Mi sento debole

Cari Dottori,
Sono una ragazza di 25 anni, laureata in economia (facoltà che ho scelto non perché avessi un interesse o un'aspirazione particolare ma solamente perché indirizzata dalla mia famiglia per poi in futuro continuare alcune attività di mio padre). Ed ecco, ora il MIO FUTURO è arrivato ed io non so che strada prendere. Finita l'università nei tempi giusti ma con un voto mediocre ho iniziato a lavorare per qualche mese con mio padre e mio fratello, ma purtroppo come avevo previsto non ero entusiasta per niente del lavoro che iniziavo a fare e il rapporto lavorativo con loro andava deteriorando quello familiare. Un mese fa all'incirca ho preso coraggio e ho detto alla mia famiglia di voler partire per Londra per fare un'esperienza lavorativa lontana da tutto e da tutti per mettermi alla prova e per migliorare il mio inglese(perchè ho pensato magari non riuscirò a trovare lavoro in Italia dato che non sono da 110 e lode ma parlando bene inglese potrei giocarmi una carta in più)..ebbene tutto ciò l'ho fatto, sono partita, mi sono armata di forza e coraggio ho trovato anche un lavoretto per mantenermi lì, ero fiera di me stessa perchè per la prima volta ce l'avevo fatta da sola senza l'aiuto di nessuno. Il mio stato di soddisfazione è durato ben poco, ho iniziato a sentire la mancanza del "porto sicuro", della mia famiglia, del mio ragazzo,di mia madre (alla quale sono particolarmente legata), mi sentivo morire dentro al pensiero di perdermi la nascita della mia nipotina..e così ho mollato tutto e dopo un mese circa sono tornata a casa in Italia. Ora mi ritrovo al punto di partenza, oltre alla gioia immensa per l'arrivo di una piccola creatura, non c'è nulla di nuovo, i soliti problemi in famiglia ( è lungo da spiegare, ma i miei non sono molto compatibili caratterialmente e purtroppo non hanno mai potuto separarsi perchè mia madre ha sofferto per tanti anni di forti crisi depressive, ma questa è un'altra storia), mio padre ha ricominciato ad illustrami nel migliore dei modi il piano lavorativo che ha previsto per me.Ed io mi sento vuota e smarrita,ci sono giorni in cui odio me stessa e vorrei non esistere più, mi domando che razza di persona sono, non ho un carattere forte e deciso, non ho sogni o aspirazioni, scappo dalla mia famiglia ma poi è sempre qui che torno, non mi manca praticamente nulla, ho la fortuna di avere un buon lavoro, una famiglia che mi ama, un fidanzato che vuole sposarmi.. ma allora cosa ho che non va? perché vivo in un perenne stato di insoddisfazione? Forse mi consiglierete di farlo, ma chiudo dicendo che ho già consultato un vostro collega. Tempo fa sono già stata dallo psicologo di mia madre, e lui conoscendo già la situazione mi ha detto che la cosa migliore per la mia serenità sarebbe quella di trovare un lavoro diverso da quello che mio padre ha previsto per me.
Mi scuso se mi sono dilungata cosi' tanto.
Grazie in anticipo a coloro che dedicheranno un pò del loro tempo per leggermi.
Buona giornata
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<mi ha detto che la cosa migliore per la mia serenità sarebbe quella di trovare un lavoro diverso da quello che mio padre ha previsto per me.>>

Gentile Ragazza,
Lei concorda con quanto espresso dallo psicologo?
Si è trattato di una (o poche) seduta di consulenza?

Non ha mai pensato di valutare l'opportunità di intraprendere invece una psicoterapia in modo da farsi aiutare a cercare dentro di sé risposte ai suoi quesiti?

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottoressa, grazie per avermi riposto.
Si concordo in pieno con lui, infatti ci ho provato, la mia partenza per Londra è stata spinta da questa motivazione..ma perché dopo poco sono tornata? Peraltro sto continuando a mandare cv in Italia, ma senza esiti positivi.
Solamente una seduta di consulenza abbiamo avuto. Si ho anche pensato di andare in psicoterapia per un po', ma il problema è che se vivo qui riprendo in mano l'attività di mio padre e poi sicuramente non riuscirei più a "sganciarmi".
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Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta 104 2 7
Gentile Utente,
In quello che scrive appare chiaro il conflitto interiore che sta vivendo tra la dipendenza dal suo nucleo familiare e la ricerca di autonomia. Deve essere non semplice affrontare questa situazione, ma credo che la fuga reale o metaforica dal conflitto non possa arrecarle alcun giovamento.
Forse quello che può realmente aiutarla è, come già suggerito dalla collega, un percorso di psicoterapia che la sostenga e che nello stesso tempo ponga le basi per un cambiamento. È come se in questo momento debba affrontare una nuova fase della sua vita che necessita la rinuncia a parti del suo passato per guardare con diversi occhi al futuro.
Una psicoterapia potrebbe esserle molto utile in questo.

Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Si ho anche pensato di andare in psicoterapia per un po', ma il problema è che se vivo qui riprendo in mano l'attività di mio padre e poi sicuramente non riuscirei più a "sganciarmi".>>

Il mio, infatti, era un suggerimento generico e non riferito allo psicologo da cui si è già recata che, anzi, proprio perché già segue sua madre (indipendentemente dalla sua preparazione e professionalità), le sconsiglierei.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie, prenderò in considerazione l'idea di andare da uno psicoterapeuta. Nel frattempo potrei capire secondo voi cosa mi succede? Ho anche 25 anni, è l'età giusta per iniziare a costruire il mio futuro, ma perché non riesco a capire cosa voglio? Oppure perché non mi accontento delle condizioni lavorative che mi si prospettano in famiglia?..potrei sembrare solo una snob viziata, ma non solo assolutamente così.