Identità di genere

Salve,ho 33 anni e conduco una vita molto "normale", un lavoro,una vita sociale abbastanza attiva e una convivenza che dura da diversi anni senza problemi di alcun tipo,siamo una coppia molto unita, molto dialogo e molta complicità. Il mio problema nasce dal fatto che praticamente da tutta la vita,avverto un forte disagio legato al mio corpo maschile,fatico ad accettarmi,mi sento spesso "inferiore" rispetto ad altri, nel mio lavoro vivo in un ambiente quasi totalmente maschile e fatico a relazionarmi,preferendo spesso amicizie femminili,cosa che avveniva anche ai tempi della scuola.Da piccolo sceglievo giochi tipicamente femminili e snobbavo molti dei giochi tipicamente maschili..So di non essere omosessuale,in quanto sento attrazione per le donne,e come detto prima,vivo una relazione con una donna, non ho mai desiderato "conoscere" l'intimità con un altro maschio, e anzi, anche quando ho provato a pensarci la sensazione è stata di disgusto. Nonostante questo nel corso della mia vita mi sono spesso sentito in un corpo che non percepisco come mio, avvertendo un forte senso di appartenenza al sesso femminile,con il desiderio di avere un corpo piu conforme a come mi sento, a volte mi ritrovo a deludermi nel passare accanto ad uno specchio, perchè vedo che la realtà è diversa da quello che sento e che mi conforta. In fatto di orientamento rimango comunque molto attratto dalle donne,e se penso a una donna che mi attrae,immagino di vivere un'eventuale relazione con lei come se io fossi una donna, e non parlo di perversioni ma a una normale relazione o anche al semplice tenersi per mano. Sono spesso stato definito "femminile" e questo l'ho sempre ritenuto un complimento,nonostante il mio aspetto sia quello di un comune ragazzo della mia età,per via del mio modo di ragionare,o di pormi,o per atteggiamenti forse che riconosco essere a volte più "fini" rispetto a quelli ad esempio dei miei colleghi.Quello che vorrei capire,è se la mia situazione può rientrare tra i casi di DIG,e se cosi fosse,mi chiedo come potrei affrontare la cosa. Con la mia compagna ne ho parlato spesso,ma senza mai fare un'ammissione definitiva,lei mi supporta ma ovviamente finchè se ne parla a livello generico.Temo di perdere le cose a me care, ma al tempo stesso ho paura di vivere tutta la vita in un involucro che sento lontano da me.La mia età oltretutto, seppur giovane,temo sia avanzata per iniziare un eventuale processo transitorio che so,dura diverso tempo,senza contare le implicazioni sociali (lavoro,amicizie ecc..)che temo possano influire negativamente su di me..questa cosa mi crea com'è intuibile,uno stato di disagio,che a volte incide sull'umore o sul modo di pormi con gli altri,come se non fossi il protagonista della mia vita ma solamente una comparsa...vi ringrazio per la pazienza e per l'attenzione.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
comprensibilmente il suo umore risente della situazione che ha descritto, perciò le domando se in tutti questi anni di progressiva presa di coscienza da parte sua ha mai pensato di rivolgersi ad uno psicologo di persona per cercare di far maggior chiarezza dentro di sé. E, se lo ha fatto, come sono andate le cose?
Ha avuto modo di approfondire attraverso letture o confronti con conoscenti?
Sicuramente non sarebbe un percorso facile né indolore, ma non credo che la sua età costituirebbe un problema.

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 128
Gentile ragazzo, dovrebbe, innanzitutto, confrontarsi con un terapeuta per capire se il suo disagio sia legato a ciò che ha descritto o se cela altre problematiche che maschera con la sensazione di non appartenere al suo genere. Ci sono occasioni in cui determinate scelte sono solo una tentata soluzione di conflitti e disagi che nulla potrebbero avere a che fare con la propria identità, ma ci si convince che un "cambiamento" possa essere l'unica soluzione percepita, solo perché non se ne concettualizzano altre, anche più semplici.
Si chiarisca con se stesso.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa, anzitutto la ringrazio per la risposta tempestiva, in effetti nonostante come detto sia una cosa che mi accompagna da quasi tutta la vita, solamente negli ultimi anni, diciamo post scuole, ho "accettato" la cosa, cercando di comprenderla, naturalmente chiedendomi inizialmente se fossi omosessuale, ma trovando via via la convinzione che non è il mio orientamento che non va, ma il mio corpo. Ho frequentato uno psicologo per un certo periodo per un piccolo disturbo legato all'ansia, e durante le sedute è venuto fuori anche questo mio malessere, anche se mai approfondito in pieno, il medico in questione non mi ha mai dato molto affidamento e la terapia è durata non piu di qualche mese. Riguardo le letture, internet offre molti spunti a livello generico, anche se poi in effetti la soggettività in questi casi credo sia da tenere in considerazione. Con la mia compagna ho affrontato il discorso dicendo che vorrei poter vivere un'altra vita nascendo donna, che a volte fatico ad accettare il mio corpo, ma temo che approfondire maggiormente il discorso possa allontanarla, con amici o colleghi è anche peggio, dal momento che il mio quotidiano lavorativo è vissuto in un ambiente di soli uomini, quindi omofobo, in cui vince "il branco", concetti maschilisti da cui mi sono sempre tenuto alla larga. Ritengo che parlare con loro equivalga a convincerli che sono gay,non credo capirebbero un concetto che a mio avviso è molto delicato e quindi oltre a non ottenere supporto, verrei anche visto in maniera errata.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

anche secondo me dovrebbe approfondire il Suo disagio con uno psicologo psicoterapeuta di persona,
Evidentemente in passato lo psicologo non aveva dato peso perchè aveva trattato esclusivamente l'ansia.
Da qui non è possibile rispondere alla Sua domanda iniziale "Quello che vorrei capire,è se la mia situazione può rientrare tra i casi di DIG,e se cosi fosse,mi chiedo come potrei affrontare la cosa." perchè tali valutazioni debbono sempre essere fatte di persona.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Grazie mille anche a lei Dott.sa e al Dott. che ha risposto poco prima,per i consigli che ritengo preziosi, valuterò sicuramente la possibilità di rivolgermi a uno specialista di persona.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Sì, credo sia la cosa migliore per poter vivere serenamente e sciogliere qualunque Suo dubbio.

Buona serata,
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 101 45
Nonostante la deludente esperienza precedente, le consiglierei di tornare a cercare uno psicologo psicoterapeuta, magari informandosi prima sulla sua formazione e sui suoi campi di intervento, in modo da essere ragionevolmente sicuro che sappia affrontare con Lei l'argomento.
Questo perché prima di parlarne con il resto del mondo (la sua compagna compresa) credo sarebbe opportuno che cercasse di comprendere cosa vuol fare.
Se non ha riferimenti, oltre che cercare su Internet, potrebbe chiedere indicazioni relative a nominativi di professionisti alle sezioni locali di associazioni come Agedo e Arcigay.
Inoltre la invito a consultare il sito dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere.


Auguri.
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Utente
Utente
Visiterò sicuramente il sito che mi consiglia, grazie ancora per la cortesia e la delicatezza con cui mi avete risposto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Fermo restando che il suggerimento dei colleghi di rivolgersi a un terapeuta per una consulenza è il più valido, il suo caso non sembra così comune. Le piacciono le donne, ma si sente a disagio nel corpo di uomo.

Ha mai provato a fare un semplice esperimento di pensiero? (penso di sì) Provi a immaginare di avere un bellissimo e attraente corpo di donna.

Cerchi di sentire su di lei l'attenzione, il desiderio e la brama di tutti gli uomini che incontra.

Ora provi a immaginare, avendo questo nuovo corpo, di essere a letto con una donna altrettanto attraente.

Che cosa sente? Riuscirebbe a soddisfare la sua partner allo stesso modo avendo un corpo di donna piuttosto che uomo? E la sua soddisfazione, sarebbe la stessa?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
La sua osservazione, gentile Dott. Santonocito, trovo sia molto interessante, effettivamente mi sono chiesto anche io molte volte perchè, desiderando un corpo femminile, sarei attratto comunque dalle donne, perchè questo, nel caso io fossi nato donna, farebbe di me una donna lesbica, mentre so che nella maggior parte dei casi un uomo che desidera trasformarsi in donna può avere tendenze verso i maschi. L'esperimento che lei mi consiglia in realtà è una cosa che faccio spesso, in quanto cerco quasi sempre di ragionare come se il mio corpo fosse già "quello giusto", in ambito lavorativo come detto in precedenza sono a contatto con quasi tutti colleghi maschi, alcuni non lo nego, anche fisicamente piacenti, nonostante questo sia una mera considerazione fine a se stessa, in quanto non trovo nulla di male nel constatare fascino o bellezza in un uomo,anche se questo non sfocia in nulla di più. Il sentimento che prevale in me pensando a una cosa del genere è che se fossi davvero donna potrei accettare il desiderio e la brama degli uomini, in fondo non potrei impedire ad altri di considerarmi "bella o attraente", ma anche sforzandomi di immaginare un contatto di natura intima, non sento alcuna attrazione, cosa che invece accade se penso di vivere le stesse cose con altre donne. Ogni volta che vedo una donna conforme ai miei canoni di bellezza il mio primo pensiero è "vorrei essere come te e mi sentirei attratta da altre come te". E credo che, come lei mi chiede, avrei più "naturalità" nel soddisfare una donna,sotto ogni aspetto, non solo quello intimo, essendola a mia volta,questo perchè vedo una relazione tra due "esseri femminili" come qualcosa di pulito, di puro, non so se riesco a spiegarmi..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Sì, direi che si sta spiegando.

Il suo orientamento sessuale è "verso le donne", mentre l'identità di genere che percepisce è "donna". Quindi credo abbia ragione nel dire che se fosse nata donna, sarebbe stata lesbica.

Dice di aver parlato di questa questione con la sua compagna. Fino a che punto? Che cosa ne pensa lei? Cosa pensa la sua compagna della sua mascolinità o femminilità, sia come corpo che come personalità?
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Utente
Utente
La sua osservazione, gentile Dott. Santonocito, trovo sia molto interessante, effettivamente mi sono chiesto anche io molte volte perchè, desiderando un corpo femminile, sarei attratto comunque dalle donne, perchè questo, nel caso io fossi nato donna, farebbe di me una donna lesbica, mentre so che nella maggior parte dei casi un uomo che desidera trasformarsi in donna può avere tendenze verso i maschi. L'esperimento che lei mi consiglia in realtà è una cosa che faccio spesso, in quanto cerco quasi sempre di ragionare come se il mio corpo fosse già "quello giusto", in ambito lavorativo come detto in precedenza sono a contatto con quasi tutti colleghi maschi, alcuni non lo nego, anche fisicamente piacenti, nonostante questo sia una mera considerazione fine a se stessa, in quanto non trovo nulla di male nel constatare fascino o bellezza in un uomo,anche se questo non sfocia in nulla di più. Il sentimento che prevale in me pensando a una cosa del genere è che se fossi davvero donna potrei accettare il desiderio e la brama degli uomini, in fondo non potrei impedire ad altri di considerarmi "bella o attraente", ma anche sforzandomi di immaginare un contatto di natura intima, non sento alcuna attrazione, cosa che invece accade se penso di vivere le stesse cose con altre donne. Ogni volta che vedo una donna conforme ai miei canoni di bellezza il mio primo pensiero è "vorrei essere come te e mi sentirei attratta da altre come te". E credo che, come lei mi chiede, avrei più "naturalità" nel soddisfare una donna,sotto ogni aspetto, non solo quello intimo, essendola a mia volta,questo perchè vedo una relazione tra due "esseri femminili" come qualcosa di pulito, di puro, non so se riesco a spiegarmi..
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Utente
Utente
Con la mia compagna fortunatamente ho un buon dialogo, riguardo ad ogni tipo di argomento, compreso questo. Ovviamente parlarne in maniera approfondita, temo possa farla sentire in qualche modo "inadeguata", e questo non vorrei accadesse, per cui sto sempre molto attento parlandone in maniera non troppo ossessiva. Lei sa che desidererei avere una seconda possibilità, rinascere femmina, ricominciare tutto da zero partendo dalla nascita, sa che non sono a mio agio con il mio corpo e che probabilmente starei meglio se fossi quella che sento di essere. Sa queste cose ma quando se ne parla, è come se fosse una cosa passeggera, un disagio momentaneo o legato semplicemente alla mia maggiore sensibilità rispetto a molti altri maschi che mi fa sentire "meno maschio" in un mondo che è prettamente maschilista diciamo cosi, il succo è, con lei ne parlo ma non insisto sull'argomento. Riguardo a quello che lei pensa... mi vede bello,sta bene con me e già anche quando ci siamo conosciuti, rimase colpita dal mio modo di ragionare, più vicino alla sfera femminile, con cui ho saputo conquistarla e questo fu una cosa che mi disse quasi subito, che ero "differente"...A volte "scherzo", parlando di me al femminile con lei, dicendole che è fortunata ad aver trovato "una come me", lei ride e sta allo scherzo, ma naturalmente insistere temo possa turbare i suoi sentimenti, anche perchè quando ho provato (delicatamente e tenendo comunque un profilo basso nel discorso) a chiederle, se potrebbe stare con me anche se fossi donna,dice che al massimo potremmo essere buone amiche...non so..paradossalmente, a livello esterno mi rendo conto di avere tutto quello che desidererei anche se fossi nel corpo giusto..è il viverlo con gli occhi e la testa giusti e il contenitore sbagliato che mi pesa..forse è vero che non ci si accontenta mai, però è difficile accettare di avere tutto ma poterlo vivere, dentro di me, al 50%...mi fa piacere Dott. che lei comprenda, non è semplice parlarne, non solo per la delicatezza ma anche perchè mi accorgo io stesso che sia un concetto magari complesso e non semplice da esprimere in poche righe..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Il concetto in sé in realtà è semplice, come vede è riuscito a farcelo capire subito. Ciò che può essere complicato, semmai, è il modo in cui lo si può vivere, cioè le sue conseguenze.

Fa bene a scherzare sul suo problema con la sua compagna, ma forse evitando di parlarne fino in fondo e tenendoselo dentro lo sta rendendo ancora più complicato. Parlarne troppo con lei però potrebbe non essere adeguato e infatti la sua sensibilità le sta facendo trovare il modo di essere sincero con lei senza strafare.

Se riconosce che tutto sommato essere nata donna sarebbe stato un "di più", una cosa della quale potrebbe anche riuscire a farsi una ragione, parlarne con uno psicologo di persona potrebbe invece aiutarla molto.

In fondo l'arte di vivere consiste, come ha detto qualcuno, nel trarre il meglio da ogni mano che la vita ci serve.

Se fosse nato con un corpo da donna e lo stesso cervello, come abbiamo detto, sarebbe stata forse lesbica e ciò avrebbe posto altri problemi.

Se fosse nato brutto, idem.

Se fosse nato gay, avrebbe avuto altri problemi ancora.

Se...
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Utente
Utente
Il primo "Se" è quello che però, credo, mi avrebbe forse resa (e lo scrivo volutamente al femminile) felice..Purtroppo non mi è dato sapere come sarebbe andata in nessun caso. Il motivo per cui fino ad ora ho cercato di farmene una ragione è dato dal timore di perdere le stabilità che ho nella vita, sentimentali e anche economiche..il fatto che la società in cui viviamo tende a rifiutare chi ha certe problematiche, il pensiero comune, dettato dall'ignoranza tende a far credere alle persone con cui ci si confronta ogni giorno che un uomo che desidera essere una donna è gay, oppure che vuole una vita di trasgressioni, che è una persona inaffidabile e forse irresponsabile, quando la realtà, almeno nel mio caso, è molto diversa in quanto il mio desiderio nasce da un bisogno, e non dalla ricerca di chissa quali strane perversioni.. il giudizio altrui, per quanto io lo ritenga abbastanza ininfluente, è poi quello che in molti casi consente di avere un lavoro, una casa, una vita normale e che quindi di fatto, diventa importante purtroppo..senza contare il timore di cominciare un percorso lungo e delicato alla mia età, mi chiedo se il corpo sia ancora in grado di cambiare in maniera "decente", perchè di fronte al rischio di essere una futura "donna frankenstein" è chiaro, preferirei rimanere completamente donna dentro..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> di fronte al rischio di essere una futura "donna frankenstein"
>>>

È un rischio in effetti da valutare scrupolosamente. Di tentativi di cambi di sesso imperfetti o andati buca ne vediamo in giro, purtroppo. A volte a volersi migliorare si fa peggio che meglio. Vedi interventi di chirurgia plastica di tante donne che appaiono nei media.

Comunque nessuno sta parlando di perversioni, questa parola la sta usando lei. È evidente che si tratta di un bisogno, ma "farsi una ragione" può benissimo riferirsi a un bisogno. Cosa che però non può essere ottenuta attraverso un breve scambio online.