Info attacchi panico

salve,sono un ragazzo di 25 anni e da 4 convivo con attacchi di panico.questi mi vengono in prevalenza nel periodo estivo(forte caldo)in maniere da quasi farmi odiare tale periodo e poi scomparendo nei periodi autunnali invernali e primaverili.La prima volta che mi e' venuto e' stato a dir poco tremendo(sempre d'estate)con blocco arti superiori,mi tiravano i nervi fino a farmi portare le braccia in un autoabbraccio(portato al P.S. e diagnosticato l'attacco dopo ecg ed esami del sangue ok i medici mi dissero che questo "autoabbraccio" era autodifesa).il medico di base mi prescrisse 15 gocce di lexotan,prese per 2 gg per poi smettere dato che dopo averle prese mi rendevano assonnato.in questi 4 anni ho avuto degli alti e bassi;assolutamente bene nei periodi freddi o freschi e attacchi durante l'estate...
volevo domandarLe,e' normale che dopo questi attacchi ci si senta scombussolati per alcuni giorni??incubi,risveglio alla mattina con il senso di non aver dormito,e SOLITO senso di disagio e paura(e' questo quello che non mi sta simpatico)che torni??perche mi vengono praticamente solo d'estate?forse perche' associo che il primo e' stato d'estate e quindi sono piu' predisposto ad averli in questo periodo?e' normale che quando mi arriva i nervi delle mani tendono a chiudere quest'ultime?(non sempre)
grazie mille in anticipo.
[#1]
Dr.ssa Antonella Morganti Psicologo 46 1

Buon giorno
ho letto la sua richiesta e credo che una parte di risposte lei se le sia gia date da sola.
Sicuramente i cambi di stagione hanno una qualche influensa su di noi, in molti pazienti in questi periodi riemergono o si acutizzano le sintomatologie di cui soffrono.
Forse però nel suo caso quella più plausibile è la risposta che lei stessa si è data.
Probabilmente il fatto che la prima volta le sia successo in estate le fa temere di più delle ricadute in questo periodo e forse lo stato di agitaione dovuto a questo timore la tira dentro un circolo vizionso.
Io però non credo che si possa sminuire cosi una sintomatologia complessa come quella legata agli attacchi di panico, credo ansi che si debbano ricercare i meccanismi che l'hanno portata ad adottare questo peculiare meccanismo difensivo.
In ultimo vorrei porle delle domande, per meglio inquadrare la sua domanda:

Cosa ha fatto in questi 4 anni per affrontare questo problema?
Che cosa stava succedendo 4 anni fa nella sua vita, prima del primo episodio?
Questi sintomi hanno modificato la sua vita? le sue abitudini? se si, in che modo?

Per ora la saluto cordialmente

Dr.ssa Antonella Morganti
morgantiantonella@hotmail.it


[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
grazie di avermi risposto dottoressa..
[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
grazie di avermi risposto dottoressa..
in questi 4 anni ci ho convissuto,perche altro non ci potevo fare....tendo a precisare che non sminuisco questa sintomatologia,ma,convivendoci,sono arrivato ad un punto che riesco QUASI sempre a distinguerla e calmarla...
quando non rieco sono nei premi come tutti...e li quei momenti non li auguro a nessuno perche (perlomeno a me)ti segnano dentro,e non auguro a nessuno di provare neanche una volta(anche perche' la prima e' la peggiore)questo tipo di disturbo.
4 anni fa' prima del primo attacco eroun ragazzo normale con genitori separati(la separazione l'ho vissuta abb.bene)che forse si fumava tropppppe canne(le molteplici p sono volute).
poi un BRUTTO GIORNO di luglio pieno e caldo afoso dopo pranzo mentre mi recavo al lavoro mi e' venuto il primo...pazzesco...veramente pazzesco...da impazzire...e da li ho cambiato vari abitudini...leggendo su internet e parlando con il dottore e poi mia madre (anche grazie a lei se non sono impazzito)ho smesso di fumare totalmente anche perche dopo questa esperienza non mi piaceva piu'ho smesso di bere caffe'perche' essendo "eccitante"sentivo che mi innervosiva e poteva portarmi piu' facilmente ad avere altri attacchi,all'inizio addirittura ridotto drasticamente l'uso di the' e coca cola per lo stesso motivo...per me inezie pure di avere meno attacchi...(ma non favorevo all'uso di psicofarmaci come lexotan..)mi ha tolto la spensieratezza di adolescente... quando facevo qualcosa ci pensavo 2 volte prima di buttarmi a capofitto...e grazie a mia madre che continuava a dirmi che era solo la mia testa e non avevo propio niente e dato che lavorava come os o asa (ora non ricordo_)nel reparto cardiologia di un ospedale mi ha fatto fare l'olter,e tutti gli esami cardiologici per mostrarmi che il mio cuore non aveva niente(pero' mi hanno trovato solo un lieve prolasso della vavola mitrale).
un altra cosa (che non mi va' giu'):quando mi e' venuto il primo era in macchina e ora d'estate quando soffro un po' piu' il disturbo mi prende l'ansia che riesco a controllare in parte,ma e' sempre e comunque fastidiosa perche mi porta sudore alle mani ed un po' di tachicardia.
un consiglio per favore...
avevo pensato di provare a fare joga essendo una disciplina (per sentito dire)che agisce sul controllo del respiro e del corpo e quindi,a mio modestissimo parere dovtrebbe riuscire a farmi controllare meglio le mie azioni reazioni prima mentre e dopo un possibile attacco...puo' essere utile o no?
dato che l'attacco di panico e' un falso allarme che il cervello crea per autodifendersi ed e accentuato ,mi corregga se sbaglio,da una piccola mancanza di ossigeno o troppa anidride carbonica al cervello.
la ringrazio ancora per la risposta precedente
cordiali saluti
[#4]
Dr.ssa Gaia Venturini Psicologo, Psicoterapeuta 41
gentile utente,
sicuramente i meccanismi di cui parla sono quelli che si innescano durante un attacco di panico, ma non sono gli unici. Certo, lo joga è una disciplina che la potrebbe aiutare a rilassarsi, ma sicuramente non a superare del tutto il problema. Per questo a mio parere sarebbe utile una visita psichiatrica per impostare un'eventuale terapia farmacologica (più mirata rispetto a quella prescritta dal medico di base) e sicuramente una psicoterapia che l'aiuti a rompere il circolo vizioso di pensieri e comportamenti che la condizionano in questi periodi (ma è proprio sicuro di stare "benissimo" durante l'inverno? non è che magari si sta accontentando di stare "discretamente"?)

Cordiali saluti

Dr.ssa Gaia Venturini
gaiaventurini@fastwebnet.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
gentilissima dott.Venturini
non so' spiegarle il motivo ma non ho questa gran voglia di prendere degli psicofarmaci...non so' il perche' ma gia' con il lexotan mi "stranivano"il comportamento...
non e' che solamente andando a qualche seduta si possa superare il problema?e in quanto tempo,in media,si riescono ad ottenere risultati soddisfacenti dal punto di vista "fisico"del paziente?fisico inteso come star bene...
durante l'inverno sto molto molto meglio ed,come quest'anno, sono arrivato a non percepire il MINIMO disagio per oltre 7 mesi circa...poi con l'arrivo del caldo ecco comparire i primi sintomi prima di ansia e poi qualche attacco,anche dato sicuramente al tipo di lavoro che svolgo che mi obbliga nel 95% dei casi a stare fuori sotto il sole per oltre 10 ore al giorno.
no,non mi accontento di stare solo discretamente,voglio star bene e quando questa cosa succede me ne rendo conto benissimo si fidi,dato che questo problema ti rende un po' ipocondriaco me ne accorgo sempre quando c'e' anche solo qualcosina che non va' al 100%.
grazie mille della sua risposta.
buona giornata.
[#6]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
dott.Venturini
rileggendo la prima parte della sua risposta non ho capito cosa intende per '"non sono gli unici".
grazie mille per il tempo a me dedicato.
[#7]
Dr.ssa Gaia Venturini Psicologo, Psicoterapeuta 41
Gentile utente, per farle capire meglio cosa intendo quando dico "non sono gli unici" le consiglio di leggere questo articolo:

www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?idpost=42293.

Per quanto riguarda gli psicofarmaci, non ne abbia così paura, uno psichiatra saprà sicuramente consigliarle la terapia più idonea, senza effetti che la "straniscano". Ricordi inoltre che le terapie di questo tipo non vanno assunte a vita, ma solo per un periodo di tempo.

Se intanto vuole però intraprendere un percorso psicologico, una psicoterapia cognitivo-comportamentale è quella che si è dimostrata più efficace negli attacchi di panico o nei disturbi d'ansia.
Per il tempo che occorrerà glielo potrà verosimilmente indicare il terapeuta, solo dopo aver fatto un'attenta analisi del suo caso.

In bocca al lupo
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