Senso di oppressione, ansia, depressione.

Buonasera,

vi scrivo perchè da qualche ora sto molto male a livello psicologico. Sento un senso di oppressione, come se non riuscissi a dominare la tristezza che mi pervade. Il tutto mi porta a crisi di pianto.
In genere, quando sto male per qualsiasi cosa, pensare o stare con il mio ragazzo mi fa sentire bene, ma adesso non è così e sento di non poter tenere sotto controllo la situazione; più me ne rendo conto, più ho l'ansia.
In famiglia non ho un buonissimo rapporto con i miei e a scuola nemmeno, infatti la mia situazione è disastrosa anche lì.
Ripeto, l'unica persona che mi aiuta ad essere razionale è il mio fidanzato, che è stato qui con me per qualche giorno ed è appena partito. Io mi sento sola, non so come far passare questa strana angoscia che non mi era mai capitato di avere.
Sento quasi di non poter avere nemmeno il controllo del mio corpo, dei miei pensieri. Cosa dovrei fare?
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
la tristezza come la gioia è un'emozione che andrebbe vissuta anziché dominata o controllata, se il suo benessere dipende esclusivamente dalla presenza/sostegno del suo ragazzo si potrebbero creare le condizioni per un rapporto di dipendenza affettiva, è fondamentale aver sviluppato una sorta di "baricentro" interiore che ci consenta di esercitare il nostro potere personale, ma ciò non implica il controllo assoluto della nostra vita e dei nostri stati d'animo. Tuttavia dato che il suo disagio sembra essere già entrato in diversi ambiti della sua vita forse è arrivato il momento di offrirgli uno spazio d'ascolto attraverso un colloquio con lo Psicologo.
Infine ho notato nei dati da lei inseriti la condizione di sottopeso, altro aspetto che non andrebbe trascurato e che forse merita una visita presso un nutrizionista per ripristinare un corretto regime alimentare.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<In famiglia non ho un buonissimo rapporto con i miei e a scuola nemmeno, infatti la mia situazione è disastrosa anche lì.>

Gentile Ragazza,
potrebbe spiegare meglio questa sua affermazione?
Com'è la sua situazione familiare?
Che rapporto ha con i suoi genitori?
E a scuola che succede?
In che senso ritiene queste situazioni disastrose?

Sembrerebbe evidente la sua situazione di solitudine così come inefficaci e disfunzionali i suoi tentativi di affrontare il suo malessere tenendolo sotto controllo.

Condivido il parere della Collega, incontrare uno psicologo sarebbe opportuno, se vuole aggiungere altro la ascoltiamo.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Sembra trattarsi di una crisi d' astinenza da fidanzato!

Non riesce ad essere felice senza di lui?
Non basta a se stessa?
Quali sono i suoi interessi?

Le allego una lettura e le ricordo che un amore nasce e, soprattutto cresce e sopravvive, se proviene dall’incontro di due identità e non da due metà, che per esistere hanno “bisogno” l’una dell’altra.

Una coppia che si incontra e si mantiene sulla dimensione del" piacere" , più che del bisogno, ha sicuramente vita lunga....

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipendenza-damore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Anzitutto, grazie per le risposte,

il rapporto con i miei genitori non è mai stato brillante, probabilmente, più per colpa mia che loro.
Essendo una persona sempre molto nervosa, per motivi inspiegabili, non riesco a gestire i rapporti affettivi come fanno le persone normali. Il mio non è un semplice rapporto conflittuale, com'è logico succeda alla mia età e tutto per nessun motivo apparente.
La situazione si riversa senz'altro a scuola, dove, a causa della mia insicurezza esagerata, non riesco a fare nulla, di fronte agli altri, perchè me ne vergogno.
Probabilmente, è proprio per questo che poi, a casa, "scateno" la rabbia sui miei e sfogo l'insicurezza che provo quando sono fuori casa.
I rapporti che ho con i compagni, non sono l'unico problema, per quanto riguarda l'ambito scolastico. Il mio rendimento sta calando notevolmente, forse per noia che sfogo quasi sempre sul cibo, portandomi ad avere ulteriori complessi riguardanti il mio corpo.
Insomma, sono troppi problemi interni messi assieme, ma non so se sia determinante, per risalire alla causa di questo strano attacco di tristezza.
Di conseguenza, è naturale l'attaccamento al mio fidanzato che, del resto, c'è anche da parte sua, dal momento che ha perso il padre poco più di un anno fa e, come me, ha un carattere molto "chiuso" e lontano dalla gente, in generale.
Avete ragione a dire che un rapporto non deve essere maniacale, ma a mio avviso, sarebbe altrettanto sbagliato se fosse basato interamente sul piacere.
Io sono contenta di noi, è l'unica soddisfazione della mia vita. E' una relazione perfetta, non ci manca nulla, davvero.
Non riesco ad essere felice senza di lui? Se devo essere sincera, no ed è così anche per lui, infatti siamo coscienti di questa nostro attaccamento reciproco quasi esagerato.
I miei interessi, ahimè, non sono molti. Mi piace cantare, leggere, suonare, ma una volta facevo più cose. Mi piacerebbe diventare psichiatra ma, come dicevo prima, mi riesce difficile arrivare anche solo alla fine dell'anno; sono un limite a me stessa.

Mi spiace essermi dilungata così tanto, ma mi interessa sapere se questi disturbi interni possano essere, in qualche modo, legati fra loro. In ogni caso, sicuramente incontrerò uno Psicologo per poter affrontare la cosa concretamente. Apprezzo molto i vostri consigli.
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