problema con la terapeuta

E' da circa un anno che sono in terapia con una psicoterapeuta donna.
Fino ad oggi è andato sempre tutto bene, lei sempre gentile e disponibile, io sempre con la voglia di cambiare e stare meglio.
Ho fatto passi importanti insieme a lei. E ultimamente sembrava pure si fosse affezionata a me, per i risultati conseguiti insieme.
Tra i miei tanti problemi ho la difficoltà a relazionarmi con gli altri, per me questo rappresenta uno scoglio gigantesco ed è l'unico problema che non sono riuscito a risolvere ancora e per il quale sto continuando a vederla. Comunque affetto nella mia vita ce n'è poco, perché ho difficoltà ad instaurare rapporti di amicizia e di amore.
La mia terapeuta si è mostrata sempre più affezionata a me, e mi ha sostenuto sempre di più, fino al punto che, senza nemmeno accorgermene, mi sono innamorato di lei. Forse per colmare il vuoto.
All'inizio gliel'ho nascosto.
Poi, essendosi creato un certo rapporto di fiducia, gliel'ho confessato. Ma gli ho detto anche che volevo superare la cosa perché non volevo perderla come terapeuta.
Lei si è mantenuta molto professionale, mi ha ricevuto per la seduta, solo che ormai al limite dell'infatuamento non sono riuscito a dire nulla. La sua presenza mi imbarazzava da morire.
Le ho dato i soldi e sono fuggito via.
Ecco, da allora lei non mi risponde più alle mail, ai messaggi e alle telefonate.
Sto soffrendo tantissimo per questa separazione, gliel'ho detto ma lei continua a ignorarmi.
Forse per farmi disinnamorare, ma non so più che fare.
Anzi, così mi sto innamorando ancora di più di lei.
Mi resta soltanto di incontrarla di sorpresa per chiederle spiegazioni, ma non sono il tipo che fa le imboscate. E poi mi imbarazza vederla. E ho paura di bloccarmi di nuovo. Cosa posso fare?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

la psicoterapia si è interrotta perché lei si è sentito in imbarazzo dopo aver rivelato questi suoi affetti oppure è stata la psicoterapeuta a voler interrompere il trattamento?

Per quale motivo cerca di contattare la Collega?

Queste situazioni possono presentarsi in terapia e molto spesso sono il tema centrale del trattamento stesso, ma dovrebbero essere rielaborate all'interno del setting.

E' comprensibile il suo imbarazzo, ma tenga presenta che riprendere il trattamento potrebbe essere molto importante per lei.

Che tipo di orientamento segue la sua psicoterapeuta?

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile utente,
Non posso pronunciarmi in merito al comportamento della sua psicoterapeuta, non solo per deontologia professionale, ma anche per mancanza di elementi. Mi focalizzerò, pertanto, su di lei. In un rapporto terapeutico, può succedere quello che le e' capitato. Ha fatto bene a parlarne in quel contesto, ma poi è', come dice, "fuggito" perché imbarazzato. Comprendo che ora possa sentirsi senza punti di riferimento. L'idea di fare "imboscate" va assolutamente scartata quindi la invito a trattenersi dal fare azioni avventate e non rispettose della volontà dell'altro. Non le resta che aspettare e riprovare, tra un po', a ricontattarla per vie consuete e accettabili. In caso di silenzio, tuttavia, e se il suo disagio diventasse intollerabile, sarebbe per lei buono contattare un altro terapeuta, almeno per elaborare questo evento e, forse, "chiudere", nel senso di attribuire un significato a quanto le e' successo. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
dopo
Utente
Utente
Mi sono sentito io in imbarazzo dopo aver rivelato i miei affetti.
Prima le ho detto che mi aspettavo un aiuto maggiore da parte sua perché le avevo detto che non volevo parlare in seduta ma lei in realtà ha visto che ero in ansia. E la seduta gliel'ho chiesta di urgenza appunta per confessarle i miei sentimenti e lavorarci su, lei questo lo sapeva.
Chiaramente in gestalt vige il "qui e ora" e lei ha accettato il mio silenzio in quel momento e mi ha mandato via.
Poi le chiesto se ci saremmo potuti vedere fuori dallo studio e conoscerci meglio (visto che comunque io non so praticamente niente di lei) perché non capivo se lei ricambiava o no questa cosa.
Qualche volta, forse sempre per colmare il vuoto, ho pensato che lei mi stesse lanciando dei segnali. E volevo una conferma.
E dopo averle chiesto perché non rispondeva un paio di volte, le ho detto che stavo male e se poteva ricevermi mercoledì (appuntamento che avevo prima chiesto di annullare e poi richiesto per lo stato di malessere in cui mi trovo).
Ripeto, prima mi ha sempre risposto. Sempre.
E come se fosse rimasta delusa, o sia in imbarazzo anche lei o forse ha paura che mi blocco di nuovo, comunque non mi dà alcuna risposta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

come già detto è possibile provare sentimenti per il proprio terapeuta in un relazione di tipo psicoterapico.
Ha fatto anche bene a parlarne con la terapeuta perchè sentimenti del genere (ma anche all'opposto sentimenti di antipatia e simili) possono inficiare l'efficacia del processo psicoterapico.

E' anche chiaro che, di fronte alla richiesta nemmeno così rara del pz di poter frequentare il terapeuta fuori, ci sia un divieto, imposto dal nostro codice deontologico ma anche dalle finalità terapeutiche.

Lei dice di non saper nulla della Sua terapeuta ed è giusto così perchè il focus della terapia è e deve essere sul pz.

Adesso vorrei capire meglio alcuni aspetti: la Sua terapeuta è molto giovane? Ha colto in lei disagio o imbarazzo?

Non potendo pronunciarmi sull'operato della Collega ma solo su ciò che dice Lei qui, sarebbe comunque il caso, per Lei, di continuare la terapia con un altro terapeuta e terminare il lavoro iniziato che comunque ha portato risultati.

Saluti,
[#5]
dopo
Utente
Utente
Lei però sa che io sono una persona molto comprensiva.
E rispettoso delle regole.
Difatti non l'ho mai messa in difficoltà. L'ho vista fuori per dei progetti a cui lei collaborava ma l'unico scambio che c'è stato era di tipo intellettuale su alcuni argomenti (tipo il carattere, l'enneagramma, cose così) o dei semplici saluti, tipo "ciao, come va", niente di più, nè da parte sua, ma neanche da parte mia.
Non le ho nemmeno scritto per email quando mi diceva di farlo e l'ho contattata per telefono solo per fissare le sedute.
Perché questa volta non mi ha detto semplicemente che non poteva, per questo divieto? O che non voleva, perché non era interessata? O di cercarmi un altro terapeuta? Aveva paura della mia reazione?
Mi ha abbandonato e basta, senza dirmi niente.
Non è da lei.

Lei è più grande di una decina d'anni e questo non gioca di certo a favore.
Qualche volta mi è parso distogliesse lo sguardo per l'imbarazzo quando alle sedute mi presentavo un po' più curato del solito (visto che lei mi ha aiutato ad accettare la mia immagine, per farle vedere quanto mi faceva stare bene sentirmi "bello") ma non dopo che le ho detto cosa provavo per lei. Anzi, nell'ultimo incontro lei era molto seria, MOLTO e alla fine mi è sembrata anche seccata/arrabbiata.
Come faccio a sapere se anche lei è coinvolta?
Ci posso credere in un amore così o devo abbandonare ogni speranza?
Ammettiamo che sono solo io ad essere innamorato, ed averle proposto un incontro fuori, ci sono comunque i presupposti per interrompere la relazione terapeuta-cliente?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ci posso credere in un amore così o devo abbandonare ogni speranza?"

Secondo me non vale la pena alimentare queste illusioni.
Il rapporto professionale è e deve rimanere su un piano professionale.
Gli incontri fuori come quelli che ha descritto vanno bene perchè si tratta comunque di incontri professionali, ma non è previsto che una terapeuta intrattenga rapporti d'amicizia o d'amore fuori dalla terapia con i propri pz.

Piuttosto è questo tipo di confessione da parte Sua che andava elaborata insieme per quanto riguarda Lei e autonomamente o in supervisione per quanto riguarda la Collega che, forse, non è molto esperta nella gestione di queste dinamiche.

Adesso però, più che concentrarsi su questi aspetti qui, potrebbe riprendere il percorso con altro terapeuta ed elaborare con il nuovo terapeuta l'accaduto e ciò che per Lei ha significato e poi terminare il lavoro psicoterapico sugli aspetti relazionali.

Saluti,
[#7]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Ammettiamo che sono solo io ad essere innamorato, ed averle proposto un incontro fuori, ci sono comunque i presupposti per interrompere la relazione terapeuta-cliente?<<

>>Perché questa volta non mi ha detto semplicemente che non poteva, per questo divieto? O che non voleva, perché non era interessata? O di cercarmi un altro terapeuta? Aveva paura della mia reazione?<<

Queste domande non possono trovare risposta in questa sede, dovrebbe rivolgerle alla sua psicoterapeuta che ha tutto il diritto, qualora non se la sentisse per impedimento personale, di interrompere la psicoterapia.

Sarebbe comunque auspicabile fare un'ultimo incontro per chiarire la situazione.

[#8]
dopo
Utente
Utente
Da domani stesso cercherò un altro terapeuta che mi aiuti a superare l'accaduto. Vorrei aspettare che mi dica qualcosa ma questo suo improvviso silenzio mi sta distruggendo, non lo reggo. Era già da tanto che dovevamo affrontare questa cosa. E venerdì doveva essere il giorno decisivo, ma sono andato in tilt.

Riproverò più in là a rimettermi in contatto con lei per avere qualche spiegazione. Magari, appunto, dopo essermi fatto aiutare.

Grazie a tutti per avermi aiutato a fare chiarezza sulla situazione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Di niente.
Se vuole ci tenga aggiornati sull'evoluzione.

Saluti,
[#10]
dopo
Utente
Utente
Mi ha telefonato e abbiamo fissato un incontro per dopo Pasqua.

Qualche suggerimento su come comportarmi dopo ciò?
Devo accennare al fatto di averla invitata fuori o presentare l'argomento innamoramento (e a questo punto direi anche) -dipendenza senza aggiungere altro?
Lei di sicuro non mi darà spiegazioni nè le vorrà perché tutto parte in base a quello che io decido di portare in seduta, ma il non sapere cosa le passa/le è passato per la testa non mi dà sicurezza.
E se le dico che non mi sento sicuro lei mi farà lavorare su questa mia "paranoia"ma comunque non mi dirà nulla di personale.
[#11]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Lei di sicuro non mi darà spiegazioni nè le vorrà perché tutto parte in base a quello che io decido di portare in seduta, ma il non sapere cosa le passa/le è passato per la testa non mi dà sicurezza<<

dovrebbe semplicemente cercare di esporre la sua situazione, il suo sentire, i suoi dubbi, le sue incertezze.

Lei deve interessarsi a quello che il terapeuta dice per il semplice motivo che queste tematiche non sono qualcosa di "altro" rispetto al trattamento psicoterapico. Risolvere questa situazione significa in definitiva fare psicoterapia.

>>E se le dico che non mi sento sicuro lei mi farà lavorare su questa mia "paranoia"ma comunque non mi dirà nulla di personale<<

lei non deve cercare "qualcosa di personale" come se fosse qualcosa di "intimo", mi sembra necessario che dovrà lavorare su questo, sempre in base alle indicazioni della sua psicoterapeuta.