Terapia (jung) e relazioni

Sto (stavo?) insieme con il mio (ex) ragazzo, 35enne, da quattro anni. Ieri mi ha lasciato sostenendo che la sua terapeuta (nota junghiana milanese, incontrata per una seduta meno di 24h prima) gli ha detto che per liberarsi dai condizionamenti sociali e ritrovare se stesso deve stare da solo.

Premetto che la relazione non attraversava particolari crisi, anzi notavo un aumento di attenzioni nei miei confronti - dall'inizio della terapia, invece, era iniziato uno squilibrio nella relazione, io molto presente e lui sempre più assente, assenze delle quali chiedeva scusa e che mi chiedeva di sopportare, data la difficoltà del suo percorso intrapreso.

All'ipotesi di iniziare una terapia l'ho avvicinato io stessa un anno fa, dopo una precedente crisi, legata più che altro alla sua paura del "futuro" della relazione e di un forte stress che vedevo stava vivendo interiormente - in quel momento il suo più caro amico ha avuto il primo figlio. Effettivamente il giro di amici l'ha sempre molto spinto a "impegnarsi in maniera seria", nonostante non sia un mio desiderio e il punto sia chiaro.

Una volta iniziata la terapia, si è allontanato del tutto il padre, figura effettivamente molto egoriferita ma cui era anche molto legato, nel bene e nel male - "uno caso psichiatrico", pare l'abbia definito la terapeuta. E poi è stato distrutto il ricordo della madre (morta dieci anni fa), che all'inizio della nostra relazione era adorata quale donna forte e molto impegnata, mentre ora è giudicata "una fallita depressa e repressa". Ora arrivo io. Allontanata con un "devo decidere tra te e la dottoressa" e "sei perfetta per me, ma non posso darti quanto mi dai tu e soprattutto ora devo stare da solo per capire chi sono".

Come ripeto, la professionista è nota, scrive libri, è molto presente in radio. Ma da altri amici in terapia (non con lei) non ho mai sentito di richieste così nette, suggerimenti così incisivi nella vita della persona. Mi sono permessa, forse sbagliando, di chiedere consiglio a un amico del mio ex, che so essere seguito la stessa professionista. Mi ha confessato che da tempo ritiene le richieste che gli vengono fatte eccessive e che sta meditando di lasciare la dottoressa.

Mi chiedo se il percorso rientri nella norma, se è possibile che sia stato chiesta la fine della nostra relazione e se davvero è possibile consigliare a una persona di isolarsi dalle sue relazioni più prossime. Viceversa mi chiedo se abbia senso che io mi metta contro la terapeuta o contesti alcunché, so che partireiperdente. Ma quanto è successo, nei modi, nei tempi e nelle spiegazioni, mi lascia davvero shockata. Sto vivendo un momento lavorativamente drammatico, vicina alla fine del contratto e con una situazione mobbing interno: essere lasciata nel pieno di questo (e il giorno prima del nostro anniversario) mi ha ferita profondamente.

Grazie a chiunque potrà aiutarmi, consigliarmi, farmi comprendere.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

difficile poterle dire che cosa realmente sia accaduto nella "stanza della terapia", così come difficile sarebbe giudicare l'operato di una collega che non conosciamo.
La relazione che si instaura tra paziente e terapeuta è assolutamente unica e non replicabile.

Quello che posso dirle è che, di norma, il terapeuta non da consigli così diretti.
Potrebbe essere, invece, che il suo ragazzo sia giunto da sè a questa conclusione sulla base del percorso che sta facendo, avendo magari compreso, con l'aiuto della collega, che in questo momento sia più utile per la sua crescita interiore interrompere questo vostro rapporto.

Questa è solo un'ipotesi che si basa sulla conoscenza della pratica psicoterapeutica, considerando anche che l'approccio junghiano, rientra nelle terapie cosiddette del profondo.
Tali terapie si concentrano sulle dinamiche inconsce del paziente ed il compito del terapeuta è quello di stimolare nel paziente un'interpretazione che deve però arrivare da lui.

Comprendo il suo sconforto e il suo dolore, accompagnati, forse, anche da una certa rabbia; ma non credo che sarebbe utile contrastare la decisione del suo ragazzo, non tanto perchè si metterebbe, come dice lei, contro la terapeuta, quanto perchè credo che si tratti di una decisione che ha maturato lui.

Un caro saluto
Se vuole aggiungere altro, restiamo in ascolto.

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la ringrazio davvero per la pronta risposta.
Sospetto di averla compresa, in fondo, ma sentirselo dire rende più chiaro.
Grazie e buon lavoro
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Di nulla, si immagini.
Un caro saluto