Come reagire nel quotidiano alle offese pesanti e importanti

Gentili dottori,
ho 24 anni e sono uno studente di medicina.
La mia facoltà è molto impegnativa e non riesco a trovare il tempo per un lavoretto per auto-sostenermi sebbene la mia dignità urli a gran voce questa esigenza... detesto dipendere da qualcosa/qualcuno.
Vengo al dunque. I miei genitori sono divorziati da anni. Su mio padre non posso contare, su mia madre nemmeno perché non vuole lavorare in quanto ri-sposata ed è economicamente sistemata.
Senza nulla voler giudicare, mia madre (che non vuole assolutamente sacrificarsi per darmi una mano a realizzarmi) spesso mi dice che sono un mantenuto e che a 24 anni non faccio niente per me stesso e mi limito a farmi aiutare dai nonni (i suoi genitori) che per me hanno una importanza vitale. Le ho provato a dire che sono in una fase di investimento per il mio futuro e che non voglio essere come lei un mantenuto (visto che di questo vengo accusato). Ma lei ribatte con così tanta spontaneità che sembra che quello che dico sia completamente sbagliato o una fandonia.
Le offese di mia madre per me sono veramente pesanti al punto che mi rattristo così tanto da piangere e mettermi nel letto al buio senza fare nulla.
La mia domanda è: so che non è un modo adatto di reagire e che dovrei valutare quale peso effettivo abbiano queste parole rispetto alla mia consapevolezza di essere uno studente anche con una certa media. Come posso fare? O ha ragione mia madre? Vi ringrazio. Per me è una situazione emotiva paralizzante.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile utente il problema non è nel contenuto dei vostri discorsi ma nella relazione. Vi attaccate a vicenda squalificando le affermazioni dell'altro. E' un circolo vizioso che si autoalimenterà se non si modificheranno i vostri codici di comunicazione.
Potreste provare con l'aiuto di un professionista.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Concordo con il mio collega circa la necessita' di modificare i codici comunicativi che connotano la relazione fra Lei e Sua madre.
Tenga presente comunque che i genitori sono tenuti al mantenimento di un figlio che studia.
La facolta' di Medicina inoltre e' particolarmente impegnativa e per essere svolta al meglio richiede il massimo impegno. Che non si puo' conciliare con una qualche forma di lavoro.
Potrebbe comunicare questo ai suoi. E non credo che possano ignorarlo.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2010 al 2019
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte veloci ed esaustive.
Gentile dott.ssa, prima di arrivare a scrivervi sono passati anni su anni in cui ho cercato di spiegarli tutto questo.
Prima di frequentare medicina ho sostenuto gli studi liceali e i miei genitori non mi hanno sostenuto per tutti e 5 gli anni del liceo nè economicamente nè psicologicamente.
Ho cercato di trovare compartecipazione almeno sul piano umano se non è possibile per negligenza (e lo sottolineo) su quello economico: essendo stato sempre molto pignolo sullo studio, in quanto amo studiare, ho sempre spiegato che per uno studio di qualità è necessario anche rispettare chi studia almeno con un po' di silenzio.
Ora, ci sta che in una famiglia (vivo con mia madre) non si possa stare in silenzio religioso; ma mettere la musica a palla durante le mie ore di studio quasi fosse una necessità è un qualcosa di irrispettoso.
Ecco, le ho raccontato questo episodio per dimostrare che non si può trovare un accordo a livello pratico con i miei genitori, figuriamoci se siano disposti ad ascoltare di nuovo e per la milionesima volta la mia richiesta di aiuto.
Non mi sostengono in un bel nulla, nemmeno nell'ascolto, nonostante io sia una persona caparbia e che nonostante i mille rifiuti e i mille "vai a quel paese" abbia sempre continuato a cercare da oltre 10 anni a questa parte un po' di ascolto.
Si figuri che mio padre, che mi passa un assegno di mantenimento minimo, non vuole nemmeno essere disturbato per telefono da me qualora io voglia sapere il giorno previsto per la consegna dei soldi. Devo "sottostare" alla sua decisione imprevedibile. Quando meno me lo aspetto e quando magari non sono nemmeno a casa mi chiede di rendermi reperibile per i soldi del mantenimento, a suo piacimento.
Vi ho portato questi due esempi chiarificanti al fine di sottolineare che è veramente impossibile ottenere qualcosa da loro ad iniziare dal minimo ed essenziale come l'ascolto o la disponibilità che mi basterebbero anche.
Ecco perché poi, davanti ad una ennesima offesa ingiusta, mi vedo crollare il mondo addosso: perché non sono apprezzato/sostenuto in un bel niente.
Vi ringrazio veramente del tempo che mi avete dedicato. Cordiali saluti ancora!