Problemi d'ansia, e depressione.

Salve a tutti, sono un ragazzo di 20 anni con dei trascorsi abbastanza infelici.
Sono sempre stato ereditario ai sintomi depressivi, alla bassa autostima, e infelicità cronica.
Ho sempre avuto una visione buia, e problemi sociali e nel rapportarmi con gli altri.
Dopo anni e anni che il mio problema non si è mai risolto, dopo aver parlato con psicologi il mio problema non è mai stato risolto, le mie insicurezze, le mie ansie, e i miei problemi rovinano la mia vita, e le mi relazioni. Ho anche il terrore di prendere un treno da solo, o allontanarmi vengo colto da attacchi 'ansia, ho anche molti disturbi nel sonno e nell'addormentarmi.
Adesso volevo provare qualche farmaco, nella speranza che esso possa alleviare un po' e aiutarmi a vivere meglio sconfiggendo le mie ansie sociali, e non. C'è qualcuno tra gli specialisti che può consigliarmi un consulto, o se non sia idoneo io provi queste cose?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75





"sono sempre stato ereditario ai sintomi depressivi, alla bassa autostima, e infelicità cronica"

Mi spiace deluderti ma nessuna delle manifestazioni che citi è ereditaria, al contrario sono conseguenze di una rappresentazione di sé che il nostro cervello costruisce attivamente solitamente a seguito di esperienze negative: in primis il rifiuto da parte dell'altro.


"dopo aver parlato con psicologi il mio problema non è mai stato risolto"

Dipende da come è stato impostato il percorso terapeutico: se non si è sentito accettato, compreso e non giudicato da nessun specialista non è possibile avviare un processo di cambiamento.
Infine è evidente che tu da anni pensi a te stesso come persona "malata" o inadeguata e questa è la prima convinzione che andrebbe messa in discussione.

"Adesso volevo provare qualche farmaco, nella speranza che esso possa alleviare un po' e aiutarmi a vivere meglio sconfiggendo le mie ansie sociali, e non. "

Il processo di cambiamento coinvolge attivamente una persona nel percorso terapeutico che affronta, non si può delegare questa responsabilità al farmaco, sarebbe solo un autoinganno.
Se necessaria una valutazione psichiatrica per valutare l'eventuale integrazione con una terapia farmacologica sarà lo psicoterapeuta stesso a consigliarla.


Ti consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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