Difficoltà relazioni sociali

Buonasera, non è facile per me scrivere questo testo, perchè non capisco se come mi sento e quello che provo siano sintomi di qualcosa o soltanto elementi del mio carattere, spesso ho pensato di rivolgermi a uno psicologo per cercare di capire.
La maggior parte delle persone ha una splendida opinione di me, studio, vivo bene con la mia famiglia, ho lavorato in ambito sociale come operatore di un centro d'accoglienza, mi innamoro, ho degli amici che adoro.
Eppure vivo sempre tutto con senso di colpa, ansia, ponendomi spesso "in aiuto di" piuttosto che "insieme a", penso spesso al passato (e ho solo 22 anni), qualche anno fa ho avuto problemi con l'alcol (di entità modesta e infatti l'ho superato), sono a tratti iper vitale e a volte avrei voglia di dormire un mese di seguito. Mi sento meglio da quando fumo (2 o 3 sigarette al giorno da quasi un anno).
Sono pieno di insicurezze certi giorni e invece tutti si appoggerebbero sempre a me, e ho paura che alla lunga sia il tipo di rapporto che gestisco meglio.
Qualsisasi cosa devo fare ho bisogno di farla al meglio, mi rimprovero mentalmente in maniera continua.
Altri elementi per aiutarvi: nel 2008 ho subito un lutto (uno zio) che mi ha scosso molto e da allora sono cambiato molto, ma ho paura di usare egoisticamente questo evento assumendolo come giustificazione.
Cerco sempre di dare il buon esempio, anche con espedienti sottili (esempio: se sono in macchina con mio fratello guido piano in modo che prenda esempio), sembrano cose lodevoli ma tutto il giorno tutti i giorni è terribile.
Ultimo elemento: in un periodo che preferivo stare moderatamente per i fatti miei a volte uscivo di casa ma in verità magari passavo un paio di ore in macchina parcheggiato a leggere, perchè era quello che volevo fare ma allo stesso tempo volevo rendere la quotidianità ai mei genitori.
Non so come ringraziarvi per il lavoro che fate, con pochissime righe riuscite a dare un parere in modo da aiutare a capire che strada intraprendere.
Grazie.
[#1]
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero Psicologo, Psicoterapeuta 173 3
Gentile ragazzo,
a noi cosa chiede di preciso? Cosa vorrebbe capire?
Da quello che scrive sembra di vedere una persona che si comporta in un modo ma vorrebbe essere altro, mi corregga se sbaglio o se ho frainteso.
Come mai si "deve comportare bene, dare il buon esempio?"
Cordialmente

Dr.ssa Verena Elisa  Gomiero
psicologa psicoterapeuta
Operatore training autogeno

[#2]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Sembra che lei viva tutto in una sorta di "finzione", dove i comportamenti sono azioni recitate per un pubblico. Anche i momenti che dedica a se stesso devono essere motivati da un secondo fine altruistico. Anche il lutto non ha un suo spazio autentico, perchè diventa egoismo.

La sofferenza che prova è dovuta all'inautenticità del suo vivere quotidiano.

Penso che farebbe bene a seguire il suo pensiero di rivolgersi ad uno psicologo, non tanto per definire il suo disagio come sintomo o come tratto di personalità, ma per trovare una strada che le permetta di condurre una vita autentica, priva di angosciosi sensi di colpa.

E' molto lodevole dare il buon esempio e aiutare gli altri, ma questo deve venire con leggerezza e spontaneità. Invece sembra che in lei ci sia qualcosa che la "costringa" ad essere così, pena la forte autocrita e il senso di colpa.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it