Emotività

Salve a tutti,
Come già sapete sono in Terapia da settembre del 2013.. i risultati si sono visti per quanto riguarda i problemi fisici..ma da circa un mese non ho più la voglia di vivere. Non coltivo più gli interessi che prima mi riempivano le giornate: seguire il Calcio, fare sport, andare in montagna, uscire con gli amici, suonare, cantare, dare attenzioni a mia moglie..anche se non sentivo in pieno le emozioni, ma le facevo. Ora invece l'unica cosa che faccio durante le giornate sono pensare alla Terapia, alla Psicologa, alla mia Vita che non mi soddisfa e a quanto stia facendo soffrire mia moglie.A lavoro sono assente e la sera vago per la mia città da solo immerso nelle mie riflessioni.Continuo a non essere spontaneo con la gente..sentirmi inferiore non lo so, ma sicuramente non spontaneo e non interessato agli argomenti.Ancora una volta mi convinco del fatto di essere sbagliato e che non va bene come sono..potrà anche essere una ricchezza la sensibilità, ma per me è una maledizione, per me è sinonimo di sofferenza.Mi sento Vuoto, con la voglia di mollare tutto, con la tristezza che porto nel mio cuore e con l'ansia che possa succedere qualcosa ma non so cosa.ora credo di saperlo, credo di sapere cosa significhi vivere una vita inutile per te e per gli altri che sono costretti a rincorrerti cercando di capirti...ma in realtà non ti capiranno mai solo soffriranno vedendoti soffrire! Ovviamente la cosa più naturale sarebbe quello di cambiare modo di essere per evitare di far soffrire gli altri, ma non ci riesco..sono Io il primo che soffre per se e per gli altri.Così non posso vivere. Non posso vivere con la paura di affezionarmi e con la paura di perdere le persone che voglio bene, perché sarebbe un dolore troppo grande da sopportare! Non ho mai dato modo a me stesso nell'affezionarmi alle persone..ho sempre mascherato la mia emotività, non per paura di non essere accettato ma per paura di me stesso.Ogni giorno è uguale all'altro, senza alcun tipo di stimolo. Vedere le persone che invece si divertono e si sento piene di vita mi fanno pesare ancora di più il mio stato emotivo, di incapacità a vivere una vita piena, soffrendo ridendo piangendo apprezzando e disprezzando ciò che la vita ha da offrirmi. Il mio modo di mettermi da parte, la balbuzia, l'arrossire, il sentirsi abbandonato, il bisogno di attenzioni sono tutte cose che non potevo accettare..Quando mi affeziono a qualcuno ho sempre il bisogno di sapere che quel sentimento non sia a senso unico, altrimenti mi sento perso...Questa è la mia vita.Questo dolore che io provo mi lacera dal profondo e mi sento inerme nell'affrontare ciò che mi distrugge..Forse con il tempo riuscirò a risolvere qualche problema legato all'interazione con la società ma i miei “limiti” di vita rimarranno e ci dovrò fare i conti..purtroppo. Non so cosa mi stia succedendo!Che cosa significa questo?Perchè sono non riesco ad accettarmi?...AIUTO non so cosa fare. Ultimamente ho difficoltà anche ad andare in terapia
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
dovrebbe esporre quanto ha ci ha detto qui al suo curante.
La terapia è iniziata da poco e ancora è presto per poterne apprezzare in pieno i benefici, dovrebbe darsi tempo e soprattutto riferire e affrontare in terapia ogni dubbio e perplessità, compresa la sua difficoltà ad andare in terapia.

Che tipo di psicoterapia sta seguendo, di quale approccio/orientamento?
Sono stati condivisi gli obiettivi terapeutici?
Come si trova con lo specialista che la segue?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Grazie per avermi risposto..L'unica cosa che mi ha chiesto la mia Psicologa è stato cosa volessi ottenere dalla terapia, ovviamente la risposta è stata vivere in pieno la mia vita. Non so che tipo di terapia stiamo affrontando, so solo che quando vado lì parla solo lei in quanto ho difficoltà ad esprimere l'emotività...durante la settimana le mando dgli Sms su come mi sento, su quello che provo, lei puntualmente mi risponde e poi in seduta mi bastona (termine simpatico) basandosi ovviamente su quello che le ho scritto. A volte mi lascia qualche minuto da solo in quella stanza e mi fa scrivere quello che sento e poi lo analizziamo insieme. per quanto Riguarda come mi trovo con la Psicologa, beh bene..ho paura che mi abbandoni anche lei, mi sono affezionato tantissimo e questa cosa mi spaventa un pò. Gli addii non li ho mai saputi gestire, e già so che a fine terapia il distacco per quanto minimizzato dalla psicologa sarà dolorossisimo. La cosa certa è che i risultati che lei vede, compreso la gente esterna ci sono ma io non riesco a vederli. Non so...forse sono io che non voglio cambiare, forse ho paura di cambiare, forse voglio stare male per punirmi di qualcosa che non ho ben chiaro..NON LO SO. Le volte che ho disdetto gli appuntamenti, anche se poi lei mi ha convinto sempre ad andare, credo mi volessi staccare da lei..per paura di affezionarmi sempre più. Questa settimana ho deciso di non scriverle più nulla così da staccarmi un pò. Che ne pensa Lei? Io non ci sto capendo assolutamente Nulla. Perchè non ho voglia più di fare nulla? Anche a Capodanno tutti si divertivano ed io stavo fuori costretto alla riflessione! Non so più cosa pensare!!!!!
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente. ci scrive "da circa un mese non ho più voglia di vivere",cosa è successo in quel periodo ? ci pensi, a volte un incontro, delle riflessionii legate a quanto è successo possono provocare scoraggiamenti, sentimenti di sconfitta e così via, ne parli con la sua terapeuta e le domandi cosa ne pensa del supporto che una leggera dose di psicofarmaco può dare e dà alla psicoterapia in quanto migliora il contatto.. Non sappiamo niente della sua storia, della sua famiglia, la sua infelicità parte da lontano.. e spesso le feste non rendono molto felici, pensando al passato..Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
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Grazie DR. Magda, io non voglio assumere psicofarmaci, piuttosto vado avanti così come ho fatto negli utlimi anni. La mia storia è caratterizzata dalla separazione dei miei genitori quando io avevo 10 anni. Sono stato affidato a mio padre, e mia madre a cambiato città. dopo quattro anni sono andato via anch'io presso un Convitto studentesco, e si può dire che i rapporti con mio padre sono stati sempre di tipo materiale. con Mia madre non mi sono visto ne parlato fino all'età di 17 anni, ma da allora anche con mia madre i rapporti sono sempre stati sempre di tipo materiale. Si può dire che sono cresciuto da solo senza nessuno che mi abbia mai "voluto bene", o meglio il bene c'è stato ma a modo loro. I primi anni durante la separazione sono stato catapultato tra tribunali, assistenti sociali, caserme di carabinieri..insomma non credo che sia stato un'infanzia piacevole. Sono cresciuto solo, facendo scelte giuste o sbagliate, ma da solo..senza che nessuno mi indicasse la strada giusta. la fortuna è che non mi sono drogato, ho la testa sulle spalle ma non ho vissuto mai una vita piena di emozioni. La psicologa mi ha detto che ero felice fino ad un certo punto ed ero infelice fino ad un certo punto. Non ho vissuto una vita piena di emozioni o meglio ho evitato tutto ciò che mi facesse soffrire. Ho indossato una specie di corazza. mi sono sempre sentito fuori posto quando stavo con gli altri mentre preferivo isolarmi scrivendo, leggendo, suonando la chitarra o il piano...insomma credevo di stare bene solo con me stesso. Forse ero l'unica persona che non poteva mai ferirmi, non mi sarei mai abbandonato. Ora ho trovato la Psicologa che mi capisce e mi sono affezionato (soffrirò anche per lei al momento del distacco). Mi sono sposato due anni fa con una donna fantastica ma i rapporti si sono deteriorati, in quanto sono sempre più distaccato da lei. Ho un fratello, anche lui visibilmente con problemi derivati dalla separazione e dalla lontananza della mamma. Scappo in continuanzione ogni qualvolta c'è il rischio che io possa ferirmi. E' davvero neccessario assumere psicofarmaci secondo Lei? Io voglio solo vivere una vita tranquilla con la mia nuova famiglia, avere un bambino e vivere una vita come tutti gli altri. ma al momento non posso aspirare a tanto. E' troppo per me! in queste condizioni suppongo che farei del male, emotivamente, anche a mio Figlio. Cmq ho 30 anni. Sembra come se il mondo mi sia caduto addosso, e sempre più spesso mi obbligo alla riflessione...penso a me e a quanto io sia sbagliato. Cosa devo fare? Come posso fare? Non riesco a prendere il mio vissuto nella mia vita attuale e renderlo una risorsa, per me resta sempre una mancanza....
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissimo,, certo la sua infanzia caratterizzata dalle conseguenze della separazione ha un grande peso sul modo con cui lei tende a rapportarsi col mondo esterno..
PERO'... guardiamo insieme anche le molte carte vincenti che da solo è riuscito ad organizzarsi.. i suoi molti interessi, il matrimonio con una donna " fantastica" ed ora questo bambino che non le toglierà niente dell'attenzione e dell'affetto di sua moglie, che vorrà stare col suo papà , a cui potrà dare carezze e protezione .. per lui lei sarà un esempio e un punto di riferimento, sarà il papà grande forte , in gamba di cui sarà fiero..
I figli sono una cosa meravigliosa, mi creda..
Un piccolo aiuto farmacologico, può essere una .. scorciatoia, quindi rendere più rapido il cammino.. una cosa ancora, non perderà la sua psicologa a terapia finita.. resta un filo sottile , empatico , su cui si può contare.. a me tornano dopo cinque , dieci anni persone che stanno bene, tornano in momenti particolari della loro via e anche per. verificare che sono lì..il nostro è davvero un bellissimo lavoro..
Restiamo in ascolto.. l'aspettiamo..
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Grazie, e' stata veramente cordiale e di aiuto. Spero solo di riuscire un giorno a trovare la tanto attesa felicità...ho già sofferto tanto, forse troppo negli anni che dovrebbero essere quelli più belli.

Ancora Grazie.

La saluto

magari se avessi qualche altra domanda o perplessità scriverò ancora, e se avrà piacere a ripondere ne sarò felicissimo.

Cordialità
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Certo, noi siamo qui, restiamo in ascolto.. auguri..!
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Salve a tutti, questa notte per me è stata insonne...in settimana ho evitato di tenere il contatto con la mia psicologa, con gli sms e devo dire che oggi mi sento un pò meglio...e' una cosa possibile che il mio stato depressivo derivi dall'essere legato alla mia Terapeuta?E' possibile che mi spaventi così tanto legarmi alla mia Psicoterapeuta? Sicuramente temo sempre il distacco da Lei una volta terminato questo percorso; quindi ho dedotto che il mio rifiuto ad andare in seduta è basata sulla paura di proiettare su di Lei la mia emotività. Cosa posso fare? Come fate Voi Psicologi a non legarvi ai pazienti? Una volta terminato il percorso non vi sentite anche Voi dispiaciuti nel non rivedere più quella persona? Infondo Siete persone come noi, e come esiste il Transfert per noi dovrebbe esistere il Controtransfert per voi! Non credo avrei potuto mai fare questo lavoro.
Ora che faccio, mi tocca parlene con la mia Psicologa? Ho paura che se le dicessi questa cosa mi rifiuti e magari mi scarichi ad un suo collega! Non so che cosa fare!
Cordialità