Fobia sociale

Sono un ragazzo di 29 anni.
Sono nato in un piccolo paese e fin dalla scuola materna i miei compagni hanno sempre cercato di mettermi in disparte e deridermi perché avevo iniziato dopo gli altri ed ero timido, a casa mia mamma era opprimente, iperprotettiva ed il padre menefreghista ed ipercritico con tutti.
Fin da piccolo sapevo di avere qualcosa in più degli altri ma non riuscivo ad esprimerlo, mi sentivo incompreso sia dagli “amici” che dai familiari.
Non ho mai voluto uniformarmi ne ai ragazzi del paese ne ai familiari: mi sono chiuso in me stesso covando dentro rabbia.
Nella mia vita non ho mai dato peso ai sentimenti, mi sono sempre chiuso per non farli apparire, pensavo che fossero cose da deboli e volevo dare l’immagine di una persona vincente.
Alle superiori durante una giornata di spiegazione dell’AVIS in una saletta stretta mi sono sentito soffocare e svenire, da li ho avuto fobia dei prelievi. Successivamente ad un funerale di un mio amico con la chiesa piena di gente sono svenuto. Questi due fatti mi hanno destabilizzato ed ho portato con me queste paure senza mai darci peso fintanto che un paio di anni fa, dopo un prelievo ed il successivo svenimento ho iniziato ad avere paura dei luoghi affollati e caldi e la paura l’ho estesa un po’ ovunque ed ho iniziato un percorso di psicoterapia.
Da li ho scoperto che non c’è mai stata una dimensione di spensieratezza nella mia vita, ho iniziato a lavorare quando avevo 14 anni, dapprima come cuoco e poi ho scoperto che mi piaceva il contatto con la gente ho cambiato molti lavori, con i risparmi sono andato all’università.
Da subito ho incontrato opposizione da parte dei miei, anche se ero economicamente indipendente, perché secondo loro non sarei riuscito a farla. Così è iniziata la mia “battaglia” non solo prendendo due lauree con il massimo punteggio, ma entrambe in anticipo.
Ora sono laureato ed ho iniziato la mia fase di riscatto c’è anche una quota troppo alta di emozione, rabbia, che mi porta ai sintomi: quando sono in luoghi affollati e caldi, o su salette strette con persone mi aumenta la pressione, sudano le mani e mi sento svenire. Invece di essere con l’interesse al motivo per cui sono li, sono più attento agli accadimenti esterni (se gli altri mi guardano, se entra gente, ecc). Il fisico per contrastare la paura di svenire pompa adrenalina e quando arrivo a casa sono ko anche il giorno dopo.
Rimango ad un livello alto di agitazione perché rimango con il pensiero del problema, forse è che non riesco mai a sgomberare la mente da pensieri intrusivi.
Sono stressato perché mi sento sempre sotto esame. Molte cose le vedo come delle verifiche personali da superare, è come se traessi gioia dal mettermi in difficoltà, alla prova.
Affronto tutte le situazioni nuove come se fossero un qualcosa che devo superare, che devo dimostrare o che devo avere il controllo.
Mi sta capitando ciò perché sto andando verso un momento di grande svolta della mia vita? Come superarlo?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile Utente,
è ancora in corso la psicoterapia?

In ogni caso, ci può dire di quale orientamento, gli obiettivi, eventuali benefici?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, "sono stressato perchè mi sento sempre sotto esame"..due lauree, un grande riscatto e troppo emozione..la invito a pensare a quanta strada ha fatto , nonostante tutto e tutti,sia contento di sè stesso e pensi con orgoglio a tutta la fatica che ha fatto.
A questo punto sarebbe opportuno l'appoggio, la comprensione e l'aiuto di uno psicoterapeuta per prendere le distanze con tenerezza dal bambino frustrato e infelice che è stato e per essere aiutato a diventare e a sentirsi sicuro..
Non pensi che tutto il mondo è nemico e giudicante, nè che tutto il mondo è lì, pronto a cogliere negativamente ogni sua esitazione.. pensi invece che tutti hanno problemi di vario tipo, anche quelli che li superano e sembrano solo vincenti, crescere è complesso e difficile anche se tutto va bene.
Le faccio molti auguri davvero, e le auguro il meglio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Piu' che una fobia sociale penso che il suo sia uno stiile interattivo. Che, nonostante i costi altissimi, le ha dato anche delle soddisfazioni.
C'e in lei una quota intensa di ansia somatizzata cHe dovrebbe essere analzzata per comprenderla e fronteggiarla.
Ha mai pensato di inIziare un'analisi?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
non sono le situazioni di per sè che ci creano ansia e disagio, ma i pensieri che noi ci facciamo a riguardo. Parlava di pensieri che l'assalgono... che tipo di pensieri ha quando si trova in situazioni sociali?
Tali pensieri incidono sulle sue emozioni e determinano un o più comportamenti.
Mi spiego: se ha paura di fare brutta figura ( ad esempio: uno dei tanti pensieri che può avere) in situazioni sociali è normale che provi ansia ed è normale, per abbassare il livello di ansia e tensione che preferisca non affrontarle o se l'affronta il giorno dopo si sente ko!
un percorso psicologico potrebbe aiutare ad evidenziare i pensieri che non sono efficaci ed intervenire innanzitutto su di essi.

Cordiali saluti.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa Roma
www.psicoterapeutadiroma.it
Via San Roberto Bellarmin

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
Quanti traguardi raggiunti, complimenti!
Piu ' che fobia sociale, sembra invece( con i limiti del mezzo informativo) , trattarsi di un suo modus operandi, di una modalita' interoiettata di rapportarsi alla vita e sembra che l' aspetto cognitivo, non si sia potuto integrare con quello affettovo/ relazionale.
Un percorso psicoterapico, potrebbe essere la strada migliore per riappacificarsi con il mondo,mma soprattuttomcon se stesso, scoprendo quante ose belle ha e che magari non immagina di avere

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie per i consulti.
Da due anni e mezzo ho iniziato un percorso di psicoterapia (circa 50 incontri), all'inizio con cadenza settimanale e poi meno frequente (una volta ogni due tre mesi), ho anche fatto un percorso di bio feed back (15 incontri), ovvero utilizzando una macchina che analizza la tensione del corpo per vedere se sono i grado di rilassarmi ed abbassare la tensione secondo la mia volontà. Il percorso di psicoterapia devo dire mi ha fatto scoprire molte cose: madre troppo apprensiva, soffocante, padre ipercritico con tutti ed a livello affettivo assente, inoltre avevo questa componente di rabbia in quanto non facevo emergere i miei sentimenti ma li soffocavo. Sono sempre stato una persona iperattiva, con più lavori, studio, ecc e non mi accontento mai; quindi sono sempre sotto "stress" ma questo in alcuni ambiti mi ha servito e mi faceva sentire bene (es. lavoro, studio, ecc) facendomi conseguire ottimi risultati. Ho sempre avuto in me una certa di fretta a fare le cose, come se fossi sempre preso tardi. Dai risultati del bio feed back è emerso che vivo le situazioni di rilassamento come un pericolo e quindi non mi rilasso e sono sempre teso, inoltre voglio avere sempre il pieno controllo in tutte le situazioni. Ho letto anche molti libri di PNL ed ho iniziato un pò alla volta a modificare il mio carattere troppo rigido ed esigente verso me stresso. Come fare ora per liberarmi di quelle paure?? Quando sono "in pubblico" inizio ad agitarmi e la mente inizia a pensare che mi sto agitando e posso svenire (brutta figuraccia) facendo partire una sequenza di autosuggestione. Grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<quindi non mi rilasso e sono sempre teso, inoltre voglio avere sempre il pieno controllo in tutte le situazioni...Quando sono "in pubblico" inizio ad agitarmi e la mente inizia a pensare che mi sto agitando e posso svenire (brutta figuraccia) facendo partire una sequenza di autosuggestione.>

In linea generale, per le problematiche che ha esposto qui e nel primo post sono suggeriti approcci terapeutici mirati, come ad esempio quello breve strategico e cognitivo comportamentale.

Provi a leggere qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

[#8]
dopo
Utente
Utente
Da quanto letto sopra sembra che faccia più al caso mio l'approccio breve strategico in quanto con le sedute di psicoterapia fatte fino ad ora ho capito molte cose a livello di emozioni, sentimenti, relazioni, ed ho iniziato a modificare il mio carattere troppo rigido, ma non ho uno "strumento pratico" per intervenire nelle situazioni per me critiche, e più volte si presentano e più mi agito, più la mia paura si amplifica ed espande anche ad altri ambiti della vita. Sono state sicuramente educative le sedute, ma ho bisogno di uno "strumento" che mi permetta di eliminare la sequenza di autosuggestione. Sento che tutte le mie fobie sono legate ad una cosa sola (avere uno strumento di autocontrollo), eliminata quella ritorno in carreggiata. Sono nella strada giusta? Ora rimane da vedere chi pratica questo tipo di terapia..
[#9]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"ho bisogno di uno "strumento" che mi permetta di eliminare la sequenza di autosuggestione. "

Gent.leragazzo,
quella che Lei definisce "sequenza di autosuggestione" potrebbe, e sottolineo potrebbe, essere una componente ossessiva che si è radicata nel suo modo di essere e che prima di essere "eliminata" andrebbe identificata, compresa e infine accettata per avviare un autentico processo di cambiamento. Nulla vieta che possa focalizzare su questo aspetto l'eventuale prosecuzione della psicoterapia, cosa ne pensa?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#10]
dopo
Utente
Utente
Dalla terapia è emerso che la "causa" principale è il comportamento di mio padre. Lui giudica sempre tutto e tutti, vuole avere sempre ragione e non si può mai parlare con lui perchè la conversazione finisce sempre che lui ha ragione e gli altri sempre torto. Lui è sempre li con gli occhi puntati addosso alla gente pronto a criticarli, ad es. un mio amico è venuto a trovarmi e prima di andare via mi ha detto che si sentiva osservato e sotto esame da mio padre, e non è stato l'unico a dirmelo. Quando sono in casa, e gli ultimi tempi ci sono molto a causa dello studio e del lavoro assente, mi sento un'altra persona, più chiusa ed arrabbiata e stressata, rispetto a quando lavoravo fuori casa. Da quello che ho capito è come se anche quando esco abbia sempre la presenza di mio padre li che mi osservi e giudichi, qundi forse l'ho proiettata nelle altre persone. Per questo sono sempre sotto osservazione e stressato.Il terapeuta mi ha detto che quando avrò una mia autonomia, lavoro, casa, tutto ciò passerà. Ora però ho bisogno dello "strumento" di cui sopra.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
non credo che lei debba aspettare di essere indipendente dalla sua famiglia d'origine per affrontare una figura paterna interiorizzata in modo disfunzionale che condiziona negativamente la sua quotidianità.
Lo strumento più efficace è il processo di cambiamento ma richiede il suo coinvolgimento più profondo del semplice "applicare le istruzioni per l'uso", questa sarebbe solo una banalizzazione fuorviante.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, ha fatto tanto con coraggio, ora deve fare una cosa ancora, uscire dal rivedere il padre con gli occhi del bambino e del ragazzo che è stato, spesso i padri si fanno schiacciare dal ruolo, dall'idea che devono gestire, controllare, educare, avranno avuto infanzie difficili ? ma così la cinghia di trasmissione non cambia e non si ferma mai.

Smetta di pensare che tutti la controllino, che non è vero, che tutti hanno i loro problemi e la loro vita, faccia meglio che può, è sufficiente, il meglio è nemico del bene .. !
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