Mi sento un inetto

Salve gentili dottori,
sono un ragazzo di quasi 23 anni ed ho un grande problema: quello di non riuscire a cambiare la mia vita. A dire il vero non so neanche se questo è il luogo adatto per parlare del mio problema ma comunque ci proverò. Frequento il terzo anno di università , lingue per la precisione, e devo dire la verità mi piace ancora...però da circa un anno ho capito che voglio dedicare la mia vita a fare ben altro ovvero vorrei diventare addestratore cinofilo. La passione per i cani l'ho sempre avuta sin da piccolo, anche se i miei non mi hanno concesso mai di prenderlo per varie ragione; però sinceramente non credevo che questa passione sarebbe diventata così forte al tal punto che quando sto in mezzo ai cani è come se della vita non mi mancasse niente e mi sento proprio nella mia dimensione. Fin qui nulla di strano ma il problema è che io vorrei lasciare l'università per far sì che questa mi passione divenga un professione ma non ho il coraggio di dirlo ai miei genitori per la paura di dare loro un grande dispiacere. Ciò mi procura enormi disagi tra i quali vi sono: incubi, ansia, insonnia, basso rendimento all'università, attacchi di pianto senza motivo,ira ingiustificata e attacchi di panico. Non oso minimamente definire tutto ciò depressione perché non ne soffro ed ho rispetto per chi veramente ne soffre, ma il fatto è che voglio cambiare radicalmente la mia vita e non ho il coraggio di farlo soprattutto non ho il coraggio di far capire ai miei genitori che amo l'università ma mai quanto amerei diventare addestratore. La mia paura più grande è che tutti questi disturbi, che per ora sono lievi, di cui sopra vi parlo in futuro possono diventare vere e proprie patologie mentali e soprattutto, ciò che temo ancora di più, è che in un futuro io non mi possa sentire realizzato con me stesso. Cosa devo fare? Vale la pena buttare tutto per aria per un sogno? E qual'è il metodo migliore per allievaire il dispiacere che darò ai miei genitori?. Vi ringrazio in anticipi e colgo l'occasione per porgervi i miei cordiali saluti
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Dr. Sandro Lingua Psicologo 47 2
Gentile utente non sono compatibili i due percorsi? Università e Corso da addestratore?
La vuole abbandonare comunque?
Ha pensato a sospenderla o a soluzioni meno drastiche?
Da quanto dura il suo disagio?

Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>non ho il coraggio di dirlo ai miei genitori per la paura di dare loro un grande dispiacere.<<
comprendo la sua situazione,ma queste scelte andrebbero fatte in autonomia proprio perché si tratta della sua vita, della sua carriera, del suo futuro e non di quello dei suoi genitori.

Ogni scelta chiaramente implica un'assunzione di responsabilità e una valutazione dei "costi e benefici". Probabilmente il suo stato di malessere nasce proprio da questa posizione di stallo in cui si trova, un po' come se fosse di fronte ad un "bivio".

Per lei questa posizione è un "tutto o nulla", cerchi di valutare se ci sono delle posizioni intermedie, utili a lei chiaramente e non ai suoi genitori.

Ha risolto le pregresse problematiche per le quali ha chiesto consulto?
Potrebbe essere utile non considerare i disagi a compartimenti stagni, tenga presente una consulenza specialistica di persona (psicologo,psicoterapeuta).





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2016
Ex utente
Salve,
innanzitutto grazie mille per le vostre celeri risposte. Ammetto che forse il mio problema dipenda semplicemente dal fatto che forse non riesco ad essere chiaro e diretto con i miei genitori. Ma dato che io non posso e non voglio vivere con questi disagi, che ormai durano da tre mesi, ho optato di dedicarmi ad entrambe le cose essendo, forse per la prima volta, chiaro con i miei genitori; dato che il futuro è mio. Perché riflettendoci se un domani non varrei niente come addestratore, terrei sempre un laurea in tasca e ciò, a mio avviso, è importante. Voi che ne pensate? E' la strada giusta? Vi ringrazio in anticipo. Cordialità.