Conseguenze di un trattamento psicologico

Salve

Negli ultimi tempi sto avendo vari problemi con mio padre. Sembra che lui abbia "rimosso" il 90% della sua vita, particolarmente per quanto riguarda una grande quantità di cose orribili che ha fatto in passato. Lui non è mai stata una brava persona, ma da quando è finito in cura da uno psicologo dell'ASL è diventato ancora peggiore: arrogante, fastidioso, rumoroso, volgarissimo e con la terribile abitudine di rispondere: "L'ho rimosso" ogni volta che gli si chiede conto di qualcosa che ha fatto. Inoltre, quando lo si mette di fronte alle prove solide delle sue azioni inizia a strillare come una checca isterica. Vi sembra possibile che una persona di 55 anni senza patologie particolari abbia potuto "rimuovere" così tanti episodi della sua vita recente? Secondo voi ci sta marciando sopra, oppure ha veramente dimenticato tutto? In ogni caso, ciò non lo giustificherebbe per niente, ci sono varie persone che devono affrontare ogni giorno le conseguenze delle sue azioni. Mi piacerebbe andare dallo psicologo ASL che lo ha in cura e chiedergli che diavolo sta combinando, dato che sta solo rendendo la convivenza con mio padre ancora peggiore di quanto non fosse da prima, secondo voi mi darebbe ascolto o no? Vi ricordo che vivo al sud, l'atteggiamento dei medici meridionali è ben diverso da quelli del nord.

Grazie per le risposte.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Nessuno le consiglierebbe di andare dallo psicologo di suo padre a fare delle rimostranze, ne al sud, ne' al nord.
E' comprensibile il fastidio che lei e la sua famiglia proviate nei confronti dell'atteggiamento del vostro famiare, ma la sola persona con cui potrete parlare e' lui stesso. Certamente non con un approccio persecutorio e rivendicativo che non farebbe altro che fare chiudere ancora di più' l'interessato, ma con pacatezza e rispetto, per quanto possibile!
In bocca al lupo!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Intanto la ringrazio per la sua pronta risposta.

Purtroppo devo ripeterle che l'atteggiamento di mio padre preclude ogni discussione. Per farle un esempio semplice: qualche giorno fa ero tranquillo nella mia stanza, con la porta chiusa intento a leggere un romanzo storico di Valerio Massimo Manfredi. Mio padre è entrato sbattendo la porta, mi ha urlato contro "che perdi tempo con queste s*******e" e se ne è andato lasciando la porta aperta, cosa che a me ha sempre dato fastidio. Secondo lei che pacatezza e rispetto dovrei usare con uno che si comporta così? Inutile chiedere aiuto a mia madre, è la tipica moglie-schiava siciliana che ha preso sberle tutta la vita senza mai sognarsi di reagire.
Mi dica, forse il comportamento di mio padre può essere dovuto al Tavor che gli è stato dato dallo psicologo e che lui assume come se fossero caramelle?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Un trattamentp psicoterapeutico non e' un antibiotico che si prende e dopo qualche giorno la malattia e' debellata! Nel caso di suo padre si tratta di colloqui e di un tranquillante blando, quindi non ci puo' essere una guarigione subitanea . Potrebbe essere addirittura che inizialmen te i colloqui aumentino la sintomatologia ansiosa o l'irritabilita' di suo padre a causa del loro contenuto "ansiogeno".
Quindi ci vorra' tempo affinche' le risorse di cui dispone suo padre si mobilitino e abbia inizio un miglioramento. . E' comunque positivo che stia effettuando questi colloqui.
Lei cerchi di difendersi da queste esplosioni di rabbia e soprattutto di comprendere che si tratta di una persona che ha dei problemi ma che sta cercando di affrontarli.
Per quanto riguarda i farmaci noi come psicologi non possiamo dare pareri, maa puo' scrivere una richuista di consulto a Psichiatria e le saranno date le informazioni opportune.
Si faccia coraggio e ci scriva ancora se vuole!
I migliori saluti
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Parliamoci chiaro, la situazione va avanti da anni senza nessun miglioramento, anzi è andata a peggiorare. Può darmi qualche consiglio, a parte "aspetta e spera"? Comunque non ha risposto alla mia domanda: è davvero possibile che un uomo abbia rimosso tutto della sua vita, o è più probabile che ci stia marciando sopra e che lo psicologo gli abbia dato una scappatoia comoda per comportarsi come un animale ogni volta che vuole?


Inoltre, cosa significa "noi psicologi non possiamo dare pareri sui farmaci"? Gli psicologi che ho visto danno Tavor e Lexotan ai pazienti senza farsi il minimo problema, ma forse è una situazione siciliana (anche se non credo proprio). Parlando di farmaci, anche se sono un profano avrei qualche riserva nel definire il Tavor un "tranquillante blando", ne ho visto gli effetti e non sono tanto piacevoli a vedersi.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
che sia nord o sud esistono regole e codici deontologici universalmente riconosciuti e rispettati da tutti gli iscritti agli ordini professionali.
Essendo suo padre maggiorenne e non interdetto, il suo percorso psicoterapico, è tutelato da riservatezza e pricacy.
Dia tempo al percorso intrapreso di fare il suo effetto e, se qualcosa non le va del comportamento di suo padre, ne parli con lui, non con il suo terapeuta.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Dottoressa Randone, lo ripeto anche a lei: sono passati anni e la situazione non accenna a migliorare, anzi la situazione a casa diventa sempre più invivibile e io non posso ancora andarmene (mancanza di lavoro e gravi problemi di salute). Mi sembra logico che un paziente si lamenti quando un trattamento dura per anni senza alcun effetto!

Forse non mi sono spiegato bene: quando si cerca di parlare con lui la risposta è una serie di urla isteriche. In certi casi usa le mani per farsi ragione (comportamento che ha usato per anni con mia madre, ma io a differenza di lei non ci sto), oppure inizia a piangere e a fare la povera vittima isterica, con mia madre che lo coccola come se fosse un bambino ferito. La fate facile dicendo: "Prova a parlarne con lui"!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Mi sembra logico che un paziente si lamenti quando un trattamento dura per anni senza alcun effetto!


Il paziente non è lei, se non ho mal capito, ma suo padre.
Se la psicoterapia non da i risultati sperati, forse l'approccio dovrebbe essere un altro, ma è sempre suo padre a doversene occupare
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Il paziente non sono io, ma le conseguenze della malattia ricadono su di me e su altre persone che non c'entrano nulla. Lui, anzi, è felicissimo perchè le cose che gli racconta lo psicologo lo assolvono da ogni responsabilità e da ogni rimorso. Quindi, non esiste alcun modo con cui si possa intervenire sulla situazione? Parlare con lo psicologo e spiegargli che razza di mostro ha portato in casa sarebbe controproducente? La prego di non dirmi di rivolgermi ai servizi sociali, da catanese dovrebbe sapere perfettamente quanto siano inutili.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo, le abbiamo detto che comprendiamo il disagio in cui si trova, e non lo stiamo svalutando.
Ma ci sono delle regole nelle psicoterapie come nei rapporti umani. E tali regole escludono le pretese. Cerchi con calma di stabilire un dialogo con suo padre, senza pretendere nulla. Bandendo l'aggressivita' (anche se le sembra lecita a causa del problema che vi affligge da tempo).
La saluto cordialmente.

[#10]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Mi sembra di sentire parlare mia madre quando cerca di giustificare mio padre dopo che l'ha gonfiata di legnate senza motivo. Secondo te chiedere di non prendere legnate senza motivo o chiedere di chiudere la porta per non sentire la TV che lui tiene sempre a volume altissimo è "pretendere"??? Sono "pretese"? Ti ci vorrei proprio vedere in una situazione simile...
[#11]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Personalmente credo che lei abbia un pò di confusione sul ruolo e lavoro dello psicologo: lo psicologo, non racconta nulla a suo padre e , se suo padre è, come dice lei, un mostro, non è sicuramente responsabilità dello psicologo
[#12]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Vabbè, ho capito, fate gli gnorri. Nel caso non mi fossi spiegato bene lo ripeto: mio padre è peggiorato moltissimo dopo l'intervento dello psicologo e la fornitura di psicofarmaci da parte sua. Se non è responsabilità questa...

Un'ultima cosa, per favore. A quanto ho letto io, uno psicologo che fornisce Tavor e Lexotan al paziente senza il supporto di un neurologo o psichiatra sta commettendo un grave reato. A chi dovrei rivolgermi per fare stangare uno del genere? Dovrei mandare una mail all'ordine degli psicologi o andare direttamente in questura?
[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È possibile che il professionista che sta curando suo padre abbia fatto manovre sbagliate, peggiorando lo stato di salute suo padre. È una possibilità che non può si escludere a priori senza sapere nulla di suo padre, dei suoi curanti, né delle cure, esattamente, che sta ricevendo.

Ma esiste anche la possibilità che nel frattempo la malattia o il disturbo di suo padre siano peggiorati per conto proprio. E che magari se non si facesse curare starebbe ancora peggio. Lei come fa a escludere con certezza quest'alternativa?

Quanto alle prescrizioni, lo psichiatra, il neurologo e gli altri medici prescrivono farmaci, non lo psicologo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#14]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta, dottore. Quindi può confermarmi che la fornitura di uno psicofarmaco da parte di uno psicologo è un reato penale? La mia idea è quella di chiedere al mio medico generico di mettermi in lista per entrare in terapia sotto quello stesso psicologo in modo da potergli parlare a quattr'occhi ed eventualmente rovinarlo se le sue risposte non mi soddisfacessero.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La prescrizione di farmaci che necessitano di prescrizione medica da parte di un non medico, che si tratti di uno psicologo o di qualunque altra persona, configura il reato di abuso della professione medica.

Ma sto parlando in astratto.

Prima di partire alla riscossa le raccomando perciò di accertarsi bene su come stanno le cose:

1. che tipo di professionista è il professionista (o i professionisti) in questione; spesso lo psicologo lavora in tandem con lo psichiatra; perciò potrebbe essere stato lo psicologo a suggerire allo psichiatra di valutare l'opportunità di un trattamento con farmaci, e quindi quest'ultimo a prescriverlo, non lo psicologo;

2. quali farmaci sarebbero stati prescritti a suo padre; alcuni farmaci (non quelli che ha citato) non necessitano di prescrizione;

3. far valutare da (almeno) uno psichiatra terzo lo stato psichico attuale di suo padre.

Perché citare in giudizio qualcuno non è cosa che si può fare alla leggera: se lei si sbagliasse su uno dei punti suddetti, potrebbe essere lei a finire rovinato. Quindi si muova con cautela.

Inoltre non ha risposto alla mia domanda: come fa a essere sicuro che lo stato attuale di suo padre sia stato conseguenza di errori, imperizia o addirittura abusi da parte dei curanti?
[#16]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Lei ha ragione, non è possibile essere sicuri al 100% che sia una conseguenza diretta di un errore medico. In ogni caso, se c'è stato un abuso deve essere punito e lo psicologo in questione ha commesso abusi seri. Comunque, dipende tutto dalle risposte che mi darà lo psicologo quando lo vedrò faccia a faccia. Se vedrò il tipico incapace raccomandato o il professorone che si crede Dio in persona saprò come regolarmi. Se vedrò una persona onesta che cerca di fare il suo lavoro, saprò cosa dirgli. A dire il vero, la mia idea è che mio padre gli abbia raccontato chissà quale fesseria e che lo psicologo si sia fatto semplicemente imbrogliare. Forse se sentisse anche l'altra campana capirebbe meglio la situazione che si è creata e magari saprebbe indirizzare meglio la terapia. Mandare il galera lo psicologo per me è una faccenda di scarsa importanza, io voglio solo migliorare la situazione che ho a casa.

Per la cronaca, quello psicologo lavora da solo, senza essere assistito da medici, neurologi o psichiatri. Tavor e Lexotan necessitano di prescrizione (anche se ciò è vero solo in teoria, almeno al sud). Citare in giudizio non mi metterebbe in alcun rischio, sapesse quante persone ci sono che fanno cause senza fondamento e non ne hanno alcuna conseguenza! Capisco che lei cerchi di intimidirmi per solidarietà professionale verso il suo collega, ma ha scelto la persona sbagliata da intimidire. Comunque, la ringrazio per avermi dedicato il suo tempo.

Dimenticavo, il punto 3 della sua risposta è interessante. Vedrò di parlarne allo psicologo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> A dire il vero, la mia idea è che mio padre gli abbia raccontato chissà quale fesseria e che lo psicologo si sia fatto semplicemente imbrogliare. Forse se sentisse anche l'altra campana capirebbe meglio la situazione che si è creata e magari saprebbe indirizzare meglio la terapia. Mandare il galera lo psicologo per me è una faccenda di scarsa importanza, io voglio solo migliorare la situazione che ho a casa.
>>>

Questo mi sembra buon senso: in fondo ciò che conta è che suo padre migliori. Parlare con lo psicologo resistendo, almeno inizialmente, alla tentazione di aggredirlo, potrebbe essere più produttivo.

L'unico dubbio è che possa riuscire a farlo. Per due motivi: 1) perché nel servizio pubblico non sempre ci si può scegliere il professionista da cui farsi seguire; 2) perché il segreto professionale obbliga il professionista alla riservatezza: se suo padre non lo autorizza, non potrà dirle niente dei contenuti discussi nella psicoterapia (se di psicoterapia si tratta).

>>> Tavor e Lexotan necessitano di prescrizione
>>>

Sì, infatti l'ho specificato.

>>> Capisco che lei cerchi di intimidirmi per solidarietà professionale verso il suo collega, ma ha scelto la persona sbagliata da intimidire.
>>>

Si figuri un po' se io ho bisogno d'intimidire qualcuno che neanche conosco. Non ha il potere di suscitare in me questo tipo di voglia. La sua rabbia e delusione per via della situazione difficile con suo padre è ben percettibile, e ne stiamo tenendo conto, ma non deve confondere fra loro cose diverse.

Quanto alla solidarietà professionale, non posso nemmeno sapere se di questo si sta trattando, perché l'unica cosa che vedo sono parole scritte su uno schermo. Non so se sia davvero uno psicologo, come si chiami, come lavori ecc. Dobbiamo stare attenti a non confondere reale e virtuale.

Forse ha ricevuto un'impressione sbagliata, ma la mia intenzione era di aiutarla mettendola in guardia nel SUO interesse. In fondo è ciò che facciamo qui, e lo facciamo gratuitamente.

>>> Comunque, la ringrazio per avermi dedicato il suo tempo.
>>>

Prego. Se ha bisogno, noi siamo qui. Nei limiti di ciò che si può fare a distanza, è chiaro.
[#18]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
A posto, sono contento del fatto che ci siamo capiti. Come le ho detto, la denuncia era solo uno stratagemma da adottare solo se lo psicologo si allargasse troppo e facesse troppo il saputello. Spero di non averne bisogno. Comunque, può provare a rispondere alla mia prima domanda? E'davvero possibile che una persona abbia rimosso anni di comportamenti orrendi e creda onestamente di essere una brava persona? Per la cronaca, mio padre ha iniziato a usare l'espressione "l'ho rimosso" solo dopo essere andato dallo psicologo. A me viene da pensare a certi criminali di carriera che si sentono onestamente di essere delle brave persone e che fanno l'espressione di dignità offesa quando vengono incarcerati! Può essere che mio padre sia come loro?
[#19]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Innanzitutto il concetto di rimozione è più valutato e considerato da alcune correnti psicologiche e meno da altre.

In teoria è possibile che uno "rimuova" anni di vita e si convinca di essere una persona diversa da com'è stato fino ad allora, come nei casi di personalità multiple, ma si tratta di casi rari e controversi. Difficili da provare e difficili da smentire.

Suo padre però potrebbe avere un danno cerebrale e quindi essere non solo totalmente in buona fede, ma avere un problema più importante di quello che sembra.

Ecco perché, in questi casi, suggeriamo di far visitare la persona da altri professionisti per avere un secondo parere. Nel caso di suo padre uno psichiatra o forse un neurologo sarebbero indicati.

Da qui più di questo non possiamo dire, sarebbe tirare a indovinare, senza poter vedere suo padre.
[#20]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Davvero? Grazie infinite, sono sempre stato affascinato dalle stranezze della psiche umana. Se fossi combinato meglio me ne andrei a frequentare psicologia, ma nelle mie condizioni sarebbe una pessima idea. Grazie per l'attenzione, una buona serata.
[#21]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

consideri anche un altro aspetto.
Suo padre sta facendo un percorso individuale, mentre lei porta un problema familiare.
Lo sa che esiste anche la terapia familiare che serve proprio per aiutare *la familgia* a funzionare in modo diverso ed a risolvere i conflitti che nascono dal fatto che le persone vivono in gruppo?
La soluzione potrebbe essere un percorso famigliare!

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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