Coem affrontare un argomento importante con i genitori?

è arrivato il momento di indagare di più su la causa remota del mio malessere attuale. ho avuto dei gravi problemi di salute da piccola tanto che i miei genitori sono diventati iperprotettivi. a parte 4 frasi sconnesse non so davvero come è andata e sopratutto s e sono guarita del tutto.vorrei capirci di più per riuscire a capire chi sono veramente, cosa ho affrontato e andare avanti.ho già provato più volte a chiedere ai miei cosa ho avuto, ma a parte il solito elenco della spesa non sanno dirmi, anzi me lo dicono con un tono talmente scocciato(come se negassero), che mi crea forti sensi di colpa.
come posso fare per non scatenare una lite(come accade ogni volta che si tenta di parlare) e cercare il loro sostegno(almeno per questo problema, che secondo me devono affrontare anche loro)?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Di che tipo di problemi si tratta?
Come mai ha il dubbio di non essere guarita totalmente?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
perhcè adesso soffro di ansia e ho altri problemi.
più che altro vorrei avere chiara la situazione, capire chi sono per per lasciarmela alle spalle.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Il modo più utile e adeguato per rispondere alle sue domande è quello di consultare un Collega di persona. Probabilmente ha bisogno di dare un senso al suo disagio ed elaborare aspetti di se importanti.

Come è venuta a sapere dei suoi "problemi"?
Quanti anni aveva quando è stata male?
Parliamo di problemi fisici o psicologici?







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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
sono già in cura da uno psicoterapeuta, ma non mi ha dato degli elementi utili per affrontare questa discussione, perché sa bene come reagiscono i miei.

ne sono venuta a sapere perché sentivo i miei genitori che ne parlavano con le altre persone sin da piccola, però attorno a questa cosa è sempre rimasto un mistero.
sono stata male alla nascita.
problemi credo fisici, cosa intende per psicologici?
di psicologico ci sono gli effetti che questo fatto ha avuto sulla mia crescita(che mi ritrovo a affrontare solo ora) o perlomeno l'effetto che ha fatto suoi miei(forte preoccupazione e senso di colpa)che poi han trasmesso a me.

avrei bisogno di un consiglio immediato solo su come iniziare la conversazione perchè vorrei farlo ora...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>avrei bisogno di un consiglio immediato solo su come iniziare la conversazione perchè vorrei farlo ora..<<
purtroppo la psicologia non funziona in questo modo, soprattutto se lei è già seguita da un Collega, il quale peraltro dovrebbe riuscire a darle le giuste indicazione su come affrontare la questione o su come comprendere meglio la sua richiesta di chiarificazioni.

Ne parli con il suo psicoterapeuta, sarà sicuramente più utile.




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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
purtroppo il terapeuta lo potrò vedere solo tra un paio di settimane, volevo solo sapere(in generale)come poter affrontare una discussione importante con i genitori. non è solo un problema che riguarda me, ma molte persone.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..come poter affrontare una discussione importante con i genitori.<<
proprio perché importante, vale la pena aspettare. Due settimane sono un tempo ragionevole.






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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
sa cos'è però non posso sempre aspettare che il terapeuta sia disponibile perché sennò davvero diventa dipendenza, ci sono momenti giusti in cui la persona si sente di fare determinate cose. questo pomeriggio me la sentivo di affrontare l'argomento e mi serviva solo uno spunto per iniziare la conversazione. capisco bene che lei non vuole prendersi al responsabilità di dare suggerimenti, basta dirlo piuttosto che girarci intorno.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>il terapeuta sia disponibile perché sennò davvero diventa dipendenza..<<
come vede è comunque "dipendente" da qualcosa (ammesso che sia la definizione giusta), ossia da un altro professionista che secondo lei dovrebbe indirizzarla al meglio.

>>ci sono momenti giusti in cui la persona si sente di fare determinate cose.<<
ha perfettamente ragione, ma non le sembra alquanto curioso fare un passo così importante (come lei lo definisce) proprio nel momento in cui il suo psicoterapeuta non ha l'opportunità di supportarla?

>>..basta dirlo piuttosto che girarci intorno.<<
sto semplicemente provando a farla riflettere sulla sua richiesta di consulto, perché evidentemente è più importante che rispondere alla sua richiesta esplicita.

Sono io o è lei che non vuole prendersi questa responsabilità?
E' importante riflettere su questo punto.

Forse sta dando troppo peso all'evento passato, che probabilmente non può da solo giustificare il suo stato di malessere attuale.






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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
come ho detto prima io ho solo fatto una domanda generica, su come un figlio dovrebbe iniziare un discorso con un genitore, non mi aspettavo una risposta riguardante il mio caso specifico. la mia richiesta di consulto era generica, giusta o sbagliata per il mio caso non è dato saperlo, me ne sarei comunque presa io la responsabilità, perché non posso pretendere un risposta "giusta"(che poi nella psicoterapia giusto o sbagliato in senso assoluto non esiste, esiste il giusto o sbagliato per ogni singolo) da una persona che non mi conosce, ma sa come funzionano i rapporti tra genitori e figli e sa le dinamiche per farle funzionare.come professionista avrebbe potuto esprimere come la psicoterapia psicodinamica agirebbe in questo caso(magari non sarebbe servito ma almeno mi avrebbe aiutato a ragionare e a vedere altri punti di vista rispetto alla psicoterapia relazionale(che sono sempre pronta ad accogliere).
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
La psicologia non funziona a compartimenti stagni e la stessa cosa vale per la sua mente.

Forse sta dando troppo peso all'evento passato, che non può da solo giustificare il suo stato di malessere attuale. Aveva già preso in considerazione questa ipotesi?

Come mai crede importante ricostruire quella parte del suo passato?





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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
perché quella parte di passato è essenzialmente la causa che mi ha portato ora a non essere indipendente( e ho passato da un pò l'adolescenza)a non esser e in grado di staccarmi dai miei e avere il coraggio di fare le cose e non nascondermi per paura. ho passato tutta l'infanzia a sentire dire che ho avuto questi problemi, ma che alla fine sono cresciuta sana. però sotto sotto non so realmente come andata,mi sono sempre sentita diversa e indietro rispetto agli altri(portandomi a avere pretese per eccellere in tutto), come se davvero questo fatto ha creato in me lo stato d'animo in cui vivo ora. potrei avere ancora qualche residuo del problema(celebrale e fisico che però a quanto sembra non ha causato danni permanenti o handicap e sapere di essere stati a un passo dalla morte non è facile da digerire). non è la soluzione al problema è vero, ma mi può aiutare a convincermi che ora sto bene, sono sana e capace di fare ogni cosa e non sono più quella bambina fragile di cui ho tanto sentirò parlare.è vero forse più i miei hanno bisogno superare la cosa perché l'han vissuta, però forse anche io ho il diritto di sapere come è andata veramente.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile ragazza,
mi associo alle riflessioni del Collega nella risposta.

Immagino che deve essere stato difficile e faticoso crescere con questa spada di Damocle sulla testa, con la paura di avere una malattia grave e con l'impossibilità di essere autonoma…, con questa minaccia sempre presente.

lei ha il diritto di sapere e con dolore, sconforto, paura, difficoltà…dovrebbe chiedere ai suoi genitori.

Non importa se non sa da dove cominciare, se piangerà, se urlerà o se non si sentirà adeguata, ma dovrà trovare il coraggio di farlo.

Se ha la sensazione che le manca un pezzo della "sua2 storia di vita, vada a prendersela.

In bocca al lupo

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..ma mi può aiutare a convincermi che ora sto bene, sono sana e capace di fare ogni cosa..<<
se ha dei dubbi sulla sua salute fisica basta consultare il medico di famiglia, questo è il modo più semplice per superare la cosa. Questo è fondamentale non crede?

Le sue insicurezze sono psicologiche e quindi di altra natura. A volte nelle famiglie si costruisce una "mitologia" intorno ad eventi avvenuti in tempi lontani che alimentano modi di essere, timori ecc. si tratta di andare oltre queste costruzioni, perché proprio come capita per i miti servono semplicemente a spiegare qualcos'altro, come ad es. la sua difficoltà ad emenciparsi dai suoi genitori.

Se lei crede di avere una fragilità questo non farà altro che alimentare il suo bisogno di essere accudita e la separazione dalle figure genitoriali ne risente. Chiaramente questo processo potrebbe essere alimentato dai suoi genitori, che hanno contribuito nel creare (probabilmente) questo alone di mistero intorno a questo famoso evento.





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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
purtroppo non mi ritrovo solo a dover gestire i miei problemi ma anche i miei genitori, che non credono la terapia(facendone perdere anche a me)e sostenendo che se facessi qualcosa di "concreto" tutto si sistemerebbe.

una domanda: è da un anno che sono in terapia ma le mie condizioni fisiche sono peggiorate(mi ritrovo con la dermatite e la vestibolite) ma anche a livello emotivo. non esco quasi più, mi ritrovo spesso senza la voglia di fare nulla e con un carico d'ansia ingestibile, che mi porta a farmi del male(ho provato a fare sport, ma niente mi aiuta)e ho chiesto aiuto alla terapeuta perché questa condizione mi spaventa e mi fa vergognare. lei mi ha detto che è una cosa normalissima nel mio percorso,però non riesco più a gestire nulla. c'è qualcosa che posso fare o sono destinata a rimanere così?ed è giusto per un terapeuta rimanere indifferente di fronte a questi sintomi?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>che non credono la terapia(facendone perdere anche a me)e sostenendo che se facessi qualcosa di "concreto" tutto si sistemerebbe.<<
non sono i suoi genitori a dover "credere" in qualcosa, ma lei ad essere motivata al trattamento. La psicoterapia è un servizio sanitario e soprattutto è qualcosa di "concreto". Dire di non credere alla psicologia è un po' come dire di non credere alla medicina.

Il termine "credere" è legato al misticismo, alle religioni e altro, nulla a che vedere con la psicologia clinica e la psicoterapia.

>>c'è qualcosa che posso fare o sono destinata a rimanere così?ed è giusto per un terapeuta rimanere indifferente di fronte a questi sintomi?<<
deve girare queste domande al Collega per cercare di trovare una soluzione condivisa. La diagnosi in questi casi è importante per comprendere l'entità del disturbo.