Gestire capricci bimbo 3 anni circa

G.li Dottori,
sono una mamma di due bimbi piccoli (bambina di 14 mesi e bambino di 33 mesi). Consapevole dell’importanza di imporre delle regole ai bimbi, chiedo consiglio perché mi sembra di non riuscirci. Ci sono regole che ho sempre ribadito: si mangia seduti, si dorme nel proprio letto, ci si lava le mani prima di mangiare, non ci si allontana dalla mamma quando si esce…Sono tranquilla e ferma quando lo dico la prima, la seconda , la terza volta, ma poi alzo la voce quando il bimbo continua a fare ciò che vuole e rifiuta la regola…c’è una lotta tra me, che ripeto a voce alta la regola, e lui che fa i capricci. Ci sono cose che posso fargli fare ‘per forza’ come lavargli le manine o metterlo nel suo lettino ma quando siamo fuori casa e deve star seduto a mangiare o non si deve allontanare…non so come gestire la situazione senza doverlo trattenere fisicamente. Non mi piace comportarmi così, cioè trattenerlo o abbracciarlo con forza per tenerlo fermo…come posso essere persuasiva? Ritenete che non ci siano altri modi per insegnare delle regole? Avrei bisogno di consigli su come rimanere fermi nell’imporre la regola anche di fronte ai capricci più esasperanti.
So che i capricci vanni ignorati ma quando li fa e lo abbraccio per tenerlo fermo per non farlo scappare via, si dimena, calcia e non riesco a tenerlo. Lo vorrei contenere parlandogli con calma ma spesso non riesco. Devo lasciarlo andare e aspettare che gli passi? Io e mio marito siamo d’accordo sull’educazione e siamo molto presenti e affettuosi con i bimbi.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Essere genitori è un mestiere difficile (è scontato, lo so, però è vero). Si è sempre in bilico fra dover far valere la propria autorità/autorevolezza ed essere flessibili.

Nello specifico dei bimbi piccoli però è più importante riuscire a persuadere se stessi, come genitori, che persuadere il bambino: persuadersi a restare calmi e a convincersi che un bambino non può ragionare come un adulto. Insegnare le regole a un bambino non è come insegnarle a un adulto: dall'adulto ci si aspetta che ne capisca l'utilità e le metta in atto subito, dal bambino tutto ciò che ci si può aspettare e prepararsi a doverle ripetere molte volte prima che vengano recepite.

Oltretutto devo anche dirle che l'eta intorno ai 2-3 anni è la "peggiore" da questo punto di vista, non a caso è chiamata "l'età dei no".

Perciò resti armata di pazienza e vada avanti.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
le regole che imponiamo ai nostri figli non hanno tutte pari valore, né in termini assoluti, né in termini relativi (ad esempio, quelle legate alla loro incolumità sono più importanti di altre o per un genitore la "graduatoria" può essere molto diversa da quella di un altro).
A volte, però, nel tentativo di svolgere per bene il nostro compito genitoriale, esageriamo pretendendo un po' troppa perfezione, col risultato opposto a quello che vorremmo ottenere.
Può tornare utile, soprattutto in questa fase di vita dei suoi piccoli in cui le regole sono più che mai mal tollerate (come sarà poi in adolescenza, ma ora è presto per pensarci.....), definire con loro dei comportamenti da "semaforo verde" concessi senza problema, altri da "semaforo arancione" che vanno valutati nei diversi contesti e altri ancora da "semaforo rosso" sui quali non si transige.
Le regole fondamentali, che potranno variare da famiglia a famiglia, devono essere rispettate e, se dopo alcuni richiami ciò non accade, i bambini devono sapere che ne pagheranno le conseguenze, con punizioni commisurate alla loro età e all'entità della marachella combianata (es., un breve allontanamento, un cartone animato saltato, una caramella non data...). Contemporaneamente vanno rinforzati quando di loro iniziativa rispettano le regole con un riconoscimento verbale ("Sei stato davvero bravo a fare...", "Sono proprio orgogliosa di te, perché...") o gestuale (un bacio, una carezza, un buffetto...), più che con oggetti e regali.
Non devono essere persuasi ad obbedire, ma imparare a farlo, in virtù del fatto che voi siete i genitori e loro i figli. Questo tornerà comunque loro utile anche nella vita adulta.
Ciò non toglie che mettere in pratica tutto questo non sia sempre così facile!

Saluti alla sua bella famigliola.


Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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