Paura di andarsene via di casa (forse)

Buona sera gentili Medici.
E' da qualche giorno che sto meditando seriamente di andare via di casa. Premetto che ormai sono maggiorenne da un paio d'anni, e quindi sarebbe anche ora.
Ho preso talmente tanto in considerazione questa possibilità che mi sentivo ormai pronto per fare questo passo. Fra 1 mese o poco più, il tempo di organizzarmi, e me ne sarei andato.
Nonostante la determinazione degli ultimi giorni però, oggi è accaduta una cosa strana. Ho avuto come un ripensamento. Tutto a un tratto mi sono immedesimato nella situazione di trovarmi da solo, senza lavoro e senza soldi. Ho pensato al fatto che avrei dovuto trovarmi un lavoro e un posto dove vivere. E poi anche se sarei riuscito a risolvere questi problemi, ne sarebbe sorti altri come ad esempio:
- lavarsi i vestiti in una lavanderia a gettoni (io che ho sempre lavato i miei vestiti nella lavatrice di casa)
- comprarsi i vestiti
- comprare le posate da tavola (perchè non so se le troverei in una casa in affitto)
- pulire casa o assumere una donna della pulizie

Pensando queste cose mi sono immediatamente "scoraggiato" e ho pensato che non sarei mai stato in grado di badare a me stesso. Ho pensato che io voglio vivere nel mio piccolo mondo fatto di film, videogiochi, video a luci rosse su internet. Non voglio avere problemi e pensieri per la testa.
Ho provato un senso di vuoto che mi capita spesso di provare quando vengo sommerso da pensieri che percepisco come problemi giganteschi.

A fine giornata, verso le 11 di questa sera, ho riconsiderato completamente la mia posizione. Sorprendentemente, ho provato nuovamente ad immedesimarmi nella situazione di ritrovarmi solo e questa volta i problemi sopra citati mi appaiono come sciocchezze. Comprarsi e lavarsi i vestiti, pulire casa, comprare le posate...mi viene da chiedermi: "ma a cosa vado a pensare?" Questi sono problemi? Cosa mi passa per la testa quando entro in quello stato d'animo debole e fragile?

Cioè io sono sull'orlo del baratro per colpa della mia famiglia che continua a farmi pressioni e a rendermi la vita impossibile, e che cosa vado a pensare? Alle posate e ai vestiti.

La mia domanda è: "perchè cambio continuamente opinione?"
Perchè quando percepisco le cose in maniera alterata mi viene un senso di vuoto che richiamerebbe la depressione? E perchè quando poi cambio stato d'animo mi sento onnipotente e capace di fare qualsiasi cosa?
Io non capisco se i miei sono sbalzi d'umore oppure se soffro di personalità multipla. Sono confuso, non mi capisco più.
Chi sono realmente? La persona determinata pronta a tutto per raggiungere i suoi obbiettivi oppure sono la persona fragile e depressa che si sente al sicuro solo sotto le coperte del letto?
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Che domanda enorme conclude la sua richiesta di consulto:
"Chi e' lei? "
Proviamo a dare una risposta (molto generica dato che il consumo e' on line).
Lei e' un ragazzo, giovane, giovanissimo, abituato ad una vita senza responsabilita' e che si sta affacciando alla vita adulta, di cui peraltro fantastica molto ma conosce poco.
Da dove nasce questa esigenza di andarsene ora si casa senza un lavoro, senza un appartamento disponibile?

Sono i suoi a imporgliela? E perché?

Cerchi di mettere a fuoco meglio i termini del discorso è poi forse anche le dimensioni su cui agire si schiariranno.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Che lei sia confuso, appare piuttosto evidente, da quello che dice. Non perché considerare opzioni diverse, anche contrastanti, non sia un processo predecisionale importante, ma perché vi sono alcuni elementi poco chiari. Per esempio: lei vuole andarsene di casa, ma dice che non ha ne' lavoro ne' soldi: ho capito bene? Se così fosse, dove potrebbe andare? Senza lavoro ne' soldi non vi sono prospettive di indipendenza! Inoltre, in che modo i suoi genitori le stanno rendendo la vita impossibile?
Cordialmente,

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gentili Dottoressa Esposito e Dottoressa Scolamacchia grazie per le risposte.
Premetto che non sono più poi tanto giovane. Ho detto una bugia, non sono solo da un paio di anni maggiorenne. Ho 23 anni in realtà. Ho mentito per proteggermi anche se non so da cosa.
Io mi sento adulto sinceramente. Mi sento maturato rispetto a quando avevo 20 anni.
Non è una mia esigenza quella di andare via di casa. E' una conseguenza del comportamento della mia famiglia. Vogliono che trovi lavoro e siccome pensano che non ho voglia di lavorare e che sono irresponsabile, allora mi mettono pressioni.
Mia madre è già diverse volte che dice di volermi fuori di casa. Non è soltanto un pensiero dettato dalla rabbia del momento, lo pensa veramente.
Io sono sicuro che da qui a qualche mese, se non faccio qualcosa, mi ritroverò in mezzo alla strada. Devo agire immediatamente. Devo trovare una soluzione.
E' vero che non ho tanta voglia di lavorare, perchè non mi piace l'idea di passare 8 ore della mia giornata facendo qualcosa che non mi va di fare. E' una prospettiva che mi deprime profondamente e mi getta in un vuoto angosciante.
Io faccio fatica a prendermi le mie responsabilità, vorrei soltanto divertirmi e non pensare ad altro. Che posso farci se sono così? Non è mica colpa mia.

Guarda caso questa notte prima di addormentarmi pensavo a quando ero bambino e andavo alle elementari. Ho ripercorso mentalmente tutti gli angoli della mia scuola, e ho pianto pensando a quanto ero spensierato a quei tempi. Ho provato di nuovo quel senso di vuoto che mi fa venir voglia di arrendermi, di finirla con questa vita.
Poi ho fatto degli incubi questa notte. Non mi ricordo bene cosa ho sognato esattamente, mi ricordo che cè stato una specie di tornado che ha spazzato via tutto. Io fluttuavo nell'aria e cercavo di resistere perchè la forza del tornado avrebbe potuto sbattermi da qualche parte. Poi ho sognato di vedere una anziana signora dai capelli bianchi e mi sono spaventato. Mi sono svegliato di soprassalto e ansioso. Ho lasciato che mi calmassi un attimino prima di riaddormentarmi.

Io non sopporto più questa angoscia. Sono stanco. Preferirei non esistere sinceramente, preferirei l'oblio.

Sono disperato, dico davvero. A volte spero che quel lato di me cattivo e determinato prenda il controllo, così almeno smetto di angosciarmi. Altre volte invece penso che non cè soluzione ai miei problemi, che non cè via d'uscita.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Pensando queste cose mi sono immediatamente "scoraggiato" e ho pensato che non sarei mai stato in grado di badare a me stesso. "


Gentile ragazzo,

tu ti definisci adulto, ma la persona adulta è in grado di prendere responsabilità e sopportare le frustrazioni che vengono dall'affrontare le quotidiane situazioni sul lavoro e in genere nella vita. Sopportare non significa lasciarle andare, significa essere capace di gestire i problemi e risolverli.

Dici che tua mamma ti fa pressioni per trovare un lavoro: che cosa c'è di sbagliato a tuo avviso in tutto ciò? Mi pare di capire che tu non stia ancora studiando... allora come potresti costruire il tuo futuro? Oltre all'indipendenza economica di cui già ti ha parlato la Collega, il lavoro ti permetterebbe di avere una identità. Ecco perchè non sai chi sei adesso, in parte.

E poi tu dici che non vuoi fare un lavoro che non ti piace: ma chi ti dice che dovrai fare per tutta la vita un lavoro che non ti piace? Che tipo di lavoro vorresti fare? Se ancora non lo sai, potresti farti aiutare da uno psicologo a capirlo e a capire cosa fare per meglio strutturare la tua vita, non credi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gentile Dottoressa Pileci grazie per la sua risposta.

"tu ti definisci adulto, ma la persona adulta è in grado di prendere responsabilità e sopportare le frustrazioni che vengono dall'affrontare le quotidiane situazioni sul lavoro e in genere nella vita."

Ho capito una cosa leggendo queste parole. Io sono effettivamente adulto, ma sono irresponsabile e incapace di tollerare la frustrazione. Grazie a queste sue parole ho capito che non è stato per debolezza che mi sono "scoraggiato", in realtà è che ho pensato a quelle cose tutte in una volta e quindi ho "rigettato" l'idea di andare via di casa perchè ciò avrebbe comportato prendersi delle responsabilità.

"Dici che tua mamma ti fa pressioni per trovare un lavoro: che cosa c'è di sbagliato a tuo avviso in tutto ciò?"

Visto dall'esterno nulla. E' normale che una mamma sprona il figlio a darsi da fare per mantenersi. Ma siccome il figlio in questione sono io, allora il discorso cambia. E' stressante questa insistenza considerando che non ho alcuna voglia di lavorare. E da qui nasce la "reazione" di voler andare via di casa per evitare questo assillamento.

"E poi tu dici che non vuoi fare un lavoro che non ti piace: ma chi ti dice che dovrai fare per tutta la vita un lavoro che non ti piace?"

Però nel frattempo dovrei fare il sacrificio di fare un lavoro che non mi piace.

E' questo il problema. Non mi va di impegnarmi per realizzarmi. L'ho capito adesso che ho letto il suo intervento. E' una questione di irresponsabilità.

A questo punto non resta che chiedermi:
- Sono disposto a prendermi la responsabilità di badare a me stesso? Oppure non me la sento e quindi mi lascio andare?

Perchè non ce un'alternativa. Non posso certo continuare a farmi mantenere da una famiglia che cerca di scacciarmi dal branco.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Lei chiama branco la sua famiglia? Come mai? Il vostro sistema familiare non consente ai suoi componenti spazi di indipendenza e di autonomia? Da come lo definisce, sembrerebbe così. In tal caso, non mi sorprende la sua resistenza ad acquisire una sua individualità staccata dagli altri. Se, invece, non è' così, allora perché la definisce 'branco'?
Come le ha detto la mia Collega, dott.ssa Pileci, essere adulti comporta responsabilità e capacità decisionale, oltre al fatto di sopportare alcune frustrazioni, cosa che lei ritiene molto difficile da attuare. Lei si trova in una fase di svincolo e che ne abbia paura e' comprensibile; tuttavia, questa sembra essere l'unica strada per conseguire lo stato dell'Io adulto. Come anche lei sa e dice, non c'è' alternativa se non affrontare le inevitabili difficoltà della crescita. Se pensa di non farcela da solo, non esiti a chiedere un aiuto professionale.
[#7]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Dottoressa Scolamacchia

"Lei chiama branco la sua famiglia? Come mai? Il vostro sistema familiare non consente ai suoi componenti spazi di indipendenza e di autonomia?"

No non esageriamo. Non è strutturata in quel modo, altrimenti me ne sarei già andato senza pensarci 2 volte, oppure avrei preso il comando perchè non sono certo disposto a soccombere.

No comunque intendevo che si comportano come un branco. Non mi ricordo esattamente in quale specie animale si usa scacciare i membri maschi giovani dal branco perchè visti come una minaccia.

E' in atto qualcosa del genere nella mia famiglia. Siccome si collabora molto anche economicamente, allora dato che io non sono di aiuto e sono un peso si arrabbiano. E' una reazione normale credo. Per questo fanno pressioni affinchè aiuti anchio a mantenere stabile l'equilibrio familiare, e per questo tendono a volermi cacciare via visto che non mi do da fare.

Purtroppo non sono capitato in una famiglia amorevole, che pensa solo al bene dei membri più piccoli. Loro non vogliono un futuro sereno per me.
Non gli sta a cuore la mia persona. Tante volte ho manifestato malessere anche per via delle pressioni che mi fanno, ma non è servito a nulla.
Loro vogliono solo che mi mantenga da solo, perchè sanno che non li aiuterò mai e quindi quanto meno vorrebbero che non fossi un peso.

Purtroppo per come sono cresciuto io, i figli sono figli solo finchè sono piccoli. Da quando ho compiuto la maggiore età è come se non avessi più genitori, perchè da quel momento in poi parliamo solo del fatto che non ho lavoro e che devo trovarlo.
Vorrei tanto manifestare loro tutto il rancore che mi porto dentro da anni e che sono costretto a nascondere solo perchè sopravvivo grazie a loro.

Le loro attenzioni c'erano quando ero piccolo. Certo ho subito parecchia violenza da parte loro, però ogni tanto qualche gesto di affetto lo ricevevo. Adesso niente, nessun interesse. NIENTEEEEE

Scusate mi sto lasciando un pò andare, ora riprendo il controllo.
[#8]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Oggi sono giunto alla conclusione, spero definitiva, che non è opportuno in questo momento andarse via di casa.
Questo è un momento della mia vita in cui mi sento in bilico. Oscillio tra un senso di onnipotenza e un senso di debolezza e fragilità. Intraprendere un passo del genere in questo momento mi destabilizzerebbe in maniera irreversibile.

Tutto quello che posso fare è provare a fare qualche test attitudinale su internet e sperare di individuare un lavoro che mi piacerebbe fare. Mi auguro nel frattempo di non essere costretto a fare un lavoro stressante e poco gratificante (come il cameriere ad esempio), perchè purtroppo sarebbe la goccia che farebbe trabboccare il vaso.
Spero di avere il tempo di schiarirmi le idee, di individuare il lavoro che fa per me e attivarmi per averlo.

Mi auguro buona fortuna, anche se dato la mia attuale fragilità basterebbe poco per buttarmi a terra. Non posso far altro che sperare.

Grazie per le risposte che mi sono state date.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Io le auguro buona fortuna, davvero, e spero che lei riesca a trovare un suo spazio di amorevole accudimento ed indipendenza, visto che le due cose possono essere perfettamente conciliabili.