Recuperare la serenità perduta

Salve!
Sono una donna di 37 anni, impegnata da tantissimi anni con un compagno.
Lo scorso anno, praticando il mio hobby preferito, ho conosciuto un altro uomo che condivideva tantissime mie passioni e con cui si è creata una forte corrispondenza, simpatia…
Mi sentivo così viva, piena di voglia di fare, piena di entusiasmo e questa persona alimentava tutte queste emozioni che dentro di me, forse a causa della quotidianità, si erano spente.
Mi sono ritrovata in una storia parallela…Solo in seguito ho avuto modo di capire che lui aveva preso la frequentazione con me con estrema leggerezza.
Molti erano i segnali che mi mostravano la superficialità con cui lui viveva la nostra relazione. Io li vedevo, ma mi dicevo che era giusto così…In fondo io ero impegnata ed era quello il giusto modo di prendere la cosa.
Mi parlava di nuove conoscenze con altre donne. Io la trovavo una terribile mancanza di delicatezza, ma mi dicevo che era giusto così. Era giusto che si guardasse intorno.
Mi diceva di come per lui fosse semplice superare le pene d’amore metabolizzandole in soli tre giorni..E che avrebbe dimenticato le mie carezze in un giorno..
Quest’uomo soffre di disfunzione erettile per cui in quattro mesi di frequentazione non siamo mai riusciti ad avere un rapporto completo… Non siamo mai riusciti a parlare di questo suo problema. Per non forzarlo ho sempre aspettato che fosse lui e prendere il discorso. Cosa mai successa…
Un bel giorno, ha deciso di rompere questa storia e l'ha fatto senza una telefonata, senza vederci, con un sms, in cui diceva di voler rompere perché questa storia non avrebbe portato a nulla e che gli dispiaceva che io avessi preso così intensamente la nostra relazione, perché lui aveva solo voluto divertirsi.
Lui aveva tutti i motivi del mondo per rompere, ma non mi capacito del modo in cui l’ha fatto… Senza un minimo di dolcezza, senza un briciolo di affetto, questa persone mi ha scaricata. Come fossi una scarpa vecchia…
Il mio senso di colpa nei confronti del mio compagno si è acuito in maniera esponenziale, la stima di me stessa è bassissima, e continuo a non perdonarmi questo sbaglio, questo abbaglio che ho preso…
La situazione è aggravata dal fatto che, sono costretta a rivedere questa persona a causa del nostro comune hobby. Speravo che col passare del tempo si rendesse conto di non avermi trattato nel migliore dei modi, e che magari assumesse un atteggiamento conciliante. Invece, infastidito dal mio atteggiamento poco cordiale, seppur educato, nei suoi confronti, ora mi ha tolto anche il saluto e quando ci vediamo fa finta di non vedermi.
La sua indifferenza, quella di prima e quella di adesso, mi fa star male.Il suo modo di trattarmi mi porta pensare che mi sta bene che sia andata così, che me lo sono meritato…Che ora devo pagare le conseguenze del mio sbaglio…Non riesco a recuperare l’amore per me stessa… Vorrei mi fosse indifferente e invece gli voglio tantissimo bene e soffro nel ricevere questo trattamento…
Grazie..
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Parto dalla frase con cui ha concluso e vorrei che intorno a questo punto facesse un pensiero.
Sulla ragione di volere bene a questo signore. Non sara' per caso che l'esigenza di volere bene a questouonmo nasca dal dover giustificare a se stessa il tradimento verso il suo partner?
Se questo bene non lo provasse come si sentirebbe?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
grazie per la risposta.
Il fatto che ci sia stato un convolgimento emotivo da parte mia ha sicuramente "giustificato" nel mio cuore il mio comportamento irrispettoso.Ha fatto sì che mi sentissi protetta dal senso di colpa, aiutandomi a nasconderlo finché il modo in cui lui ha posto fine alla storia mi ha riportato alla dura realtà, cancellando tutto il romanticismo che io avevo creduto ci fosse.
Il fatto è che sono passati otto mesi ed io non riesco a metabolizzare questa situazione.Questa volta non si tratta di superare soltanto una storia finita, ma si tratta di fare i conti con la mia coscienza, con l'idea che avevo della mia persona.Sento di essermi persa, credevo di essere una persona di grandi valori, ora non so più chi sono.
Se non sentissi questo bene mi sentirei una poco di buono..D'altro canto mi ci sento lo stesso se scavo dentro me stessa..Come si fa a perdonare sè stessi?
[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.ma Signora,
Non e'' soffrendo di sensi di colpa che risolvera' la sua sensazione.
Accettare i proprii lati oscuri puo' essere un punto di arrivo posto al termine di un percorso di auto-conoscenza.
E' un percorso importante di maturazione.
Alla base della sua autocolpevolizzazione ci sono vari elementi culturali, forse di educazione familiare, con cui bisogna confrontarsi senza ansia, con una sana umilta' e umanita'.
Le consiglierei pero' di cercare un aiuto psicologico: se fosse riuscita da sola a metabolizzare gli avvenimenti e le sue emozioni lo avrebbe gia' fatto. Le serve un sostegno esterno.
I migliori auguri signora, ci faccia avere sue notizie fra qualche tempo.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ho riflettuto molto su quanto mi ha detto.
Confesso che sono mesi che cerco di sviluppare un sentimento amorevole nei confronti del mio lato oscuro senza di fatto riuscirci.
E' anche vero che di questi eventi non riesco, e non posso, parlarne con nessuno per cui sono vittima soltanto del mio giudizio.
Aspettavo solo delle conferme al mio bisogno di rivolgermi ad uno psicoterapeuta.
La ringrazio tantissimo per la sua attenzione, è stata per me molto importante.
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