Lui è in dubbio sulla sua vita

Salve,
ho 25 anni e il mio ragazzo 32. Stiamo insieme da circa 10 anni con alti e bassi, ma sempre untiti da una forte passione. Circa un anno fa lui ha manifestato delle incertezze sul nostro rapporto. Ha detto che non sapeva più se mi amava, che non sapeva più cosa voleva dalla vita. Diceva poi che passava tutto il tempo a farsi delle domande. Dopo pochi mesi è morto uno zio molto giovane a cui era molto affezionato in circostanze tragiche, dopo che lui lo aveva assistito in ospedale con grande tenacia e questo ha peggiorato la situazione: astinenza sessuale per sei mesi. Ora mi ha detto che continua a farsi delle domande su di me e non sa più se mi ama. Dice che la sua priorità sono i genitori, abbastanza anziani. Sente di voler stare quasi solo con loro Io gli ho proposto una pausa ma mi ha detto che non se la sente, perché io sono una persona che fa parte di lui, ma non sente molta attrazione sessuale. Pochi giorni fa siamo stati in viaggio. Lui mi ha confessato di provare un gran senso di angoscia di fronte alla bellezza. Non vuole fare l'amore con me. E' un anno che va avanti questa situazione, cosa devo fare? E' un anno che va avanti questa cosa e mi sento sempre al punto di partenza. Non voglio perderlo, lo amo e sento che anche lui mi ama. Indicatemi delle strategie per farlo uscire da questo tunnel
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile ragazza,
la vostra è una relazione iniziata da molto giovani, che dunque nel passare del tempo può andare incontro a trasformazioni non sempre involutive.

Anche eventi luttuosi, soprattutto in persone già provate, possono indurre riflessioni tristi e malinconiche, talvolta al confine con forme depressive (queste inducono anche inappetenza sessuale).

Consiglierei una consulenza di persona presso un collega Psicologo della vostra zona, considerata l'importanza dei dilemmi del suo ragazzo per la vita di ambedue Voi.





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

da qui noi non conosciamo la Sua storia e non sappiamo quali strategie sia opportuno implementare: di solito tali prescrizioni o strategie vengono ragionate insieme in un setting adeguato come può essere quelli psicoterapico, anche perché se la situazione è complessa come quella che descrive, credo che il primo step sia capire quest'uomo e le sua perplessità. Da dove nascono queste perplessità? E' una crisi di coppia, personale, ecc...?

Sareste propensi a rivolgersi, magari anche insieme, ad uno psicologo psicoterapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,
provo a spiegarmi meglio. Credo che tutto sia iniziato due anni fa, lui è laureato in giurisprudenza, ma per ben due volte non aveva superato l'esame scritto di abilitazione. A giugno di due anni fa, dopo il terzo tentativo, arriva la bella notizia della promozione. Gli toccava prepararsi per l'orale che non aveva una data certa, agosto o settembre. Lui si chiude in uno studio matto e disperatissimo: non voleva uscire e non ha fatto un giorno di mare. Diceva che quello doveva essere il suo riscatto, dopo anni e anni di tirocinio non retribuito. Io gli sono stata vicina per due mesi, nonostante l'insoddisfazione e la noia di alcuni momenti, e lui mi cercava per ripetere e per essere sostenuto. Poi, a settembre, è ricominciato il mio lavoro e così l'ho trascurato moltissimo (ho sbagliato) anche perché ero stanca di tutto questo suo accanimento. Lui a settembre ha sostenuto questo esame con successo, ma mi ha subito confessato di essersi sentito solo e abbandonato. Da lì, dopo pochi mesi, ha deciso di aprirsi lo studio, naturalmente investendo solo denaro senza il benché minimo guadagno. Ora, dopo un anno lo studio è ben avviato, i clienti ci sono, ma i soldi stentano ad arrivare. Io invece, insegno lettere in una scuola media paritaria, ho già il mio guadagno e mi sento abbastanza realizzata, nonostante faccia anch'io i salti mortali per l'abilitazione, il punteggio e l'aggiornamento. Lui a volte sottolinea questa situazione. Ecco da quell'esame è cambiato tutto, "E' come se mi fossi trovato di fronte alla vita e non riuscissi ad affrontarla", così mi ha detto una volta. La degenza e la successiva morte dello zio poi, arrivata dopo pochi mesi, non ha fatto che peggiorare la situazione. Però non riesco a spiegarmi come abbia fatto a seguire tutta la trafila dello zio se non riesce ad affrontare la vita: notti in ospedale, problemi burocratici, eventuali spostamenti con i medici; si è occupato di tutto lui.
Addirittura dopo pochi giorni dalla morte dello zio ha deciso di prendere un cane e io l'ho aiutato economicamente e nella scelta. Appena gli hanno detto che poteva essere ipoteticamente aggressivo, ha cominciato ad avere paura di lui. Faceva fatica a portarlo fuori. Questa cosa ha coinciso con l'assenza dei suoi genitori, partiti per un mese per una visita alla sorella più grande che abita fuori provincia. ( lo zio morto era il fratello minore della mamma, lei per consolarsi ha deciso di andare a trovare la figlia) Lui è rimasto solo e ha cominciato a sviluppare questa forte paura. Sono stata l'unica a cui lo ha confessato e ha deciso di rivolgersi ad un educatore per cani. Ha cercato disperatamente il mio aiuto, io sono stata lì, sempre presente. La situazione sembrava risolta fino a quando, due settimane fa ha sentito nuovamente paura. Lui si rende conto che il cane è in realtà lo specchio delle sue paure, me lo ha confessato lui. Dice che a volte mi ama, a volte avrebbe preferito che non ci fossi stata. Io pensavo che le cose si fossero appianate, anche perché due settimane fa, dopo sei mesi abbiamo rifatto l'amore. Invece quando si è verificato di nuovo l'episodio del cane è tornato silenzioso, inappetente sessualmente e pensieroso.
D'altro canto, al di là del sesso, è sempre affettuoso, carino, presente. Se siamo insieme mi abbraccia e bacia in continuazione, ma evita quando siamo soli non mi cerca fisicamente. L'altro ieri sera mi ha confessato che lui pensa continuamente a questa cosa e gli fa male farmi stare così male. Quando io gli detto che forse è così perché non mi ama più, lui mi ha risposto che non lo sa. Allora io gli ho proposto una pausa e lui mi ha detto che non se la sente di prendersi una pausa. Spero di essere stata più chiara
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Ri-consiglio un consulto di persona presso uno Psicologo Psicoterapeuta.