Come attraversare queste trasformazioni?

Gentili dottori, sono una studentessa universitaria e sto attraversando un periodo di trasformazioni. Prima "trasformazione" se così si può chiamare è la morte di mia nonna, avvenuta un mese e mezzo fa. Mia nonna aveva 98 anni, viveva con noi da sempre, e soprattutto gli ultimi tempi non c'era più con la testa e ci stressava tantissimo in casa (è stata per 9 mesi allettata e urlava come una pazza tutto il giorno). I primi tempi dopo che se ne è andata sono stati di vuoto in casa (un silenzio lugubre) e dentro di me, anche se non sono riuscita a piangere molto, non so perchè. Piuttosto ho avuto un periodo breve di "depressione", non mi interessava nè dava più allegria niente.
Seconda trasformazione: sono alla fine della Laurea Triennale, in storia dell'arte, che non mi è piaciuta molto come pensavo. Ancora non so cosa fare dopo, se lavorare o fare un'università diversa o proseguire con questa, quindi altra crisi perchè non c'è niente che mi interessi davvero (l'unica cosa forse che potrebbe piacermi molto è psicologia ma purtroppo, non si trova quasi per niente lavoro in questo campo, e io non ho soldi per aprirmi uno studio privato). Sono molto molto triste per la fine dell'università triennale perchè è la fine di un mondo, il mondo da studentessa, i corsi che seguivo con le mie amiche, lo studio con loro, tutte le varie esperienze insieme...! Non voglio che finisca tutto, anche se le materie non mi sono piaciute molto!
Altra trasformazione: per tre mesi ho usato la pillola nei rapporti sessuali e adesso devo smettere perchè mi dà vari effetti collaterali (fra cui un calo di umore a volte) e devo riprendere col preservativo, e sono molto dispiaciuta perchè il mio ragazzo, anche se non mi ha fatto assolutamente pesare la scelta, è rattristato dalla cosa, e io invece vorrei sempre vederlo felice!
Ultima trasformazione: abbiamo cambiato da un paio di mesi tipo di rapporto con il mio ragazzo (stiamo insieme da quattro mesi), lui mi ha chiesto di vederci e sentirci di meno, perchè pensa che sia giusto avere i propri spazi, e parlandone a fondo mi ha fatto capire che ci tiene a me, quindi è solo una cosa che riguarda il suo carattere. Però faccio molta fatica ad abituarmi, mi manca quando ci vedevamo di più, più che altro quando stavamo fuori in centro insieme durante il giorno, quando si studiava insieme, insomma il vederlo di più e anche di giorno, non solo di sera. Lui mi ha detto comunque che quando avrà meno da studiare ci vedremo anche durante il giorno. Io non me la sento di pretendere di più, perchè già mi è, e ci siamo venuti incontro, quindi devo anche imparare ad accettare che lui ha un carattere e delle esigenze diversi dalle mie, già gli ho detto un po' di volte che ci stavo male e lui ha già cercato di venirmi incontro, quindi se insisto ancora esagero, vorrei trovare il modo di abituarmi!
Come fare a superare questo periodo di trasformazioni? Sono troppe tutte insieme, mi sembra che stia finendo tutto!!
Grazie delle risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

indubbiamente è un periodo stressante, generato dai profondi cambiamenti avvenuti nella Sua vita: la morte della nonna, la fine del percorso universitario, ecc...

Però pare che Lei si stia concentrando solo su aspetti estremamente negativi delle varie questioni: terminare l'università, se da un lato rappresenta la fine di qualcosa, dall'altra determina l'inizio di una nuova avventura, che può essere la laurea magistrale o il mondo del lavoro. Dov'è il Suo entusiasmo per tutto ciò.

Anche la relazione col Suo ragazzo pare descritta come focalizzata solo su aspetti negativi, o principalmente su aspetti negativi: in fondo Lei crede (ma non so se ne ha parlato col lui...) che lui sia triste e che vorrebbe vederlo sempre felice.
Questo non dipende da Lei, nel senso che per fortuna non ha il potere di rendere una persona felice o infelice, non crede?

Sembra piuttosto una persona un po' ansiosa e che ama avere tutto sotto controllo, è così?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Pileci.
La fine di un qualcosa è anche l'inizio di qualcos'altro non la fine di tutto.
Le transizioni possono essere stressanti, è vero, ma sono inevitabili; senza di esse non ci sarebbe cambiamento, mentre le trasformazioni sono l'unica vera costante della vita.
Ha ragione ad avere incertezza per il futuro.
Questa situazione di precarietà è endemica dei nostri tempi. La differenza la fa il modo in cui viene affrontata.
Che ne pensa di rivolgersi ad un collega di persona?

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Utente
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Gentile dottoressa, la ringrazio per la Sua risposta.
Si, sono una persona ansiosa e che ama avere tutto sotto controllo, e sono anche pessimista e mi butto giù facilmente. Non so se questo mio lato pessimista sia stato aumentato dalla pillola anticoncezionale, perchè so che può causare una sorta di "depressione", infatti anche per questo ho deciso definitivamente di non prenderla più e anche per tanti altri motivi. In ogni caso è proprio nel mio carattere vedere il lato negativo delle cose e creare drammi e tragedie o problemi in cose magari superficiali, o magari non del tutto negative come dice lei riguardo alla fine dell'università.
Sono preoccupata per un'eventuale magistrale o per il lavoro perchè non riesco a trovare niente che mi piaccia davvero e/o grazie a cui possa trovare un lavoro che mi soddisfi (in più c'è il fattore della difficoltà di trovare un lavoro fisso). Mi sembra che non mi interessi davvero niente, quantomeno in campo di studio, eccetto poche cose (la psicologia, la letteratura inglese per esempio) quindi non vedo niente di entusiasmante nel mio futuro! (Ho anche paura per un futuro matrimonio: vedo negativamente anche questo, perchè ho paura che faccia morire a prescindere il sentimento d'amore, proprio in generale). Insomma il futuro mi spaventa e non riesco a staccarmi dal passato!
Ovviamente a volte sono più ottimista, allegra e serena, dipende dai periodi, e sono anche una persona molto attiva a cui piace uscire e stare in compagnia.
Riguardo al mio ragazzo, Lei dice che ho paura che sia triste per la questione della pillola o in generale?
E' vero, non ho il potere di rendere una persona felice o infelice. Ovviamente vorrei che il mio ragazzo fosse soddisfatto con me (e spero che lo sia), però vorrei anche riuscire ad essere soddisfatta di quello che ho, perchè sebbene sia difficile per me abituarmi a un rapporto più adulto, in cui ognuno ha i propri spazi, ci sono degli aspetti positivi nella mia relazione, soprattutto il fatto che mi fa provare molte emozioni questo ragazzo, e non le avevo mai provate con nessuno. Vorrei imparare ad accettare un tipo di rapporto non "simbiotico", ma in cui ognuno vive la propria vita e si "ricongiunge" quando si vede (il mio ragazzo la vede così).. io invece (più che altro quando sono più giù di morale) ci sto male per delle cavolate: ad esempio il mio ragazzo mi ha detto che lui è il tipo di persona che si sente con la propria ragazza una volta al giorno, io invece sono una che vorrebbe sentirsi più spesso, e abbiamo trovato un compromesso: sentirci più o meno due volte al giorno; però quando sono più giù di morale avrei più bisogno di sentirlo e di chiamarlo, forse non so stare da sola, non so! Non lo chiamo perchè non mi va di sembrare soffocante e perchè abbiamo già raggiunto un compromesso. Vorrei riuscire ad abituarmi a questo tipo di relazione perchè ci tengo al mio ragazzo e non lo voglio lasciare.Forse sono come una bambina capricciosa che vorrebbe sempre attenzioni!
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Utente
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Gentile Dottor Mori, ringrazio anche Lei per la sua risposta.
Avete ragione entrambi per il fatto che le trasformazioni sono benefiche e normali nella vita. Oggettivamente anche io la penso così, ma trovarcisi dentro è difficile e mi preoccupa molto.
Ho pensato spesso a rivolgermi a un vostro collega, ma, apparte il problema di soldi (forse risolvibile con un lavoretto), ho una grande paura: sia mia madre (che ha studiato psicopedagogia) sia una mia amica (a cui è successo in prima persona) dicono che le terapie psicologiche scavano a fondo nella persona e creano uno stato di depressione molto forte: questo mi spaventa molto, e non mi sento pronta nè disposta ad affrontare questa cosa, anche perchè quando una persona è depressa non riesce a svolgere niente nella sua vita e perde interesse per tutto. Già aver provato (forse a causa della pillola anticoncezionale, o della morte di mia nonna) queste sensazioni di depressione per più di una settimana mi ha angosciata tantissimo e quindi ha aumentato la mia paura per questa cosa.
Cosa ne pensate voi del mestiere? E' sempre così?
Grazie dell'attenzione.
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Più che altro so che se la terapia non è giusta e non risolve il problema si rimane in questo stato di depressione, a meno che proprio uno non trovi uno psicoterapeuta adatto e competente che dopo questo stato di depressione ti risolva il problema e ti faccia tornare a stare bene.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Per quanto riguarda la pillola ed eventuali ricadute sul tono dell'umore è senza dubbio opportuno chiedere al ginecologo, in quanto lo psicologo non è un medico e quindi non sono in grado di rispondere.

Per il resto mi pare ci sia una notevole quota d'ansia che non Le permette di vivere il presente, ma una costante preoccupazione sul futuro e su tutto ciò che di catastrofico potrebbe capitare.

Anche se l'ansia può esprimersi con sintomi fisici, quali la sudorazione eccessiva, la tachicardia, ecc... ci sono anche dei sintomi cognitivi, quali il rimuginio, che indicano ugualmente lo stato ansioso.

Se dunque questo momento è per Lei particolarmente stressante e sente di non avere o meglio di non riuscire a vedere le risorse che potrebbe mettere in campo per risolvere il problema, potrebbe essere utile l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Cordiali saluti,
[#7]
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Utente
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Gentile Dott.ssa Pileci, grazie per la Sua risposta.
Riguardo al rivolgersi a un vostro collega ho molta paura per i motivi che ho scritto in risposta al Suo collega; il Dr. Mori:
<<Ho pensato spesso a rivolgermi a un vostro collega, ma, apparte il problema di soldi (forse risolvibile con un lavoretto), ho una grande paura: sia mia madre (che ha studiato psicopedagogia) sia una mia amica (a cui è successo in prima persona) dicono che le terapie psicologiche scavano a fondo nella persona e creano uno stato di depressione molto forte: questo mi spaventa molto, e non mi sento pronta nè disposta ad affrontare questa cosa, anche perchè quando una persona è depressa non riesce a svolgere niente nella sua vita e perde interesse per tutto. Già aver provato (forse a causa della pillola anticoncezionale, o della morte di mia nonna) queste sensazioni di depressione per più di una settimana mi ha angosciata tantissimo e quindi ha aumentato la mia paura per questa cosa.
Più che altro so che se la terapia non è giusta e non risolve il problema si rimane in questo stato di depressione, a meno che proprio uno non trovi uno psicoterapeuta adatto e competente che dopo questo stato di depressione ti risolva il problema e ti faccia tornare a stare bene, ma comunque dopo molto tempo>>

Questo mi blocca, non riesco a trovare il coraggio di farlo.
Grazie dell'attenzione
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non è vero che tutte le psicoterapie scavano nel profondo e durano diversi anni (e questo riduce anche il costo ^__^, sebbene ci siano anche le strutture pubbliche).

Ad esempio tutte le psicoterapie attive e focalizzate, tra le quali rientra la cognitivo-comportamentale, NON sono terapie che scavano nel passato, anche perchè non lo ritengono necessario.

In particolare per i disturbi d'ansia sono particolarmente indicate le terapie di questo tipo, anche perchè non è vero che ci siano cause nel passato da intercettare perchè responsabili di avere generato il disturbo... spesso il disturbo è generato e mantenuto dalle credenze disfunzionali del pz.

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Dimenticavo...

inoltre nel Suo specifico caso non è neppure detto che Lei abbia bisogno di una psicoterapia...
Esitono tanti altri ambiti di intervento dello psicologo; magari ha bisogno di un sostegno psicologico in un momento stressante.

Cordiali saluti,
[#10]
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Utente
Utente
Grazie mille delle Sue risposte,
sicuramente questo mi apre uno spiraglio di speranza!
Mi informerò sugli psicoterapeuti o psicologi della mia città. L'idea del sostegno psicologico non mi dispiacerebbe, anzi ne sento un po' il bisogno. Comunque nel caso estremo che io abbia bisogno di una terapia e che questa non "funzioni" e mi crei problemi del tipo che Le ho scritto (anche se Lei per fortuna mi ha rassicurato al riguardo), interrompendola dopo un po' i problemi/gli effetti negativi della terapia passano da sè?
Grazie dell'aiuto :)
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Dr. Michele Matera Psicologo 58 2
Gentile Utente,
i periodi di cambiamento e trasformazione sono sempre molto faticosi da superare. Entra in gioco la componente dell’ignoto, che non permette di tenere sotto controllo la situazione. In virtù di questo, il nostro stato d’animo tende ad essere piuttosto mutevole, ci aspettiamo che le cose vadano in un determinato modo ed invece la realtà ci sorprende. Sono questi i momenti in cui iniziamo a farci tante domande, ad interrogarci anche sulle cose più semplici. La condizione da lei descritta vede insieme tanti cambiamenti e tante trasformazioni che, giustamente, possono destabilizzare la persona. I lutti, di per se, non sono mai facili da superare soprattutto quando la persona che viene a mancare è tanto presente nella nostra vita. Il tempo saprà nutrire i ricordi a lei più cari così da mantenere viva l’immagine della nonna.
La vita universitaria invece, è già un importante cambiamento; nuove amicizie, diverse relazioni, differenti impegni… Si prenda del tempo, valuti bene le possibilità, si informi, e prenda una decisione solo quando questa può farla sentire realmente bene.
Per quanto riguarda la sua relazione, si evince che ne ha parlato con il suo partner, ma non con quali termini; gli spieghi che questa particolare condizione è dettata da una importante situazione esterna alla coppia. Dal canto suo le consiglio di chiedere un consulto ginecologico.

Cordiali saluti

Dr. Michele Matera - Psicologo ad indirizzo Clinico e della Salute - Bologna - www.michelematera.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Comunque nel caso estremo che io abbia bisogno di una terapia e che questa non "funzioni" e mi crei problemi del tipo che Le ho scritto (anche se Lei per fortuna mi ha rassicurato al riguardo), interrompendola dopo un po' i problemi/gli effetti negativi della terapia passano da sè?"


E' chiaro che se una terapia non funziona nel breve periodo (i risultati che modificano il problema devono arrivare nei primi mesi di trattamento in genere), è giusto cambiare terapeuta o fermarsi e discuterne.

Inoltre suggerisco sempre di verificare che lo psicologo sia iscritto all'ordine: www.psy.it per evitare spiacevoli sorprese.

Cordiali saluti,
[#13]
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Utente
Utente
Gentile Dottor Matera,
La ringrazio molto della sua risposta, è stata molto esaustiva come anche quelle dei Suoi colleghi.
Per quanto riguarda il lutto, si, l'unica cosa da fare è far passare del tempo, sperando che il fatto che non sia riuscita a piangere molto (e quindi sfogare il lutto) non mi abbia lasciato una tristezza "latente" dentro, che magari mi si potrebbe ripresentare in futuro, non so.
Riguardo all'università, la frase "prenda una decisione solo quando questa può farla sentire realmente bene" mi è di grande aiuto, perchè ho la tendenza a farmi influenzare o da mia mamma (che vorrebbe che io continuassi gli studi) o dalle regole di questa società, che ti esclude se non hai un titolo di studio dignitoso e che, poi, ti ignora anche se lo hai. Devo capire che è giusto scegliere con la mia testa (mi riesce sempre molto difficile) per stare bene in prima persona.
Per quanto riguarda la mia relazione, non ho detto al mio ragazzo di quella che penso sia "depressione da pillola" perchè non sono sicura al 100% (ma all' 85% si) che sia quella la causa (forse lo è il lutto) e perchè non so se capirebbe (molti non credono al fatto che la pillola possa causare ciò) e quindi non voglio sembrare una con dei "problemi di depressione", anche perchè non lo sono mai stata (magari sono una che si butta un po' giù di morale, ma non sono mai stata depressa nel senso "tecnico" del termine).. forse però gliene parlerò, in fondo lui mi capisce sempre.
Quindi La ringrazio davvero molto dei suoi consigli!
Cordiali saluti
[#14]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Pileci,
Grazie davvero per le sue delucidazioni riguardo alle terapie, mi ha aiutata molto ad averne una visione positiva e non pessimistica!! Ho deciso che comincerò il mio percorso partendo dal Consultorio, dove si può avere un colloquio con una Psicologa (credo non solo su problemi sessuali, ma anche in generale), a cui chiederò consiglio in merito alla mia situazione e alle possibili soluzioni (e ai possibili terapeuti, se non dovesse bastare un sostegno psicologico).
Grazie ancora,
Cordiali saluti