Come se ne esce?

Gentili dottori,


vorrei sottoporre la mia storia alla Vs cortese attenzione. Sono un ragazzo di 29 anni, ho avuto una vita felice fino a quando avevo 20 anni periodo in cui avevo appena concluso la scuola superiore con ottimi risultati. Purtroppo proprio in quel periodo un evento terribile ha sconvolto letteralmente la mia vita: ho cominciato a soffrire di una rara patologia neurologica cranio-facciale che con il tempo si è aggravata sempre più finendo per condizionare in maniera molto negativa la mia esistenza. Un calvario fatto di continue visite da neurologi e non, migliaia di tipi di farmaci provati senza mai aver avuto nessun risultato degno di nota. Sono andato avanti così per anni. Momenti difficilissimi fatti di alti e bassi (più bassi in realtà).

Poi nel 2007 un altro evento che ha distrutto una parte di me: un cancro incurabile diagnosticato a mia madre ancora giovane, in circa tredici mesi se ne andò.

Da allora io non sono più stato lo stesso, i primi mesi sono stati durissimi da metabolizzare, e intanto con il mio male stavo sempre più da cani, non sapevo più dove sbattere la testa.

Gli amici nel frattempo si sono sempre più dileguati nel momento in cui i miei limiti venivano sempre più "a galla" a causa della malattia (difficoltà a condurre una vita normale ed a svolgere le azioni quotidiane). Successivamente in tempi più recenti, in seguito ad una grossa delusione sono entrato in depressione, anche se non volevo riconoscerlo cercando di auto-convincermi del contrario, depressione che mi ha portato ad essere nervoso, sempre arrabbiato, sempre più blasfemo nei confronti della religione cattolica (che tuttora non sopporto), frustrato ecc. Le liti e le discussioni con mio padre erano all'ordine del giorno.

Ho preso per circa 7 mesi Alprazolam gocce e Citalopram (fino a 10 gocce), terapia datami dal mio medico di base, poiché avevo cominciato a soffrire di frequenti e dolorosissimi spasmi muscolari all'altezza del trapezio sx, cervicale, dolori che non mi davano tregua, dolori inspiegabili, senza un motivo apparente tuttavia non appena incominciai la cura con gli psicofarmaci essi si dileguarono di molto, dimostrando che il mio disturbo era di natura psicogena.

Ad oggi non sto più prendendo psicofarmaci ma spesso mi capita di avere un'ansia smisurata così come alcune crisi di panico. Io soffro perché ho una mancanza affettiva, in passato ho commesso l'errore di provare con il sesso a pagamento ma ho capito che è stato un errore madornale che mi ha fatto stare ancora più male in coscienza ed infatti ho definitivamente smesso. Sono un tipo perfezionista che tende spesso ad autogiudicarsi troppo, voglio avere sempre tutto sotto controllo, penso che il mio disagio derivi dal fatto che non riesco a vivere come voglio, in passato ho provato, a fini terapeutici sostanze psicotrope come la Psilocibina e durante la trance mi capitava spesso di sognare viaggi in terre lontane e di piangere di felicità...

Come lo interpreta?

Grazie

G
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Come se ne esce? Mi chiedo se ha mai avuto modo di comprendere che cosa è accaduto a livello affettivo quando le 3 stata fatta la prima diagnosi e che cosa ha fatto in modo che gli amici sparissero. Nonosrante le difficolta èprobabile che lei non sia stato in grado di tenere accanto a sè queste persone e che inconsapevolmente si sia isolatoadesso che cosa sta facendo oltre a rivolgersi ai medici? Ha mai pensato a contattare uno psicologo di persona?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,


La ringrazio per il tempestivo riscontro, sì Le confermo che attualmente sono seguito da una psicologa presso un centro di Salute Mentale del mio distretto.

Per quanto riguarda gli "amici" (le virgolette sono d'obbligo) ritengo che tali persone si siano rivelate per quello che sono e mi creda non voglio scendere nel volgare perché tanto non ne varrebbe la pena, semplicemente penso che sia inutile parlarne perché sono il passato. Il mio presente sono le difficoltà che affronto nella vita di tutti i giorni dovute alla mia patologia, l'ansia e gli attacchi di panico che spesso si manifestano con tremori improvvisi alle mani ed improvvisa sudorazione.


Le chiedo 2 cose:


1) secondo il Suo giudizio potrebbero delle sedute di ipnosi essere efficaci per guarire i miei disagi (ansia, sensi di colpa ecc.)


2) secondo la Sua esperienza qual è il modo migliore per trattare i disturbi psicosomatici (dolore muscolare al trapezio sx)? Mi saprebbe consigliare una tecnica di respirazione/rilassamento che potrebbe aiutarmi a stare meglio?




La ringrazio moltissimo



Cordialmente


G.


[#3]
Attivo dal 2014 al 2020
Psicologo
Gentile Sig. G.,

Non è sempre facile raccontare periodi difficili della propria esistenza che compongono sicuramente elementi del nostro attuale malessere.
La ringrazio quindi per aver condiviso insieme a noi la sua storia complessa e sicuramente molto dolorosa. Posso immaginare quanto possa essere difficile per un giovane ragazzo come lei, affrontare eventi di vita che impongono limiti, costrizioni e separazioni definitive.
La malattia può spesso portare gli individui a travolgere abitudini, bisogni, desideri ed aspettative. A ridimensionare e riorganizzare le proprie relazioni interpersonali e il rapporto con se stessi, ossia con l'immagine di sé (bio-psico-sociale). La nostra realtà interna ed esterna può esserne alterata al punto di sviluppare ulteriori disagi psico-fisici, magari come quelli che lei sta descrivendo quando riferisce di avere "un'ansia smisurata" o "alcune crisi di panico". La malattia, come la morte, spesso sorprendono, perché arrivano in maniera improvvisa e fulminante, portando nelle nostre vite cambiamenti drastici. E' allora importante sviluppare maggiormente la nostra capacità di adattamento al fine di ritrovare un equilibrio psico-sociale, modificare le dinamiche relazioni con i pari e l'ambiente circostante.
I sentimenti di rabbia, di tristezza, di frustrazione, di delusione come quelli che sembra descrivere "mi ha portato ad essere nervoso, sempre arrabbiato ", "frustrato", "Le liti e le discussioni con mio padre erano all'ordine del giorno", fanno tuttavia parte della gamma delle emozioni umane. Magari lei sta esprimendo, attraverso queste emozioni negative, una realtà interna che forse riesce difficilmente ad esprimere altrimenti. Possiamo forse ipotizzare che lei stia in qualche modo magari riorganizzando il suo mondo: forse sta cercando di comunicare qualcosa a suo padre attraverso le lite?, magari desidera ridefinire il tipo di rapporto che intrattiene con le persone dell'altro sesso? ".. è stato un errore madornale che mi ha fatto stare ancora più male in coscienza ed infatti ho definitivamente smesso".
Forse sarebbe interessante per lei, iniziare qualche attività ludica-ricreative al fine di riprendere contatti con un gruppo di pari e riattivare cosi relazioni interpersonali nuove, più consapevole alla luce delle sue risorse e reale capacità.
Lo psicologo che la segue l'aiuterà molto probabilmente, nel corso delle sedute, a sviluppare strategie mentali e comportamenti adeguate e maggiormente flessibili che possano migliorare le sue relazioni interpersonali e il rapporto che intrattiene con se stesso, che permettano cosi di diminuire ansia e preoccupazioni mentale. Tuttavia l'uomo non più essere spezzettato e la cura dell'ansia è collegata ad altre variabili che vanno trattate progressivamente con lo psicologo. Cosi l'aiuterà a rielaborare il suo vissuto oggettivo e soggettivo (degli eventi importanti ed apparentemente meno importanti della propria vita) cercando di creare un nuovo significato alla sua realtà, in relazione alla sua personalità ("perfezionista","voglio avere tutto sotto controllo"), accrescendo forse comprensione e consapevolezza delle proprie risorse e capacità.

Spero esserle stata di aiuto, nella speranza che possa al più presto trovare la soluzione migliore per raggiungere un soddisfacente livello di benessere psicologico.

Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,


vorrei realmente ringraziarvi ad uno ad uno per la vostra gentilezza e disponibilità.
Io credo che tutti questi disagi dipendano dal fatto che una vita repressa, molti sogni rimasti chiusi in un cassetto per tanto, troppo tempo inevitabilmente o prima o dopo presentano un conto molto salato da pagare ed è quello (penso) che sta succedendo a me.

Io mi reputo una persona molto colta, gentile, sensibile e come ho già detto perfezionista, probabilmente tutto deriva dal fatto che non so accettare la realtà cui devo fare fronte ogni giorno. Spesso immagino, nella mia testa, di prendere il primo aereo e di scappare via lontano da tutto e da tutti, libero dai problemi e dai pensieri che mi contorcono la mente, un posto lontano dicevo dove c'è il mare con una spiaggia bianca finissima, dove ci sono le palme e mi vedo là a contemplare il mare durante uno splendido tramonto. Lì è la mia anima e lì e dove vorrei essere.

Ritengo che le esperienze che ho avuto con le sostanze psichedeliche (psilocibina) siano state molto utili perchè grazie ad esse ho potuto scoprire nuovi orizzonti, nuovi mondi, nonchè alcuni aspetti della mia personalità di cui non ero a conoscenza. Sono state esperienze "forti", ma belle, lì ho raggiunto l'estasi ed ho toccato la felicità (piangendo dalla gioia), peccato che tutto questo nel mondo reale sia impossibile; per questo la materia psichedelica mi affascina molto, è come se fosse un modo per evadere dalla realtà.

Chiusa questa parentesi vorrei chiarire due altri aspetti: la mancanza affettiva e l'ipocondria. Per un po di tempo mi sono frequentato con una squillo in appartamento molto più vecchia di me (40 anni) e con il tempo ho finito per infatuarmi di questa persona al punto che cominciavo a portarle regali, a mandarle sms e cose varie, tuttavia le prime volte che sono andato da lei sono stato male per via dei sensi di colpa poichè sentivo la sua "sofferenza", sentivo il suo "dolore" e la sua dignità lesa nel fare quel "mestiere". Lei era davvero una donna bella e fine e non riuscivo a credere che potesse essere caduta così in basso da fare il mestieraccio. Ma io mi ero veramente infatuato di quella persona al punto di pensare sempre e solo a lei.

Saltuariamente ero arrivato ad appostarmi sotto il suo appartamento finchè un giorno mi sono sentito offeso da lei e l'ho diffamata a mezzo volantini presso il suo condominio. Col senno di poi feci una grossa cavolata di cui poi mi sono pentito. Ma anche grazie al supporto della psicoterapeuta col tempo sono riuscito a "dimenticare" quella donna e così ho finito per non andarci più (meno male!).

L'ipocondria invece si riferisce al fatto che, durante le prime volte che mi frequentavo con quella persona, avevo spesso il timore (infondato) di avere contratto malattie sessualmente trasmissibili tant'è che avevo preso d'assalto tutti i centralini delle help line riguardanti la prevenzione del virus HIV per avere rassicurazioni dagli esperti (questo malgrado avessi avuto tutti rapporti ben protetti).


Questo è per integrare quanto non avevo specificato nel mio primo post.



Grazie a tutti



Cordialità


G.