Necessità di un sostegno psicologico e paura dello stesso

Buon giorno a tutti, Dottori. Ho 34 anni ed un lavoro che non mi soddisfa . Anche la vita sociale è insoddisfacente: sono single, raramente qualcuno mi contatta anche solo per un saluto, ecc. I rapporti famigliari non sono ottimi: mio madre si rattrista perché capisce il mio disagio (ma non sa cosa fare per aiutarmi), mio padre è nervoso e preoccupato perché “non ho ancora trovato la mia strada”, al contrario di mio fratello minore (provo una forte invidia nei suoi confronti). Spesso sono io a chiamare gli altri, ma è una cosa umiliante: sento voci di persone sicure, con amici, occupazioni ed interessi invidiabili. Per riassumere il tutto con tre frasi:
1. Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… Esattamente il contrario di me
2. Sono uno stupido
3. Sono un peso per la mia famiglia

Questi sarebbero problemi che – ne sono consapevole – dovrei affrontare con uno specialista. Ho provato alcune volte ad andarci, cambiando anche terapeuta, ma dopo poche sedute interrompo gli incontri. Il motivo è sempre lo stesso : basta una domanda a cui mi imbarazza rispondere e provo una tale paura di quanto potrebbe emergere che interrompo la terapia.
Queste ed altre paure (il giudizio altrui, il fatto che i miei genitori non vogliono più saperne di contribuire economicamente ad un percorso che potrei interrompere) mi fanno desistere dal tentare nuovamente, ma so anche che non posso continuare a vivere così.
Chiedo gentilmente un consiglio su come gestire questa situazione.
Approfitto anche per farvi una domanda più “pratica”: poiché il lavoro mi impedirebbe di seguire un percorso prima di un determinato orario e non posso sostenere costi eccessivi, nelle strutture pubbliche è possibile richiedere sedute in orario extralavorativo (dopo le 18)?
Grazie in anticipo
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

penso che dovrà necessariamente approfondire le cause della Sua paura o vergogna per venirne a capo, perché è quella che Le impedisce di agire liberamente, quindi prima o poi dovrà "buttarsi in acqua e imparare a nuotare".

Le strutture pubbliche hanno servizi convenzionati ma non credo che offrano la possibilità di orari flessibili, mentre qualche professionista privato potrebbe essere disponibile anche in orari insoliti.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
anche a 34 anni, si può cambiare vita, migliorarla, arricchirla, conoscere le cause di tanto malessere e disagio e lavorarci su.

I percorsi terapeuitici, orientamenti a parte, non sono imprenscindibili da chi avrà il piacere di occuparsi di lei.
Dal tatto, garbo, gentilezza, simpatia, ecc...del professionista , dal clima d empatia che si verrà a creare e da come saprà rispettare i suoi tempi interni, durante questo percorso.

faccia tesoro dei pregressi fallimenti e cerchi la persona più adatta a lei, che vada ben oltre gli orari a disposizione.

Non credo che le strutture pubbliche ricevano di pomeriggio, ma può sempre provare a chiedere a loro.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, vi ringrazio per le risposte.
Vorrei però aggiungere qualche dato.
Considerando insuccessi scolastici (una bocciatura), universitari (3 anni fuori corso), difficoltà nello svolgere i compiti assegnati, mansioni assegnatemi (non certo di responsabilità), ecc. non mi considero una persona "intelligente". L'unica cosa attesta la mia intelligenza è un test WAISS del 1999, da cui risultò un Q.I. pari a 108 .
Questi dati, sinceramente, mi confondono: la mia "storia scolastica e lavorativa", in un certo senso, contrasta con il risultato del test.
Non vorrei sembrare categorico, ma a mio parere:
1. O il risultato del test è sbagliato (per motivi a me ignoti)
2. O c'è effettivamente qualcosa a livello psicologico che mi "blocca".

Faccio la seguenti domande per escludere ogni possibile alternativa alle questioni prettamente psicologiche:
1. Quante possibilità ci sono che il risultato del test WAISS sia completamente sbagliato ed io sia "sotto la media"?
2. E' possibile che - per motivi a me ignoti - le mie capacità intellettive abbiano subito un grave decadimento nel corso del tempo?

Dal '99 ad oggi non ho avuto traumi fisici o subito interventi chirurgici "pesanti" (solo la PRK per correggere la miopia).
Grazie in anticipo
[#4]
Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
vorrei porgli, in primis, una riflessione: perchè è così importante il punteggio di un test ? Potrebbe avere avuto anche il massimo... ma il punto è un'altro... non si sente abbastanza adeguato sia nelle situazioni sociali che personali che lavorative.
A mio avviso, un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento particolare della sua vita e specialmente l'opinione che lei ha di se stesso( cito: Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… 2. Sono uno stupido 3. Sono un peso per la mia famiglia)!!!
Altra riflessione: quanto sopra ho citato, dalle sue parole, corrisponde effettivamente alla realtà o piuttosto è come si sente e pensa? ossia effettivamente tutte le persone sono appagate..? Effettivamente lei è "uno stupido"???
Il nostro modo di pensare incide su come ci sentiamo e ci comportiamo..al di là poi delle situazioni.

Cordiali saluti.




Dr.ssa Roberta Fuga Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa Roma
www.psicoterapeutadiroma.it
Via San Roberto Bellarmin

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Fuga,
La ringrazio per la risposta.
Per rispondere alla Sua domanda sul test direi che il risultato mi confonde: se da un lato “la teoria” (il test) sostiene la mia intelligenza, dall’altro “la pratica” (gli scarsi risultati lavorativi e sociali raggiunti) sostengono l’opposto.
Per quanto riguarda la seconda domanda (“Quanto citato corrisponde alla realtà od è ciò che pensa?”) direi che ogni punto – pur essendo collegato agli altri – necessita di una risposta diversa:
1.Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante: mi devo basare su quanto mi riferiscono loro e – a proposito dell’intelligenza – io li considero tali. Non nego che abbiano incontrato delle difficoltà ma, a differenza mia, le mie conoscenze sono riusciti a conseguire degli obiettivi.
2.Sono uno stupido: nonostante l’impegno che mi è sempre stato riconosciuto, i risultati sono sempre stati inferiori alle attese (dei professori, dei responsabili, ecc.). Sono stato bocciato una volta alle superiori ed ho affrontato 3 anni di Fuori corso Universitario, con un voto di laurea basso.
3.Sono un peso per la mia famiglia: cito testualmente quanto scritto ponendo la domanda iniziale: mio madre si rattrista perché capisce il mio disagio (ma non sa cosa fare per aiutarmi), mio padre è nervoso e preoccupato perché “non ho ancora trovato la mia strada”. Data la situazione, non saprei definirmi in altro modo.
Nonostante i termini abbastanza secchi, spero comprenda che non voglio assolutamente criticarla.
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Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
la ringrazio per la sua risposta. Le mie domande ed affermazioni erano provocatorie.
Non sempre comprendiamo che strada vorremmo percorrere e chi vorremmo essere...talvolta un percorso psicologico potrebbe aiutarci a risolvere e chiarire tale momento.
La sua precedente risposta, ed anche il modo non mi fa sinceramente pensare ad una persona "stupida"... spesso confondiamo quello che facciamo ( il saper fare) con quello che siamo ( essere).
Se ad esempio prendiamo ad un esame 20 possiamo confondere una prestazione non eccellente ( che da un lato può essere un feedback per le volte successive ove si comprende dove si è sbagliato: metodo di studio, studiare di più, un profgessore più severo ecc... ) ad una nostra caratteristica personale ( io sono uno stupido) .

Non vorrei dilungarmi oltre per non farle troppe confusione.
Le rinnovo un grosso in bocca al lupo... .
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