Bisessualità e autilesionismo

Buonasera.
Come dice il titolo, il mio problema riguarda l'autolesionismo e la bisessualità. Da più di un anno mia sorella, 14 anni, si taglia (l'ho scoperto per caso) su braccia e gambe. Adesso sono due mesi (credo) che non lo fa, anche se oramai ho sempre il terrore di una ricaduta.
Inoltre ha avuto una relazione sentimentale molto strana con una amica, con la quale adesso ha litigato. Prima di quella ragazza non aveva mai pensato ad un rapporto con un'altra donna. Adesso invece, ne è ossessionata, sebbene la ragazza in questione si sia comportata malissimo con lei, fino a minacciarla di tagliarsi se l'avesse lasciata. E in effetti lo ha poi fatto, gettando mia sorella nella disperazione.
Il problema adesso però sono io. A parte il fatto che l'amore per il mondo gay e la sua ossessione (ascolta solo cantanti gay, legge solo libri sui gay, guarda telefilm dove ci sono coppie omosessuali, ecc.) a discapito di quello eterosessuale mi ha molto confusa, tanto che adesso anche io ho leggeri dubbi (sebbene abbia 21 anni e la fase dei dubbi sulla sessualità l'ho già superata da un pezzo). Ma soprattutto, mi sento dilaniata, uccisa, ricattata da quei tagli. Non oso più litigare per non provocarli e ogni volta che intuisco cosa sta per fare, non so come comportarmi.
Quello che chiedo è un manuale, una traccia, un 'come-si-fa'. Mia sorella è davvero omosessuale? Credevo di si, ma lei, su internet, si dichiara 'aperta a tutto' e la sua ossessione mi fa pensare più ad una battaglia che vuole combattere anche se non ne fa parte. Se non lo fosse, come devo comportarmi? Farle capire che l'accetto o al contrario dirle di pensarci bene?
E sui tagli, come posso aiutarla?

Perdonatemi se la mia domanda non è ordinaria, ma sono preoccupata fino alla disperazione e non so a chi rivolgermi. Non posso parlarne con i miei, (sebbene al limite della sopportazione, ho confessato i tagli a mia madre), perchè ne soffrirebbero soltanto. Le ho consigliato una psicologa, ma sebbene ci vada da un anno, non è cambiato niente.
Sono spaventatissima e mi rendo conto di essere delusa e di vergognarmi un po' di lei. Cosa posso fare?

Grazie anticipatamente.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Cara ragazza,
Capisco bene il suo stato e la sua preoccupazione per sua sorella, anche perché mi pare di capire che i vostri genitori non sembrano aver preso in mano la situazione, mi sbaglio? Ho l'impressione come se lei si trovasse a dover fare le veci dei suoi, in una inversione dei ruoli. Lei è' la sorella maggiore ma è' anche molto giovane ed è' ancora alle prese con le problematiche relative all'identità, alle scelte adulte, al suo relazionarsi con gli altri. Insomma, e' davvero un carico pesante da sopportare e da non poter condividere. I suoi stanno facendo qualcosa per sua sorella? Mi pare di capire che vi e' qualcosa nella dinamica familiare che non sta aiutando ne' lei ne' sua sorella a vivere con maggiore serenità la vostra età, pur con tutti i problemi. Non si tratta di vergognarsi di sua sorella, ma di essere spaventata, questo si, lo capisco. Il problema non è' essere omosessuale o meno. Se così fosse, sarebbe il suo orientamento.Il problema e' l'enorme disagio che sua sorella manifesta quando segna il suo corpo con tagli e ferite. Quando una persona ricorre a questo, e' perché non ha parole per esprimere il suo profondo malessere!
Il problema e' serio, il disagio e' profondo, il trattamento sarà probabilmente lungo. Lei che è' coinvolta, cosa può dire dei rapporti familiari? Siete solamente lei e sua sorella? In attesa di una sua risposta, le invio un cordiale saluto.
Dott.ssa E.Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Non posso parlarne con i miei, (sebbene al limite della sopportazione, ho confessato i tagli a mia madre), perchè ne soffrirebbero soltanto.>>

Gentile Ragazza,
di fronte alla sua rivelazione qual è stata la reazione di sua madre?
Perché vuole assumersi una responsabilità che non le compete e che è senz'altro al di sopra delle sue potenzialità, nonostante il suo affetto e la sua buona volontà?
Perché pensa alla sua età di dover proteggere i suoi genitori dalla sofferenza?
Potrei capire se fossero delle persone anziane, ma date le vostre età penso siano ancora giovani....
Tra l'altro, in questo modo, non è neppure d'aiuto a sua sorella, ma rischia di diventarne "complice" involontaria.
Meglio dover affrontare questo dolore ora, piuttosto che dover fare i conti con dolori più pesanti in futuro.
A mio avviso, l'aiuto più efficace che può fornire all'intero suo nucleo familiare è quello di richiamare l'attenzione dei suoi genitori sulla gravità di quanto sta accadendo e sulla necessità che siano loro a farsene carico.


Cari auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
a mio avviso, data la situazione, le soluzioni per uscire da questo circolo vizioso potrebbero essere due:

a) parlare insistentemente con i genitori, in modo da far "saltar fuori la patata bollente"

b) cercare un aiuto clinico per Lei che ci scrive

Forse io partirei dalla b), perchè se fino ad oggi Lei non è riuscita ad affrontare apertamente ed in modo continuativo la faccenda con i genitori un motivo ci sarà, probabilmente il disagio che Lei prova è maggiore della responsabilità che sente di doversi prendere nei confronti di tutta la famiglia.

Anche se il consiglio di rivolgersi a qualcuno Lei potrebbe prenderlo come un gesto di egoismo, in realtà occuparsi di sé (prima) è la base dell'altruismo.

Se ci pensa, Lei ci ha scritto, Lei sta male, Lei ha richiesto qui un aiuto. Diventare più forte potrebbe essere la strada per iniziare ad aiutare Sua sorella ed i genitori.

Può richiedere un aiuto presso un Consultorio Familiare o presso un CPS della Sua zona, in modo gratuito, senza doverne parlare necessariamente con i Suoi familiari.

Questo le sarà d'aiuto per cercare quel conforto e quella chiarezza di cui ha tanto bisogno.

Tenga duro, mi raccomando.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,
vi ringrazio per la velocità e la chiarezza delle risposte.
Non siamo solo noi due: ho un'altra sorella di 11 anni e un fratello maggiore di 26 che di tutta questa storia non sospettano niente.
I primi tempi sono stata più che insistente con i miei genitori, ma adesso mi sembrano stanchi, tristi e infastiditi dall'argomento. Non lo fanno con cattive intenzioni: cercano di aiutare, hanno anche acconsentito a pagarle le sedute dalla psicologa due, anche tre volte a settimana! Solo non sanno più come comportarsi. Inoltre cercano di tenere tutto nascosto all'altra mia sorella e a mia nonna che da qualche mese vive a casa nostra.
Non so perchè senta il bisogno di farmene carico io: forse perchè le voglio molto bene e mi sembra che nessuno sia disposto o abbia le forze per starle accanto.
Però e vero: io sto male e non ne posso più. Vorrei andare avanti e disinteressarmi di questo problema, ma non oso farlo finchè la situazione non si sarà stabilizzata. Proprio ieri mia sorella ha ricominciato a tagliarsi!
Per rispondere al dottor Bulla: mi piacerebbe provare a farmi aiutare, fosse solo per poterne parlare con qualcuno. Ma non saprei cosa dire e mi sentirei ingiusta a lamentarmi quando accanto a me c'è chi sta così male.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Cara ragazza,
condivido quello che le hanno detto i Colleghi e la invito, nuovamente, a prendere in carico se stessa e il suo malessere. Se lei sta male, non sarà di nessuno aiuto nè a sè nè a sua sorella, nè ai suoi. Per aiutare gli altri, bisogna essere forti, e per diventare forti bisogna prenderci cura del nostro malessere. Se lei vedesse qualcuno che sta affogando, e non sapesse nuotare, si butterebbe nell'acqua, o prima imparerebbe a nuotare?
Un caro saluto
dott.ssa E.Scolamacchia
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
L' auotolesionismo è una strategie difensiva dell' organismo, quando il dolore psichico è insopportabile, perchè cupo e sordo, spostare l ' attenzione al dolore del corpo, serve a non sentire il primo.

Lo psicologo è l' unica figura professionale che si potrà occupare di sua sorella, sia per la comprensione del suo reale orientamento sessuale, che per evitare di danneggiar si ancora.
Magari deve ancora trovare il clinico giusto, al' età di sua sorella è complesso fidarsi ed affidarsi , creare e mantenere un clima di allenaza terapeutica

anche se sua sorella fosse o osessuale, perchè lei si sentirebbe delusa.
Delusa da cosa?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
"Per rispondere al dottor Bulla: mi piacerebbe provare a farmi aiutare, fosse solo per poterne parlare con qualcuno. Ma non saprei cosa dire e mi sentirei ingiusta a lamentarmi quando accanto a me c'è chi sta così male. "

Gentile Utente,
il fatto che Lei si senta "ingiusta" è il problema: quindi se fosse una mia paziente parlerei proprio di questo.

Non abbia paura, vedrà che le servirà molto un confronto con una persona esterna
[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le risposte.
Chiaramente la mia delusione non è collegata con la sessualità di mia sorella, ma con il malessere che vedo manifestarsi in lei.
Vi ringrazio nuovamente, seguirò il consiglio che mi date e parlerò con qualcuno per un confronto esterno.
Buona giornata!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Più cne un confronto estremo, sarebbe utile che sua sorella venisse aiutata.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Grazie a Lei per averci scritto, segua i nostri consigli mi raccomando