Informazioni su un caso borderline

Buongiorno, ho bisogno di un consiglio.
Ho avuto una relazione di due anni con un compagno che soffriva di disturbi borderline, disturbo grave della personalità etc.
Ovviamente ho avuto una relazione da manuale, potrei dire disperata. Pedinamenti, stalking, denigrazione con amici, violenza psicologica quotidiana, ed eventi che leggendo varie testimonianze si ripetono più o meno simili in questo tipo di relazioni.
Due anni fa avevo denunciato questa persona, poi ho ritirato la denuncia e sono tornata con lui credendo ad un possibile futuro. Quando ho visto che questo non era possibile ho provato per mesi a lasciarmi ma senza speranza. Questa persona non ne voleva sapere portandomi per la seconda volta a fare una denuncia che non ho ritirato. Ora sto vivendo nascosta e in un luogo sconosciuto da più di due mesi.
La mia domanda, che forse suona stupida, è questa: come è possibile che una persona che soffre di questi disturbi, che in nessun modo sono riuscita a far smettere di contattarmi nemmeno dopo la seconda denuncia, sia in grado, una volta avuto dalla polizia l'ordine di allontanamento, a smettere? è veramente ammalata o ha usato la scusa della malattia per tenermi con sè?
Quello che mi chiedo è che se fosse veramente una malattia "incontenibile" così come ha dimostrato in questi anni, non dovrebbe per lui essere possibile smettere nel momento in cui è la sua vita ad essere in pericolo.
Vi chiedo scusa per la domanda che può sembrare un po' ingenua, ma ho bisogno di aiuto per uscire da questo turbine di eventi che mi ha portata al totale annullamento della mia persona. Grazie anticipatamente.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dato che sembrerebbe riuscita a trovare un modo per liberarsi finalmente da questa persona, a cosa le serve sapere perché la persona in questione agisce come agisce?

Ha dei dubbi sul fatto di averlo lasciato, oppure non riesce a trovare motivazione per lasciarlo perdere definitivamente e andare avanti con la sua vita?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Credo sia niente di tutto questo. La motivazione a staccarmi l'ho dovuta trovare perchè stavo letteralmente morendo. Sicuramente ho amato molto questa persona e ovviamente il distacco è stato ed è molto difficile. Si è creata in questo tempo e con questi eventi una forte dipendenza affettiva. Ma non c'era altra possibilità e sto reagendo a questo con le possibilità che ho. E' che ho sempre in qualche modo cercato di capire cosa facesse questa malattia, mentre tutte le persone che ho attorno dicono che sia semplicemente una persona malvagia e che questa ne è la prova certa. Vedo questa domanda (quella che ho posto) forse come un cercare di non sentirmi completamente stupida. Tutto qui. e sto anche forse cercando delle risposte ad una situazione da persone più esperte delle persone care che mi stanno vicine.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Si è creata in questo tempo e con questi eventi una forte dipendenza affettiva
>>>

Questo era perfettamente evidente. Ma proprio per questo è psicologicamente legittimo il sospetto che lei stia cercando qualche pretesto per continuare a tenere ancora quest'uomo nella sua mente.

In altre parole: visto che ho deciso che con lui non posso più stare, perché era più quello che mi prendeva di quello che mi dava e perché la mia salute e il mio equilibrio ne stavano risentendo, almeno mi resta un modo per continuare a tenermelo dentro: cercare di capire perché si comporta così.

Se mi permette un parere spassionato, la stupidità la vedo più nel continuare a ossessionarsi con il cercare spiegazioni, piuttosto che andare avanti con la sua vita. Questo implicherebbe, ovviamente, lavorare per superare la sua tendenza alla dipendenza.

Veda la cosa in questo modo: riuscendo a non essere così dipendente si dimenticherebbe in un istante di chiedersi perché lui è fatto così. Andrebbe semplicemente avanti. Viceversa può essere molto più facile trovare difetti negli altri che cambiare se stessi.

È disposta a fare questo passo oppure non si sente ancora pronta?
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Utente
Utente
Come posso darle torto. In effetti quello che mi ha sconvolto in tutta questa storia è quanto sia stata capace di rimanere in una situazione di vero e proprio degrado (intendo degrado psicologico ma anche sociale, dentro e fuori dalle stazioni di polizia, lamenti dei vicini, allontanamento della mia famiglia e di amici). In effetti mi chiedo perchè non sono in grado di razionalizzare il tutto e comprenderne fino in fondo la gravità. Lo farei immediatamente se sapessi come guidare i miei pensieri nella giusta direzione. Non posso che dire che lei abbia ragione, ma la mia parte emotiva spesso procede (purtroppo) senza l'ausilio della testa. Dovrei sicuramente affidarmi ad uno psicoterapeuta, ma pur essendoci già stata più volte e con percorsi piuttosto lunghi (2 anni + 2 anni + 1 anno), mi sono trovata dentro alla peggiore delle situazioni. Avevo giò avuto un paio di relazioni problematiche, ma tutte gestibili in assoluta normalità. Lei comunque dottore ha ragione. Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Infatti non si tratta di razionalizzare, ma di imparare a *sentire* le situazioni problematiche in modo diverso. È la reazione emotiva che va cambiata, non i pensieri. Per questo le spiegazioni non servono a nulla.

Se tre percorsi di terapia hanno fallito, è probabile che per lei i vantaggi secondari del restare dipendente siano ancora più forti e importanti del viversi una relazione in modo normale. Il fallimento delle precedenti terapie perciò potrebbe essere stato dovuto in parte alle stesse terapie, e in parte al fatto che lei non è ancora disposta a mollare la sensazione di dipendenza.

Sempre se di personalità dipendente si tratta, cosa che ovviamente a distanza è difficile da dire.
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Utente
Utente
Si infatti dottore. Non ero effettivamente andata per risolvere questo problema, ma problemi di depressione legati al mio rapporto con la famiglia di origine. Poi ovviamente sono emerse più discussioni ma non effettivamente legate alla dipendenza affettiva ( si forse si, legate alla dipendenza affettiva che c'era tra me e mia madre). Che in parte ho anche risolto grazie all aterapia. Ma comunque mi rendo conto di avere questo problema. E come dice lei sopra, mi sento molto più viva nelle relazioni dipendenti (questa mia ultima relazione ne è stata la prova per me) che non nelle relazioni diciamo normali. Questo è il vero problema, e la cosa di cui sono più spaventata.. (allo stesso modo di quanto sia stata capace di sopportare questa relazione durata due anni).

Immagino, anche se non me l'ha detto direttamente, che mi consiglierebbe una terapia. Grazie dottore.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se si sente più viva nelle relazioni dove è dipendente significa che lei - per motivi che non importa sapere - associa un tono emotivamente piacevole e significativo a un tratto, la dipendenza, che di per sé non sarebbe negativo, ma che essendo portato all'estremo la rende vulnerabile. La psicopatologia consiste quasi sempre in qualche tratto estremizzato ed eccessivo, che però di per sé sarebbe fisiologico.

Si tratta perciò di (re)insegnare a se stessa come provare piacere in modo diverso, più sano.

Non le consiglio direttamente una terapia, perché la scelta deve essere solo sua. Però è vero che per problemi di questo tipo una psicoterapia è potenzialmente l'unico modo disponibile fra quelli attualmente esistenti. Ci sono però molti tipi diversi di psicoterapia. Se un domani dovesse sentirsi pronta a fare un altro tentativo, potrebbe provarne un tipo diverso da quelli seguiti in passato.
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Utente
Utente
Ascolterò i suoi consigli e rileggerò i suoi commenti che sicuramente mi sono utili. So perfettamente che avrei bisogno di un aiuto. Cercherò di capire anche quello che mi ha detto rispetto al primo messaggio, ovvero che ancora concentro l'attenzione sui "perchè" dell'ex compagno dal quale a fatica sono riuscita a scappare.
Grazie mille per la disponibilità e l'attenzione, è stato molto gentile dottore. Un caro saluto
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Saluti anche a lei.
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