Mi sono sentito escluso dalla famiglia

Buongiorno a tutti.
Sto vivendo un periodo particolarmente difficile da qualche mese. Ultimamente mi rendo conto che sto cedendo quindi vorrei capire se è il caso di chiedere un consulto piú approfondito presso uno psicologo.
Ho 34 anni, sono sposato e ho una figlia di 5 anni e mezzo. Da questo punto di vista va tutto bene, il mio problema è con i miei genitori e mio fratello. Devo ammettere che il rapporto con loro non è mai stato ottimo, ma ció era dovuto a diverse differenze di carattere e vedute. Il problema è che da 10 anni sono emigrato (sono cmq a 300km di distanza da loro), e da lí hanno iniziato a trattarmi sempre piú con una certa indifferenza. Sono sordi ad ogni richiesta di aiuto economico o piú materiale (ad esempio darci una mano con la bambina piccola visto che lavoravamo entrambi a tempo pieno). Il colpo di grazia me l'hanno dato durante le vacanze di natale, quando è saltato fuori quasi per caso che loro stavano donando un appartamento a mio fratello. Senza entrare nei dettagli del giusto o sbagliato, questa cosa mi ha fatto parecchio male, mi sono sentito escluso dalla famiglia. Vivo questa cosa in maniera molto controversa perchè da un lato provo moltissima rabbia per l'indifferenza che mi dimostrano sempre, dall'altro sono comunque i miei genitori e spero sempre in un loro riavvicinamento. Mia moglie dice che mi farebbe bene troncare il rapporto con loro, ma visto che c'è di mezzo mia figlia che li adora ci penso sú due volte. Non lo so, questa cosa mi sta logorando, ultimamente è abbastanza un macigno che occupa gran parte dei miei pensieri e mi rende parecchio nervoso, quasi irascibile. Come dicevo all'inizio mi rendo conto che ultimamente questi sentimenti stanno diventando cronici e ho paura che tutto sfoci in una depressione o in un burnout e sinceramente non so cosa fare. Uno psicologo potrebbe aiutarmi? Quando è il momento di rivolgermi ad uno specialista?

Vi ringrazio anticipatamente per il vostro aiuto. Buona giornata.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
varrebbe la pena di rivolgersi a un nostro collega, dato il suo sentire e il malessere che denuncia in merito ai complicati rapporti con la sua famiglia di origine, di non recente esordio.

Il suo coinvolgimento emotivo nei fatti familiari sembra molto forte, così come la rabbia alla quale concorre la percezione di aver subito un'ulteriore un'ingiustizia, la rivalità con suo fratello accesa e alimentata dai fatti recenti.

In altre parole dal mio punto di vista, dato un certo tipo di dinamiche familiari, sembrerebbe non avere ancora conquistato quella corretta distanza emotiva dalla sua famiglia propria all'età adulta che ancora la vede inconsapevolmente partecipe attivo di probabili relazioni disturbate.

E' comunque una questione da approfondire direttamente, da qui soltanto ipotesi anche fallibili.

Perciò solo un nostro collega direttamente la potrebbe accompagnare a fare chiarezza, ad acquisire migliori consapevolezze, a modulare in modo opportuno i rapporti con la sua famiglia e a conquistare un migliore benessere.

Restiamo in ascolto



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr.ssa Rinella.

Una precisazione, forse dalle mie parole è apparso altro, ma non ho nessun risentimento verso mio fratello per quello che è successo. Anzi, sono contento per lui se devo essere sincero.

Per quanto riguarda il resto, potrebbe per favore chiarirmi il concetto di distanza emotiva dalla famiglia? Io mi aspetto che a qualsiasi età un figlio debba essere aiutato dai genitori.

Grazie.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

I dissidi con i propri genitori e la freddezza che talvolta caratterizza le relazioni genitori -figli adulti sono causa di grande sofferenza, considerato che anche se siamo "grandi", siamo sempre anche "figli" fin quando loro si sono.
Anche le parzialità di trattamento tra un figlio e l'altro sono faticose da sopportare.

Le cause possono essere svariate, le allego queste due letture, che ho scritto proprio perchè la problematica è più diffusa di quanto si creda:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5395-genitori-nonni-guerra-o-pace.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5382-nonni-nipoti-la-legge-li-tutela-e-la-psicologia.html

Dalle News si vede come le responsabilità non siano mai da una parte sola.

La Sua ipotesi di recarsi di persona, anche con Sua moglie poi, da uno psicologo, è un'ottima idea.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/