Claustrofobia

salve
Mia madre soffre di claustrofobia oramai da molti anni, questo disturbo le impedisce di prendere mezzi pubblici che non abbiano finestrini aperti, aerei, treni e tunnel (anche se questi ultimi in auto si). Da un po la situazione è diventata difficile e mia madre si attacca sempre di più a me non capendo che così facendo mi fa solo del male è piena di ansie e preoccupazioni che unite alla claustrofobia non le permettono di andare al di fuori del posto in cui vive. Ha paura che io l' abbandoni tanto da star male se vado una giornata fuori per lavoro, attualmente per me è molto difficile (quasi impossibile) stare una notte lontano da casa (a volte uscire proprio perchè non mi sento sicuro di quello che faccio avendo da parte sua un muro e vedendola con una faccia che quasi lacrima!).
Un giorno che andai fuori fino a sera (200 km non di più) lei mi raccontò di essere stata male di non essersi sentita bene (aveva dei giramenti di testa e roba varia) per il distacco!
Non ha mai fatto uso di psicofarmaci e simili, non vuole assolutamente prenderli, ma i suoi problemi rimangono, in pratica la sua vita è fossilizzata nel luogo in cui vive è quotidianamente piena di preoccupazioni in gran parte sulla mia vita (è separata).
Ho sempre fatto di tutto per aiutarla ma ora davvero non so che fare, perchè oltre a star male lei mi sto logorando lentamente anche io (è come un vortice senza uscita).
Mi sembra che pur di non voler affrontare il problema della claustrofobia di petto voglia fare cose che non stanno ne in cielo ne in terra!
A volte è ingovernabile e io mi preoccupo, perchè e come se si stesse lentamente autodistruggendo.
In passato in famiglia ci sono stati casi simili di parenti a lei molto vicini con problemi simili.
Potrei aggiungere altro ma so che uno specialista competente in materia ha compreso il caso.

Quindi vorrei chiedere un parere su queste problematiche, possibilmente un consiglio su cosa fare io personalmente per lei ma sopratutto per me, come curare questi disturbi.
A disposizione per altri chiarimenti.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile ragazzo,
la situazione che descrive sta compromettendo la vita di entrambi e penso sia proprio giunto il momento di cercare di fare qualcosa per cercare di risolverla.
Per entrambi, come giustamente scrive Lei.
Non necessariamente le cure di cui sua madre ha bisogno saranno di tipo farmacologico; soprattutto non si può rimandare l'idea di prendersi cura di sé solo per il timore che venga somministrata una terapia non gradita: prima di parlare di terapia (medicine e/o psicoterapia) è indispensabile sentire di persona il parere di uno specialista in modo da porre una diagnosi più circostanziata al malessere della sua mamma.
In un secondo momento si discuterà di come sarà possibile intervenire.
Dal canto suo, potrebbe comunque (indipendentemente da ciò che sua madre deciderà di fare) rivolgersi ad uno psicologo per un sostegno in questa pesante situazione, in modo da affrontarla con maggior serenità e nel modo più efficace possibile.

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
capisco che la terapia farmacologica potrebbe non essere necessaria, ma chiedo io cosa posso fare?
Di solito in queste situazioni qual è il ruolo più idoneo che può avere un figlio?
ad esempio essere duro, accondiscendente o altro.........
[#3]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Lei fa già tanto e, forse, a volte troppo seppur "a fin di bene".
Un figlio non è un terapeuta e non è bene che Lei si faccia completamente carico di questa situazione, cercando di risolverla da soli. Come si immagina il vostro futuro a breve e lunga scadenza, permanendo in una tale condizione?

Non si può a distanza consigliarle un'ideale linea di condotta da adottare nei momenti critici, per questo l'aiuto di un professionista (psicoterapeuta e/o psichiatra) è, a mio avviso, importante per entrambi.

In sostanza, la cosa più utile che Lei possa fare è convincere sua madre ad intraprendere un percorso terapeutico.

Cordialmente,

[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
ok grazie cercherò di essere meno coinvolto
un ultima cosa, le farebbe bene fare yoga e simili in modo da convincerla anche su questo?
[#5]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
[#6]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
capisco,
Dottoressa secondo lei che strategia dovrei utilizzare per convincerla ad andare da uno psicologo? (le assicuro che non è una cosa facile)!
[#7]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Lei conosce sua madre e le obiezioni che potrebbe fare di fronte ad una sua proposta in questo senso, perciò avendo più chiara (spero) l'importanza di una valutazione specialistica, può disporre di una gamma più vasta di argomentazioni per cercare di convincerla.

Le può parlare con sincerità delle preoccupazioni per la sua vita (di sua madre) che sta pian piano diventando sempre più limitata e colma di sofferenza.
Le può esplicitare le ripercussioni che tutta questa situazione ha sulla sua vita (di Lei che scrive), senza colpevolizzarla, ma per aiutarla a prendere consapevolezza del fatto che non può essere Lei la sua ancora di salvataggio per sempre.
Può farle leggere qualche articolo di quelli che le ho precedentemente indicato o, se crede, può anche partire dalla lettura di questa sua richiesta.

Se proprio si mostrasse sorda a queste sue proposte, il consiglio resta comunque quello di rivolgersi Lei stesso ad un Collega della sua zona per un sostegno in questa difficile fase della sua vita.

Saluti.
[#8]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
perfetto grazie farò del mio meglio
[#9]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
la sua vita è fossilizzata nel luogo in cui vive è quotidianamente piena di preoccupazioni in gran parte sulla mia vita (è separata).

Caro utente,

concordo con tutto quello detto dalla collega. Vorrei solo capire da questa sua frase se questo suo problema e le assidue preoccupazioni si sono accentuate dopo la separazione o è sempre stata così? E la claustrofobia quando si è manifestata?

Potrei proporre un percorso individuale per sua madre, possibilmente cognitivo comportamentale o sistemico-relazionale. In molti casi con il secondo approccio è possibile entrare in terapia insieme, per cui anche lei potrebbe sostenere questo percorso per aiutarla. Ma questa poi è una scelta sua.

Un abbraccio

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#10]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Dottoressa Mirona la claustrofobia si è manifestata prima della separazione le preoccupazioni ci sono sempre state, ma dopo la separazione sono aumentate in modo spropositato.
Grazie
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