Figlia 23 anni e nuovo compagno

Buongiorno. Sono una mamma di 46 anni con una figlia di 23.
io e mia figlia abbiamo sempre vissuto insieme da quando mi sono separata 13 anni fa.
ora, da circa un anno e mezzo ho conosciuto un nuovo compagno, che da circa 4 mesi è venuto a vivere con noi. Tra alti e bassi la situazione è proseguita, fino a giovedì scorso, quando il mio compagno è intervenuto in mia difesa dopo l'ennesimo trattamento maleducato che mi ha riservato mia figlia.
se ne è andata di casa per 4 giorni e dopo un chiarimento avvenuto tra me, lei e suo padre, è tornata.
ho imposto alcune regole di comportamento, che, mea culpa, non avevo mai dato, ma comunque ora mia figlia non vuole più avere a che fare con il mio compagno, perché dice che si è intromesso in affari non suoi. Non voglio rinunciare a questa bellissima storia d'amore. Mi sento incapace di sostenere la situazione e incapace di educare mia figlia ad un comportamento gentile nei confronti miei e di tutti coloro che le vogliono bene. Nè suo padre con la nuova compagna, nè nessun altro l'ha accettata in casa ed io ora devo rinuncisre alla mia vita per una bambina capricciosa? Il mio compagno l'ha sempre trattata come fosse sua figlia, ma forse è stato l'unico che l'ha messa di fronte alla sua arroganza.
scusate il discorso prolisso.
vi ringrazio per l'ascolto
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E quindi il problema è suo e del suo nuovo compagno, o di sua figlia, che ancora non ha imparato come comportarsi con le persone?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
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Il problema è di mia figlia che ancora non sa comportarsi, ma diventa mio perché non ho saputo educarla ed ora non so come comportarmi.
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Dr.ssa Valentina Nappo Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 90 22
Gentile utente,

ci vuole tempo, pazienza e tanto amore per far sì che un figlio possa accettare la presenza di un "estraneo" in casa accanto alla propria madre.

Il suggerimento che posso darle è di cercare di "mediare" per aiutare sua figlia e il suo compagno a conoscersi meglio e ad accettarsi di più evitando di prendere le parti di uno dei due.

Se da sola non ci dovesse riuscire, può sempre chiedere il supporto di uno psicoterapeuta della famiglia della sua città.

Un caro saluto
Dr.ssa Valentina Nappo
Psicoterapeuta individuale, di coppia, familiare
Soccavo - Pompei - San Giuseppe Vesuviano (NA)
http://www.psicodialogando.com/

Dr.ssa Valentina Nappo - Terapia individuale, di coppia e familiare a Napoli

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Grazie per la risposta
mi sento molto in difficoltà
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il tempo è generalmente d'aiuto in questi casi, se la situazione è gestita in modo appropriato. Tuttavia mi sembra di capire che a sua figlia sia mancata la dose di fermezza necessaria a farle capire che gli altri meritano rispetto fino a prova contraria. Anche quando il loro ruolo ci sta antipatico.

Se la ragazza ora ha 23 anni sarebbe illusorio pensare di poterla trattare come se ne avesse 10 e reinsegnarle tutto daccapo. Al suo compagno potrà essere scappata qualche parola di troppo, ma mentre è vera la regola generale secondo cui non ci si dovrebbe mettere nelle faccende che riguardano i figli della nuova compagna, umanamente può essere comprensibile una reazione esasperata di fronte all'ostracismo della ragazza.

L'unica cosa sensata è trattare sua figlia come adulta. Vale soprattutto per lei, che ne è la madre. Deve emanciparsi dal ruolo di mamma che vuole prestare soccorso a tutti i costi, come se sua figlia fosse ancora piccola. Ciò che è fatto è fatto. Oggi sua figlia è grande e responsabile delle proprie azioni.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta dott. Santonocito.
secondo lei trattare mia figlia da adulta significa anche allontanarla da casa se non accetta la situazione?
il suo ricatto morale questa volta ė stato "se lui torna io me ne vado... le tue storie puoi fartele fuori da casa, senza costringermi a vivere con uno sconosciuto"
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
"La scelta è tua. Perché io e lui ormai stiamo insieme", avrebbe dovuto essere la risposta.

Lasciarsi prendere come ostaggio non aiuterà sua figlia, ma al contrario le insegnerà sempre più che può averla vinta come e quando vuole.

Non è lei (che ci scrive) che sta allontanando sua figlia da casa, dev'essere lei (sua figlia) a decidere se andare o restare. Deve mettere le cose in modo tale che la decisione e la responsabilità che ne consegue sia della ragazza, non sua e del suo compagno.

Beninteso: se resti in casa, sappi che ci sono delle regole di buona creanza da rispettare.

Ma non segua il suggerimento che le ho appena dato, chieda prima un parere a uno psicologo di persona, perché online si può essere d'aiuto solo fino a un certo punto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, la questione appunto è che questa ragazza non è una bambina e che non è figlia del suo compagno.. quindi concordo coi consigli del Collega Santonocito e la consiglio di farsi aiutare de visu.
Intanto la invito ad una rilettura dei ruoli, l'atteggiamento geloso di sua figlia può essere comprensibile e compatibile per una ragazzina , ma sua figlia è una donna, che avrà la sua vita sentimentale e quindi un pò più di garbo e di comprensione per la madre che l'ha cresciuta sarebbe opportuno. . come una maggiore distanza da parte del suo compagno eviterebbe di cacciarsi in situazioni estremizzate da cui poi, si fa una terribile fatica ad uscire..
Coraggio , si dia aiuto, per uscire da questa .. cristalleria..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
" suo ricatto morale questa volta ė stato "se lui torna io me ne vado... le tue storie puoi fartele fuori da casa, senza costringermi a vivere con uno sconosciuto"


Gentile Signora,
Aggiungo qualche riflessione a quelle già rivecute dai Colleghi.

Potrebbe non essere un ricatto morale, ma un attacco acuto di gelosia, un grido di dolore...

Se leggiamo "oltre" il verbale, che sembra arrogante e maleducato, si intravede una ragazzina che ha avuto la mamma tutta per se e che stenta ad adattarsi ad una nuova figura maschile.

Lei si è separata che era davvero giovane ed immagino che il rapporto con sua figlia, tra l'altro femmina, sia stato fusionale,importante, di condivisione e forse....un po' troppo alla pari.

Personalmente non credo che il troppo amore faccia male, anzi...adesso , al punto in cui vi trovate, un braccio di ferro non porta a nulla di buono, se non a scontri, dolori, sofferenza....e malessere ...una mediazione "amorevole" - con o senza un aiuto specilsistico- ed il balsamo del tempo....potrebbe aiutarvi.

Le allego una lettura che potrebbe servirle e le faccio cari auguri per questo nuovo percorso

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5226-lei-lui-e-l-altro-papa-le-nuove-genitorialita.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
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Ringrazio tutti per i consigli ricevuti
sicuramente mi saranno preziosi
buona serata