Scelta università

Salve, mi chiamo Sergio, vi scrivo oggi, perchè è passato un anno da quando mi sono iscritto a ingegneria dell'informazione a Padova dando zero esami; il problema è che non ho capito veramente che cosa voglio fare nella vita. Vorrei che a mondo interiore( immaginazione,letture della realtà, pensieri, IO interiore) corrispondesse quello che voglio fare. Mi sono iscritto a ingegneria perchè la matematica è sempre stata un modo valido di vedere la realtà. Non è questioni di numeri ma di un armonia che si percepisce leggendo la scienza. Al di là di questo è pur sempre una facoltà che trova lavoro immediatamente dopo la laurea. Questo è importante perché dovete considerare che ai giorni d'oggi il lavoro non c'è. A questo punto bisogna capire che per quanto una persona abbia un sogno deve anche rendersi conto che non sia troppo velleitario ovvero troppo difficile da raggiungere. Il problema è che essendo una persona , a detta di molti creativa , riesce a trovare aspetti positivi ovunque; quindi posso dirvi che mi piace tutto. Infatti io vedo in ogni facoltà ogni aspetto positivo della mia persona: Giurisprudenza( la mia ansia un po' ossessiva, quindi rigidità e autorità sul campo del lavoro), Lettere e Psicologia( l'amore per la vita, la lettura dei classici e delle filosofie varie), Medicina( la mia ipocondria e la curiosità) , Ingegneria ( il mio IO "imprenditore" che ha voglia di creare e costruire con la matematica . Purtroppo non si puo' volere tutto nella vita, questa è l'amara verità infatti spetta a noi scegliere il nostro destino. Destino, ecco, è di questo che vi voglio parlare. Io spesso mi programmo già cosa voglio avere entro i 30 anni entro i 40 e i 50... Molti dicono che è una esagerazione, è vero ma io non dico che voglio tenere dei progetti fissi, voglio solo avere delle linee guida su come vorrei fare la mia vita. Un progetto esistenziale che è anche frutto di sensazioni che ho provato vedendo i film e che vorrei provare nella mia vita, un progetto che segue i principi della mia etica. Poi è chiaro che non ci penso ogni giorno. Insomma vorrei ottenere grandi risultati nella mia vita eppure sembra che io non ci riesca. Vedo molti miei coetanei trovare la propria strada e io sono qui, senza esami con una voglia di vivere e costruire ma allo stesso tempo mi sento ingabbiato.
Inoltre ho letto alcune cose sui siti degli psicologi e a volte mi chiedo se sono matto. E' come se esaminassi ogni mio pensiero, ogni immagine che mi passa per la testa e la associassi a un trama o a una malattia mentale. C'è da dire che sono stato in terapia due volte. E due volte sono scappato a gambe levate. Abbiate pazienza io cerco di esprimere loro un concetto e loro capiscono tutt'altro. A quel punto mi è difficile comunicare visto che ragionano nei loro schemi di psicologi e del DSM. Io piu' parlo piu' mi confondo e vado in confusione. Le diagnosi non mi sono state fatte. Ma comunque a parte questo nella vita non mi lamento.
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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissimo,

è normale avere dei dubbi sulla scelta da fare; lei è uno che si programma e che pianifica e che vuole tutto entro certi schemi, ma guardi la vita può riservare anche l'inaspettato e quindi credo sia bene iniziare a cercare di essere meno rigidi e schematici e lasciarsi andare; gli altri trovano la loro strada e lei no, si dia del tempo, e visto la sua acuta intelligenza cerchi di adattarsi anche al cambiamento imprevisto; non si può programmare una vita intera e sinceramente non lo trovo neanche poi così entusiasmante; certo darsi delle linee guida, ma lasciarsi trasportare da un sano entusiasmo a volte fa bene.
non tutti gli psicologi ragionano come lei dice alla fine.

in bocca al lupo

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









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Dr. Massimiliano Iacucci Psicologo, Psicoterapeuta 146 4 20
Caro utente,
ho letto il suo vissuto e le assicuro che molte persone alla sua età (ma anche dopo) non sanno se hanno scelto la strada giusta.
Le do una buona notizia, c'è sempre tempo per correggere la rotta.
Ho conosciuto persone di 40 anni, ma anche di 50 che si sono rimesse in gioco cambiando lavoro, iscrivendosi di nuovo all'Università, etc...
Viviamo in un mondo dove la flessibilità è divenuta una qualità indispensabile per adattarsi.
Questa sua ecletticita' potrebbe essere una arma in più per adattarsi ad un mondo mutevole.
Però non deve "paralizzarla" nella scelta.
Si faccia aiutare da uno psicologo orientatore nelle sue pianificazioni.
Saluti

Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Vi ringrazio di cuore per il vostro conforto pur non conoscendovi. Secondo voi sarebbe una buona cosa se provassi quest'anno a dare il 100% di me stesso sempre nella stessa facoltà e valutare il tutto l'anno prossimo? Se l'anno prossimo decidessi di fare medicina non penso che due anni siano la fine, vero?. C'è da dire che sono una persona pigra e che ha visto lo studio piu' come un dovere che come un piacere nel senso che studiavo per togliermi un peso non per accrescere la mia conoscenza. Inoltre c'è da dire questo, io quest'anno studiavo 3 ore al giorno e o uscivo al bar dopo aver studiato mezz'ora o sentivo la musica con le cuffie. E' chiaro che ho pensato di avere qualche deficit di attenzione ma è anche vero che la concentrazione si guadagna strada facendo. detto questo vi ringrazio dei consigli.
[#4]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
con i colleghi le dico che non è solo a trovarsi in questa impasse. Lavoro nelle scuole e le posso assicurare che ogni giorno mi ritrovo adolescenti nelle sue condizioni. Quando finiscono le superiori i ragazzi come lei è come se si vedessero scomparire "dei binari" (quindi percorso pre-costruito) sotto ai piedi e, nel momento in cui devono poi incominciare a scegliere tra molte più alternative di quelle proprie del passaggio precedente, si sentono persi; ancor più se non hanno un valido sostegno familiare o amicale.Significa crescere e la crescita non sempre è indolore. Un lato del problema è anche rappresentato dal fatto che qui in Italia l'orientamento non è ben curato( e quando dico ben curato intendo formalmente e sistematicamente) come in altri paesi.
Detto questo, che non so quanto l'avrà interessata, mi associo ai consigli del collega: se non vuole entrare a far parte di quel folto popolo di ragazzi che si orientano per tentativi ed errori, cerchi un istituto che si occupa di orientamento che ,probabilmente, attraverso colloqui con un collega con formazione adeguata, potrà aiutarla. Intanto si prenoti anche al servizio di sostegno psicologico che ogni università ha; la sua non credo faccia eccezione.
La saluto.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

[#5]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
grazie mille ancora per i consigli, questi giorni ho provato a chiamare uno psicologo dell'orientamento e a breve fisseremo le sedute. Mi sono venute in mente delle domande. Io nelle due psicoterapie che ho frequentato per un anno la prima con sedute casuali e la seconda con sedute un po' più' frequenti, ho sofferto come una bestia, come se avessi nella psiche una sensazione simile a quella dell'epilessia ( convulsioni, non fisiche ma psichiche) e a questo punto mi sono chiesto : ma se non hai mai sofferto così tanto nella mia vita perché ti stai facendo del male con queste elucubrazioni mentali? perché paghi e vai da uno psicoterapeuta che ti convince di star male di più' che nella vita? In fin dei conti io sono andato dallo psicologo per curare alcuni sintomi disfunzionali e orientarmi nelle scelte . Lo psicoterapeuta ha cominciato a dirmi che stavo male già dalla prima seduta. Guardiamola dalla mia prospettiva; vado dallo psicologo con l'idea che lavorando bene riesco a ritornare positivo e felice ,non sarà facilissimo ma è possibile per il resto mi divertirò' a scambiare punti di vista con una persona diversa. Questo pensiero era prima della prima seduta.. poi mi viene detto : Lei sta male. Mi spaventa da parte vostra questo attribuire malesseri subito in una maniera no gratuita di più'.
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