Rapporto ossessivo tra mio marito e la sua famiglia

salve.la storia è un pò lunga. mio marito, (sposati da cinque anni) intrattiene rapporti con sua sorella e suo padre i quali a mio avviso sono a diri poco patologici. con la sorella arrivano a sentirsi decine di volte al giorno e di notte e con il padre è la stessa cosa.. sia il padre che la sorella hanno dei problemi e lui quindi si giustifica dicendo che è l'unico che può aiutarli; a dire il vero è proprio così, la sorella è depressa è in cura con farmaci ma ha una vita che è un fallimento totale molto disordinata ed è sempre a rischio di ricadute (sono i farmaci che per ora le consentono di alzarsi dal letto la mattina)...il padre è anziano e pur essendo benestante rifiuta di avere qualcuno che si prenda cura di lui anche perchè non ha un buon carattere e perciò mio marito si occupa di lui...La fortuna (per modo di dire) e che vivono lontani da noi..ma sono presenti in ogni momento della giornata.Tutto ciò logora mio marito che non ha la forza ovviamente e nemmeno la voglia di dedicarsi alla nuova famiglia che ha creato sposandosi..non siamo riusciti per questo motivo nemmeno ad avere figli perchè tutte le sue energie sono prosciugate dai suoi famigliari..Tutto questo va avanti così da sei sette anni..io pensavo che con il matrimonio qualcosa sarebbe cambiato ma in realtà va sempre peggio..lui porta il cellullare persino in bagno per timore di perdersi una telefonata o un sms...dovunque andiamo loro sono con noi con squilli continui e telefonate...Io in realtà ho già deciso di divorziare...eppure dentro di me vorrei aiutare mio marito che in fondo è una brava persona..ma come posso fare se nemmeno lui si accorge che sbaglia? Cioè lui pensa che quello che fa per i suoi faccia parte dei suoi doveri e che sia giusto farlo anche a discapito del nostro matrimonio...quando provo a parlarne con lui mi ha detto che sono egoista, mentre io vorrei soltanto che gestisse meglio questi rapporti con più equilibrio...credo che alla base ci siano dei sensi di colpa di mio marito verso la sua famiglia e quindi è per questo si comporta così. Ma come faccio ad aiutarlo se lui non riconosce nemmeno di avere un problema? Quando lo lascerò per lui sarà la fine ma non so proprio come sbloccare questa situazione e rischio anche io di fare una brutta fine così ( dimenticavo di di scrivere che nella sua famiglia ci sono stati diversi casi di suicidi) ...
Spero qualcuno mi possa illuminare con un consiglio!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Cioè lui pensa che quello che fa per i suoi faccia parte dei suoi doveri e che sia giusto farlo anche a discapito del nostro matrimonio...>

Gentile Signora.
da quanto riferisce sembrerebbe che suo marito sia coinvolto e partecipe di dinamiche familiari invischianti che non gli consentono di comprendere e gestire in modo più opportuno ed equilibrato i rapporti col proprio nucleo di origine, quale dovrebbe essere per un adulto che dovrebbe aver raggiunto lo svincolo emotivo da esso. Ne consegue che questo si riverbera sulla propria coppia o famiglia , come appunto parrebbe nel suo caso dove siete fermi nel tempo e ad esempio il progetto di passare alla fase generativa parrebbe bloccato.

Rimodulare i rapporti con la propria famiglia di origine sembrerebbe opportuno, questo comporta conquistare una maggiore distanza emotiva da essa che non significa abbandonare la propria famiglia, ma trovare equilibri diversi e più funzionali sia al benessere personale che in particolare a quello di coppia.

Prima di pensare di troncare il vostro matrimonio, suggerirei di rivolgervi a un terapeuta di coppia che in un ambiente protetto e non giudicante vi potrebbe aiutare a comprendere quanto sta accadendo e a percorrere un cammino che vi possa condurre, in un modo o nell'altro, ad un migliore benessere.

Nel caso suo marito non condividesse questa opzione può farlo lei in prima persona. Lo specialista potrebbe anche darle indicazioni su come coinvolgere suo marito in un consulto.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
grazie dottoressa per la risposta.
Anche io avevo pensato di rivolgermi a un terapeuta in maniera individuale, anche perchè lui è chiuso al dialogo e non credo abbia voglia di cambiare la situazione attuale, nonostante è evidente che nemmeno lui sia felice così.
Non nutro fiducia nella soluzione di questa situazione, ma se qualcono può aiutare almeno me a uscirne ben venga...so anche che lui non accetterà di separarsi molto facilmente perchè una volta rimasto solo si troverà davanti la realtà in tutta la sua desolazione e allora sarà davvero solo.
Le faccio sapere!
[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
dopo tre mesi devo aggiornare la situazione, purtroppo non in positivo...mia cognata, la sorella di mio marito ha avuto in questi tre mesi due ricoveri coatti. i medici hanno detto che soffre di depressione bipolare, infatti fino al ricovero lei era in uno stato di esaltazione fortissima e non dormiva più oltre a delirare... (è la prima volta che succede perchè prima lei era sempre depressa) si ostinava a dire di stare bene e nonostante il parere contrario dei medici è andata persino al lavoro (lavora con i bambini) sono arrivati a dover chiamare l'ambulanza e le forze dell'ordine dal posto di lavoro perchè rifiutava di tornare a casa...devo chiarire che vive sola in una grande metropoli come Milano per sua scelta a mille km da casa sua....uscita dall'ospedale ha continuato a vivere in città sola ma le nuove medicine (ne prende cinque ) l'hanno resa depressa e anche fisicamente ha iniziato a stare male...non deambula più bene, cammina a rallentatore, non sempre si capisce quando parla...io quando la vedo non riesco a pensare come possa tornare normale...sembra uno zombie...non è più autonoma..non riesce nemmeno a lavarsi..E' tornata alla sua casa natale con il padre che 80 anni, depresso pure lui e con cui litiga sempre...Mio marito poverino corre avanti e indietro da Roma per tutto...per le medicine, per portarla dallo psichiatra, per il padre...non so da dove prende la forza! La cosa però che non capisco è perchè lui non prende in considerazione l'idea di portarla in una clinica privata. Lui è convinto che a settembre lei starà bene e se andrà dinuovo a Milano anche perchè con il padre non ci può stare perchè possono arrivare anche ad ammazzarsi vista la situazione e lui ne è consapevole, ma io che vedo le cose in modo più razionale non essenso coinvolta affettivamente come lui, non penso che lei sia più in grado di stare in una città per giunta completamente sola! Per come sta adesso avrebbe bisogno di una badante a dir poco...Lei non ha una vera famiglia che possa prendersi cura di lei, altrimenti non avrei pensato a una clinica,oltre al fatto che la situazione sta degenerando ma nonostante tutto per mio marito la clinica è una soluzione improponibile...volevo comunque sapere comunque se ci sono delle strutture valide anche al centro sud dove possa curarsi bene, tipo comunità, dovve possa stare per alcuni periodi....io penso che se non migliora si dovrà per forza portarla in un posto del genere prima che succeda qualcosa di grave