a lei e a mio figlio.

Questa visione è molto romantica, ma rischia di incappare in un equivoco di fondo.

Le coppie non si fondano sui sentimenti di uno dei due. Si fondano innanzitutto sulla scelta consapevole di stare insieme, sull'attrazione, sulle cose in comune. E sulla scelta di fare i sacrifici che servono a mandare avanti una relazione, ma DA AMBO LE PARTI.

>>Probabilmente ho idealizzato tutto come scrive Lei e dovrei solo rassegnarmi all'idea di crescere mio figlio come in realtà non vorrei, cioè a distanza.

Sono due cose diverse. "Idealizzare" si riferisce al rapporto con la madre del bambino, mentre crescere suo figlio a distanza non c'entra.

Se no, corre il rischio di confondere la rottura della relazione con la caduta dei suoi diritti di padre.

>>In questa storia, sono passato dalla felicità assoluta ad una tristezza senza fine.

Allora forse aveva idealizzato il rapporto. I rapporti "reali" non sono caratterizzati da felicità assolute, ma da piccole, realistiche felicità. Altrimenti, rischia di confondere "amore" ed "innamoramento".

>>Non trovare lavoro o cercarlo senza impegnarmi seriamente a sua dire, alimentava i litigi ed il mio senso di inappropriatezza. Dentro di me pensavo -dovremmo stare uniti in questi momenti- ma nei fatti si traduceva tutto in un litigio a senso unico. Io sulla difensiva, cercavo di giustificarmi, lei delusa mi attaccava senza risparmiarsi.

Vede, descrive delle interazioni di "colpevolizzazione", in cui non eravate accanto per risolvere un problema. Forse davvero non avevate posto delle basi sufficientemente solide per tenere in piedi il rapporto in momenti di difficoltà.

Ed, in questi casi, la presenza di un figlio non garantisce il rapporto.

Ora, lei si trova ad affrontare la crisi di un rapporto, chiuso dalla madre del suo bambino, ed il rischio di non stargli accanto nella sua crescita.

Li vuole considerare un problema unico o affrontarli separatamente?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> E così è stato sino a quando non ho saputo della gravidanza. Da quel momento in poi è cambiato l'atteggiamento di lei ed io mi sono paralizzato.
>>>

La ragazza potrebbe essere rimasta a sua volta vittima di un'idealizzazione troppo spinta. La gravidanza inaspettata potrebbe aver risvegliato in lei degli ideali e degli standard troppo alti per entrambi, almeno al momento presente. Il rimprovero di non aver fatto abbastanza per trovare lavoro potrebbe rispecchiare proprio uno stato d'animo come questo, nella ragazza.

La scelta di tornare a vivere con la madre sembra rappresentare infatti un'involuzione, un ritorno al passato, una rinuncia ad affrontare la nuova situazione.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
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Gentili Dottori Vi ringrazio per il consulto. Cercherò di scindere i due problemi concentrando tutti i miei sforzi su mio figlio. Inutile dire che dopo un anno insieme vissuto 24 su 24 vicini (salvo gli ultimi 4 mesi) per via del lavoro, tutto diventa più complicato. Vorrei tanto che si risolvesse tutto, vorrei non dovere soffrire così ma sono un soggetto emotivo e al mattino un'agitazione e una tristezza incredibile, con tanto di mal di pancia mettono in evidenza una grande debolezza. Per questo vi ho contattato. Mi preoccupa la mia salute, non ho più appetito. Spero tanta possa andare meglio. Il Dottor Santonocito credo abbia ragione, probabilmente gli standard troppo alti hanno determinato in lei un cambiamento d'umore e d'atteggiamento al quale io non ho saputo rispondere.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Cercherò di scindere i due problemi concentrando tutti i miei sforzi su mio figlio.

Scindere i due problemi mi sembra un buon modo per poterli affrontare separatamente.

>>sono un soggetto emotivo e al mattino un'agitazione e una tristezza incredibile, con tanto di mal di pancia mettono in evidenza una grande debolezza. Per questo vi ho contattato.

Questo è stato un primo passo. "Una gran debolezza" può significare molte cose: difficoltà a gestire le proprie emozioni, paura di perdere gli altri importanti, sensazione di non farcela da soli, inerzia nel prendere le decisioni... La lista potrebbe allungarsi all'infinito, perchè ognuno di noi dà alle parole significati diversi.

Qualsiasi sia la sua idea di "debolezza", c'è sempre la possibilità di mostrarsi ancora più deboli, e chiedere aiuto "dal vivo", rivolgendosi ad uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione ed una eventuale psicoterapia. Che cosa pensa che succederebbe?