Disturbo ossessivo compusivo

Buonasera,
sono un ragazzo con disturbo ossessivo compulsivo (di tipo ruminating, per farla breve). Sono stato per mi sembra circa due anni in terapia cognitivo-comportamentale con una psicologa. Le cose ora non vanno bene.
Ripongo ancora qualche speranza di risolvere il mio disturbo, forse sbaglio e dovrei accettare la sofferenza che mi porta,o forse applicare meglio i consigli della mia passata psicologa. La terza via che mi immagino,e che per diverso tempo ho pensato di respingere, è di prendere il problema di petto-il che normalmente è sconsigliato perchè con questo distubo-e l'ho ben notato in passato-il rimuginamento o la rassicuazione sono lesivi.
Il problema è che questi consigli dati dalla terapia non hanno funzionato molto bene, mi hanno dato qualche strumento difensivo,ma sto ancora male.
Mi sento-forse sbagliando- che c'è una speranza che potrei essere arrivato a un traguardo... Non saprei dire se un tempo rimuginavo di più o di meno, ma sicuramente in passato ho esplorato moltissime tematiche nel rimuginamento,passando dall'una all'altra dopo averne risolta una, o anche più tematiche potevano coesistere. Ora noto che da un po' di tempo la tematica che mi occupa la mente è principlmente una- seppure spesso risolvendola temporaneamente mi possono capitare dubbi su altre cose,li liquido in meno tempo del solito, perchè so già la risposta o decido di abbandonarli. L'altra cosa che mi fa intravedere qualcosa di migliore, è che la tematica che mi porto dietro da diverso tempo è rispetto a molte del passato(ma non tutte in effetti)meno metafisica,più materiale e legata alla realtà.
Si tratta purtroppo di dubbi sulla prevenzione di alcuni tumori: ma io mi chiedo non basterebbe andare da uno specialista? Non basterebbe trovare uno specialista paziente che mi dedicasse poco tempo? Sono stato già da un paio di specialisti,ma solo con l'ultimo ho cercato di affrontare la tematica, perchè,così com'è adesso è sorta dopo il penultimo.
Il fatto è che andai da un primo specialista,non fui contento per un certo motivo, allora andai da un secondo, questa volta privato. Questo privato mi confuse le idee consigliandomi cose eccessive, non conoscendo il mio problma ossessivo, e- a detta della mia dottoressa di famiglia- esagerando parecchio.
Al terzo chiesi delucidazioni sui dubbi nati dallo specialista privato in modo generale,e dalle informazioni generali che mi ha dato, sembra confermarsi l'ipotesi dell'esagerazione del privato. Nonostante non mi facesse parlare in modo totalmente libero,e sia stato anche piuttosto "rigido",mi sembra di aver ottenuto le informazioni che volevo,e mi sembra confermata l'esagerazione del privato.
Ora riscrivendo il tutto mi sembra che sia apposto, ma mi sono venuti diversi dubbi su quello che ci siamo detti io e l'ultimo specialista, e penso che ritornino presto,il che mi farebbe propendere per incontrare un nuovo specialista,con cui pensavo di partire meglio, spiegandogli meglio quello che volevo sapere e i dubbi
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

che tipo di prescrizioni sono state date nella TCC?
Attualmente non è in terapia e non ha neppure una terapia farmacologica impostata, giusto?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

credo sia necessario riprendere la psicoterapia, ma rivolgendosi ad un professionista con un'altro orientamento teorico ed eventualmente affiancarla ad un trattamento psichiatrico.

Da quello che scrive non credo sia stata efficace, perché i pensieri ossessivi rimangono e pensare ad essi per "risolverli" o arginarli, nel suo caso, non fa altro che alimentare il circolo vizioso.

Credo sia opportuno affrontare una psicoterapia che mette in primo piano la possibilità di creare un contenimento emotivo che le permetta di affrontare anche la sfera degli affetti (relazioni sociali, amicali, sentimentali) oltre quella prettamente cognitiva.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrivono i miei colleghi.
Forse sarebbe opportuno riprendere la terapia, magari con un altro professionista.
Come si evince dal suo scritto e come ha notato il dr Del Signore, lei è molto ancorato ad un ragionamento sul sintomo e sulle sue oscillazioni nel tempo.
Allo stesso tempo non ci dice niente della sua sfera privata, relazionale (amici, famiglia, rapporti intimi, progetti per il futuro, ecc.). Spesso i sintomi ansiosi hanno uno stretto legame con il contesto relazionale. D'altronde le persone sono "fatte" di relazioni, quindi anche il loro star male è legato a questi aspetti.
L'importante sarebbe dunque allargare il perimetro delle possibili spiegazioni al suo problema e non rimanere esclusivamente sul problema stesso.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente sembra che tutt'ora lei sembri in balia delle sue rimuginazioni, questa lettura, forse, le renderà più chiara la sua probabile situazione attuale
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie delle risposte!! Spero mi possiate dare un aiuto.
Le mie relazioni con gli amici vanno bene, e sono la cosa che mi sorregge di più. Faccio l'università e vivo insieme ai miei amici. Quando il weekend torno a casa, con i miei genitori, mi trovo perlopiù male. Ma non la vedo come una possibile origine dei miei rimuginamenti, che sono focalizzati su tematiche lontane da quelle familiari. Anzi i problemi con i genitori sono proprio provocati dal mio stato di suscettibilità causato da questa mia condizione di rimuginamento. Devo confessare che anche se non avessi il problema del rimuginamento mia madre faticherei ugualmente a capirla e ad accettarla, perchè siamo incompatibili, e veramente "non capisco su cosa lei fondi la sua vita" e sinceramente purtroppo non mi piacciono e non condivido la maggior parte dei suoi valori. Anche lei è ansiosa. Non condivido il modo di vivere dei mei genitori, io non vivrei così, se potessi decidere, non mi sembra una vita spesa bene. Però a me non sembrano centrali i problemi di relazione.
Infatti se riuscissi a non pensare a questa tematica sui tumori, toglierei finalmente tutti gli ostacoli alla mia vita, o sicuramente la maggiorparte, e potrei realizzare i miei progetti (che magari un po' insicuri, ma ho grandi progetti!).
Certo, ho le miei difficoltà a relazionarmi, sono timido, non sono capace di protestare contro una situazione che non mi va bene, non non ne ho il coraggio, anche con i miei amici. Ma nonostante ciò mi trovo bene con i miei amici, e con loro non sono timido.
Il fatto è che non trovo una risposta precisa al mio dubbio sulla prevenzione di un tumore (di uno in particolare). Basterebbe un medico che me lo spieghi. E in parte ciò è successo. Ma non tutti i medici dicono la stessa cosa, seppure io ovviamente cerchi l'informazione che, nell'ago della bilancia, mi sembra più vera. Forse non c'è una risposta definitiva e giusta... o forse dovrei trovare un medico un po' più paziente.
Ultimamente (sul finire della terapia psicologica) ho avuto e ho molti sintomi psicosomatici e talvolta ho avuto degli attacchi d'ansia (e diverse volte sono andato di sera tardi e una volta di notte dalla guardia medica), ma ho concordato col mio dottore di famiglia di non prendere farmaci.
Per diverse notti non ho dormito o ho deciso di non dormire, andavo a dormire alle 5 e talvolta nel letto non riuscivo ad addormentarmi fino alle 8, allora poi mi alzavo di pomeriggio, anche verso le 4. Dicevo anche "ho deciso" perchè spesso sentendo di non aver fatto nulla in una giornata, magari già iniziata alzandomi molto tardi, e spesa poi in parte a rimuginare, sentivo il bisogno di cercare di concentrarmi sui miei interessi la sera tardi e la notte, di solito fino alle 5, ma poi alle 5 quando andavo a letto, non sono riuscito sempre ad addormentarmi.
Ho saltato qualche lezione e per più di una settimana non ho studiato, ma l'altro ieri notte ho dormito e sto riniziando a studiare qualcosa per gli esami.
Tutto questo mi succede (penso) perchè la verità che sono deluso perchè la terapia non è riuscita a pieno e sento questo problema ancora come un grosso ostacolo allo sviluppo della mia vita attuale e futura (anche se per ora la mia vita l'ho portata avanti facendo bene le superiori), ma ora la terapia è finita, e mi trovo a non sapere che fare.
Pensavo ad alcune possibilità: -Allontanare i pensieri e fare la mia vita; -Iniziare una terapia all'Asl della città in cui studio (la richiesta del medico generale ce l'ho); -Iniziare una terapia di orientamento diverso, in particolare pensavo alla terapia strategica breve del famoso Giorgio Nardone, ho visto che nella città in cui studio c'è uno specialista della sua scuola; -Una psicoterapia comparata, ho contattato uno psicologo della città in cui torno nel weekend, ma poi ho lasciato perdere prima di incontrarlo. Mi interssava il fatto che nella psicolterapia comparata c'è anche la psicoanalisi, e non so se potrebbe essere una alternativa (seppure vedo che molti la sconsigliano per il disturbo ossessivo compulsivo).
Grazie, spero possiate aiutarmi.
Grazie spero che mi possiate aiutare
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo,

>>Il fatto è che non trovo una risposta precisa al mio dubbio sulla prevenzione di un tumore (di uno in particolare). Basterebbe un medico che me lo spieghi.<<
questo è un pensiero ossessivo, non credo che basterebbe un medico con una spiegazione esaustiva per lenire la sua ansia.

Visto che non ha risolto con una psicoterapia cognitivo comportamentale (probabilmente questo metodo non è adatto per lei), credo sarebbe utile provare un'approccio diverso che le permetta di comprendere la natura stessa del pensiero ossessivo. La psicoterapia psicoanalitica (psicodinamica) potrebbe essere una valida soluzione al suo stato di disagio.





[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie! Capisco. Ciò che ancora mi fa aspettare nell'indecisione se andare ad una visita per consultarmi con un medico o iniziare una nuova psicoterapia è il fatto che in passato la psicoterapia mi ha aiutato in molte cose, ma con la psicologa ho trattato poco dei miei dubbi riguardanti malattie (forse anche perchè sono venuti nell'ultimo periodo, prima dell'"ultima seduta"). Quel tipo di dubbi ho pensato di poterli risolvere chiedendo semplicemente informazioni al riguardo alla mia dottoressa di famiglia, e trattai di malattie solo nell'ultima seduta con la mia psicologa, che avvenne dopo molti mesi dal periodo di sedute con ritmo regolare (infatti dopo il periodo di sedute regolari mi disse che potevo chiamarla quando volevo, ma che, non mi ricordo come lo disse, la terapia era in un certo senso "finita").
Inoltre per un altro assillante dubbio su una brutta malattia andai dalla mia dottoressa di famiglia, le feci alcune domande, non ero ancora tranquillo e ritornai, ma poi dopo un paio di volte, rispondendo ad alcune mie domande, la mia dottoressa di famiglia placò il mio dubbio, e a quella cosa non pensai più. Non potrebbe adesso accadere lo stesso con questo nuovo dubbio? Con questo nuovo dubbio è vero che non mi sono fermato alla mia dottoressa; anzi questa volta ho iniziato guardando su internet (questa forse potevo evitarla), poi andando da specialisti(che mi sono parsi tutti meno disponibili a rispondere a dubbi specifici), e per ultima dalla mia dottoressa di famiglia. Che "mossa" potrei fare ora?
Il fatto è che sono già deluso, quindi prima di riniziare una psicoterapia vorrei essere sicuro che almeno sia la strada giusta da intraprendere, non vorrei iniziare scoprendo poi che mi bastava una mossa veloce di diverso tipo per cambiare qualcosa.
La psicoanalisi, devo ammettere di averne sentite solo opinioni non positive, ma non ne diffido del tutto, anche se, dato che inizialmente moltissimi dei problemi che ho affrontato nella psicoterapia cognitivo-comportamentale riguardavano il mio passato, e in particolare la mia infanzia, ho paura che analizzarla, mi possa essere lesivo, perchè è quello che in certo senso (non psicologicamente), facevo anche io, analizzando e rianalizzando i fatti passati. La psicoanalisi mi potrebbe essere in questo senso lesiva?
[#8]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

non credo possa bastare una "mossa veloce" per cambiare qualcosa o risolvere situazioni importanti. Per quanto riguarda i suoi "dubbi medici" qui già parliamo di "ossessioni", quindi non credo possa essere utile consultare altri medici, magari le sue ansie potranno essere ri-dimensionate per un breve periodo, ma in seguito potrebbe avere altri dubbi del tutto simili.

La "psicoterapia psicodinamica", nonostante ne condivide il retroterra culturale, è sostanzialmente diversa dalla psicoanalisi. Orientarsi con i parametri psicoanalitici classici sarebbe come navigare utilizzando l'astrolabio (psicoanalisi) anziché il navigatore satellitare (psicoterapia psicodinamica).

>> ho paura che analizzarla, mi possa essere lesivo, perchè è quello che in certo senso (non psicologicamente), facevo anche io, analizzando e rianalizzando i fatti passati.<<
questo non è assolutamente vero per quel che riguarda la psicoterapia psicodinamica, per un semplice motivo: quello che lei faceva riflettendo sul suo passato era legato a delle rimuginazioni di natura ossessiva che nulla hanno a che vedere con il lavoro della psicoterapia. Non si tratta di "scavare nel passato" pensando di trovare chissà che cosa, questo è uno stereotipo che ha origini ormai antiche e superate.

La psicoterapia psicodinamica tiene in considerazione il passato, questo mi sembra chiaro visto che siamo fatti anche di una storia (personale, famigliare, clinica ecc.), ma da inoltre la stessa importanza al qui ed ora e al contenuto che il paziente si prefigge ti affrontare, si pone obiettivi chiari e concordati con il paziente.




[#9]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie, rifletterò sulla su quello che mi ha scritto, e cercherò di prendere una decisione.

Se è disponibile vorrei presentarle un altro breve dubbio, non molto presente, ma che vorrei chiedere per capire anche come agire (psicoterapeuta o medico). Ma io ho il DOC? Penso di sì, ma...
"La ossessione è caratterizzata da pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono l'individuo e che da questo vengono percepiti come invasivi e fastidiosi e che provocano una marcata sofferenza. L'individuo si rende conto che i pensieri, le immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente. Se le ossessioni venissero ritenute reali, allora avrebbero carattere delirante e si entrerebbe nel campo della psicosi."

Il fatto è che io di certo non "deliro", ma non vedo come totali frutti della mia mente le mie "ossessioni". Penso che io esageri un fondamento che effettivamente c'è. Penso di voler controllare qualcosa che, veramente e sicuramente, potrebbe non essere come penso. Che magari non è molto probabile o sia pessimistico pensare che potrebbe essere diverso (o meglio, questo è quello che arrivo a pensare nei momenti che io ritengo più tranquilli). Ma se avessi la certezza che è tutto fonte della mia mente lascerei stare e penserei subito a dell'altro.
Comunque la mia psicoterapeuta ha sempre detto che avevo il DOC
[#10]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

se la diagnosi è di DOC devo dire di condividerla, ovviamente con tutti i limiti del mezzo informatico che stiamo utilizzando.

Uno dei problemi principali del DOC è il "dubbio", se c'è il dubbio non c'è sicuramente una certezza e questo genera ansia e un meccanismo di pensieri ossessivi per cercare di arginarla il più possibile.

Il delirio al contrario è una certezza che non contempla il "dubbio".

Spero di averla aiutata ad avere le idee un po' più chiare.







[#11]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie di tutti i suoi consigli dottore, e arrivederci!
[#12]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Buonasera,

vi ricontatto perchè non ho ancora incontrato uno psicologo, seppure la mia decisione stia avanzando (penso) in modo positivo. Ma mi rimane ovviamente da scegliere, e ancora non so come.
Inzialmente avevo appunto pensato che riprovare una terapia congnitivo-comportamentale per il disturbo ossessivo compulsivo, dopo la non buona riuscita di un primo, non fosse un scelta giusta.
Poi oggi ho letto questo sul sito dell' Associazione italiana disturbo osessivo compulsivo(Aidoc): "In realtà non tutti gli psicoterapeuti, anche se di formazione cognitivo-comportamentale, sono esperti di DOC e non tutti coloro che si professano “cognitivo-comportamentali” applicano, nella pratica clinica, protocolli terapeutici scientificamente convalidati ed efficaci. Esiste un rischio significativo, pertanto, di essere convinti di aver già fatto tutto quanto suggerito per risolvere questo problema, mentre in realtà si è soltanto incontrato specialisti non all'altezza del caso."
Il sito poi rimanda ad alcuni istituti, per primo all' Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cogniva di Firenze.

Conoscete questo istituto? Avete conoscenza di miglioramenti e guarigioni?

Sul sito mostra due ipotesi: trattamento intensivo di 4-6 settimane dalle 10 alle 17 (mi sembra abbia detto al telefono la segretaria) con la collaborazione di più psicologi al costo di 600 euro 5 giorni a settimana (molto intensa), oppure una consulenza di una giornata dalle 10 alle 13e30 al costo di 250 euro e indicazione di uno psicologo affiliato nella mia zona a seconda dell'esito dei colluqui e dei test, quindi a seconda del problema e della personallità. Non sono di Firenze, ma sono a circa 1 ora e un quarto da Firenze. La terapia intensiva vorrebbe dire andare tutti i giorni a Firenze, oltre ovviamente al costo non indifferente. Forse mi sento più propenso al secondo servizio, se mi farò aiutare da questo istituto. Ma mgari vale la pena anche per la terapia intensiva. Quale scelta potrebbe aiutarmi?
Inoltre ho preso il contatto (ma per ora sempre segreteria telefonica, saranno in vacanza) dello studio dello psicologo di psicoterapia psicodinamica intensiva breve, che hanno lo studio vicino alla casa della città in cui studio. Dove iniziare la terapia? Grazie
[#13]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

tutte le psicoterapie sono ugualmente efficaci per il suo disturbo.

Credo sia importante doverla informare che non esistono protocolli per "guarigioni miracolose". Tenga inoltre presente che ogni psicoterapeuta è "esperto" di DOC, così come di tutte le altre forme psicopatologiche.

L'orientamento cognitivo-comportamentale è solo uno degli innumerevoli indirizzi psicoterapici.

Ci sono delle variabili che vanno oltre l'orientamento teorico usato dal clinico. Parliamo quindi della possibilità di creare con rapporto empatico con il paziente, della motivazione al cambiamento e l'aderenza allo stesso ecc.

Se lei cerca delle soluzioni "rapide" prima che adatte al suo caso, è probabilmente fuori strada.




[#14]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Non capisco. Prima mi diceva che dovrei trovare nuovi indirizzi di psicoterapia perchè probabilmente non sono adatto alla psicoterapia cognitivo-comportamentale e ora mi ha detto che tutte le terapie sono uguali?

Nella mia prima terapia mi sono trovato bene col terapeuta, avevo empatia con lui e motivazione. Ero motivato. Solo adesso non ho capito alcuni comportamenti del mio terapeuta (mi risponde dopo giorni e giorni,ecc; mi sembra restio a darmi nuovi appuntamenti) e non mi sta più molto "simpatico", seppure non ci abbia litigato, e anzi volevo fissare una visita (solo per fare il punto, non per fare terapia). Questo piccolo "litigio" è comunque avvenuto fuori tempo, quando la terapia doveva essere già finita ed io tornavo ogni tanto per farmi aiutare. Ma prima c'era empatia, ed io ero motivato.
[#15]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

quello che ho scritto può essere considerato come un'indicazione generale, ma visto che la psicoterapia che ha fatto non ha curato il suo disturbo, probabilmente è il caso di provare con altri trattamenti, magari più a lungo termine. La decisione comunque spetta a lei.

>>..mi risponde dopo giorni e giorni,ecc; mi sembra restio a darmi nuovi appuntamenti..<<
forse è il caso di consultare qualcun'altro.

>>non mi sta più molto "simpatico", seppure non ci abbia litigato..e anzi volevo fissare una visita<<
questa è una sua costruzione mentale, che a mio avviso però è indicativa di un'ambivalenza nei confronti del suo psicoterapeuta.





[#16]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Buongiorno,

la ricontatto ora, dopo essere uscito dal primo incontro di psicoterapia psicodinamica intensiva breve, a cui le avevo accennato.

Ho pianto due tre volte, mi ha fatto delle domande molto forti.
Ora sono completamente spaesato (già prima, i giorni precedenti avevo un senso di irrealtà). Mi ha dato l'appuntamento tra una settimana. Non so cosa fare in tutta questa settimana, lei cosa mi consiglia? Sento urgenza, cosa faccio?
Prima dell'incontro di oggi stavo cercando una soluzione per gestire i miei pensieri, mi sembrava di averne trovate, ma nella pratica non danno molti benefici. Ora, dopo mezz'ora di psicoterapia (perché sono arrivato in ritardo io), in cui mi si sono generati più dubbi che altro, come affrontare la settimana?
L'unica cosa che conta per me in questo momento è trovare una soluzione a questo problema, da solo riesco a far poco, mi pare, allora come rimandare di una settimana la continuazione del cammino per la risoluzione del problema?
Grazie
[#17]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Sento urgenza, cosa faccio?<<
questa domanda la dovrebbe fare al Collega che ha scelto per il trattamento altrimenti rischia di alimentare uno "sdoppiamento" nei livelli di cura.

>>Ora, dopo mezz'ora di psicoterapia (perché sono arrivato in ritardo io), in cui mi si sono generati più dubbi che altro, come affrontare la settimana?<<
i dubbi avrebbe dovuto palesarli al professionista. Ha fatto la stessa domanda a quest'ultimo? Cosa le ha risposto?

>>L'unica cosa che conta per me in questo momento è trovare una soluzione a questo problema, da solo riesco a far poco, mi pare..<<
da solo non riesce, ma questo lo sapeva già da prima. Ha fatto solo una seduta, ci vogliono probabilmente mesi per risolvere il suo disagio e comprendere come gestire al meglio la sua ansia.




[#18]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
A lui ho chiesto se si poteva fare un po' prima di una settimana, ma lui ha detto che capisce il mio stato di urgenza, ma ha lasciato l'appuntamento tra una settimana.

I dubbi derivano solo dal nuovo tipo di terapia, infatti ho trovato un approccio che non mi ero proprio immaginato. Lui insensibile (per l'approccio terapico). Ho comunque intenzione di continuare.

Pensavo in questi giorni di alleviare la mia ansia facendo una chiacchierata con la mia precedente psicologa... non riiniziare la terapia con lei, solo aggiornarla, per farmi suggerire qualcosa, forse è una cosa sbagliata, lei cosa ne pensa?
[#19]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

se decide di affidarsi ad un professionista credo debba attenersi alle indicazioni di quest'ultimo senza cercare altre conferme. Cerchi di comprendere che il setting (orario, cadenza degli appuntamenti ecc.) fa parte della psicoterapia e arrivare in ritardo o chiedere di anticipare la seduta potrebbe essere controproducente.

>>Lui insensibile..<<
avere un approccio più distaccato non significa essere insensibili, ogni professionista ha una sua personalità. Probabilmente ha sovrastimato questo atteggiamento.

Eviti di contattare la precedente psicologa, anche perché non si va in seduta per fare una "chiacchierata".




[#20]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie! Capisco.
Mio padre mi ha chiesto com'è andata la seduta, e gliene ho appena parlato, mi sono quasi pentito di averlo fatto: all'inizio non ha detto nulla di negativo. Poi ora mi ha richiamato e ha detto che il comportamento di questo psicologo non gli è piaciuto, che sarebbe meglio farsene consigliare uno che il mio medico di famiglia conosca, piuttosto che andare alla cieca, dice lui (io ho trovato il numero dello studio da internet). Mio padre dice che aver chiesto il prezzo intero della seduta (120 euro) pur avendo fatto solo mezz'ora (invece di un'ora), a causa del mio ritardo, può essere indice di un certo attaccamento ai soldi, e che non ci sarebbe da fidarsi. Io gli ho risposto che il prezzo, come il ritardo e tutto il resto fanno parte della terapia perché definiscono il rapporto tra me e lui (per esempio se mi avesse detto che la prima seduta, siccome era la prima, o magari perché era stata breve, mi faceva un prezzo minore, o non mi faceva pagare, io avrei avuto un'altra impressione e il nostro rapporto avrebbe potuto in parte subire dei cambiamenti). Lei cosa ne pensa?

Riguardo alla domanda precedente, lui era veramente insensibile, cioè molto distaccato, mentre piangevo, mi ha solo chiesto per cosa esattamente stavo provando dolore, se è distacco professionale, nessun problema, ma se è il carattere...

Grazie ancora!
[#21]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>a causa del mio ritardo, può essere indice di un certo attaccamento ai soldi, e che non ci sarebbe da fidarsi.<<
cerchiamo di fare un po' di chiarezza: se lei arriva in ritardo non vedo perché il Collega dovrebbe rimetterci in termini economici visto che l'appuntamento era stato concordato. Su questo punto il Collega si è comportato correttamente, è lei casomai che sarebbe dovuto arrivare in orario, non c'è nessun "attaccamento ai soldi", gli psicologi non lavorano gratis.

Onestamente 120 euro per una consulenza psicologica mi sembra una cifra alquanto elevata.
Legga questo link che riguarda il tariffario dello psicologo:
http://www.psy.it/lo_psicologo/nomenclatore.html

>>nessun problema, ma se è il carattere...<<
questo dipende da lei se non si trova bene su questo punto può cambiare professionista.




[#22]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Sono d'accordo.
Quello che mi chiedo io è se questa "insensibilità" è un approccio terapeutico volto alla guarigione, o è semplice carattere.
Quando sono arrivato non ha neanche accennato un sorriso, non ci eravamo mai visti prima, non mi è mai capitato che qualcuno, soprattutto un dottore di qualunque tipo, non ti rivolgesse almeno un sorriso per metterti a tuo agio, dato che poi spesso nella visita si toccano argomenti privati o comunque cose private (anche in visite mediche di qualunque tipo). Lui mi ha accolto così, poi mi ha indicato il posto in cui sedermi, e non ha detto una parola, aspettando... io non avevo capito all'inizio, pensavo che iniziasse lui a dire qualcosa, quindi ho iniziato con un po' di difficoltà a parlare. Per questo sono portato a dire che tutte queste cose siano un approccio terapeutico volto a qualcosa, altrimenti non capisco perché mettermi in difficoltà in questo modo senza uno scopo a vantaggio della terapia
[#23]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Quello che mi chiedo io è se questa "insensibilità" è un approccio terapeutico volto alla guarigione, o è semplice carattere.<<
la domanda che dovrebbe porsi è molto più semplice: "mi trovo a mio agio con questo professionista o sto cercando qualcos'altro?".
Credo sia inutile rimuginare troppo su questo argomento.





[#24]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Be' a mio agio in questa prima seduta, come le ho detto, non mi sono trovato per nulla. Non piangevo da molto, non sono uno che piange, piuttosto rimugino... forse anche questo è utile. La mia precedente terapeuta per esempio, oltre che di orientamento diverso, si mostrava sicuramene più empatica, e comprensiva, favorendo il parlare più liberamente con lei.
Se non trovarmi a mio agio però ha una sua utilità terapeutica, sono pronto ad affrontare la cosa