Problemi con se stessi, problemi di coppia?

Gentili Dottori,
Vi scrivo fondamentalmente per riuscire a mettere in prospettiva i miei pensieri, una sofferenza che messa per iscritto non mi scivolerà più fra le dita, nel quotidiano autoconvincimento che vada tutto bene.
Ho 23 anni, quasi due lauree in filosofia, un lavoro, degli amici con cui ho un rapporto sincero e profondo e un fidanzato lontano. Questa normalità che vivo però mi è costata: ho lottato tanto per averla, lottato contro la mia famiglia (mio fratello è schizofrenico e ho vissuto l'adolescenza in un regime di terrore, di violenze sia fisiche che psicologiche, mio padre è morto presto e mia madre be' poverina fa quello che può), ho lottato contro me stessa, contro le mie insicurezze, le mie paure, paura di espormi e di mettermi in gioco. il mio essere evitante nei confronti degli altri.
Ho desiderato tanto questa normalità che ora finalmente sto vivendo ma non mi basta più. Dentro sono una persona vuota: la lotta per la sopravvivenza che ho dovuto vincere in adolescenza mi ha portata ad essere una persona fredda, calcolatrice, senza morale che farebbe di tutto pur di guadagnarsi il suo piccolo posto nel mondo.
In questa mia vita grigia, competitiva, priva di emozioni e di entusiasmi la mia unica ancora di salvezza è nell'amore. Non nel senso che aspetto un uomo che mi salvi (figuriamoci... ho imparato a salvarmi da sola) ma nel senso che solo l'amore non mi fa sentire quel senso di vuoto che mi accompagna sempre, solo amando mi trasformo da persona cinica e arrivista che pensa solo a se stessa a una persona dolce e generosa che è felice per la felicità del suo partner (mentre la felicità dei miei amici mi genera solo invidia, un sentimento di rivalsa nei confronti del mondo, come se la vita mi dovesse risarcire per tutto ciò che mi ha tolto finora).
Dicevo che ho un fidanzato, che abita però a 500 km da me, ci vediamo in media una volta al mese/mese e mezzo. E' da un anno che porto avanti questa relazione (dico porto perché il mio fidanzato è l'elemento passivo della coppia...) che mi sta lacerando. Io ho bisogno di un compagno di vita, di qualcuno che mi stia accanto e che mi permetta di riappropriarmi di quella parte di me, la parte dolce e premurosa, che nella vita di tutti i giorni reprimo, non sono capace di esprimere.
Non so però quanto questo desiderio sia sano... nel senso che io sto molto bene col mio fidanzato quando ci vediamo, ma ci vediamo troppo poco (e al momento non possiamo fare di più); ma quando non ci vediamo io ripiombo nel vuoto e nel grigiore della mia vita. Dico che questi miei desideri non mi sembrano sani perché non vorrei avere un uomo che mi riempia dei vuoti ma vorrei qualcuno con cui condividere dei pieni... Insomma magari prima dovrei imparare a stare bene da sola e solo dopo cercare serenità in un rapporto di coppia, a 23 anni dicono che cercare un compagno di vita sia un po' prematuro. Io però da sola ci sto bene, ho un ottimo rapporto con me stessa, mi piace come sono diventata e ho una buona autostima... però da sola è da una vita che ci sto... e stare soli, senza affetto, non è vita.
Scusate per il messaggio probabilmente confusionario...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Non comprendo la sua richiesta, non comprendo se desidera un fodanzatoiu' attivo, piu' presente, se desidera vivere meglio il suo presente e poi condividerlo con un altr essere umano, ...
Una relazione di coppia, dovrebbe basarsi sul piacere dell' altro, non sul bisogno, spesso le relazioni non sono terapeutiche o curative, ma fanno nascere e crescere parti di noi stesse, che altrimenti mai verrebbero fuori.
Puo' provare a riformulare meglio la sua richiesta.
Grazie

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it