Post ivg

Ho fatto un ivg più di un anno fa e da allora la mia vita è finita.
Ho passato i primi sei mesi a piangere tutti i giorni e ora non non sopporto vedere bambini e donne incinta, tutto ciò che riguarda bambini
Ci sono giorni in cui vorrei rimanere a letto tutto il giorno, senza vedere e sentire nessuno, sperando in un incidente fatale appena esco di casa.
Quando sto in mezzo alla gente mi chiedo che considerazione avrebbero di me se sapessero quello che ho fatto e penso che non ci sia niente di cui sorridere e gioire perchè non me lo merito.
Sto rovinando il rapporto anche con il mo partner con i miei sbalzi d'umore e la mia negatività.
Continuo a ripensare a quel giorno e a come sarebbe stato se non lo avvessi fatto, addirittura mi tortuto pensando a che nome gli avrei dato o a chi sarebbe assomigliato..
ho pensato di andare al consultorio ma mi vergogno talmente tanto per quello che ho fatto che non ho il coraggio e cmq non riuscirei a parlarne con nessuno, non parlo neppure con il partner, anche quando vorrei non mi escono le parole di bocca.
spero di trovare nel web un pò di aiuto..
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile signora, una interruzione di gravidanza volontaria di solito presuppone un lavoro su di sè, sulla coppia e sul contesto ecc... proprio per evitare poi di non digerire al meglio la propria decisione.
Io credo che ciascuno di noi si trovi di fronte ad "istanze" difficili da risolvere quando ci si trova da soli a prendere questa decisione. Lei si colpevolizza sulla decisione e parla in modo individuale di questa.
So che alla fine la decisione principale sulla gravidanza e soprattutto sul decidere di proseguire o meno il progetto, è prima di tutto personale però di fatto si è in due a compiere l'atto ed è giusto insieme affrontarne anche le conseguenze. Ci può dire come è andata? Credo sia importante per lei prima di tutto poter esporre al meglio la questione.

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
ho scoperto di essere incinta e sono andata nel panico..alla notizia il mio ragazzo non ha reagito tanto bene..si era fidato di me...
Per due studenti universitari l' idea di un bambino non è l'deale.. difficoltà economiche, prospettive di futuro, non sentirsi pronti.
La mia famiglia non avrebbe preso bene la notizia, per cui ho tenuto tutto per me.. lui non voleva il bambino e io non potevo affrontare la famiglia, i parenti..abbiamo deciso per l'ivg.. tutto di fretta, volevo che finisse il prima possibile..
E'iniziato il calvario..mi addormentavo piangendo e riniziavo al risveglio..lacrime di coccodrillo mi dicevo..non si può piangere dopo averlo fatto.
Speravo di assimilare il senso di colpa, la vergogna, il malessere, ma a distanza di un anno le cose sono peggiorate e non migliorate.
Ogni minima cosa mi fa pensare a come sarebbe stato, mi torturo con l' immaginazione, e continuo a ripensare a quel giorno imponendo alla mia mente di non dimenticare nessun particolare come punizione.
Sono stanca di me stessa..non mi sopporto io figuriamoci gli altri..non riesco e non ho voglia di relazionarmi con gli altri, provo disinteresse per tutto, ho sperato nella profezia dei maya ma nulla..ho avuto più di una volta pensieri suicidi..e a mente fredda questo mi fa paura..
Il mio ragazzo cerca di starmi vicino ma io mi chiudo, non riesco a parlare, alzo un muro, ma ora si sta stancando anche lui di questo mio comportamento..
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Quindi mi pare di capire che ha affrontato questa situazione con il solo "appoggio" del suo ragazzo. In più appesantita dalla responsabilità dell'accaduto oltre che delle conseguenze del fatto in sé. Io credo c sia tanta rabbia e tanto dolore da elaborare e da tirare fuori e che le reazioni di isolamento, vergogna e di apatia siano una risposta a questi stati d'animo alcuni dei quali anche ancora tenuti a se stessa nascosti.
Come si sente nei confronti del suo ragazzo? Vorrebbe avere un futuro con lui? avrebbe desiderato un appoggio diverso? I vostri progetti stanno proseguendo, la sta stimolando in questo? Che progetti ha lui con lei?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Mi ha colpito la sua "incredulita'" circa il dolore che l'ha colta impreparata.
Forse e' su questo che deve riflettere per trovare risorse dentro di se' .
Il dolore non puo' non esserci. Si cerca di razionalizzarlo, rimuoverlo, ma c'e.
Forse se riuscira' ad accettarlo riuscira' a elaborarlo e a inglobarlo dentro di se'.
I sensi di colpa nutrono la pervasivita' e la pervicacia del dolore. Piuttosto che sfuggirli forse bisogna affrontarli: la propria debolezza non deve essere percepita come una colpa. E' un limite spesso non superabile di cui bisogna essere coscienti.
Ci faccia sapere!
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Alle indicazioni delle Colleghe, le allego una lettura, che spiega i meccanismi psichici che abitano l' aborto, che sia volontario o naturale

Un supporto psicologico diventa indispensabile, per un' adeguata elaborazione del lutto inerente l' accaduto. Una donna che non ha potuto elaborare dal punto di vista simbolico ed emozionale l’aborto, lo interpreta come se avesse ucciso il suo bambino in maniera premeditata e cosciente.

Il processo riproduttivo e procreativo deve essere considerato in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico.

La genitorialità racchiude in sé il grande progetto di “proiettare nel tempo” la propria identità, biologica, psicologica e sociale.
La decisione di abortire, nega comunque la genitorialità e crea nella donna, nuclei indelebili di dolore e lutto, misti a vergogna e colpa, che devono obbligatoriamente essere rielaborati all’interno di setting psicoterapici, al fine di una sana ed adattiva ristrutturazione di personalità della donna.

http://www.valeriarandone.it/home/articoli/140-aborto-e-sessualita-sindrome-post-abortiva


Cari auguri. V. Randone

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
Cara ragazza,

il dolore probabilmente è anche una conseguenza del fatto che non ha avuto il tempo di razionalizzare l'accaduto, ha agito di impulso e presa dalle paure. Forse si domanda "come sarebbe andata se....?"
E' un dolore che però è possibile superare, ma non senza aver capito le ragioni che l'hanno intimidita e senza aver accettato le sue azioni. Con il giusto supporto potrà far chiarezza dentro di lei. E' stata da sola a rimuginare troppo a lungo. E' giovane, è il momento di reagire.
Mi domando per cui anche io come state affrontando la vostra relazione lei e il suo compagno da un anno a questa parte.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie per avermi risposto..
allora.. nei confronti del mio ragazzo mi sento in colpa, perchè cmq è stata colpa della mia negligenza, sono io che l'ho convinto di non preoccuparsi e invece...
Lui tuttora dice di essere arrabbiato con se stesso per essersi fidato ma naturalmente so che è con me che ce l'ha non con se stesso.
Inizialmente non potevamo parlare dell'argomento, io mi chiudevo e lui non voleva sentirne parlare.. dopo mesi e mesi ne abbiamo discusso, ma ormai l'unica confidente di cui mi fidavo ero me stessa...questo perchè sono sempre stata abituata a tenermi le cose per me e contare solo su me stessa
In alcune discussioni ci siamo rinfacciati quello che abbiamo fatto.. ma nonostante tutto abbiamo deciso di continuare a stare assieme, pensiamo ad un futuro assieme.
Ora lui mi sta vicino, mi sprona nelle cose, ha capito di non essermi stato vicino inizialmente e cerca di rimediare, il problema sono io.
Non ce la fa più a vedermi cosi, non sa sino a quando reggerà..

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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Lei sta già facendo molto per se stessa scrivendo qui: sta riconoscendo che desidera stare meglio, avere indicazioni, confrontarsi.
La gravidanza vi ha colto impreparati da una parte, in quanto pur avendo già 30 anni non avete ancora maturato un progetto di vita, di lavoro e di futuro. Dall'altro ,però, una parte di voi, anche se inconsciamente, si è lasciata andare rispetto alla possibilità di "rompere" una routine nel rapporto, che evidentemente non si evolveva in niente di costruttivo. Voglio dire che forse inconsciamente questa gravidanza è stata cercata ma a fronte del confronto con la realtà, vi ha poi colto impreparati.

Sarebbe ottimale adesso mettersi in condizione di svolgere un percorso personale (ma anche di coppia) da uno psicologo psicoterapeuta per elaborare tutte le dinamiche proprie del processo di crescita e di dolore che avete tenuto, fino ad ora, soffocati e inespressi.
Un caro saluto