Il peso delle scelte

Gentili psicologi,
sono una ragazza di 25 anni, e mi trovo ad uno dei tanti bivi che hanno costellato la mia vita.
Inizio col dire che ho dei genitori giovani, che hanno avuto noi figli indubbiamente troppo presto, ancora pressochè adolescenti. Se da un lato è stato un vantaggio (maggiore libertà, comprensione etc) dall'altro sono cresciuta con l'impressione di essere io l'adulta della situazione, soprattutto verso mia madre, persona fragile e problematica che mi ha fatto sempre carico di eventuali problemi, disagi, situazioni critiche in famiglia, anche quando io avrei preferito non sapere. In fase pre-adolescenziale ho inoltre scoperto che da messaggi telefonici che mio padre tradiva mia madre, ho vissuto giorni d'angoscia pura, alla fine ho decison di non dire nulla, ritenendo all'epoca mia madre troppo debole per affrontare una tale situazione, (i tradimenti di mio padre continuano tuttora all'insaputa di mia madre)...adoro mio padre, come padre, ma vedo in lui un pessimo esempio di compagno, e mia madre avrebbe meritato certamente più amore. Per colpa forse sua sono estremamente diffidente verso l'amore, e non sono ancora riuscita a creare relazioni concrete e durature, scegliendo sempre persone sbagliate.
Ho finito da qualche mese il mio percorso di studio, effettuato nell'università della mia città, tradendo i miei sogni di bambina che mi vedevano a 19 anni trasferita in una grande metropoli a vivere da sola...ma quando è stato il momento, forse per poco coraggio, forse per paura di chiedere un sacrificio economico troppo grande, mi sono tirata indietro, pagandone tutte le conseguenze...Ho però assaporato l'indipendenza, durante un semestre di studio all'estero, ed è stato uno dei periodi più belli della mia vita...
Ora mi trovo di nuovo a dover scegliere, un'altra età, altri obiettivi, ma probabilmente le stesse paure...non trovando lavoro in zona, ho pensato di provare a trasferirmi in un'altra città, magari proprio all'estero...Il mio progetto ha creato scompiglio in famiglia...mentre mio padre, come in ogni scelta della mia vita, non si è espresso, mia madre si è dimostrata invece molto restia: in questi ultimi anni ha come creato un attaccamento morboso a me, e che sta attraversando una fase depressiva della sua vita. I suoi ricatti morali sono numerosi e costanti, mi accusa di volerla abbandonare, di non tenere alla mia famiglia ( o dell'idea di famiglia che si è creata solo nella sua mente dato che a mio avviso non possiamo definirci per nulla tale, non facciamo mai niente insieme, non ricordo il tempo che non andiamo tutti a cena fuori, a fare una vacanza, o semplicemente stare noi senza fretta da qualche parte, a conversare)...le ho anche proposto di farsi aiutare da uno psicologo, ma ha rifiutato categoricamente...
Non so cosa fare,la mattina mi sveglio col magone,e sento che non posso continuare così...ho sempre dovuto lottare per le cose che volevo...ma per una volta vorrei svegliarmi e trovare tutti felici e tutto già deciso.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile ragazza,
Anche se giovani, sono genitori e ad una certa età, dovrebbero solo supervisionare e guidare le scelte dei figli, non sostituirsi a loro.....

Il loro legame d' amore con le sue debolezze e tradimenti, riguarda solo loro e lei, anche se non è affatto semplice, dovrebbe starne fuori.

Mi sembra un' ottima idea quella di consultare uno psicologo, lei è maggiorenne non deve chiedere il permesso, può trovarne anche in convenzione, presso le strutture pubbliche....
Se le dinamiche familiari sono troppo invischiate ed invischianti, correrà il rischio dinoccuparsi di loro e no d i lei.....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Gentile dott.ssa Randone, la ringrazio per la sua risposta...
Per quanto riguarda l'aiuto psicologico, in realtà parlavo di mia madre, che come già scritto sta affrontando una fase depressiva, isolandosi dal mondo che la circonda (ha anche recentemente perso il lavoro) e facendo affidamento solo sull'ambito familiare.

So che il loro legame di coppia non mi dovrebbe riguardare, ma purtroppo è così, dall'aver scelto il silenzio in merito ai tradimenti di mio padre (mi chiedo come faccia mia madre a non vedere e non capire), ai loro litigi su altre questioni, nei quali vengo puntualmente coinvolta da mia madre (che non ha amiche, e che vorrebbe in me l'amica, rapporto che io invece non le ho mai permesso, non trovando giusta la figura dell'amica/figlia). Certe volte mi viene da pensare che sarebbe stato molto meglio se avessero divorziato tanto tempo fa...

Per quanto riguarda me ho già affrontato un percorso psicologico, proprio presso una struttura pubblica, che mi ha aiutato molto nel periodo di studio, periodo che affrontato da sola, con totale disinteressamento da parte della mia famiglia verso la mia scelta, scelta come al solito contrastata da mia madre che mi preferiva sistemata con un lavoro...invece che sopra ai libri...

Per questo dico che la mia strada è stata e sarà sempre in salita...affrontando da sola le mie scelte, e pagando a caro prezzo gli eventuali errori...
So che non dovrei fare paragoni....ma spesso mi guardo intorno, e vedo le famiglie degli altri, con genitori anche meno giovani, ma più aperti...che supportano, anche se a volte a malincuore, la volontà ed inclinazioni dei loro figli...

Mi sento imprigionata in una vita che non mi piace...ed immagino continuamente come sarebbe stato se avessi avuto un'altra famiglia...altri genitori...e per quanto io ami i miei, incondizionatamente, nonostante i loro difetti...penso che li amerei molto di più se fossi lontana centinaia di km da loro...e sono combattuta...perchè devo scegliere tra sacrificarmi e restare per magari aiutarli e aiutare mia madre a venirne fuori...oppure partire...e lasciare tutto nel chaos...sopportando anche rivedicazioni e ricatti morali...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<.perchè devo scegliere tra sacrificarmi e restare per magari aiutarli e aiutare mia madre a venirne fuori.>

Gentile Ragazza,
nessun sacrificio è dovuto, tra l'altro non risolverebbe i problemi di sua madre e della coppia dei suoi genitori - che appunto non spetta lei accollarsi. Ogni sacrificio non farebbe altro che alimentare la sua insoddisfazione e, anche se le può sembrare strano, sostenere lo status quo della sua famiglia.

L'equilibrio (che sembrerebbe precario) tra i suoi genitori non si può reggere sulla sua presenza, o meglio sul suo coinvolgimento nei problemi di coppia che nulla può risolvere non per sua incapacità, ma per come stanno le cose, per il reiterarsi di un circolo vizioso del quale lei è partecipe.

Spetta a lei decidere per la sua vita e per il suo futuro e distanziarsi emotivamente dai problemi dei suoi genitori e di sua madre, il che non significa tradirli, né privarli del suo affetto, ma amarli come figlia adulta libera di scegliere come costruirsi il proprio futuro.

<sopportando anche rivedicazioni e ricatti morali...> è probabile ma dovrebbe anche resistervi; per quanto le possa sembrare strano aiuterebbe i suoi genitori ad affrontare i problemi senza "nascondersi" dietro ai figli e lei si potrebbe sperimentare libera da carichi pesanti.

Ha mai pensato, ad esempio, che sua madre non trovando più chi ascolta e si coinvolge nei suoi problemi potrebbe cercare un modo aiuto diverso per affrontarli (magari anche un aiuto psicologico che ora rifiuta)?

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it