Curiosità ragazzo13anni su bimba 2 e mezzo

Salve sono mamma di una bimba di due anni e mezzo,
siamo ospiti a casa di amici che hanno un figlio di 13 anni,
per fortuna abbiamo la nostra stanza abbastanza appartata però condividiamo pranzi e cene e qualche thè!
siamo qui da venerdi scorso e probabilmente questo fine settimana andremo via, l'altro ieri è successa una cosa che mi ha lasciata di ghiaccio:
il ragazzo di 13 anni è andato nella nostra abitazione che è in mansarda su richiesta dei genitori per accendere la stufa a pellet affinché trovassimo l'ambiente già caldo e la mia piccola ha deciso di andare con lui sui tre piani che portano lì..
noi seduti al tavolo a chiacchierare, passati 15 min, pensavo la mia piccola starà insegnando i suoi giochi ma decido di salire...
nemmeno arrivata alla porta loro escono e mia figlia appoggiata alla ringhiera della scala ed io mezzo piano più in giù, mi dice: "mamma io non voglio che mi accarezza la tata"
io rimango di pietra e d'avanti a lui le dico che è giusto che lei non debba volere ma non riesco ad affrontare il discorso con lui sulla "tata" mentre scendiamo per le scale, mi concentro solo su mia figlia e lui solo mi dice che le faceva carezze ma che lei non voleva..
subito dopo torniamo nella nostra mansarda perché volevo capire come stava la mia cucciola che per due volte mi ha ripetuto di non voler carezze sulla tata, le parlo e le dico che la tata è sua e di nessun altro, che è stata fantastica nel dirmelo e che sono fiera di lei...
ma la mia preoccupazione rimane, uno perché non so fin dove si sia spinto e non voglio fare ulteriori domande a mia figlia, non sono riuscita a parlare ancora con lui, e due un 13enne che accarezza la tata di una bimba di due anni e mezzo può celare seri problemi?
come potrebbe vivere un'esperienza del genere la bimba vedendo già in lui l'aspetto di uomo (è molto alto, sembra già un adulto)
nel caso lui le abbia fatto delle molestie quanto potrebbero rimanere nel suo inconscio anche se ne ha parlato con la sua mamma?
la piccola mi sembra abbastanza tranquilla in generale nel senso che già la sera stessa da sola con me cantava ballava e giocava come sempre, però è evidente che qualcosa è successo perché mi ha accennato più volte alla tata, es. Io facevo pipì e lei mi dice la tata è tua, la mia è di (il suo nome), del vasino e del passeggino, e qui abbiamo riso entrambe; ieri facendo il bagnetto lavando la tata mi dice ridendo:" qualcuno.... La tata" ed io: "cosa la tata? Qualcuno ti ha toccato la tata?" e lei dice di si sempre ridendo!
io le ribadisco col sorriso che è sua e che deve dire che è sua e che non si tocca!
quando ho chiesto al ragazzo: "però lei ti diceva che non voleva?" lui mi ha risposto: "si non voleva che le facessi carezze" ridendo ed è corso a studiare..
devo capire dove è arrivato, intanto ne ho parlato con il padre che non sembrava molto sorpreso per via delle amicizie che frequenta e per il fatto di utilizzare internet senza controllo!
come dovrei affrontare il tema con mia figlia?
grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Mamma,
quello che è accaduto di certo non sarà facile scoprirlo. Sua figlia è troppo piccola per poter fornire un resoconto dettagliato.

Da quello che racconta, mi sembra di capire che questo ragazzo si sia spinto fino a toccare le parti intime di sua figlia, ma non di più.

In prima battuta, ciò che è molto importante non è il "fatto" in sè, ma il vissuto di sua figlia. Sua figlia è riuscita, malgrado la tenerissima età, ad aver chiaro che era spiacevole e che lei non voleva, ed è riuscita a raccontare quello che è successo.

E lei è stata davvero bravissima ad accogliere con amore il racconto della bambina, ed aiutarla a definirlo e a dare un senso a ciò che è accaduto, con un linguaggio a lei comprensibile:

>>io le ribadisco col sorriso che è sua e che deve dire che è sua e che non si tocca!

Le suggerirei di valutare eventuali modificazioni nel comportamento e nel temperamento abituale della bambina, ma in modo molto discreto. Finora, mi sembra che non ci siano le basi per un "trauma", ma soltanto per un evento molto spiacevole che è stato "contenuto" e gestito da adulti responsabili.

Diverso è il discorso del figlio dei suoi amici. Pur nella comprensione della curiosità caratteristica di un ragazzino di quell'età, ci sono limiti che non vanno valicati.

Affrontare in modo calmo, ma fermo, il discorso con i suoi genitori può essere un primo passo. E non basta "accusarlo": se non viene messo di fronte alle sue responsabilità, e lasciato esposto ad Internet senza alcun controllo e senza alcun aiuto, potrebbe costruire alcune rappresentazioni relative al corpo, alla donna, alla sessualità deformate attraverso le lenti della pornografia.

La "ideologia" pornografica, in linee molto generali, si occupa di corpi, non di persone. La "persona" è relegata sullo sfondo, così come i suoi diritti, mentre il suo corpo è utilizzato per indurre eccitazione in chi guarda.

Va affrontato il discorso, e probabilmente il papà può essere la figura più indicata a mettere il figliolo di fronte alle sue responsabilità, senza necessariamente umiliarlo o mortificarlo, ma cercando innanzitutto di comprendere cosa pensi lui, di ciò che è successo: se banalizza, se minimizza, se ritiene lecito oltrepassare i confini di un'altra persona senza il suo permesso.

Senza terrorismi, ma senza quella tendenza ad "alzare bandiera bianca" a cui troppo spesso i genitori ricorrono per non confrontarsi con la fatica dell'educare.

Vigile e serena: questo è l'atteggiamento di una mamma che protegge la sua bimba, e le mostra con l'esempio come difendere i suoi diritti, senza tragedie e senza concessioni.