Blocco emotivo

Salve, sono un ragazzo di venti anni che ha un periodo negativo e per questo mi ritrovo qui. Avrei bisogno di un vostro parere, anche se vado già da una psicologa. Il mio problema l'ho appunto chiamato, come da titolo, "blocco emotivo". Questo perché da mesi non riesco a provare più emozioni. Mi sento piatto e vuoto. Ripercorrendo sinteticamente la mia vita, ho avuto vari momenti di depressione in cui il mio umore calava a picco dovuto a molti fattori: una grossa delusione con una ragazza (superato dopo 2 anni), la scoperta successiva che il mio migliore amico aveva avuto una storia con la stessa subito dopo che io e lei ci eravamo lasciati, un periodo in cui avevo paura di poter essere gay (cosa fortunatamente abbastanza superata), mania di perfezione naturalmente irraggiungibile che mi ha sempre portato a grandi fatiche ma anche a grandi risultati a scuola e un odio profondo per il mio corpo (questo continua ancora). Tutto questo alternato da 3 momenti in cui l'umore è andato così in basso tanto da tentare per 3 volte il suicidio attraverso farmaci. Ma ce l'hanno sempre fatta a salvarmi.
Finita la scuola, per buttare tutto alle spalle mi sono trasferito in una città dove ho cominciato l'università. Riuscito finalmente ad aver ritrovato serenità grazie a molte amicizie e a qualche storiella con ragazze, mi sono alla fine infatuato di una, che poi mi ha lasciato. Ho così lasciato città e università. Me ne sono poi andato all'estero per un pò di tempo e ho ritrovato serenità. Tornato ho trovato lavoro e al tempo stesso sono ricalato giù.
Ecco che però questa volta la depressione ha assunto una forma diversa: mancanza di emozioni, indifferenza verso il mondo esterno, continuo sguardo giudicante e odioso verso me stesso. Ho il forte desiderio di avere una ragazza o meglio di sentirmi piaciuto e di averci anche un contatto fisico, ma non faccio nulla per averla. La paura del "no" mi distrugge. Nel mentre continuo a essere considerato da amici/che, conoscenti ecc. un bellissimo ragazzo. Ma io mi sento: basso (sono alto 1.95), brutto, grasso, antipatico, banale, scontato, inutile. I complimenti mi scivolano addosso, solo le cose negative sento che fanno parte di me. Di fatto però nessuna in questo momento si fa avanti e questo non fa che confermare ciò che penso di me. Mi sembra che il mondo giri in un modo e io in un altro (quello che mi sono sempre sentito dire fin da bambino "bello, bravo e buono" e la realtà che non combacia). Mi sento invisibile e non ho alcuna stima né fiducia di me stesso. Solo quando mi trasferii per l'università mi sono sentito un magnete di positività e ben visto, con un continuo sorriso stampato in faccia. Ma quel periodo è durato poco ed è ora solo un ricordo. So solo che la voglia di un quarto tentativo di farla finita è sempre nella mia testa, anche perché non mi sento attaccato a nulla di esterno a me. Sto solo in compagnia del mio ego che mi deteriora ogni giorno di più.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Salve, sono un ragazzo di venti anni che ha un periodo negativo e per questo mi ritrovo qui. Avrei bisogno di un vostro parere, anche se vado già da una psicologa"

Gent.le Utente,
che tipo di percorso stai facendo? Ti sei rivolto ad uno Psicologo-Psicoterapeuta oppure ad uno Psicologo?


"continuo sguardo giudicante e odioso verso me stesso"

Nella relazione terapeutica dovresti avere la possibilità di sentirti accettato, compreso e non giudicato ed è così che puoi sviluppare un atteggiamento non giudicante verso sé stesso.
Quasi sempre le persone scelgono di colpevolizzarsi per la sofferenza che vivono, invece di ringraziarla perché gli offrirà l'opportunità di guardarsi dentro, affrontare le proprie paure e attingere alle risorse interiori.
A tal proposito ti consiglio la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2023
Ex utente
La ringrazio della risposta, ma il percorso che sto facendo con la psicologa-psicoterapeuta dura da ben due anni e mezzo, quindi l'articolo da lei consigliato purtroppo non mi dice niente di nuovo da quel che so già. Quell'ora la settimana in cui sono in seduta, mi sento molto libero di esprimere i miei stati d'animo e ho stima della psicologa, la ritengo una persona capace, che ascolta e da cui non mi sento giudicato. Ma quell'ora è una parentesi, quando esco fuori le cose sono sempre ben diverse. Ho ottenuto molte consapevolezze, ma rimangono in teoria non in pratica.
Tornando al mio problema, forse ho scritto qui per sentirmi dire da voi "sei brutto, inutile e banale, accettalo" cosa che non mi direte mai, ma è quello che la mia mente cerca ogni giorno di auto convincersi. E mi sto veramente immedesimando in questi pensieri. Ma ciò mi deteriora, mi crea uno stato di angoscia da cui non vedo uscita. La sensazione è quella di vedere la settimana come un ciclo monotono che non si rinnova mai e io che mi faccio ogni giorno più schifo e me ne convinco. La cosa ancora più brutta è che c'è una parte di me che ha un desiderio forte di stare con gli amici e conoscere nuove persone, ma tutte le volte mi ritrovo a sentirmi invisibile tra la gente e al tempo stesso (in modo contraddittorio) mi sento osservato da tutti in modo negativo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

la psicoterapia non funziona così: "Ma quell'ora è una parentesi, quando esco fuori le cose sono sempre ben diverse. Ho ottenuto molte consapevolezze, ma rimangono in teoria non in pratica."

Semmai deve aiutarti a promuovere un cambiamento proprio sulla pratica e sui comportamenti che vanno poi a modificare anche le tue idee e le emozioni.
Direi di ridiscutere di tutto ciò con la psicologa non appena riprenderai il percorso.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica