Tirai uno schiaffo alla mia ex ragazza

Salve dottori,

Vorrei chiedrvi un consulto in merito ad un fatto che mi è capitato qualche anno fa. Quando avevo 15 anni compiuti da poco stavo con una ragazza. Dato che non sono una persona violenta non so neanche io come sia successo, ma un giorno le mollai uno schiaffo ( non come quelli che si vedono in tv) perchè era in compagnia di un ragazzo il quale era amico di un altro ragazzo che mi aveva picchiato ( usava prepotenza contro di me, senza che io gli avessi fatto niente). Dicono che io le abbia lesionato un pochino la parte interna del labbro. Dopo 2 anni ci siamo rivisti e baciati. Non ho mai più alzato le mani su nessun altra ragazza. Se potessi tornare indietro non rifarei mai una cosa del genere. Sembra che dentro di me stia cercando di giustificarmi con il fattore dell'età: a 15 anni non ero ancora un adulto?! Ricordo di aver avuto comportamenti aggressivi quando ero alle elementari e durante la fascia di età 14-17. Un altro episodio violento è stato a 17 anni quando in classe un mio compagno di classe stava cercando di rubarmi dei fogli ed io gli tirai un calcio sulla tibia ( non forte). Dai 18 anni ad oggi non ho mai alzato le mani a nessuno e non lo farei mai; non mi permetterei mai di fare del male psicologico o fisico a qualcuno. Durante un periodo nel quale stavo frequentando un mio conoscente durante un discorso disse che io tirai uno schiaffo alla mia ex ragazza e le persone iniziarono a guardarmi come se fossi un mostro; se fossi stato paragonato ad un un vero mostro, il mostro sarei risultato io perchè ho alzato le mani ad una ragazza. Credo che ritengano questa vicenda più grave di qualsiasi altra azione. Ormai sono quasi 3 anni che non ho amici perchè litigai con l'ultimo gruppo. Durante questi 3 anni ho riflettuto molto e mi interrogo spesso sulle sofferenze della vita e desidero sempre di più lasciare questo universo di dolore. So che tra qualche mese non ci sarò più. L'unica cosa di cui mi pento è di aver fatto del male fisico o psicologico a qualcuno e spero che un giorno possa perdonarmi. Credo che essa sia l'unica cosa di cui si debba vergognare una persona; le altre cose secondo me sono del tutto irrilevanti. Su questo pianeta siamo tutti nemici e cattivi verso l'altro, ed io in un ambiente così non ci voglio restare. Ormai piango sempre perchè me ne voglio andare per sempre. Cosa ne pensate di questo fatto? Vorrei che giudicaste quello che ho fatto e dirmi cosa ne pensate del fattore età.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile ragazzo,
noi non siamo qui per giudicare nessuno, ma per aiutare chi ce lo chiede a capire se c'è un disagio, di che tipo è, e cosa si può fare per mandarlo via.

A me sembra di capire che lei sia molto triste perché non riesce a relazionarsi con gli altri in modo sereno. E' così?
Lei ha paura che la causa di tutto il suo malessere sia dovuto a quel giorno in cui ha perso la pazienza?
A volte si reagisce in modo aggressivo perché si soffre e non si conosce un altro modo per esprimere il proprio disagio. Non so se questo può essere il suo caso, ma di sicuro riguarda molte persone.


Se vuole ci dia qualche informazione in più su di lei: vive in famiglia o da solo? Studia o lavora?

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
Attualmente vivo in famiglia e studio. Mi sono dimenticato di scrivere che quando le ho mollato lo schiaffo la mia ex ragazza stava insultando la ragazza con la quale avevo una nuova relazione ed era in compagnia del ragazzo che ho menzionato ( anche lui ce l' aveva con me). Dopo quell'episodio ho avuto altri gruppi di amici ma con il tempo me ne sono allontanato e non a causa della storia che ho scritto. Con l'ultimo ho chiuso a causa di un evento,( quasi 3 anni fa) e da allora sono rimasto solo con me stesso a riflettere.
[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Parte del mio malesse è dovuto anche a questo fatto. Ma quasi la totalità del mio malessere riguarda la mia esistenza la quale vorrei terminasse adesso.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Perché vorrebbe che la sua esistenza terminasse adesso? Riesce a capire ed a dirci cosa la rende tanto infelice, al di là di questo evento?
C'è qualcosa che non va in famiglia?
Oppure nel campo dello studio?
O qualcosa di altro tipo?
Riesce a parlare con qualcuno accanto a lei, amici, parenti, insegnanti, della sua sofferenza?



Un caro saluto,
[#5]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la risposta.

Nel messaggio precedente ho messo al primo posto la mia sofferenza invece che quella che ho causato ad altri. Questo non è giusto perchè considero grave quando una persona ne ferisce un' altra. Mi ha chiesto cosa c'è che mi rende infelice: tutto quello che mi circonda! La Natura stessa è malvagia; gli animali e le piante mostrano comportamenti malvagi verso gli altri esseri viventi: ruota tutto attorno alla sopravvivenza e alla prosecuzione della specie. Dopo la morte passiamo al piano non esistenziale, perchè continuare a provare dolore quando possiamo benissimo fermarlo? Pensiamo ad una persona che ha subito un trauma gravissimo, perchè dovrebbe continuare a vivere se non vuole farlo? Tanto quando morirà cesserà di esistere e non le conviene stare in vita solo per soffrire. Penso agli eventi umani del passato che hanno causato sofferenze inimmaginabili per altri uomini. L' uomo è violento anche contro la Natura, fa soffrire gli altri animali. E tutta una sofferenza dalla quale bisogna liberarci il prima possibile. Tutti pensano soltanto a sopraffare gli altri ( vedere chi ha di più e chi di meno, in tutti i campi. Comunque non mi sembra etico quello che l' uomo fa a scopo di ricerca.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile ragazzo,
la vita è certamente dura e piena di sfide da affrontare ogni giorno, per tutti: esseri umani, animali, piante.

Ci sono momenti in cui è più difficile vivere, e momenti in cui si può godere del prezioso dono dell'esistenza.

A volte la paura di vivere paralizza ed impedisce di vedere e vivere quello che c'è di bello nella vita.

Io non ho capito se lei è arrabbiato con la vita per qualcosa di specifico che le è successo, o se è preso da una sfiducia generale che copre come un manto scuro tutto ciò che la circonda.

Ma non importa il motivo. Importa che deve trovare la forza di parare con qualcuno di persona e cercare di affrontare questo momento difficile. Perché se ne esce, sempre. Può essere difficile, ma non è mai impossibile.

Mi auguro che parlerà con qualcuno, cerchi uno psicologo di persona, è una persona sconosciuta, si sentirà più libero di parlare e non si sentirà mai giudicato.

Può cercare qualcuno anche nel consultorio della sua città, o nell'istituto scolastico che frequenta.

La barca sta certamente più tranquilla nel porto, ma non è per questo che è nata, bensì per solcare i mari.

La saluto con cordialità e affetto, ci faccia sapere se crede,
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Associo le mie riflessioni a quelle della Collega che condivido.


Sembra trattati di un malessere generalizzato, a parte il "gesto inquisito", si ecince dalla sua richiesta di consulenza tanto malessere, confusione e solitudine.

Ha degli hobby?
Lavora?
Studia?

Approfitti di questo momento di disagio per trasformarlo in risorsa psichica, si fermi a riflettere su quello che non va- solo o con un aiuto specilistico- vedra che ne trarrà un grande beneficio ed arricchimento per se stesso è per le sue future relazioni

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it