Sport e bambini

Mia figlia di otto anni si rifiuta di praticare qualsiasi sport. Abbiamo provato con la danza, classica e moderna, la ginnastica ritmica e ora il nuoto. Abbiamo provato a farle fare prima un corso con personal trainer, vista la sua forte paura dell'acqua, poi, su consiglio del personal trainer, abbiamo pensato di introdurla in gruppo di solo 5 bambini. Ma al giungere dell'appuntamento con la piscina, mia figlia diventa pallida, accusa dei mal di pancia che le passano solo se le prometto che salteremo la lezione di nuoto. Io e il suo papà siamo separati e non so se questo incida su tutte le sue insicurezza. Noi cerchiamo di darle tanto amore e abbiamo conservato un rapporto tra noi tendenzialmente sereno e civile. Entrambi ora ci troviamo dinanzi a un bivio: forzarla nella pratica del nuoto sperando che nostra figlia impari ad affrontare le paure, o ascoltare i suoi "mal di pancia"? Io tendo ad ascoltare i suoi "mal di pancia" ma temo anche che così facendo passi il messaggio che alla prima difficoltà si possa gettare la spugna e aggirare i problemi senza affrontarli. Vorrei un consiglio
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Dr.ssa Alice Candia Longo Psicologo, Psicoterapeuta 16
Gentile Signora,
da quello che scrive sembra essere una madre molto attenta, ha colto tra le righe un messaggio che le è stato inviato e fa bene ad attenzionarlo ed a non prenderlo sotto gamba. La correlazione che lei stessa ha fatto potrebbe risultare utile e calzante, ma restano alcuni interrogativi a cui poter dare una risposta: da quanto tempo si è separata? Come ha affrontato tale evento sua figlia? Cosa le è stato detto quando il padre si è allontanato da casa ? Ha notato dei cambiamenti in sua figlia da quel momento? Sua figlia si rifiuta soltanto di fare sport o manifesta altri comportamenti "oppositivi"?
Le domande a cui dover rispondere sono molte, le informazioni che ha fornito sono chiare ed inquadrano bene il problema, ma forse lo circoscrivono un po' troppo, per poterle fornire delle risposte chiare ed esaustive.
Cordialmente,

Dr.ssa Alice CANDIA LONGO
Psicologa-Psicoterapeuta, Messina

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dopo
Utente
Utente
Siamo separati da quattro anni. Ho preferito lasciare io la casa coniugale in quanto avevo un appartamento di mia proprietà e non mi sembrava giusto mandare mio marito in affitto. Inoltre ho anche pensato che se mio marito fosse andato in affitto, mia figlia avrebbe perso i suoi riferimenti ogni volta che lui, ad esempio, avrebbe cambiato casa. Ne ho visti di padri separati pellegrinare tra un appartamento e l'altro, ho visto materassi sistemati a terra, situazioni insomma da accampamento. Quindi ho preferito così. Quando mia figlia va dal suo papà ritrova la sua cameretta, il giardino con il suo gatto, i mobili di sempre, la sua cameretta. Insomma quei piccoli riferimenti che credo siano importanti. Come possa aver affrontato l'evento mia figlia difficile comprenderlo fino in fondo. Noi cerchiamo di farla vivere in ambienti sereni ma è non si può negare che la separazione sia un evento traumatico per tutti, ancor più per un bambino. C'è molto dialogo tra noi, e mai, io o la mia famiglia abbiamo svalutato la figura del padre ai suoi occhi. Comportamenti oppositivi non ne intravedo. A volte vorrebbe stare a casa mia piuttosto che da suo padre ma poi, una volta, andata da lui la sento serena.
Quanto allo sport, ripeto, non so se insistere o assecondarla. Se propendo per la prima alternativa mi sento di farle violenza, se propendo per la seconda tema che passi il messaggio che le difficoltà si possano aggirare o che i risultati non si ottengano con sacrificio.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

ha domandato a Sua figlia quale sport preferisce, se c'è, e se le piace fare sport?
Ha chiesto alla bambina le ragioni di questo rifiuto? Oppure Sua figlia non riesce ad esprimere questo rifiuto, se non con il mal di pancia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Le ho chiesto quale sport preferisca in alternativa al nuoto. La risposta è stata danza moderna. Ma già due anni fa iniziò a praticarla per poi lasciarla.
Quanto al nuoto le uniche ragioni che ha espresso sono legate alla paura dell'acqua. Mi ha detto che in acqua trema. Io sento che lei non vuole esprimere fino in fondo il suo rifiuto e in modo esplicito - intendo non con i mal di pancia - perché avverte le aspettative mie e di suo padre in merito all'opportunità di praticare uno sport. In sostanza ciò che percepisco è che lei tema di deluderci. Io non nego di tenere al fatto che lei pratichi uno sport ma non per vincere medaglie ma solo per il suo benessere psico-fisico. Penso quindi che lei esprima il disagio con il mal di pancia perché teme di deludermi. Certo mi rendo conto che il problema di fondo di mia figlia è probabilmente la non capacità di essere assertiva.
Eppure mai nel modo di approcciarmi a lei le ho posto la questione in termini di aspettative da parte mia. Probabilmente sarà qualche mio atteggiamento che ha insinuato in lei questa idea.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Se le cose stanno così, cioè se la bimba percepisce che Lei tiene molto allo sport, è probabile che non voglia deluderLa e che non sappia come dirLe che, per ora, non vuole praticare nessuno sport.

Lei come reagirebbe se la bimba non praticasse per il momento nessuno sport? e il papà?

Ad ogni modo ritengo prioritario che la bimba possa imparare a sentirsi libera di esprimere il disaccordo e, come Lei stessa dice, a diventare assertiva.

A parlato di questo con le insegnanti a scuola? Loro come vedono la bambina?

Esistono numerosi strumenti che possono essere utili anche ai genitori per insegnare ai bimbi a diventare più assertivi. Le suggerisco il libro "Manuale di insegnamento delle abilità sociali" della Erickson di Mc Ginnis, Goldstein, Sprafkin e Gershaw. Contine molte unità didattiche e schede che può utilizzare per giocare con la Sua bambina.

Infine Le suggerisco la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Un cordiale saluto,
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Tra l' assecondare i mal di pancia ed il negarli, invitandola a nuotare, c' e' una via di mezzo, che e' quella di insegnare alla bambina a leggersi dentro, a decodificare i mal di pancia e di poter praticare nuoto a scopo ludico e non terapeutico.
Valuti l' ipotesi di assecondarla , con la danza moderna, e' pur sempre espressione coprorea e movimento , magari potenziando l' inserimento con qualche compagnetta che pratica lo stesso sport.
Credo che superata l' " ansia da prestazione" relativa allo sport, comprendera' quale le fara ' piu' piacere praticare, a pscindere dalle paure da superare e dai desideri genitoriali.
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

Sua figlia percepisce le vostre aspettative ed esterna come può il suo malessere attraverso il corpo.
Perchè insistere cosi' tanto per uno sport?
Se ci pensa bene, ha solo 8 anni e magari ha solamente bisogno di fare quello che più desidera e non quello che desiderate voi;
un figlio non è il prolungamento dei genitori, ma un essere a se con proprie idee e risorse;
Ha provato a chiedere spontaneamente alla bimba cosa desidera fare nel tempo libero?
Magari non le passa neanche per l'anticamera del cervello di praticare uno sport....
e se volesse suonare uno strumento?
Lasciatela serena e non forzatela a questa età; ascoltate i suoi ritmi e i suoi desideri e saprete con certezza e con il tempo cosa preferirà fare;
se non è lo sport non sarà la fine del mondo, non crede?

I miei migliori auguri

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it